Libri Archivi - ArteVarese.com https://www.artevarese.com/categoria/arte/libri/ L'arte della provincia di Varese. Thu, 12 Dec 2024 09:57:03 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.3.5 https://www.artevarese.com/wp-content/uploads/2017/05/cropped-logo-1-150x150.png Libri Archivi - ArteVarese.com https://www.artevarese.com/categoria/arte/libri/ 32 32 Nel mondo fantastico di Eoin Colfer https://www.artevarese.com/nel-mondo-fantastico-di-eoin-colfer/ https://www.artevarese.com/nel-mondo-fantastico-di-eoin-colfer/#respond Fri, 13 Dec 2024 09:30:58 +0000 https://www.artevarese.com/?p=76355 In teoria ARTEMIS FOWL è un libro per ragazzi, ma così sofisticato che non si può resistere alla tentazione di “rubarlo” ai giovani lettori. Eoin Colfer, l’autore, ci porta in un mondo di fantasia dove spicca il genio assoluto del dodicenne Artemis discendente di un’antica famiglia di malfattori, i Fowl. Ambientato nel mondo del sottosuolo […]

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In teoria ARTEMIS FOWL è un libro per ragazzi, ma così sofisticato che non si può resistere alla tentazione di “rubarlo” ai giovani lettori.

Eoin Colfer, l’autore, ci porta in un mondo di fantasia dove spicca il genio assoluto del dodicenne Artemis discendente di un’antica famiglia di malfattori, i Fowl.

Ambientato nel mondo del sottosuolo dove elfi, nani e creature fantastiche vivono in armonia con il mondo circostante, non certo con quello degli umani da cui si tengono prudentemente lontani, le vicende del Popolo di Sotto subiranno qualcosa mai considerato: essere derubati.

Artemis sarà costretto, dopo il rapimento del padre, ad accudire la madre in preda alla depressione per la perdita del marito che la rilega da tempo nelle sue stanze. Mentre continuerà a sorridere e a dialogare con assoluta pazienza con lei Artemis dovrà agire per la liberazione di Fowl senior.

La madre, convinta della vita serena e semplice del figlio attraverso la supervisione del fedele servitore Domovoi Leale, uno tra i discendenti della famiglia che da generazione in generazione servono i Fowl, non immagina che la guardia del corpo si adopererà come braccio potente alla strategia geniale del ragazzo e non all’educazione del giovane Artemis.

Il misterioso uomo incappucciato che tiene imprigionato il padre di Artemis pretende qualcosa al di là di ogni immaginazione per liberarlo. Un’incredibile tesoro posseduto da esseri straordinari.

Venuto a conoscenza di antichi libri e manoscritti custoditi nella libreria segreta della villa, Artemis riuscirà a tradurre pagine importanti tanto che la determinazione di liberare il padre lo porterà a prendere in considerazione l’esistenza di quel mondo estraneo e fantastico.

Il Popolo di Sotto è dotato di una tecnologia sconosciuta agli umani, posseggono le conoscenze per chiudere in stasi parti del Mondo di Sopra.Quanto sta per accadere sarà uno di quei rari momenti dove creare la bolla.

Il segreto del Popolo di Sotto, custodi del più grande tesoro mai immaginato da mente umana, è protetto dalla LEP ( Libera Eroica Polizia ) dove la giovane agente Spinella diverrà protagonista per contrastare l’audace progetto di un diabolico ragazzino di dodici anni.

Artemis riuscirà a comprendere la locazione esatta della città sotterranea di Cantuccio, metropoli ancor più importante di Atlantide perché custode del tesoro di Stato.

L’assidua ricerca e la caparbietà del giovane Fowl lo porterà a imprigionare l’agente Spinella in viaggio nel Mondo di Sopra per rigenerarsi.

Il Popolo di Sotto necessita di ricaricarsi attraverso la luna quando gravita in una determinata posizione attorno al pianeta. Il riscatto richiesto da Fowl per l’agente catturato è l’equivalente di tutto l’oro.

Inaudito.

I responsabili della sezione di intervento, l’ingegnere Polledro e il comandante Tubero riceveranno l’incarico di adoperarsi per liberare Spinella ed evitare agli umani di venire a conoscenza della loro esistenza.

L’intervento della LEP condizionato dalla rigida struttura e dall’etica imprescindibile rischierà di fallire, ma come spesso accade nelle belle storie sarà il personaggio meno considerato a risolvere la situazione: il nano cleptomane Bombarda.

Il romanzo ha il potere di portarci al di là dei confini della realtà.

La malinconia o altro che a volte appanna l’immedesimarci in un film, in una poesia in un buon bicchiere di vino, attraverso le vicende di Artemis, di Spinella e degli altri attori del primo di otto libri, forse riuscirà a trasportarci con delicatezza verso il nostro piccolo angolo nascosto di serenità. Un’idea per i regali delle feste a venire.

