Fotografia Archivi - ArteVarese.com https://www.artevarese.com/categoria/arte/fotografia/ L'arte della provincia di Varese. Thu, 12 Dec 2024 09:21:13 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.3.5 https://www.artevarese.com/wp-content/uploads/2017/05/cropped-logo-1-150x150.png Fotografia Archivi - ArteVarese.com https://www.artevarese.com/categoria/arte/fotografia/ 32 32 Wildlife Photographer of The Year, i fotografi si raccontano https://www.artevarese.com/wildlife-photographer-of-the-year-i-fotografi-si-raccontano/ https://www.artevarese.com/wildlife-photographer-of-the-year-i-fotografi-si-raccontano/#respond Fri, 13 Dec 2024 08:00:11 +0000 https://www.artevarese.com/?p=76346 Milano – Dal 14 dicembre al Museo della Permanente riprendono gli incontri organizzati dall’Associazione culturale Radicediunopercento nell’ambito della rassegna Wildlife Photographer of the Year, giunta alla 60^ edizione. Fotografi naturalisti e divulgatori scientifici racconteranno le proprie straordinarie esperienze. Le serate di approfondimento (gratuite con il biglietto di mostra) nella sede del Museo di via Filippo […]

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Milano – Dal 14 dicembre al Museo della Permanente riprendono gli incontri organizzati dall’Associazione culturale Radicediunopercento nell’ambito della rassegna Wildlife Photographer of the Year, giunta alla 60^ edizione. Fotografi naturalisti e divulgatori scientifici racconteranno le proprie straordinarie esperienze.

Le serate di approfondimento (gratuite con il biglietto di mostra) nella sede del Museo di via Filippo Turati alle 21, si apriranno con Federico Veronesi, uno dei più apprezzati fotografi di mammiferi africani al mondo oltre che guida per safari fotografici in Africa, che presenterà il libro “Walk the Earth”. Un lavoro straordinario che celebra la magnificenza della fauna selvatica africana da preservare e proteggere; attraverso immagini mozzafiato degli elefanti, Veronesi trasporterà il pubblico in un viaggio visivo che mostra la bellezza e la grandiosità di questi animali e dei loro habitat naturali. La copertina del libro ritrae l’imponente elefante Tolstoj mentre cammina sul lago secco di Amboseli e introduce le spettacolari fotografie pubblicate all’interno che verranno proiettate durante la serata, offrendo uno sguardo profondo sui suoi incredibili scatti.

Marco Colombo sarà invece protagonista con Giulia De Amicis dell’incontro del 21 dicembre con “Tentacoli: i misteri di polpi, seppie e calamari”. Colombo è fotografo e naturalista pluripremiato al Wildlife, Francesco Tomasinelli, biologo, fotogiornalista e inviato di fama nonché consulente scientifico della trasmissione GEO. Giulia De Amicis è information designer e illustratrice per il settore educativo, l’editoria scolastica e diverse ONG. Attraverso fotografie, video e i meravigliosi disegni della De Amicis, saranno svelati gli incredibili segreti dei cefalopodi, che in greco significa “con i piedi attaccati al capo”. Questi animali sono maestri della sopravvivenza e i più abili trasformisti degli oceani; sono pieni di risorse, intelligenti e sanno risolvere problemi e utilizzare oggetti, ma anche fuggire dagli acquari, riconoscere le persone e provare antipatia. Alcune specie, come la seppia orchidea, sono tra gli organismi più colorati, mentre altre, come il polpo dagli anelli blu, sono famose per il loro morso letale. Ci sono anche i calamari giganti, grandi come un autobus, ma di cui si sa ancora molto poco.

Per quanto riguarda il calendario di gennaio sono previsti: l’11 l’incontro con Marco Andreini con il documentario “Ogni volta che il lupo” mentre il 18 gennaio sarà l volta di Pietro Formis che parlerà di “Luci dal Profondo: Fotografia Naturalistica Subacquea”

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“Romanzo Italiano”, mostra fotografica di Carlisi e Cito https://www.artevarese.com/romanzo-italiano-mostra-fotografica-di-carlisi-e-cito/ https://www.artevarese.com/romanzo-italiano-mostra-fotografica-di-carlisi-e-cito/#respond Thu, 12 Dec 2024 08:32:39 +0000 https://www.artevarese.com/?p=76339 Brescia – Le immagini di Carlisi e Cito nella mostra “Romazo italiano” in apertura dal 21 dicembre nello spazio espositivo del MO.CA, Centro per le nuove culture del Palazzo Martiengo Colleoni di Brescia. L’esposizione, a cura di Giusy Tigano presenta 120 fotografie in bianco e nero di due dei fotografi italiani di maggior rilievo a […]

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Brescia – Le immagini di Carlisi e Cito nella mostra “Romazo italiano” in apertura dal 21 dicembre nello spazio espositivo del MO.CA, Centro per le nuove culture del Palazzo Martiengo Colleoni di Brescia.

L’esposizione, a cura di Giusy Tigano presenta 120 fotografie in bianco e nero di due dei fotografi italiani di maggior rilievo a livello internazionale, i quali si confrontano e lasciano che le proprie opere dialoghino tra loro, creando una narrazione condivisa sul tema del matrimonio.

