Letteratura Archivi - ArteVarese.com https://www.artevarese.com/categoria/arte/letteratura/ L'arte della provincia di Varese. Tue, 01 Oct 2024 06:42:22 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.3.5 https://www.artevarese.com/wp-content/uploads/2017/05/cropped-logo-1-150x150.png Letteratura Archivi - ArteVarese.com https://www.artevarese.com/categoria/arte/letteratura/ 32 32 Marino Pracucci, “Gioia e dolore” https://www.artevarese.com/marino-pracucci-gioia-e-dolore/ https://www.artevarese.com/marino-pracucci-gioia-e-dolore/#respond Tue, 01 Oct 2024 06:42:22 +0000 https://www.artevarese.com/?p=75670 Si ha arricchimento nel momento in cui lo scritto che accompagna un’opera poetica, per l’elevato tenore concettuale, fa comprendere a pieno ogni piega. E’ il caso della prefazione di Gianni Fucci presente nella raccolta di poesie “Gioia e dolore” di Marino Pracucci detto Renè , a cura di Alfonso Marchi, edita da Maggioli Editore (pp. […]

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Si ha arricchimento nel momento in cui lo scritto che accompagna un’opera poetica, per l’elevato tenore concettuale, fa comprendere a pieno ogni piega.

E’ il caso della prefazione di Gianni Fucci presente nella raccolta di poesie “Gioia e dolore” di Marino Pracucci detto Renè , a cura di Alfonso Marchi, edita da Maggioli Editore (pp. 199, Euro 16).

Inoltre ad accompagnare il testo compare anche l’esaustiva postfazione di Ugo Amati.

In quella parte di Romagna dove poesia e follia generano creatività con epicentro a Santarcagelo, i versi di Marino Pracucci pulsano di passioni sentimentali generate da grandi amori, veri o presunti che siano.

Personaggio felliniano per eccellenza Pracucci cede all’incanto di scenari lunari: “La sera illuminata dalla luna/ rispecchia i suoi colori più belli”.

Il sorgere del giorno è per il poeta estasi silente e al tempo stesso unità di misura tra sé e il mondo: “ E’ l’alba/ nel cielo ci sono/ nuvole bianche/ che giocano e/ rigirano/ corrono e/ si rincorrono/ si allontanano/ e ritornano/ come in un gioco/ tra nuvole e vento”.

Ma a dominare la poesia di Pracucci sono gli amori e in essi si compiono intimi pensieri: “Io mi sveglio la mattina/con sole, pioggia e vento/percorro la mia vita, nobile e antica/ ma ho in mente te”.

Mentre il desidero di tenerezza da parte dell’amata pare divenire un segreto e delicato sussurro: “Ho bisogno di sentire la tua voce/ e sentirmi dire “ciao come stai ?”/ la tua voce armoniosa e tremante/ come una foglia sbattuta dal vento”.

Marino Pracucci – “Gioia e dolore” – Maggioli Editore, pp. 199, Euro 16.

Mauro Bianchini

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“Il Giocatore” di Dostoevskij https://www.artevarese.com/il-giocatore-di-dostoevskij/ https://www.artevarese.com/il-giocatore-di-dostoevskij/#respond Thu, 09 May 2024 06:50:52 +0000 https://www.artevarese.com/?p=74206 Chi si è mosso, se pur con incedere rapido, all’interno della biografia di Fjodor Dostoevskij avrà colto la maniacalità del giocatore d’azzardo. La roulette, la sua dannazione. Arrivava a perdere i denari che la moglie gli inviava per acquistare i biglietti ferroviari per ritornare a casa. Ne “Il Giocatore” (Biblioteca Moderna Mondadori, pp. 154, Euro […]

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Chi si è mosso, se pur con incedere rapido, all’interno della biografia di Fjodor Dostoevskij avrà colto la maniacalità del giocatore d’azzardo.

La roulette, la sua dannazione.

Arrivava a perdere i denari che la moglie gli inviava per acquistare i biglietti ferroviari per ritornare a casa.