Enzo Calandra

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“L’Italia nel Novecento” di Miguel Gotor https://www.artevarese.com/litalia-nel-novecento-di-miguel-gotor/ https://www.artevarese.com/litalia-nel-novecento-di-miguel-gotor/#respond Thu, 21 Nov 2024 08:56:29 +0000 https://www.artevarese.com/?p=76124 Miguel Gotor ne “L’Italia nel Novecento” ci fa percorre la storia partendo dai governi Giolittiani fino all’era di Amazon. Porta in evidenza i momenti difficili della modernizzazione tra i paesi europei e quelli affacciati nel bacino del Mediterraneo. L’autore si rivolge al lettore ad ampio spettro e presenta il testo in due modi originali. Il […]

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Miguel Gotor ne “L’Italia nel Novecento” ci fa percorre la storia partendo dai governi Giolittiani fino all’era di Amazon. Porta in evidenza i momenti difficili della modernizzazione tra i paesi europei e quelli affacciati nel bacino del Mediterraneo.

L’autore si rivolge al lettore ad ampio spettro e presenta il testo in due modi originali.

Il primo testo affronta i nodi cruciali della storia del Paese con la chiarezza dello storico che esamina i tempi leggendone, senza presunzione, i confronti e i dibattiti che hanno caratterizzato i vari passaggi degli ultimi trent’anni depurandoli dalla matrice ideologica e militante.

Il secondo testo affronta in modo chiaro senza revisionismi e in chiave generalizzata i fenomeni che hanno attraversato e spesso trafitto il paese partendo dal 1966 fino a metà degli anni ’80. Il nuovo atteggiamento del terrorismo possiede novità particolari e prese di distanza forse anche per ragioni di tipo generazionale.

Scritto con un taglio divulgativo e un’impostazione rigorosa, il libro si rivolge a un pubblico ampio e non a esclusivo uso del settore.

Le tematiche affrontano con piena consapevolezza i dibattiti revisionistici che hanno attraversato il confronto storiografico epurandoli della loro origine ideologica e militante. Giungendo così, attraverso una scrittura sintetica e generalizzata a trattare, cercando di fare chiarezza, i fenomeni cruciali come i movimenti sociali, la violenza politica, le lotte armate, lo stragismo e il terrorismo interno e internazionale.

Leggere questo libro ci porta ad acquisire una visione approfondita e laica della nostra storia, conducendoci a comprendere meglio il periodo in cui viviamo.

La storia lascia tracce indelebili e cancellarle od occultarle è di certo una tra le massime colpe degne dell’inferno dantesco.

Enzo Calandra

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Un tuffo nella storia con Robert Harris https://www.artevarese.com/un-tuffo-nella-storia-con-robert-harris/ https://www.artevarese.com/un-tuffo-nella-storia-con-robert-harris/#respond Fri, 08 Nov 2024 09:00:46 +0000 https://www.artevarese.com/?p=76008 Questa settimana parliamo de “La Trilogia di Cicerone. Impeirum-Conspirata-Dicatator” di Robert Harris. L’autore ci porta indietro nei secoli senza fare rumore come se possedesse la chiavi di una macchina del tempo non solo composta da consonanti e vocali scritte sopra un foglio. Ci fa ascoltare il vociare della folla per le strade misto agli odori […]

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Questa settimana parliamo de “La Trilogia di Cicerone. Impeirum-Conspirata-Dicatator” di Robert Harris.

L’autore ci porta indietro nei secoli senza fare rumore come se possedesse la chiavi di una macchina del tempo non solo composta da consonanti e vocali scritte sopra un foglio. Ci fa ascoltare il vociare della folla per le strade misto agli odori delle taverne e dei canali di scolo.

La trilogia in un libro unico potrebbe oscillare tra l’ambizioso e l’arrogante. Non è così.

Harris riesce con maestria a far sì che le pagine diventino la sceneggiatura di un ottimo film suddiviso in tre tempi: Imperium – Cospirata – Dicatator.

In IMPERIUM sarà il fedele servitore Tirone a raccontare gli eventi, abile e intelligente e perspicace tanto da inventare una sorta di stenografia per trascrivere oratorie di tribunale e incontri verbali nella dimora del suo padrone. Cicerone sfrutterà le capacità dello schiavo forgiando un pensiero persistente: «Ogni giorno, andando al foro, ripeti a te stesso, “Sono un uomo nuovo, voglio essere console, questa è Roma…”».

IMPERIUM

Terenzia ricca e più anziana di Cicerone sarà la prima a credere e finanziare l’ascesa del giovane marito andando contro il parere del suo consigliere perché la politica pretende capitali enormi e compromessi indelebili. Cicerone grazie all’influenza della moglie e alle sue capacità verrà eletto e mandato nell’odierna Marsala per svolgere il compito di controllore delle finanze. Lo farà così bene da guadagnarsi la fiducia dei cittadini che si adopereranno a istruire causa, dandogli mandato, contro il pretore Verre, usurpatore coinvolto in scandali finanziari e sfruttamento del patrimonio pubblico.