Un racconto visivo profondo e originale, un romanzo per immagini che sfida la fotografia matrimoniale tradizionale, distaccandosi dagli stereotipi di stile e linguaggio. La loro esplorazione visionaria, narrando con toni poetici, ironici e disincantati le emozioni e i molteplici aspetti relazionali e sociali del matrimonio, si distingue per un approccio in netta controtendenza rispetto alle rappresentazioni più convenzionali del rito nuziale.

Le fotografie di Franco Carlisi sono una selezione del più ampio progetto “Il Valzer di un giorno”, vincitore del Premio Bastianelli nel 2011 e del Premio Pisa nel 2013. Il lavoro si concentra sulle nozze in una Sicilia nascosta, lontano dalle convenzioni, catturando l’essenza di un momento che si svolge oltre la rappresentazione scenica del matrimonio. Le immagini, dal grande impatto visivo e quasi barocche nella loro intensità, raccontano scene in cui il tempo rimane in sospensione per cogliere dettagli intensi e spontanei, come un abbraccio, uno sguardo, la lacrima di una sposa o la commozione di un genitore.  Andrea Camilleri, nell’introduzione al libro Il Valzer di un giorno, sottolinea come Franco Carlisi sia capace di trasformare la fotografia matrimoniale da un’evanescenza romantica a una rappresentazione vivida e carnale: “L’occhio di Franco Carlisi coglie continuamente dei ‘fuori campo’ e ce li restituisce, direi proprio da narratore, con straordinaria vivezza e intensità. Le foto matrimoniali di solito anelano all’evanescenza, alla leggerezza, alla purezza, alla solennità. Invece, attraverso lo sguardo di Carlisi, tutto diventa carnale, vissuto forte, reale, senza mezze tinte”.

La selezione fotografica di Francesco Cito proviene dal progetto “Matrimoni Napoletani” (o “Neapolitan Wedding”), vincitore del prestigioso World Press Photo nel 1995 (categoria “Day in the Life”, 3° premio). Anche in questo caso, l’autore abbandona la monotonia della fotografia matrimoniale convenzionale per creare un linguaggio visivo nuovo, fortemente autoriale, che esplora le dinamiche sociali del matrimonio con occhio critico e riflessivo. L’approccio di Cito scompone il matrimonio tradizionale, come scritto da Michele Smargiassi nell’introduzione al libro Neapolitan Weddings, analizzando con precisione il meccanismo socio-antropologico di questo rito: “Sposarsi qui non è solo folclore ed esibizione. Non è solo un giorno speciale… Tutto il contrario, è la sospensione dell’ordinario, il trasferimento momentaneo ma radicale di un’intera comunità parentale, amicale, sociale in un’altra dimensione, senza più alcun rapporto con l’esistenza ordinaria di tutti. Cito affronta una ‘struttura’ possente, coerente, collaudata, funzionante: il moderno matrimonio foto-genico nella sua fenomenologia più completa e pura. E la de-struttura per comprenderla e smontarla con cura”.

La mostra alterna le opere dei due autori, creando un’esperienza visiva coinvolgente che guida il pubblico attraverso un percorso fortemente emozionale. Pur nelle loro differenze stilistiche, Carlisi e Cito riescono a trattare un tema universale come quello del matrimonio, particolarmente sentito in Italia, con una visione condivisa e coerente, creando un racconto visivo inusuale e spiazzante con profonda sensibilità e commovente leggerezza.

Nel corso dell’inaugurazione è prevista una performance musicale del pianista e compositore Davide Ferro in duetto con la cantante jazz e arpista Sonia Caputo (Resonance Duo). Davide Ferro è anche l’autore della colonna sonora “Evocazioni” che accompagna la mostra, composta appositamente per questo progetto.

L’esposizione, organizzata dall’agenzia fotografica milanese GT Art Photo Agency in collaborazione con SMI Group (S.M.I Technologies and Consulting, Younified, Wyl e SM Innovation Polska), potrà essere visitata fino al 19 genaio. Orari al pubblico: lunedì 15 -19; da martedì a domenica 10-13/15-19; 24 e 31 dicembre 10-13. Chiusa nei giorni 25 e 26 dicembre, 1 e 6 gennaio 2025.

 

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“Corpus et anima”, liberi sguardi sull’universo femminile https://www.artevarese.com/corpus-et-anima-liberi-sguardi-sulluniverso-femminile/ https://www.artevarese.com/corpus-et-anima-liberi-sguardi-sulluniverso-femminile/#respond Thu, 12 Dec 2024 08:00:44 +0000 https://www.artevarese.com/?p=76315 Milano – “Women Today. Liberi sguardi sull’universo femminile” è la rassegna organizzata da Istituto Italiano di Fotografia presentata quest’anno all’IRCCS Maugeri di Pavia sino al 25 gennaio. Uno spaccato contemporaneo delle molteplici sfaccettature del femminile visto attraverso l’interpretazione di giovani fotografi raccolto nella mostra che quest’anno prende il titolo “Corpus et anima”, curata dalla fotografa […]

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Milano – “Women Today. Liberi sguardi sull’universo femminile” è la rassegna organizzata da Istituto Italiano di Fotografia presentata quest’anno all’IRCCS Maugeri di Pavia sino al 25 gennaio. Uno spaccato contemporaneo delle molteplici sfaccettature del femminile visto attraverso l’interpretazione di giovani fotografi raccolto nella mostra che quest’anno prende il titolo “Corpus et anima”, curata dalla fotografa Francesca Cao.