Ne “Il Giocatore” (Biblioteca Moderna Mondadori, pp. 154, Euro 3) traduzione di Alfredo Polledro con introduzione di Remo Cantoni, Dostoevskij (Mosca 1821-Pietroburgo 1881) con misurate pennellate distingue e anima i personaggi che attorniano il protagonista ergendo a spartiacque, tra sé e gli altri, la figura della nonna della quale lui solo coglie l’ironia e la levatura culturale mentre tutti gli altri la credono decrepita e attendono la sua morte per spartirsi l’eredità.

A insinuarsi nella vita del Giocatore, due figure femminili M.lle Blanche e Polina che solo per poco lo distoglieranno dalla sua malattia.

Costretto da un contratto capestro con un editore privo di scrupoli, Dostoevskij scrive “Il Giocatore” in breve tempo, ma non per questo si deve commettere l’errore di considerarlo uno testo minore.

L’autore guarda con affetto e indulgenza la vita del protagonista e di tutti gli altri giocatori, poiché cosciente che quella pallina ruotante, all’interno della roulette, assume simbolicamente la bizzarria del destino che diviene cifra logica nel momento in cui questa si ferma nell’incavo di un numero, lasciando intendere come ogni essere umano, più o meno consciamente, arriva a sperare che quella minuscola sfera, nel suo scombinato ruotare si assesti sul numero desiderato.

Fjodor Dostoevskij – “Il Giocatore” (Biblioteca Moderna Mondadori, pp. 154, Euro 3)

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“L’Istituto” di Stephen King https://www.artevarese.com/listituto-di-stephen-king/ https://www.artevarese.com/listituto-di-stephen-king/#respond Thu, 25 Jan 2024 16:30:46 +0000 https://www.artevarese.com/?p=73219 L’istituto è un romanzo di Stephen King edito da Pickwick nel 2020. Il re del brivido, che ci ha regalato e speriamo lo faccia ancora, romanzi gotici e racconti horror questa volta si concentra sui poteri della metafisica e lo fa mostrando la massima attenzione sulla forza predominante che solo i bambini e gli adolescenti […]

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L’istituto è un romanzo di Stephen King edito da Pickwick nel 2020. Il re del brivido, che ci ha regalato e speriamo lo faccia ancora, romanzi gotici e racconti horror questa volta si concentra sui poteri della metafisica e lo fa mostrando la massima attenzione sulla forza predominante che solo i bambini e gli adolescenti possiedono.

Puro istinto come l’amore, la paura e il senso di appartenenza. Ed è attraverso questi ultimi due ultimi che l’Organizzazione controlla gli ospiti dell’Istituto.

Accaddè così che una sera a Minneapolis uomini addestrati entrarono nell’abitazione di Luke Ellis e dopo averne ucciso i genitori lo fecero salire sopra un SUV nero conducendolo miglia e miglia lontano da casa.

I documenti delle scuole frequentate da Luke mostravano capacità insolite, davvero fuori dai parametri più eclatanti.

Cercava con avidità all’Istituto, ragazzini straordinari che incanalati nel giusto modo donavano il potere per intervenire sull’economia e sulla politica mondiale. I bambini con determinate prerogative, trattatati come l’Istituto sapeva fare, riuscivano a creare l’Energia  per dare vita all’arma per eccellenza.

Luke il mattino seguente si svegliò in una camera identica alla sua senza finestre dove anche i più insignificanti oggetti erano collocati esattamente al loro posto. Perché? Lo studiavano da tempo. Cosa avrà mai da destare l’attenzione di apparati con mezzi e uomini così illimitati?

Nell’istituto regole ferree, esistevano parti comuni e zone vietate, si poteva addirittura fumare senza che nessuno dei pochi adulti presenti, qualche infermiere e addetti alla sicurezza, dentro impeccabili completi scuri o a tute bianche, intervenissero.

Esistevano le punizioni e i premi per chi rispettava le regole. Il premio? Un gettone con il quale si poteva accedere ai dispensatori di sigarette e alcolici posti nell’atrio interno della zona comune.

Fuori un tratto di campagna e poi alberi e alberi e ancora alberi. Oltre al campo da basket nulla di più esisteva nel parco simile al cortile di una comunissima scuola. Però il perimetro recintato  dall’alta rete elettrificata era poco amichevole e severo.