L’ascesa sarà veloce.

Nel secondo libro COSPIRATA, Cicerone da poco eletto console si dovrà adoperare per contrastare l’accusa di tradimento, il fato lo aiuterà perché in quei giorni il corpo mutilato, secondo l’usanza dei sacrifici umani, verrà rinvenuto nelle acque del Tevere.

Uno scandalo.

Sfruttando la distrazione e le sue capacità di avvocatura saprà difendersi e continuerà a osteggiare Catilina ancorato a un passato che non potrà reggere all’idea del futuro che Marco Tullio Cicerone sogna per Roma. Ma non sarà lui la chiave del cambiamento.

La capitale si appresterà a vivere, con l’avvento di un uomo carismatico come Giulio Cesare, una nuova era che non potrà essere arginata.

In DICATATOR sarà proprio Cesare, amato dai militari e dal popolo, a sfruttare il declino di Cicerone non osteggiandone il ritorno a Roma. L’anziano avvocato riuscirà a conquistare di nuovo i massimi livelli nella politica romana senza accorgersi della potente mano di Giulio Cesare. La scaltrezza di Cesare sarà predominate e Roma farà la conoscenza di un uomo che diverrà imperatore e divinità. Il prezzo da pagare per chi non si accorgerà del cambiamento e dalle nubi all’orizzonte sarà devastante.

Un tuffo nella storia, un aprire l’uscio ed entrare nelle dimore di personaggi ancora oggi riconosciuti fondamentali nella storia di Roma.  Da Catilina a Pompeo, da Marco Antonio, nemico giurato di Cicerone, a Giulio Cesare. Ma perché gli eventi potessero accadere l’autore metterà in evidenza il potere occulto delle donne, protagoniste assolute nella storia di Roma e di tanto altro ancora.

Robert Harris -“La Trilogia di Cicerone. Impeirum-Conspirata-Dicatator”. Oscar Mondadori, pp.1138, Euro 18.

Enzo Calandra

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Daniel Pennac, “Il Paradiso degli occhi” https://www.artevarese.com/daniel-pennac-il-paradiso-degli-occhi/ https://www.artevarese.com/daniel-pennac-il-paradiso-degli-occhi/#respond Thu, 12 Sep 2024 08:15:25 +0000 https://www.artevarese.com/?p=75435 Pennac ambienta la trilogia dei suoi romanzi, Il Paradiso degli orchi, La fata Carabina e la Prosivendola, nel quartiere di Belleville a Parigi nei primi anni ‘80. Vicino al cimitero di Père-Lachaise. L’agglomerato è soprattutto abitato da algerini, a dimostrare di come sia ben integrata la famiglia, il miglior amico di Bejamin Malaussenè è proprio […]

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Pennac ambienta la trilogia dei suoi romanzi, Il Paradiso degli orchi, La fata Carabina e la Prosivendola, nel quartiere di Belleville a Parigi nei primi anni ‘80.

Vicino al cimitero di Père-Lachaise. L’agglomerato è soprattutto abitato da algerini, a dimostrare di come sia ben integrata la famiglia, il miglior amico di Bejamin Malaussenè è proprio un magrebino. Bejamin ruota la propria esistenza in vari ruoli, fratello maggiore, padre e capro espiatorio. Lui con il carattere remissivo, accondiscendente si porta sulle spalle il malessere e l’insoddisfazione di una società che sempre più diventa rapida nei sentimenti senza nemmeno saperlo. La sua è una missione, non un semplice lavoro, tanto che verrà licenziato ma non sostituito perché nessuno sarà in grado di avere il successo di Malaussenè.

La famiglia eccentrica vive momenti particolari tanto che il protagonista spesso usa e subisce aforismi espliciti come: “vede, il capro espiatorio non è solo quello che, all’occorrenza paga per gli altri. È sopratutto e anzitutto, un principio esplicativo, signor Malaussenè.

Se ne farà una ragione come ha dovuto fare con sua madre. Una donna innamorata dell’Amore con la A maiuscola ha partorito con lui sei figli, Louna, Clara, Thérèse, Jérémy, il Piccolo, tutti sopravvivono dal lavoro di Bejamin come l’enorme cane Julius. Dopo avere partorito il Piccolo, come una farfalla innamorata dei colori e dei profumi della vita fatta di sogni e di bambini lasciati alle cure del figlio maggiore, nessuno potrebbe crescerli come lui, la madre seguirà il prossimo uomo per le strade di qualsiasi città.

In famiglia l’amano per questo e Malaussène esordirà con il dire: toglietemi il mondo dalle orecchie, mi piacerà; tappatemi gli occhi e morirò.