L’esposizione propone l’interpretazione delle tematiche di genere, offrendo l’occasione di esplorare e narrare la complessità della società attuale, caratterizzata da un costante mutamento e da un vivace dibattito sul femminile.

Corpus et anima esplora l’autenticità dell’Io contemporaneo e si focalizza su temi attuali come le molteplici espressioni della femminilità e la ricerca di pari opportunità tra uomini e donne.

I diversi lavori affrontano argomenti profondi e spesso delicati, come la tenerezza e l’intimità di una relazione descritte da Irene Barattè in “Cafuné”, ma anche la fluidità di genere e l’amore senza limiti raccontati da Francesca Tunesi. “A toy love story” di Giada Cuzzocrea denuncia la violenza sulle donne utilizzando il linguaggio del fotoromanzo, con “The gap within” Giovanni Borgia dona forma alle lacerazioni e alla rabbia suscitate nella società dagli episodi di femminicidio.

L’esposizione, visitabile sino al 10 gennaio è allestita nell’Area Lounge dell’IRCCS Maugeri e si inserisce all’interno del palinsesto culturale di Maugeri In Arte, sotto la direzione artistica di Annalisa Andaloro, coordinamento Maugeri in Arte e Direttore Procurement and Supply Chain di ICS Maugeri.

Gli scatti in mostra sono firmati da: Martina Albertazzi, Anna-Sofie Baas, Irene Barattè, Amedeo Bernardi, Giovanni Borgia, Marialucia Campanella, Giada Cuzzocrea, Stefano Garay, Giorgio Garzella, Lucia Ginocchio Serafini, Nicola Licitra, Miriam Mercurio, Giorgia Pace, Michela Plaitano, Greta Pusino, Alice Re, Annalisa Santantonio, Lisa Scaramella, Francesca Tunesi.

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“Ancora mi sorprendo”, lo sguardo di Roberto Rognoni https://www.artevarese.com/ancora-mi-sorprendo-lo-sguardo-di-roberto-rognoni/ https://www.artevarese.com/ancora-mi-sorprendo-lo-sguardo-di-roberto-rognoni/#respond Wed, 11 Dec 2024 16:31:22 +0000 https://www.artevarese.com/?p=76328 San Donato Milanese –  Con la mostra fotografica “Ancora mi sorprendo” Roberto Rognoni porta i suoi “sguardi” negli spazi espositivi della Cascina Roma. L’esposizione, in apertura dal 14 dicembre (alle 17) presenta circa 70 fotografie a colori e in bianco e nero che rendono omaggio a un racconto di oltre sessant’anni. L’autore ha voluto ripercorrere […]

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San Donato Milanese –  Con la mostra fotografica “Ancora mi sorprendo” Roberto Rognoni porta i suoi “sguardi” negli spazi espositivi della Cascina Roma. L’esposizione, in apertura dal 14 dicembre (alle 17) presenta circa 70 fotografie a colori e in bianco e nero che rendono omaggio a un racconto di oltre sessant’anni. L’autore ha voluto ripercorrere le proprie esperienze e condividerle declinando le immagini anche in un libro, dall’omonimo titolo, che verrà presentato in occasione dell’inaugurazione da Antonia Broglia e dal photo editor Leonello Bertolucci.

Roberto Rognoni  racconta, attraverso il suo obiettivo, trasformazioni, tradizioni e memorie collettive. La sua opera si distingue per una visione lucida e profonda della realtà, dove lo sguardo si posa con delicatezza sulle storie umane e sulle tracce di un passato che rischia di dissolversi.

Il titolo, Ancora mi sorprendo, più che mai significativo e che delinea libro e mostra, rappresenta un’importante raccolta antologica del suo lavoro e un viaggio nell’evoluzione artistica e poetica dell’autore, suggerendo lo spirito di continua scoperta e meraviglia che da sempre caratterizza il suo lavoro fotografico.

“Ho scelto di raccogliere le fotografie dei progetti cui ho dedicato maggior impegno e che hanno trovato riscontro in mostre, pubblicazioni e concorsi – precisa  Rognoni – I portfolio selezionati sono legati a periodi, luoghi e preferenze personali, ma tutti condividono un’unità stilistica, anche se esplorano diverse tematiche ed espressioni artistiche. Questo libro e questa mostra sono dedicati innanzitutto a tutti i soggetti delle fotografie che mi hanno sorpreso ed emozionato con la loro bellezza e autenticità”.

Tuttavia, non sono solo una raccolta di immagini, ma una riflessione sull’evoluzione del suo sguardo e sulla ricerca di significati che emergono dai dettagli più semplici e quotidiani. Rognoni, infatti, ha sempre mantenuto un interesse per la dimensione sociale della fotografia, utilizzandola come strumento per documentare le persone e i luoghi che mutano sotto il passare del tempo e le trasformazioni economiche e culturali.

Uno degli aspetti più significativi della sua arte fotografica è la capacità dell’autore di catturare i cambiamenti del contesto urbano milanese e della zona di San Donato Milanese, documentando come l’industrializzazione abbia trasformato il paesaggio e la vita dei suoi abitanti tra il dopoguerra e gli anni Settanta. Rognoni osserva il vecchio mondo rurale che va scomparendo e, con esso, i gesti e i volti dei suoi abitanti. Le sue fotografie offrono quindi non solo una documentazione storica, ma anche una testimonianza emotiva, in cui l’essere umano e il suo ambiente si fondono in un racconto visivo intenso e intimo.