Luke non comprendeva, i bambini le ragazze e i ragazzi anche poco più grandi di lui possedevano doti da veri geni. Lui era bravo in matematica, faceva da sé la dichiarazione dei redditi del padre, memorizzava ogni formula capovolgendola e sintetizzandola a suo piacimento e nulla di più.

Se il suo potere era amare i numeri allora ne possedeva uno. Quindi perché era li?

Non gli interessava la competizione, voleva tornare a casa e non capiva perché i suoi compagni di prigionia, perché questa era la realtà,  ambissero ad accedere al livello superiore.

Forse per i gettoni per whisky e Marlboro che si ricevevano attraverso la promozione. In molti erano divenuti alcolisti, così era più semplice controllarli ed estirpargli l’energia necessaria. Di tanto in tanto qualcuno accedeva al livello superiore e lo faceva percorrendo i trenta metri del corridoio dove tutto era bianco e nessuno era mai tornato indietro.

A Luke non piaceva essere costretto, sua madre non l’aveva mai fatto e desiderava tornare a casa. Non gli interessava ne l’alcool ne il fumo tanto meno ricevere l’encomio della direttrice. Una donna decisa e devota alla causa tanto d’avere scordato di essere una possibile madre.

Luke decise di andare via,  il suo piano era così semplice da essere geniale. Se vorreste aiutarlo a fuggire, il solo modo in vostro possesso è di leggerne le vicissitudini.

 

Stephen King – “L’istituto”, pp.501, Euro 14

 

Castrenze Calandra

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…Un racconto dove tutto avviene di corsa https://www.artevarese.com/un-racconto-dove-tutto-avviene-di-corsa/ https://www.artevarese.com/un-racconto-dove-tutto-avviene-di-corsa/#respond Sat, 20 Jan 2024 09:40:39 +0000 https://www.artevarese.com/?p=73174 Chi ha letto “Il Maestro e Margherita” ritroverà in “Diavoleide” per la traduzione di Andrea Tarabbia (Voland, pp.97, Euro 10) tutte le iperbole narrative di Michail Bulgakov. Come in un quadro di Escher i personaggi percorrono tragitti dettati da estensioni disassate. Venate di sghignazzante ironia, le situazioni mutano all’improvviso: una porta che si apre senza […]

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Chi ha letto “Il Maestro e Margherita” ritroverà in “Diavoleide” per la traduzione di Andrea Tarabbia (Voland, pp.97, Euro 10) tutte le iperbole narrative di Michail Bulgakov.

Come in un quadro di Escher i personaggi percorrono tragitti dettati da estensioni disassate.

Venate di sghignazzante ironia, le situazioni mutano all’improvviso: una porta che si apre senza che alcuno la spinga, un corridoio di cui non si scorge la fine, una scala animata da contorsioni, vedono personaggi apparire e scomparire in pochi attimi, le cui fogge e le caratteristiche fisiche delineano ansie, tensioni ma anche disappartenenza agli eventi che accadono a poca distanza da loro.

Korotkov, il protagonista della storia, vive il suo letargico incarico di segretario con la quiete di chi concepisce la routine lavorativa come un tesoro da preservare all’infinito.

Ma è sufficiente l’avvento di un deforme capoufficio per allontanare Korotkov dalle sue abitudinarie mansioni costringendolo a percorrenze spaziali dove gli incontri con stravaganti figure che lo subisseranno di messaggi, telegrammi, biglietti volanti.

Sospinto dal moto continuo degli eventi, il protagonista arriverà ad affermare “Impossibile arrestarmi perché non si capisce più chi io sia davvero”.

Con eleganza felina, un gatto nero attraverserà alcune pagine del racconto scomparendo poco dopo verso ignota destinazione.

Non si preoccupi il lettore, lo ritroverà ne “Il Maestro e Margherita”.

 

Michail Bulgakov – “Diavoleide” –  Voland, pp.97, Euro 10.