Quando nel magazzino dove lavora cominciano a esplodere delle bombe tutto si complica, verrà licenziato ma la sua fama lo precede e l’edizione Del Taglione non si lasceranno certo scivolare di mano un talento simile. Una forza della natura che soddisferà clienti e altro poco soddisfatti dai servizi della casa editrice. Li conoscerà Julie Corrençon, giornalista che presto si innamorerà non solo del primo genito dei Malaussène, ma di tutti ala famiglia.

Chi però ha interesse ad attentare al magazzino?

Ben comincerà ad indagare con l’aiuto dei fratelli per amore di Julie e scoprirà che durante la seconda guerra mondiale in quel luogo degli anziani trucidarono dei bambini, gli Orchi appunto. “ La peggior mostruosità è sempre figlia di una bambinata”. E non sarà l’ultima citazione. Un umorismo che si differenzia da quanto spesso si è abituati a leggere, ma come per Il Giovane Holden i lettori si dividono tra chi interrompe la lettura a chi vuole giungere alla ultima pagina.

Per questi ultimi seguiranno: La fata Carabina e la Prosivendola in entrambe Pennac riuscirà a mantenere lo stesso livello di qualità se non addirittura, in certi momenti, superare il primo romanzo.

A voi il tempo per deciderlo.

Daniel Pennac – “Il Paradiso degli occhi” – Feltrinelli, pp. 208, Euro 11

Castrenze Calandra

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Sylvia Plath, la visita domenicale dei parenti… https://www.artevarese.com/sylvia-plath-la-visita-domenicale-dei-parenti/ https://www.artevarese.com/sylvia-plath-la-visita-domenicale-dei-parenti/#respond Wed, 04 Sep 2024 17:00:48 +0000 https://www.artevarese.com/?p=75390 A comporre “Autore donna” (Acquaviva Edizioni, pp.55, Euro 6) è una raccolta di poesie giovanili di Sylvia Plath scritte tra il 1952 e il 1956, alcune provenienti da compiti in classe assegnati dal suo professore di inglese. Con dissacrante ironia la poetessa passa ai raggi X la visita domenicale di alcuni parenti tratteggiandone fisionomie e […]

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A comporre “Autore donna” (Acquaviva Edizioni, pp.55, Euro 6) è una raccolta di poesie giovanili di Sylvia Plath scritte tra il 1952 e il 1956, alcune provenienti da compiti in classe assegnati dal suo professore di inglese.

Con dissacrante ironia la poetessa passa ai raggi X la visita domenicale di alcuni parenti tratteggiandone fisionomie e caratteri “grassi sempre, e senza fiato/ uno schiocco di bacio su tutte le guance”.

Unità di misura dello scorrere del tempo è l’apparente insofferenza di una statua di bronzo “che ricorda un migliaio di autunni/ e di come centomila foglie/ vengano scivolando giù sulle sue spalle/ persuase della sua bronzea stagione”.

Con impietosa trasversalità generazionale incornicia “Il nipote più piccolo regala un irritante piagnucolio/e sbava sulla linea di ricezione”.

Con acre umorismo Sylvia Plath si apre a tentazioni dissacranti “Sempre durante la messa si affacciava dal pulpito/ il diavolo che ti suggeriva di ridere”.

In “Canto funebre per un burlone” scorre il disincanto della vita “Dal comico accidente della nascita/ alla finale grottesca barzelletta della morte/ la tua malattia di sacrilega allegria/ spargeva il contagio della gaiezza con ogni abile respiro”.

Oltre a tali maschere con cui Sylvia Plath tende a proteggersi dai luoghi comuni e dalle distonie della quotidianità affiorano palpiti mossi dal desiderio di amare ogni cosa attorno, ma sopra ogni altra cosa: immamorarsi, donandosi per sempre all’altro “ e da quell’abbaglio il mio amore vedrà/ come io stia ancora/ avvampando nel mio inferno d’oro”.

Sylvia Plath – “Autore donna” – Acquaviva edizioni, pp.55, Euro 6.

Mauro Bianchini

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“I Racconti di Belzebù a suo Nipote” https://www.artevarese.com/i-racconti-di-belzebu-a-suo-nipote/ https://www.artevarese.com/i-racconti-di-belzebu-a-suo-nipote/#respond Mon, 12 Aug 2024 10:14:52 +0000 https://www.artevarese.com/?p=75162 Di origine greco-armene Gurdjieff rammenta di essere nato il 14 gennaio tra il 1876 e il 1877 ad Alexandropol nell’Armenia russa. Figlio di un ricco allevatore di pecore e grande narratore popolare educò il figlio nella tradizione orale tipica di quelle zone a sud del Caucaso. Georges si prodiga negli studi delle antichissime culture e […]

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Di origine greco-armene Gurdjieff rammenta di essere nato il 14 gennaio tra il 1876 e il 1877 ad Alexandropol nell’Armenia russa. Figlio di un ricco allevatore di pecore e grande narratore popolare educò il figlio nella tradizione orale tipica di quelle zone a sud del Caucaso. Georges si prodiga negli studi delle antichissime culture e della religione insegnata dai sacerdoti armeni, poi cominciò il suo peregrinare per l’Europa, l’Africa, l’Asia centrale e il Medio Oriente.