Nel volume, così come nella mostra, si nota anche l’interesse dell’autore per la rappresentazione delle dinamiche sociali, che trovano espressione in momenti di aggregazione, di impegno civile e nelle manifestazioni popolari. La sua vena documentativa ed etnografica riappare ad esempio nelle immagini dei gitani durante la festa di Saintes-Maries-de-la-Mer in Provenza, dove l’autore riesce, ancora una volta, a trasmettere la forza e la vitalità di un evento partecipato.

Altro tema che delinea profondamente l’architettura fotografica di Rognoni e che emerge con forza è il suo legame con il teatro, soprattutto con quello di ricerca degli anni Settanta a Milano che accoglieva le più importanti compagnie teatrali internazionali. Rognoni, che dal 1994 fino al 2017 è stato fotografo ufficiale di diverse compagnie teatrali italiane, a partire da “Quelli di Grock” di Milano, e attraverso le foto di scena cattura la potenza visiva ed espressiva delle diverse rappresentazioni, valorizzando l’espressività dei corpi e la forza delle atmosfere, senza trascurare mai l’emozione del momento.

L’ultima parte del libro rivela una dimensione più concettuale della sua fotografia, in cui esplora temi quali la memoria, il tempo e la condizione umana, rappresentati attraverso metafore visive e composizioni minimaliste. In queste pagine svela una vena creativa che va oltre il mero realismo documentaristico, avvicinandosi a un linguaggio simbolico e riflessivo. L’uso del manichino, della statua e delle figure frammentate è una modalità per rappresentare la vita e la morte, i sogni e le incertezze, il passaggio del tempo che emerge nell’ultimo capitolo dove l’autore si avvale della storia raccontata in un audiovisivo per esprimere lo scorrere della vita in immagini stratificate e intime.

“Ancora mi sorprendo” diventa quindi un’opera coesa e ricca di significati, divisa in dieci capitoli o tappe, che non solo celebrano la storia di un fotografo, ma invitano il lettore a riflettere sulla fotografia come memoria, scoperta, testimonianza e sperimentazione. Il libro e la mostra offrono al pubblico un’occasione rara per poter entrare nell’universo visivo di Roberto Rognoni, fatto di gesti, sguardi, architetture e storie umane, restituendo la complessità di un percorso creativo che si interroga costantemente sui rapporti tra il reale e la sua rappresentazione visiva.

L’esposizione, ospitata nella sede di piazza delle Arti, proseguirà sino al 14 gennaio. Orari di apertura al pubblico: da lunedì a venerdì 9 -18.30; sabato 9 -12.30/14.30-18.30; domenica 10-12.30/15-19.

Cenni Biografici

Nato nel 1943 a Cittiglio, in provincia di Varese, Roberto Rognonivive e lavora a San Donato Milanese. Inizia a fotografare nel 1965 dedicandosi a temi ben precisi e circoscritti: teatro, viaggi, paesaggi e reportage documentaristico-sociali, oltre a fotografie di architettura e gli audiovisivi fotografici.

Nel 1999 promuove la costituzione dell’Archivio Storico Fotografico della Città di San Donato Milanese e ne è curatore fino al 2023. Nel 2021 il Comune di San Donato Milanese gli conferisce la Civica Benemerenza per la sua attività fotografica.

Attualmente collabora con la rivista FOTOIT, è redattore della rivista TIMELINE del Dipartimento Audiovisivi della FIAF e della rivista online www.ilmilanese.org. È inoltre docente della FIAF e DiAF.

Dal 1992 al 1999 è direttore editoriale del mensile “L’Incontro” dell’ENI Polo Sociale di San Donato.

Dal 1994 al 2015 fotografo di scena ufficiale della Compagnia Teatrale “Quelli di Grock” di Milano, dal 2015 al 2017 di “Manifatture Teatrali Milanesi” e del “Teatro i” di Milano, mentre dal 2001 al 2006 fotografo di scena ufficiale del Festival “Danae” di Milano, organizzato dal Teatro delle Moire.

Sue opere fotografiche sono inserite permanentemente in raccolte pubbliche e private.

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“Spazio Immagine”, nasce un nuovo riferimento per la fotografia https://www.artevarese.com/spazio-immagine-nasce-un-nuovo-riferimento-per-la-fotografia/ https://www.artevarese.com/spazio-immagine-nasce-un-nuovo-riferimento-per-la-fotografia/#respond Wed, 04 Dec 2024 18:05:18 +0000 https://www.artevarese.com/?p=76277 Busto A. – Nasce Spazio Immagine, un nuovo punto di riferimento per la fotografia. L’iniziativa, promossa da AFI Archivio Fotografico Italiano e Spazio Arte Farioli sarà presentata il 7 dicembre nella sede di Spazio Arte, in via Silvio Pellico. Il progetto si rivolge a un pubblico ampio e diversificato: dagli appassionati di fotografia e d’arte, ai professionisti, […]

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Busto A. – Nasce Spazio Immagine, un nuovo punto di riferimento per la fotografia. L’iniziativa, promossa da AFI Archivio Fotografico Italiano e Spazio Arte Farioli sarà presentata il 7 dicembre nella sede di Spazio Arte, in via Silvio Pellico.