 

Mauro Bianchini

 

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Quando “vorresti che l’autore fosse tuo amico…” https://www.artevarese.com/quando-vorresti-che-lautore-fosse-tuo-amico/ https://www.artevarese.com/quando-vorresti-che-lautore-fosse-tuo-amico/#respond Sun, 03 Dec 2023 08:00:43 +0000 https://www.artevarese.com/?p=72747 Quando un libro e il suo autore sono straordinari non vi è altro da dire che sono straordinari rimanendone coinvolti al punto da sentire nostri luoghi e personaggi, come nel caso de “Il giovane Holden”, nato dalla penna di D.J. Salinger, titolo originale “The Catcher in the Rye”, chiaro rimando a una strofa della canzone […]

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Quando un libro e il suo autore sono straordinari non vi è altro da dire che sono straordinari rimanendone coinvolti al punto da sentire nostri luoghi e personaggi, come nel caso de “Il giovane Holden”, nato dalla penna di D.J. Salinger, titolo originale “The Catcher in the Rye”, chiaro rimando a una strofa della canzone attribuita a Robert Burns.

Il giovane Holden, dopo essere stato espulso dalla scuola e le conseguenti frizioni famigliari da inizio vagare urbano dove misura la propria insofferenza nei confronti di tutte quelle persone che fanno dei luoghi comuni il metro della propria esistenza.

Come antidoto progetta fughe in terre lontane con la ragazza che crede di amare alla follia.
L’illusione viene sempre stemperata dalle soffocanti onde della quotidianità.

Ed allora il giovane Holden ridiventa implacabile osservatore della vita che lo circonda facendo passare persone e luoghi ai “raggi X”.

Vorrebbe il mondo diverso da quello che è, libero da ipocrisie, da compromessi e da quella rassegnazione che porta gli individui verso un progressivo letargo esistenziale.

Giunti all’ultima pagina vorremmo poterci sedere con lui al tavolino di un bar e con caustica irriverenza osservare tutto quello che ci sta attorno in piena condivisione con le parole di Salinger: “Quelli che mi lasciano proprio senza fiato sono i libri che quando li hai finiti di leggere e tutto quel che segue vorresti che l’autore fosse tuo amico per la pelle e poterlo chiamare al telefono tutte le volte che ti gira”.

D.J. Salinger – “Il giovane Holden” – Einaudi, pp.264, Euro 12

Mauro Bianchini

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Il Castello bianco https://www.artevarese.com/il-castello-bianco/ https://www.artevarese.com/il-castello-bianco/#respond Wed, 22 Nov 2023 09:00:32 +0000 https://www.artevarese.com/?p=72615 Alle volte capita che leggendo si ripercorrono strade conosciute, ascoltate o create nei nostri desideri. Mi convinco sempre più che l’autore di un libro successivamente lo possa divenire il lettore. In questo romanzo i colori delle parole saranno vostre tanto da comprendere sia il turco sia il veneziano. Navigherete all’interno di menti legate all’unisono. Il […]

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Alle volte capita che leggendo si ripercorrono strade conosciute, ascoltate o create nei nostri desideri.
Mi convinco sempre più che l’autore di un libro successivamente lo possa divenire il lettore.
In questo romanzo i colori delle parole saranno vostre tanto da comprendere sia il turco sia il veneziano. Navigherete all’interno di menti legate all’unisono.

Il Castello Bianco sembra di primo acchito di difficile lettura perché la narrazione in prima persona potrebbe appesantire la narrativa, così non è.
Scoprirete di essere ricercatori della medicina, dell’astronomia, della matematica, costruirete orologi e il tutto sarà impreziosito dalla condivisione.
Diverse culture, diverse religioni, in questo romanzo Pamuk riesce ad avvicinare Occidente e Oriente in modo naturale.

159 pagine dove il giovane ricercatore veneziano e l’astronomo turco, la loro rassomiglianza fisica risulterà incredibile, si conosceranno in profondità condividendo idee e fantasie.
Fatto prigioniero mentre navigava nel Mediterraneo a bordo di una nave veneziana, nemici acerrimi degli ottomani, resterà sempre schiavo agli occhi della giovane moglie dell’astronomo incredula dell’amicizia crescente tra i due uomini.

La somiglianza confonderà la donna tanto da non riconoscere più il prigioniero dal marito.
L’uno spesso prenderà il posto dell’altro e nessuno si accorgerà di questa complicità.
L’epidemia di peste del 1648 sancirà la loro amicizia.