Nel suo girovagare scoprì il pensiero filosofico della quarta dimensione dove l’essere umano raggiunge il vero senso dell’esistenza quando riunisce le quattro forme della consapevolezza sradicando i condizionamenti della Voce del Padrone. Un grande estimatore del filosofo, scrittore, musicista, maestro dervisci, poiché il ballo è una potente manifestazione di vita, lo era Franco Battiato, il suo primo album si intitola proprio La voce del Padrone.

Secondo Gurdjieff si nasce senz’anima e la si costruisce mattone dopo mattone attraverso le varie vicissitudini, forse è per questo motivo che scrisse uno dei testi più famosi: “I Racconti di Belzebù a suo Nipote.”

Per tentare di raccontare “I racconti di Belzebù a suo nipote” (Neri Pozza, pp. 2014, Euro 30,40) credo sia obbligatorio prima spiegare, anche in maniera superficiale, chi era l’autore. Gurdjieff fu un grande ricercatore di una verità sfuggente e parlava correttamente diverse lingue. Sosteneva che l’essere umano era un dormiente perenne che poteva esercitare appieno le sue potenzialità solo svegliandosi scrollando via da sé l’eco della Voce Del Padrone.

Nel I racconti di Belzebù a Suo Nipote Gurdjieff narra la visione di una Genesi differente da quanto trascritto nei testi sacri tranciando gli eventi letteralmente in modo orizzontale. L’autore si svela  quanto accadde ai terrestri attraverso il protagonista, Belzebù.

A causa della disobbedienza venne mandato su Marte a osservare la razza umana per redigere rapporti costanti sulla loro evoluzione. Poiché non previsto dai Sottoposti del Grande Ingegnere e Costruttore degli Universi si verificò un incidente tra un meteorite e la Terra. Donne e uomini subirono un grave trauma dovuto all’impatto, gli animali no.

Spettava ai Sottoposti porvi rimedio e improvvisando crearono l’organo Kundabuffer il quale inserito nei cervelli degli umani avrebbe dovuto creare un vuoto di memoria annullando così il trauma dell’incidente.

Potevano esserci delle conseguenze?

L’effetto secondario ci fu. I terrestri ora si esprimevano con idiomi differenti e non si comprendevano, ecco come Gurdjieff cancellò la vicenda della Torre di Babele narrata nella Genesi. Con il passare dei millenni si affezionò agli umani perché le contraddizioni e l’imperfezioni di questi esseri per l’angelo decaduto erano una sequenza matematica fantastica.

Durante la visita di suo nipote Belzebù ricevette l’ordine di comparizione dinanzi al Grande Costruttore. Un evento straordinario dove tutti gli Angeli e Sottoposti furono invitati a partecipare, questo lo agitò ma non si scompose davanti alla curiosità e all’affetto sincero del nipote.

Così durante la navigazione verso il randevu raccontò al ragazzo la straordinarietà della Terra perché temeva che il lavoro svolto venisse dimenticato o peggio modificato.

Era stato richiamato perché non si diffondesse la verità di un insignificante pianeta ai margini del Tutto? Sapeva che L’Ingegnere Capo non avrebbe tollerato quella definizione.

L’ Universo possedeva un equilibrio e, per quanto potesse sembrare banale agli occhi degli Angeli o dei Sottoposti, la malformazione della Terra non avrebbe deturpato il progetto finale.

Il quadro possedeva una bellezza straordinaria e il pianeta in discussione poteva essere cancellato con tutti i suoi abitanti. Belzebù amava quella razza violenta, bugiarda arrogante dove però donne e uomini si sacrificavano per un ideale o per altri esseri viventi, per questo voleva difenderne la storia.

Esistono altri come loro nel resto degli Universi?

Lo scoprirà.

Geroges I. Gurdjieff – “I racconti di Belzebù a suo nipote” – Neri Pozza, pp. 1024, Euro 30’40

Castrenze Calandra

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Il racconto di una straordinaria storia siciliana https://www.artevarese.com/il-racconto-di-una-straordinaria-storia-siciliana/ https://www.artevarese.com/il-racconto-di-una-straordinaria-storia-siciliana/#respond Fri, 02 Aug 2024 08:41:12 +0000 https://www.artevarese.com/?p=75078 Simonetta Agnello Hornby lavora come avvocato nella city di Londra e questa prima opera nasce per un ritardo del volo della British Airways; se non ci fosse stato l’avrebbe scritto lo stesso? Certo che sì. Era tutto pronto nel cuore, nelle mente e nelle dita frenetiche dell’autrice per cominciare a battere i tasti del suo […]

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Simonetta Agnello Hornby lavora come avvocato nella city di Londra e questa prima opera nasce per un ritardo del volo della British Airways; se non ci fosse stato l’avrebbe scritto lo stesso?