Il progetto si rivolge a un pubblico ampio e diversificato: dagli appassionati di fotografia e d’arte, ai professionisti, dai collezionisti a storici e studiosi agli studenti e ad un pubblico amante della cultura visiva.

L’obiettivo è quello di creare un ambiente stimolante e di confronto, dove la fotografia possa essere apprezzata ampiamente e in modo eterogeneo, organizzando esposizioni, la visione di portfolio, workshop specifici e corsi specialistici, stampa fine art.

Le mostre e le proposte che si susseguiranno abbracceranno una pluralità di approcci e stili, con la finalità di attestare il ruolo della fotografia nell’arte contemporanea. Un’occasione per conoscere il lavoro degli autori invitati, comprendere il loro percorso espressivo, discutere di tecnica analogica e digitale, in un momento in cui si sviluppano nuove tecnologie come l’intelligenza artificiale.

Il programma di Spazio Immagine prevede un ricco calendario di eventi per la Galleria in via Silvio Pellico che oltre alle mostre fotografiche di autori emergenti ed affermati, proporrà presentazioni di libri firmati da artisti di fama Nazionale pronti ad offrire al pubblico l’opportunità di approfondire e conoscere da vicino il loro lavoro. Informazioni: afi.fotoarchivio@gmail.com / info@farioliarte.it / whatsApp 338 4957878

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“Luigi Ghirri. Viaggi. Fotografie 1970-1991 https://www.artevarese.com/luigi-ghirri-viaggi-fotografie-1970-1991/ https://www.artevarese.com/luigi-ghirri-viaggi-fotografie-1970-1991/#respond Mon, 02 Dec 2024 09:00:31 +0000 https://www.artevarese.com/?p=76220 Lugano – Le 140 immagini che compongono “Luigi Ghirri. Viaggi. Fotografie 1970-1991” a cura di James Lingwood, affiancato da Ludovica Introini, con l’assistenza alla curatela di Virgina Morano, in corso al Museo d’arte della Svizzera italiana Sede LAC, provengono dagli Eredi Ghirri e dalla collezione CSAC di Parma, offrendo in tale misura una visione completa […]

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Lugano – Le 140 immagini che compongono “Luigi Ghirri. Viaggi. Fotografie 1970-1991” a cura di James Lingwood, affiancato da Ludovica Introini, con l’assistenza alla curatela di Virgina Morano, in corso al Museo d’arte della Svizzera italiana Sede LAC, provengono dagli Eredi Ghirri e dalla collezione CSAC di Parma, offrendo in tale misura una visione completa del mondo privato e pubblico del grande fotografo emiliano.

Il suo sguardo era in grado di nobilitare luoghi e oggetti che per i più appartenevano alla convenzionalità quotidiana.

Privo di condizionamenti predefiniti Luigi Ghirri (Scandiano 1943-Reggio Emilia 1992) ritraeva la quiete delle campagne circostanti permeandole di delicati silenzi, sino a conferire estetica sinuosità alla staticità di uno scivolo nell’atmosfera invernale al Lido di Spina, arrivando a rendere nobile la solitudine di un ombrellone sulla spiaggia di Orbetello.

Marginale in alcuni casi, la figura umana: una coppia ripresa durante una partita di tennis o due turisti ritratti di spalle intenti ad osservare il paesaggio che sta loro di fronte.

Sognanti le fotografie scattate nel corso di una visita alla ricostruzione dell’Italia in miniatura a Viserba di Rimini dove, mettendo in atto mirati ingrandimenti, rese palpabile la catena delle Dolomiti, il Grattacielo Pirelli e la Basilica di San Pietro.

Dai suoi circoscritti “viaggi domenicali”, come amava definirli, Ghirri traeva continua fonte di ispirazione. Dando corpo alla considerazione che non sempre chi gira il mondo comprende quanto gli sta attorno, a volte come sostiene Etienne Chatiliez nel suo delizioso film “La felicità è dietro l’angolo”.

Luigi Ghirri. Viaggi. Fotografie 1970-1991 – Museo d’arte della Svizzera italiana, Lugano sede LAC, Piazza Bernardino Luini 6. Fino al 26 gennaio. Orari: mar-mer-ven-sab-dom. 11-18; gio 11-20.

Mauro Bianchini

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La storia dell’industria in mostra a Legnano https://www.artevarese.com/la-storia-dellindustria-in-mostra-a-legnano/ https://www.artevarese.com/la-storia-dellindustria-in-mostra-a-legnano/#respond Thu, 14 Nov 2024 17:17:51 +0000 https://www.artevarese.com/?p=76059 Legnano – Tra le iniziative organizzate in occasione del centenario di elevazione a città anche l’ampio progetto espositivo “Fotografia e industria” in apertura dal 16 novembre con inaugurazione a palazzo Perego, alle 17.30. Un’idea che nasce per porre l’attenzione su un tema di grande attualità: la città di Legnano e la Lombardia tra i protagonisti […]