Come fratelli si presentano al sultano Maometto che li pregherà di debellare la sofferenza del suo popolo. Assieme ci riusciranno abbinando la matematica, la conoscenza della medicina con la curiosità e la forza di osare.
Un successo strepitoso, una ricchezza improvvisa.
Resteranno sempre l’uno schiavo dell’altro?

Il prestigio è all’apice, però più in alto si arriva e più gravosa potrebbe essere la caduta.
Così accadde durante la disastrosa guerra in Polonia, l’arma da loro progettata fu un vero fallimento e la causa della morte di uno di essi. Chi dei due? Chi tornerà a Istambul?

Buona lettura.

Orhan Pamuk – “Il castello bianco” – Einaudi, pp.159, Euro 11

Castrenze Calandra

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“La settima croce” di Anna Seghers https://www.artevarese.com/la-settima-croce-di-anna-seghers/ https://www.artevarese.com/la-settima-croce-di-anna-seghers/#respond Sat, 21 Oct 2023 07:00:38 +0000 https://www.artevarese.com/?p=72175 I campi di concentramento vissuti dai prigionieri tedeschi che lottavano per il libero pensiero è un tema poco diffuso. Ne scrive molto bene l’autrice Anna Seghers nel libro “La settima Croce” nel quale narra la fuga di un piccolo gruppo di prigionieri dal campo di Westhofen dove sette tronchi di platani con delle assi inchiodate […]

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I campi di concentramento vissuti dai prigionieri tedeschi che lottavano per il libero pensiero è un tema poco diffuso.
Ne scrive molto bene l’autrice Anna Seghers nel libro “La settima Croce” nel quale narra la fuga di un piccolo gruppo di prigionieri dal campo di Westhofen dove sette tronchi di platani con delle assi inchiodate all’altezza delle spalle di un uomo diventano un monito senza compromesso.

La morte o la libertà rendono pace agli uomini, così in sette fuggono dall’agonia delle torture, quelle più spietate su corpo e spirito perché l’intento non è ucciderti, ma la sofferenza.
Una caccia spietata, senza tregua dov’è impossibile trovare rifugio nemmeno tra i familiari perché anch’essi possono tradire per denaro.

È un periodo difficile per le classi contadine e operaie.
Il giovane Heisler fa parte dei sette uomini destinati alla crocifissione. L’opportunità per i giovani Wallau, Füllgrabe, Beutler, Belloni (quest’ultimo mago dei travestimenti, l’autrice riesce ad alleggerire alcuni frangenti raccontando la bravura di Belloni nei travestirsi) Aldinger e Pelzer, di fuggire è l’ultima e sola occasione per continuare a vivere.

Godere della propria gioventù, e vivere cose semplici come sfiorare l’erba bagnata in riva al lago, gustarsi una birra, anche queste piccole gesta diventano qualcosa di irrinunciabile quando si è dinanzi alla morte.

Purtroppo uno a uno vengono catturati e sei pali nel campo di concentramento trasudano sangue dopo il sudore per la paura.
Solo la settima croce resterà vuota, ma chi riuscirà a sopravvivere la porterà tatuata per sempre dentro l’anima e sulla pelle.

Da leggere in un fiato perché corre e innesca, per quanto le vicissitudini si svolgono nelle campagne sulle rive di fiumi e laghi, un forte senso claustrofobico.

Anna Seghers – “La settima croce” – Neri Pozza, pp.336, Euro 12,90.
Traduzione Alessandra Petrelli

Castrenze Calandra

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Le “Ombre” di Castrenze Calandra https://www.artevarese.com/le-ombre-di-castrenze-calandra/ https://www.artevarese.com/le-ombre-di-castrenze-calandra/#respond Mon, 04 Sep 2023 07:30:56 +0000 https://www.artevarese.com/?p=71488 Maddalena di Somma Lombardo – Dieci come i Comandamenti, nel caso specifico di levatura fantastica, onirica e in alcuni frangenti radicati nelle cadenze del vivere quotidiano; sono questi gli elementi principali presenti nei racconti contenuti in “Ombre” ultimo lavoro letterario di Castrenze Calandra per Porto Seguro (pp.150, Euro 15) titolo nobilitato dal disegno in copertina […]

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Maddalena di Somma Lombardo – Dieci come i Comandamenti, nel caso specifico di levatura fantastica, onirica e in alcuni frangenti radicati nelle cadenze del vivere quotidiano; sono questi gli elementi principali presenti nei racconti contenuti in “Ombre” ultimo lavoro letterario di Castrenze Calandra per Porto Seguro (pp.150, Euro 15) titolo nobilitato dal disegno in copertina di Ginevra Giammatteo e dalla lucida prefazione di Mario Peserico.