Certo che sì. Era tutto pronto nel cuore, nelle mente e nelle dita frenetiche dell’autrice per cominciare a battere i tasti del suo portatile perché la “Mennulara” voleva vivere raccontandosi attraverso vicissitudini davvero singolari.

Mennulara in siciliano significa raccoglitrice di mandorle, un lavoro duro, sferzante per il dover stare ore e ore sotto il sole cocente con la schiena ricurva e le mani come artigli per non farsi sfuggire nulla. Raccogliere due volte lo stesso frutto sarebbe stata una fatica inutile e sfibrante.

La Hornby dona alla protagonista una maledizione e una benedizione: la prima è che per la sua scaltrezza con i numeri e la capacità di sintesi viene odiata da molti paesani di Roccacolomba in Sicilia.

Vivere nella casa della famiglia Alfallipe, dove lavora come domestica, ha affinato la sua scaltrezza negli affari, questa è la benedizione non tanto per sé  quanto per gli Alfallipe. Gli Alfallipe appartengono all’alta borghesia, ma il capofamiglia Orazio non è in grado di gestire il patrimonio per incompetenza, il tempo lo dedica all’arte e ai libri, sarà la Mennulara a porre rimedio al fallimento.

Lei non sa scrivere ma da sola ha imparato a leggere i numeri che diventano compagni sinceri e audaci per la sua vita e quella degli altri.

La Mennulara senza mai venir meno ai ruoli si subalterna tra inserviente e oculata amministratrice e com’è corretto che sia in tutti gli affari conclusi a favore del padrone trattiene la giusta percentuale di denaro che non spenderà mai.

Il paese di Roccacolomba vive attraverso il pettegolezzo delle persiane chiuse e di giorno in giorno la ricchezza stimata in possesso della Mennulara dai paesani aumenta come l’odio e l’invidia.

Chi vuole fare affari con la famiglia degli Alfallipe sa che lo scoglio da superare non è certo il padrone di casa ma la sua serva. Scoglio insormontabile poiché il sole non ha incartapecorito solo la pelle della donna ma come ci si lamenta nei bar, negli uffici e nelle strade anima e cuore.

Non è così.

La Mennulara ha avuto un nemico insaziabile ed è stato il pregiudizio che ascolterà di nuovo dopo la morte. Il padrone Orazio Alfallipe, uomo colto ma incapace avrebbe dissipato il patrimonio della famiglia. La moglie, morto il marito, si sarebbe ritrovata in un palazzo immerso nel decadimento, i figli Lilla, Carmela e Gianni avrebbero vissuto un futuro di mediocrità.

Eppure dopo il decesso della Mennulara, a parer loro rozza e ignorante, credono ancora di essere stati raggirati e sarà lo strano testamento ricevuto a dargli conferma.

Lei senza nessun titolo, lei donna, lei che spesso decideva le vendite con i signorotti del paese attraverso il saper fare finanza si ritroverà ad essere disprezzata per avere operato come il miglior amministratore che la famiglia potesse trovare.

Ma il bene che si fa non lo si sventola nelle piazze o peggio nei sagrati delle chiese la domenica mattina.

La Mennulara chiude gli occhi con la dignità nascosta di chi sa cosa sia la fatica e chiede ai figli del suo padrone di cominciare a capire cosa significhi operare, crearsi una vera identità.

Il romanzo ha la caratteristica singolare di avere i titoli dei capitoli che di per sé sono già dei racconti nel racconto.

Un grande romanzo di una straordinaria storia siciliana.

Castrenze Calandra

 

 

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Sherlok Holmes e Sir Arthur Conan Doyle https://www.artevarese.com/sherlok-holmes-e-sir-arthur-conan-doyle/ https://www.artevarese.com/sherlok-holmes-e-sir-arthur-conan-doyle/#respond Wed, 24 Jul 2024 13:00:29 +0000 https://www.artevarese.com/?p=75002 Scrivere su Conan Doyle potrebbe apparire banale, ma la curiosità che suscita questo personaggio ancor oggi è straordinaria. Film holliwoodiani, serie televisive si susseguono nel trascorrere del tempo dalla nascita del famoso detective. Nelle piattaforme televisive si possono ammirare ancor oggi le vicende del dottor Watson e dell’illustre inquilino di Baker Street al 221/B. Il […]

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Scrivere su Conan Doyle potrebbe apparire banale, ma la curiosità che suscita questo personaggio ancor oggi è straordinaria.

Film holliwoodiani, serie televisive si susseguono nel trascorrere del tempo dalla nascita del famoso detective. Nelle piattaforme televisive si possono ammirare ancor oggi le vicende del dottor Watson e dell’illustre inquilino di Baker Street al 221/B. Il primo film Il mastino di Baskerville o Sherlock Holmes e “Il cane dei Baskervilles” (The Hound of the Baskerville) risale al 1914.