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Legnano – Tra le iniziative organizzate in occasione del centenario di elevazione a città anche l’ampio progetto espositivo “Fotografia e industria” in apertura dal 16 novembre con inaugurazione a palazzo Perego, alle 17.30. Un’idea che nasce per porre l’attenzione su un tema di grande attualità: la città di Legnano e la Lombardia tra i protagonisti della nascita e dello sviluppo dell’industria italiana.
Il rapporto tra fotografia e industria ha una lunga storia e scaturisce dall’intento delle imprese di raccontarsi, commissionando a fotografi esperti, la documentazione delle proprie attività, dai prodotti ai manufatti, dagli ambienti di lavoro alle maestranze.
Lo sguardo dei fotografi conduce negli ambienti lavorativi in contesti storicizzati dove sono le architetture a risaltare per la grazia costruttiva e  all’interno di fabbriche dismesse, alla ricerca di tracce e forme. Si passa dai capannoni industriali, ai macchinari, ai lavoratori, agli spazi urbani interessati da architetture operaie, edificate dalle aziende per ospitare i dipendenti e loro famiglie.
La rassegna, cura di Claudio Argentiero, è allestita in differenti spazi espositivi della città: un percorso che dal Perego presegue galleria Cantoni, Atelier Ferioli e Museo fratelli Cozzi. Tutte proseguiranno sino al 12 gennaio. Orari di visita: sabato, domenica e festivi 10/12.30 e 15/19. Giorni di chiusura: 24, 25, 30 dicembre e 1° gennaio.Ingresso libero.
Mostre a Palazzo Leone da Perego:
Le principali industrie a Legnano, Il passato dagli archivi, il presente nelle immagini coeve “Case, quartieri e villaggi operai a Legnano oggi, e villaggi operai a Legnano oggi”. Fotografie: Roberto Venegoni, Mirko Ceriotti, Roberto Bosio, Marco Zarini, Diego Valceschini
“Ritratti di fabbriche” di Gabriele Basilico Courtesy Fondazione 3M – Milano
“Paesaggi sulla sicurezza”vdi Marco Introini
“La lente di Roberto Zabban sull’industria lombarda”vCourtesy Centro per la Cultura d’Impresa-Milano
“La poetica dell’oblio. Archeologia industriale lombarda” Autori: Silvia Lagostina, Roberto Venegoni, Stefano Barattini
“Rigenerazioni e conservazioni industriali. Casi di aziende lombarde riconvertite ad altri usi” di Claudio Argentiero
“Il Segno delle fabbriche”, opere di Luigi Bello
Mostre in altri spazi in città:
“Ex Cotonificio Cantoni” di Gianfranco Leva – Galleria Cantoni
“Spazi del Lavoro tra decadenza e fascino”, autori vari – Atelier Ferioli – domenica 24 novembre ore 11.
“In movimento: storie di persone e di idee lungo l’ultimo secolo a Legnano”. – Museo Fratelli Cozzi dal 12 al 24 novembre.
Ad arricchire la proposta culturale, una serie di conferenze aperte al pubblico, proiezioni, incontri di approfondimento sull’importanza degli archivi per la memoria collettiva, con la partecipazione di architetti, studiosi, fotografi, archivisti, scuole e studenti, direttori di fondazioni e operatori del settore.

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Giovanni Chiaromonte, “Salvare l’ora” https://www.artevarese.com/giovanni-chiaromonte-salvare-lora/ https://www.artevarese.com/giovanni-chiaromonte-salvare-lora/#respond Fri, 25 Oct 2024 09:00:45 +0000 https://www.artevarese.com/?p=75442 Milano – A un anno  dalla scomparsa di Giovanni Chiaramonte (18 ottobre 2023), fra i grandi protagonisti della fotografia italiana contemporanea, il Centro Culturale presenta dal 20 novembre al 18 gennaio 2025, la mostra “Salvare l’ora” dedicata a una delle  più particolari e originali raccolte con 70 Polaroid e 70 haiku scritti dal fotografo (forma […]

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Milano – A un anno  dalla scomparsa di Giovanni Chiaramonte (18 ottobre 2023), fra i grandi protagonisti della fotografia italiana contemporanea, il Centro Culturale presenta dal 20 novembre al 18 gennaio 2025, la mostra “Salvare l’ora” dedicata a una delle  più particolari e originali raccolte con 70 Polaroid e 70 haiku scritti dal fotografo (forma giapponese di poesia).

 Il titolo dell’esposizione “Salvare l’ora”, ideata da Camillo Fornasieri e curata da Elena Pontiggia, prende spunto dall’omonimo titolo del libro edito nel 2018 da Postcart, nel quale  Chiaramonte scrive: “gli haiku e le immagini di “Salvare l’ora “nascono da due periodi di malattie apparentemente senza speranza: si pongono come tracce leggere della presenza divina nascosta all’interno di ogni forma e figura che splende nel mondo

Le Polaroid, formato fotografico assolutamente inedito per l’autore realizzate con una Fuji Instax a sviluppo istantaneo, consentono al pubblico di tracciare il rapporto di Chiaramonte con Dio e mostrano come nell’intimità di quegli scatti egli cercasse il legame tra il particolare e l’essere. Tra memoria e stupore, tristezza e redenzione: nella casa, nei prati comuni, nei bordi abbandonati della città, nello splendore della natura.

La mostra di Giovanni Chiaramonte, nato a Varese nel 1948 da genitori siciliani e arrivato a Milano nel 1961, si apre a una settimana esatta dall’inaugurazione della personale “La geometria e la compassione” dedicata a Ferdinando Scianna, che proprio da Chiaramonte venne invitato, poco più di un anno fa e a nome del CMC, a comporre un’esposizione sulla sua posizione di uomo e fotografo di fronte al grande limite del dolore del mondo.