Procedendo con percorrenza ascensionale, al pari di una umana commedia, si compongono di: Inferno, Purgatorio, Paradiso.

Jung affermava “Non c’è luce senza ombre” e le ombre di Castrenze Calandra si dilatano e si ritraggono più volte creando cadenze narrative a volte spiazzanti, a tratti dense di tensione esistenziale tra i personaggi e gli ambienti entro i quali tentano di stabilire le proprie valenze vitali.
“Una risata vi seppellirà” frase attribuita all’anarchico Bakunin e che apparve sui muri di Parigi nel maggio del ’68.

E’ la potenza dirompente di una risata a dare la misura tra l’usuale e il fantascientifico delineando la trama di uno dei racconti più sur-reali della raccolta.
In altri contesti, le pulsioni psichiche dilatano e plasmano orizzonti sia personali sia geografici; in tali non luoghi i personaggi stabiliscono tra loro rapporti di pulsante e trascendente umanità.

Alle intense accelerazioni in mondi futuribili, l’autore frappone il valore della memoria storica pervenutagli dai ricordi di zio Libero in un susseguirsi di “ pochissime frasi dell’avventura di Vincenzo e della sua famiglia durante il periodo della Seconda guerra Mondiale”.
Da quei frammenti Castrenze Calandra ne trae un racconto denso di partecipazione e vicinanza affettiva a coloro che hanno vissuto il dramma di una dittatura.

Castenze Calandra è nato ad Alcamo nel 1962. I genitori lasciano la Sicilia stabilendosi a Maddalena di Somma Lombardo dove l’autore adolescente matura il suo radicamento con il territorio. E’ stato saldatore di veicoli ferroviari e Presidente della Società Nuova Stic sino al 2019.
Attualmente è consigliere comunale di Somma Lombardo. Ha al suo attivo diverse pubblicazioni di racconti, romanzi e raccolte poetiche.
Con Porto Seguro ha in precedenza pubblicato “Lora solare”.

Castrenze Calandra – “Ombre” – Porto Seguro (pp.150, Euro 15)

Mauro Bianchini

 

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…“Dovevi dirmi che la vita è un lago di dolori” https://www.artevarese.com/dovevi-dirmi-che-la-vita-e-un-lago-di-dolori/ https://www.artevarese.com/dovevi-dirmi-che-la-vita-e-un-lago-di-dolori/#respond Fri, 25 Aug 2023 09:11:42 +0000 https://www.artevarese.com/?p=71397 Busto Arsizio – Una malinconia latente percorre le pagine di “Elegie notturne” silloge poetica di Antonio Maria Pecchini per i Quaderni di Villa Borletti, pubblicazione realizzata dall’Associazione Culturale Amici di Villa Borlett di Origgio. A fare da sfondo alle elegie, divise in due distinti momenti, è in prima battuta uno scenario aulico: la quiete di […]

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Busto Arsizio – Una malinconia latente percorre le pagine di “Elegie notturne” silloge poetica di Antonio Maria Pecchini per i Quaderni di Villa Borletti, pubblicazione realizzata dall’Associazione Culturale Amici di Villa Borlett di Origgio.

A fare da sfondo alle elegie, divise in due distinti momenti, è in prima battuta uno scenario aulico: la quiete di un lago, l’azzurra purezza del cielo, il silenzio del mondo attorno.
A tale luminosità Pecchini contrappone nella seconda parte le tenebre notturne quale estrema misura di una condizione che non si è convertita nell’anelata consonanza sentimentale.