La passione per i polizieschi di Sir Conan Doyle non veniva appagata dalla narrazione degli scrittori del tempo, troppe volte le indagini, nei romanzi o nelle strisce sui giornali, venivano risolti per fortuiti casi senza logica, quindi non veritieri e appaganti. Nacque così il bisogno di usare il metodo scientifico e di osservazione da parte del nuovo personaggio che debutterà dalla mente di Doyle nel “Uno studio in Rosso” pubblicato nel 1887.

Doyle si laureerà all’età di 23 in medicina e chirurgia. Trasferendosi a Portsmouth, sul canale della Manica, non aveva molti pazienti e la sua mente attiva non poteva restare inoperosa.

Decise di presentarsi alla squadra amatoriale del “Portsmouth Association Football Club” da poco fondata ottenendo il ruolo di portiere, il primo nella storia della squadra registrato con lo pseudonimo di A.C. Smith per non mischiare oltremodo le sue attività in particolare modo con la scrittura.

Atletico e curioso

Successivamente si innamorerà del cricket dove godrà della massima espressione sportiva diventando membro della “Allahkbarries” squadra fondata dall’autore di Peter Pan. Il nome del gruppo, dovuto all’equivoco di aver miscelato parte del nome del fondatore con la frase “Dio è Grande” pensando significasse invece “ che il cielo ci aiuti”, li rappresentava molto bene..

Sempre in movimento, la ricerca e la pratica in molte discipline sportive e soprattutto nei suoi studi dove materialismo e occultismo si miscelavano rendendo l’autore sempre più convinto dell’esistenza dell’anima e di una vita Oltremodo lo rendevano attraente. Le indagini di Sherlock Holmes si basavano sulla deduzione, sulla ricerca scientifica, nella vita privata Doyle miscelava l’esoterismo, lo spiritismo con la logica della scienza, questo accumunava Sir Arthur e la sua creatura in modo straordinario. L’autore partecipò a sedute spiritiche e a convegni sull’occultismo, studiò con passione l’esoterismo tanto da essere declassato agli occhi di studiosi e scienziati del paese.Sir Arthur decise così di mettere fine alla vita di Holmes troppo ingombrante nella sua, ma il personaggio possedeva un entità propria e non gli apparteneva più. Decise di farlo morire in Svizzera il 4 maggio 1891 nel racconto The Final Problem” (in italiano “L’ultima avventura”).

Mai nella letteratura era accaduto qualcosa di simile

I seguaci di Holmes non accettarono la fine del detective e del dottor Watson, la BBC pubblicò che “The Stand Magazine” il giornale, dove venivano pubblicate le avventure del famoso detective, rischiò di fallire per l’abbandono dei lettori e fu allora che Doyle obbligato si prodigò a realizzare “IL mastino di Baskerville”.

Sir Arthur Conan Doyle non poteva uccidere Sherlock Holmes poiché non era difficile ma impossibile e nessuno mai ci sarebbe riuscito.

Castrenze Calandra

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Cosa avrà capito il Giovane Holden? https://www.artevarese.com/cosa-avra-capito-il-giovane-holden/ https://www.artevarese.com/cosa-avra-capito-il-giovane-holden/#respond Wed, 17 Jul 2024 08:00:12 +0000 https://www.artevarese.com/?p=74913 Scritta nel ’49, la pubblicazione del Giovane Holden di Salinger risale al 1951, periodo in cui è ambientata la vicenda. Titolo originale The Catcher in the Rye, tradotto significa Il Cacciatore nella Segale alludendo alla strofa di una nota canzone in lingua scots attribuita a Robert Burns, Comin’ Through the Rye. Tutto si svolge in […]

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Scritta nel ’49, la pubblicazione del Giovane Holden di Salinger risale al 1951, periodo in cui è ambientata la vicenda. Titolo originale The Catcher in the Rye, tradotto significa Il Cacciatore nella Segale alludendo alla strofa di una nota canzone in lingua scots attribuita a Robert Burns, Comin’ Through the Rye.

Tutto si svolge in meno di una settimana a New York nel mese di dicembre dove la scelta di ambientazione natalizia aumenta sia la carica emotiva sia la contrapposizione etica della vicenda.

La famiglia Holden appartiene alla media borghesia, le apparenze sono un obbligo e non sono ammessi i disagi plateali come quello del giovane Caulfield Holden dopo che il fratello minore morto a causa della leucemia esprime.

Disadattato, all’età di diciasette anni i capelli grigi e la debole prestanza fisica lo indeboliscono ancor di più nel carattere tanto da autoconsiderarsi un vigliacco.

Viene espulso per basso rendimento dal college, il solo esame superato è quello di lingua inglese perché Holden ama la letteratura anglosassone. Decide così di anticipare la partenza per New York tre giorni prima del previsto senza avvisare nessuno tranne l’anziano professore Spencer, il solo che avesse suscitato una forma di simpatia nel ragazzo.