Come riferisce Camillo Fornasieri, direttore del CMC: “Le due esposizioni sono una straordinaria circostanza umana e culturale che il Centro Culturale di Milano ha voluto unire non per un confronto, ma per invitare il pubblico ad andare al fondo e riscoprire il senso della fotografia nell’amicizia di due fotografi sui temi più radicali dell’esistenza. In particolare, la mostra ‘Salvare l’ora’ vuole sottolineare non solo il linguaggio colto della fotografia di Chiaramonte, ma anche la ricerca spirituale e umana della sua opera, dove l’immagine è meditazione sul senso dell’esistenza”.

Su temi diversi ma speculari i fotografi si interrogano profondamente sull’essere delle cose e dell’uomo. L’amico e poeta milanese Umberto Fiori su “Salvare l’ora” così scrive: “qui si ha l’impressione di avere di fronte un’esposizione lampante della poetica del fotografo…lo sguardo chiama, è una voce

Se negli Haiku, (forma giapponese di poesia ripresa in Italia da Andrea Zanzotto), sono le cose della natura a campeggiare come “enigmi naturali”, per Chiaramonte a prevalere è la riflessione: tempo, spazio, universo, nulla, pensiero, luce, abisso.

Le Polaroid, che non hanno possibilità alcuna di intervento prima e dopo lo scatto, riflettono le comunanze con il grande amico Luigi Ghirri (proprio una delle foto è a lui dedicata) e provengono da interni ed esterni di Milano, Berlino, Postsdam, posando lo sguardo sull’esserci delle cose, sulla memoria, i legami, gli oggetti più inerti e insignificanti in uno splendore di colori, una linea cha va da Kértesz a Ghirri.

Le figure degli Haiku di Chiaramonte che accompagnano “Salvare l’ora” e che si trovano negli scritti in mostra accanto alle immagini, nascono dall’ascolto che l’infinito dà allo sguardo, mostrando come per lui il tempo del contemplare fosse importante e necessario quanto il silenzio interiore.

Chiaramonte in queste polaroid e nei suoi scritti ha rivelato la parola che tace al fondo delle sue immagini. Una parola che si sporge oltre sé stessa, cercando il proprio limite. Cosa c’è, oltre quel limite? “Dove il pensiero/Si interrompe in frantumi/Inizia l’altro (haiku di Giovanni Chiaramonte).

Contemporaneamente alla mostra “Salvare l’ora” al Centro culturale di Milano, dal 16 novembre 2024 al 9 febbraio 2025 Giovanni Chiaramonte è protagonista anche al Museo Diocesano di Milano con l’antologica dal titolo “Realismo infinito”, già svoltasi al Monastero di Astino di Bergamo nel 2022 e sempre curata da Corrado Benigni.

La mostra sarà visitabile sino al 18 gennaio 2025. Orari al pubblico: da martedì a venerdì 9.30 -13 / 14.30-18; sabato e domenica 15 – 19. Chiuso per festività nei giorni 24, 25, 26, 31 dicembre e 1° gennaio. L’inaugurazione è in programma il 19 novembre alle18.30 su invito.

Cenni biografici

Giovanni Chiaromonte è nato nel 1948 a Varese da genitori di Gela; comincia a fotografare alla fine degli anni Sessanta, operando per la ripresa della forma figurativa, seguita alla stagione astratta e informale. Per questo nel 1978 insieme a Luigi Ghirri nasce Punto e Virgola, prima casa editrice dedicata alla fotografia e alla sua storia.

All’opera di Luigi Ghirri dedica e cura personalmente la mostra “Nostalgia del futuro. L’immagine necessaria” che si inaugura al CMC a pochi giorni dalla sua morte di Chiaramonte avvenuta il 18 ottobre 2023.

La sua fotografia risente del pensiero di R. Guardini, H.U. von Balthasar e in quella della Chiesa d’Oriente incontrata in A. Tarkovskij, O. Clément, P. Evdokimov.

Dal 1983 collabora alla rivista “Lotus International” e alle mostre internazionali curate alla Triennale di Milano, dove nel 2000 realizza col Centro Culturale di Milano e i poeti e scrittori De Angelis, Rondoni, Doninelli, Raboni la mostra “Milano Cerchi della città di mezzo”, curata da Pierluigi Nicolin.

Partecipa alle mostre del CCA di Montréal, tra cui Asphalt e Rooms You May Have Missed.

Espone in tutto il mondo e per ben cinque volte alla Biennale di Venezia, l’ultima delle quali nel 2013. Al CMC presenta nel 1999 con Joel Mewerowitz la mostra “Eventi umani, eventi urbani”. Nel 2005 l’Università di Palermo gli conferisce la Laurea honoris causa in Architettura. Nel 2010 è presente all’Expo di Shangai con “Nascosto in prospettiva”, mentre l’anno successivo è nominato Accademico Benemerito dell’Accademia di San Luca (2021).

Ha insegnato Storia e Teoria della Fotografia allo IULM di Milano, alla Facoltà di Architettura di Palermo e al Master di “Forma” a Milano. Durante la sua carriera ha pubblicato oltre 100 volumi.