Nella lucida e esaustiva prefazione di Domenico D’Angelo vengono cadenzate le caratteristiche fondative della poetica di Antonio Maria Pecchini, con precisi nessi ad una produzione le cui origini fanno iniziale riferimento a “D’amor parlando” del 2002.
Rimaste nel segreto di un cassetto per alcuni anni le “Elegie Notturne” esprimono, nel succedersi dei versi, come la cadenza degli eventi naturali trovi consonanza nel sussurrato moto dei sentimenti.
Pecchini investe se stesso di titubanti speranze sovente segretamente desiderate, nella realtà pervase da toni amari: “dovevi dirmi che la vita è un lago di dolori”.

Il pegno consiste nell’impossibilità di vivere nella realtà l’agognato amore nel ricordo “dei giorni trascorsi a fianco di altri giorni…” sino a che “girato l’ennesimo angolo del lago si persero d’entrambi le tracce…”.

Antonio Maria Pecchini è nato a Busto Arsizio nel 1947.
Diplomato all’Accademia di Belle Arti in Brera, ha insegnato Discipline Plastiche Educazione Visiva al Liceo Artistico “Paolo Candiani” della sua città.
Dagli anni settanta svolge attività artistica attraverso rassegne collettive e personali in ambito nazionale e internazionale.

Antonio Maria Pecchini – “ Elegie notturne” – Quaderni di Villa Borletti, pp.54

Mauro Bianchini

 

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“Il mondo di ieri” https://www.artevarese.com/il-mondo-di-ieri/ https://www.artevarese.com/il-mondo-di-ieri/#respond Sun, 09 Oct 2022 07:00:45 +0000 https://www.artevarese.com/?p=67640 Narrando la propria esistenza ne “Il mondo di ieri” (Oscar Mondadori, pp. 349, Euro 13) Stefan Zwieg definisce allo stesso tempo uno spaccato della Vienna asburgica il cui livello culturale arrivò ad influenzare l’intera intellighenzia europea. Pubblicato postumo nel 1944, due anni dopo il doppio suicidio compiuto con la giovane moglie in Brasile, luogo nel […]

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Narrando la propria esistenza ne “Il mondo di ieri” (Oscar Mondadori, pp. 349, Euro 13) Stefan Zwieg definisce allo stesso tempo uno spaccato della Vienna asburgica il cui livello culturale arrivò ad influenzare l’intera intellighenzia europea.

Pubblicato postumo nel 1944, due anni dopo il doppio suicidio compiuto con la giovane moglie in Brasile, luogo nel quale si era esiliato a causa delle persecuzioni naziste che arrivarono al punto da dare alle fiamme i suoi libri, “Il mondo di ieri” procede per gradi mettendo a confronto tre generazioni in un succedersi di passaggi storci e sociali dove i giovani, in un’aurea da conferire alle buone maniere la quotidianità del vivere comune, misuravano il loro sapere attraverso la letteratura, il teatro, le arti applicate, sino al totale disfacimento dovuto alla presa di potere di Hitler.

I sistemi di oppressione messi in atto dal führer, iniziarono con la proibizione di sedersi sulle panchine agli ebrei e ai viandanti, proseguendo in misura più orchestrata con incursioni punitive nei confronti degli oppositori che, come scrive Zwieg “Dovevano essere delle mani ben più forti a spingere avanti questo movimento. Le uniformi infatti erano nuove di zecca le truppe d’assalto disponevano di un parco stupefacente di impeccabili macchine nuove, di motociclette e di autocarri”.
I tempi cambiano ma per alcuni i metodi rimangono immutati, il Sindaco di Lucca in una ordinanza del 25 agosto, prendendo come pretesto il decoro urbano inibisce la possibilità a chiunque di sedersi sugli “arredi urbani” tra questi i gradini delle chiese che, come specifica il Professor Tommaso Montanari in un suo articolo apparso sul Fatto Quotidiano del 9 settembre, sin dal Medioevo e nel Rinascimento avevano lo scopo di offrire riposo ai viandanti.

La lucidità di analisi di Zwieg manifesta, alla fine del testo, la consapevolezza e la rassegnazione della inesorabile scomparsa di quei valori che furono di quell’epoca un momento di levatura culturale unico e mai più raggiunto sino ad oggi.

Stefan Zweig – “Il mondo di ieri” (Oscar Mondadori, pp. 349, Euro 13)

Mauro Bianchini

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