A casa del vecchio insegnate l’incontro è imbarazzante, le manifestazioni di affetto invadente e di rimprovero al giovane Holden attraverso il contatto fisico lo spaventano e Caulfield intimorito lascia di nascosto l’abitazione.

Dalla Pennsylvania a New York .

Il jazz, l’odore del sesso, per cinque dollari gli viene offerta una prestazione nell’infimo albergo dove ha prenotato un letto per la notte.

Tutto è un viaggio. Tutto è strada e scoperta.

Holden rifiuta e fugge ancora una volta.

L’ adolescente naviga nel mondo degli adulti comprendendo che non è il solo a portare delle maschere. Scoprirà di essere giovane e vivo facendo un giro di giostra nel parco in compagnia della sorellina, la sola in famiglia a conoscenza del suo arrivo in città .

Cosa avrà capito il Giovane Holden?

Il libro tutt’ora divide i vari lettori, c’è chi non ne comprende il successo e chi come Baricco, ricredutosi, ha intitolato la scuola di scrittura di Torino proprio a Holden. In Liguria esiste una casa editrice: la Giovane Holden e se pensate che l’assassino di John Lennon portava con sé il libro di Salinger questa strana e fenomenale divisione potrebbe aumentare.

D.J.Salinger – “Il giovane Holden” – Einaudi, pp. 251, Euro 13.

Castrenze Calandra

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Nella vita di un piccolo Lupo https://www.artevarese.com/nella-vita-di-un-piccolo-lupo/ https://www.artevarese.com/nella-vita-di-un-piccolo-lupo/#respond Wed, 19 Jun 2024 16:00:43 +0000 https://www.artevarese.com/?p=74688 Joseph Smith ci trasporta in un luogo sconosciuto: la foresta e la cruda verità di cosa possono diventare gli istinti animali antropizzati. Un luogo che potrebbe essere ovunque, la voce narrante appartiene a un giovane Lupo che scorrazza per gli alti pascoli di una ignota catena montuosa di un qualsiasi inverno della nostra epoca. Gli […]

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Joseph Smith ci trasporta in un luogo sconosciuto: la foresta e la cruda verità di cosa possono diventare gli istinti animali antropizzati. Un luogo che potrebbe essere ovunque, la voce narrante appartiene a un giovane Lupo che scorrazza per gli alti pascoli di una ignota catena montuosa di un qualsiasi inverno della nostra epoca.

Gli orizzonti, se vi farete guidare dalla voce narrante, diventeranno differenti da quelli vissuti perché osservati da un’altezza fisica che non vi appartiene, quella del Lupo. Sfumature sconosciute nella notte, percezioni diverse perché il Lupo di Joseph Smith ci narra dei suoi timori in prima persona, cosa che in Zanna Bianca Jack London ha scelto di non fare.

La fame, l’orgoglio, l’astuzia come la sofferenza si miscelano per dare non solo il corpo ma soprattutto il carattere del giovane animale solitario. I Lupi sono animali da branco, cacciano e si difendono assieme, poi per qualche ragione capita che giovani Lupi, coscienti di non avere un futuro particolare se non quello di gregari, si allontanano e vivono in solitudine, così come ha scelto il nostro protagonista.

È inverno, la fame è una compagna sinuosa che si muove lenta e inesorabile nelle viscere del Lupo offuscandogli la percezione del pericolo. Negli spazi tra un fiocco di neve e un altro finalmente un odore, una capra, forse una vecchia pecora. L’animale deve essersi perso nella tormenta, il suo odore naviga catturando il bisogno di sopravvivenza, il Lupo sa che deve arrivare per primo se vuole sfamarsi.

Eccola, gli occhi della preda non si abbassano di fronte al predatore, nessuno dei due si muove perché entrambi sono coscienti del proprio ruolo. Ma l’arrivo dei pastori, il Lupo incontra gli uomini per la prima volta, spezza il momento creandone un altro.

Fucili, sfere incandescenti lo inseguono dritte e rapide pretendendo sangue. Joseph Smith colora gli istinti degli animali, li rende umani nelle percezioni mantenendoli nello stesso tempo unici.

Fuggendo incontra e cattura una giovane Volpe che gli presta qualcosa che non conosceva: l’inganno. Perché ucciderla quando potrebbe godere di una preda più ambita? Un grande Cigno con un’ala spezzata.

L’autore riesce a farvi sentire Lupo, Volpe e Cigno. Tre creature scelte non certo a caso nella simbologia umana. Spero che non criticherete oltre modo la Volpe, nella nostra cultura è sinonimo di scaltrezza e portata all’inganno, in natura è un bellissimo predatore.

Non perdetevi nella foresta.

Il Lupo di Joseph Smith, ed. Bompiani (p.125) costo, 15 euro.

Castrenze Calandra

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