 

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Davide Monteleone vince il 44° Leica Oskar Barnack Award https://www.artevarese.com/davide-monteleone-vince-il-44-leica-oskar-barnack-award/ https://www.artevarese.com/davide-monteleone-vince-il-44-leica-oskar-barnack-award/#respond Fri, 11 Oct 2024 09:54:30 +0000 https://www.artevarese.com/?p=75765 Davide Monteleone è il vincitore di Leica Oskar Barnack Award (LOBA), arrivato alla 44a edizione: il fotografo italiano è stato premiato per la serie Critical Minerals – Geography of Energy, nell’ambito della Celebration of Photography a Wetzlar, in Germania, nell’head quarter Leica di Leitz-Park, luogo esclusivo per gli appassionati Leica e gli amanti della fotografia, tra […]

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Davide Monteleone è il vincitore di Leica Oskar Barnack Award (LOBA), arrivato alla 44a edizione: il fotografo italiano è stato premiato per la serie Critical Minerals – Geography of Energy, nell’ambito della Celebration of Photography a Wetzlar, in Germania, nell’head quarter Leica di Leitz-Park, luogo esclusivo per gli appassionati Leica e gli amanti della fotografia, tra mostre, laboratori, il museo e una struttura aziendale fondata su artigianalità e innovazione.

Selezionato tra oltre 250 proposte individuate da una commissione di 80 esperti di fotografia provenienti da oltre 50 paesi, Critical Minerals – Geography of Energy è un progetto a lungo termine in cui Monteleone (Potenza, 1974) mette in discussione l’attuale orientamento del settore energetico verso le fonti rinnovabili ed evidenzia i complicati effetti geopolitici, sociali ed ecologici, utilizzando gli esempi dell’estrazione di rame, litio e cobalto in Cile, Repubblica Democratica del Congo e Indonesia.

Davide Monteleone (Potenza, 1974, vive in Svizzera) ha un Master in Arte e Politica presso la Goldsmith University di Londra ed è curatore e insegnante per svariate istituzioni pubbliche e private. Da diversi anni segue in particolare le questioni climatiche, tra economia e geopolitica. Monteleone ha pubblicato numerosi libri e collabora regolarmente con “National Geographic”, “Time” e “The New Yorker”. Ha ricevuto il National Geographic Storyteller’s Fund, la National Geographic Society Fellowship, l’Asia Society Fellowship, il Carmignac Photojournalism Award, l’EPEA Award, l’European Publishers Award e numerosi World Press Photo Awards. Era già stato tra i finalisti del LOBA 2020, con la sua serie Sinomocene.

Insieme a Davide Monteleone, è stata premiata anche la fotografa Maria Guțu (Repubblica di Moldavia, 1996) con LOBA Newcomer Award 2024 per la serie Homeland.

LOBA è tra i premi più ricchi e prestigiosi nel campo della fotografia: il vincitore del LOBA riceve 40.000 euro e un’attrezzatura fotografica del valore di 10.000 euro, mentre il vincitore del Newcomer Award riceve 10.000 euro e una Leica Q3. (foto Davide Monteleone, Critical Minerals – Geography of Energy,

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“Il teatro della vita” di Julia Fullerton-Batten https://www.artevarese.com/il-teatro-della-vita-di-julia-fullerton-batten/ https://www.artevarese.com/il-teatro-della-vita-di-julia-fullerton-batten/#respond Thu, 03 Oct 2024 10:00:52 +0000 https://www.artevarese.com/?p=75690 Milano – A volte gli scatti unici, per la loro singolarità, hanno il potere di imprimersi a lungo nella memoria. E’ il Tamigi a fare da sfondo alla ultima serie di opere di Julia Fullerton-Batten dal titolo “Il teatro della vita”, in un contesto storico che va dal primo’800 sino agli inizi del ‘900, accostando […]

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Milano – A volte gli scatti unici, per la loro singolarità, hanno il potere di imprimersi a lungo nella memoria.

E’ il Tamigi a fare da sfondo alla ultima serie di opere di Julia Fullerton-Batten dal titolo “Il teatro della vita”, in un contesto storico che va dal primo’800 sino agli inizi del ‘900, accostando tre personali, a Milano, Torino e Verona.

La fotografa descrive, nella mostra in corso da MARCOROSSI a Milano, una umanità impegnata sulle rive limacciose del Tamigi, in disperata ricerca di qualsiasi oggetto possa alleviare la loro precaria condizione sociale.

Con calibrata cadenza luminosa Julia Fullerton-Batten ( Brema 1970) definisce le atmosfere di un luogo dove l’incedere del tempo pare dettato dal lento fluire delle acque.

Concependo ogni immagine come parte di una sequenza cinematografica, la fotografa è arrivata ad accomunare su alcuni set sino a cento attori.

Anche l’accurata ricerca dei costumi contribuisce a contestualizzare storicamente i personaggi.

Nel trittico “Forst Fair” viene descritta la singolarità dell’evento verificatosi nel 1814,quando le acque del Tamigi raggiunsero uno strato di ghiaccio tale da reggere il peso di più persone al punto da dare vita a una grande fiera mercato e spettacoli di varia natura.

Mentre la serie che compone “The Thames Whale” narra lo spiaggiamento di una balena avvenuto nel 2006, arricchendo in maggior misura l’alone leggendario che accompagna la storia del Tamigi.

Julia Fullerton-Battem – “Il teatro della vita” Milano – MARCOROSSI, Corso Venezia 29. Fino al 2 novembre. Orari: martedì-venerdì 11-13/15-19; sabato 11-19.

Mauro Bianchini

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