Mostre Archivi - ArteVarese.com https://www.artevarese.com/categoria/arte/mostre-arte/ L'arte della provincia di Varese. Thu, 21 Nov 2024 08:43:55 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.3.5 https://www.artevarese.com/wp-content/uploads/2017/05/cropped-logo-1-150x150.png Mostre Archivi - ArteVarese.com https://www.artevarese.com/categoria/arte/mostre-arte/ 32 32 “Fuoco cammina con me”, Valeria Vaccaro espone a Varese https://www.artevarese.com/fuoco-cammina-con-me-valeria-vaccaro-espone-a-varese/ https://www.artevarese.com/fuoco-cammina-con-me-valeria-vaccaro-espone-a-varese/#respond Thu, 21 Nov 2024 08:43:55 +0000 https://www.artevarese.com/?p=76117 Varese – Alla galleria Punto sull’Arte fervono i preparativi per l’inaugurazione di una nuova mostra, questa volta firmata dall’artista Valeria Vaccario. La personale, intitolata “Fuoco cammina con me” a cura di Ivan Quaroni si aprirà il 30 novembre, dalle 11 alle 13, nella sede principale della galleria in Viale Sant’Antonio (Casbeno). In mostra saranno esposte […]

L'articolo “Fuoco cammina con me”, Valeria Vaccaro espone a Varese proviene da ArteVarese.com.

]]>
Varese – Alla galleria Punto sull’Arte fervono i preparativi per l’inaugurazione di una nuova mostra, questa volta firmata dall’artista Valeria Vaccario. La personale, intitolata “Fuoco cammina con me” a cura di Ivan Quaroni si aprirà il 30 novembre, dalle 11 alle 13, nella sede principale della galleria in Viale Sant’Antonio (Casbeno).

In mostra saranno esposte opere appartenenti a diversi cicli: dai Marmiferi ad Aver Cuore, da Urban Platform a Handle With Care, da Tree of Life a Non Brucio, fino alla nuova e inedita serie intitolata Controsenso, che apre l’indagine artistica della Vaccaro a nuove possibilità espressive.

L’artista ha elaborato un linguaggio scultoreo distintivo e riconoscibile attraverso il quale ha saputo coniugare la durevole monumentalità del marmo, suo materiale prediletto, con temi quali la fragilità, la metamorfosi e la transitorietà di tutte le cose. Tutti suoi lavori hanno in comune la fascinazione per il fuoco. Infatti, la simbologia ignea a cui allude il titolo della mostra, pretestuosamente preso in prestito da un celebre lungometraggio di David Lynch, attraversa tutta la sua recente produzione, assumendo di volta in volta significati diversi e organizzandosi attorno a coppie di concetti antitetici – come distruzione e rinascita, permanenza e impermanenza, solidità e fragilità – che ci permettono di riflettere sulla natura (necessariamente) contraddittoria dell’esistenza.

All’inaugurazione della mostra saranno presenti l’artista e il curatore. Il pubblico potrà visitare l’esposizione sino al 21 dicembre nei seguenti orari: da martedì a sabato, dalle 9.30 alle 17.

 

 

 

L'articolo “Fuoco cammina con me”, Valeria Vaccaro espone a Varese proviene da ArteVarese.com.

]]>
https://www.artevarese.com/fuoco-cammina-con-me-valeria-vaccaro-espone-a-varese/feed/ 0
“QUANTISTICAmente”, nuova personale di Giuliano Introini https://www.artevarese.com/quantisticamente-nuova-personale-di-giuliano-introini/ https://www.artevarese.com/quantisticamente-nuova-personale-di-giuliano-introini/#respond Wed, 20 Nov 2024 08:39:21 +0000 https://www.artevarese.com/?p=76103 Somma L.do  – Sala Fallaci si prepara ad accogliere, dal 22 al 24 novembre, la personale di Giuliano Introini dal titolo “QUANTISTICA mente”. Scrive l’artista a proposito della propria ricerca: “Se la pittura vuole essere “ ricerca “ non può che tentare di affrancarsi dai limiti di una percezione convenzionale della realtà , per raggiungere […]

L'articolo “QUANTISTICAmente”, nuova personale di Giuliano Introini proviene da ArteVarese.com.

]]>
Somma L.do  – Sala Fallaci si prepara ad accogliere, dal 22 al 24 novembre, la personale di Giuliano Introini dal titolo “QUANTISTICA mente”. Scrive l’artista a proposito della propria ricerca: “Se la pittura vuole essere “ ricerca “ non può che tentare di affrancarsi dai limiti di una percezione convenzionale della realtà , per raggiungere un livello più vero e più profondo: “quantisticamente “diventa quindi un “avverbio di qualità “ intrinsecamente legato ad ogni “verbo” del nostro vivere e del nostro operare”.

Confermando queste premesse , che da sempre caratterizzano la l’attività pittorica,

Giuliano Introini presenta a Somma la sua recente produzione. Colori e linee sono i due soli strumenti con cui l’estetica della pittura può tentare di collegarsi alle nuove dimensioni della realtà più vera: il flusso immateriale e incandescente dell’ENERGIA e il Continuum della SPAZIO-TEMPO in cui si espande incessantemente.

Addentrasi in questo mondo sconosciuto e misterioso governato dalle leggi del mutamento continuo e dell’indeterminatezza, l’artista conferma quanto sia urgente e necessario un radicale cambiamento dei parametri interpretativi con cui abitualmente ”rappresentiamo” il mondo.

Queste visioni e queste suggestioni sono i temi degli acrilici , disegni , collages proposti in mostra con la modalità di una “FLASH PAINTING EXIBITION “ , un evento espositivo ad alta intensità condensato in un solo Week End.

L’esposizione sarà aperta al pubblico il 22 novembre dalle 14 alle 18; il sabato e la domenica, 9 – 12.30 / 14 – 18.

L'articolo “QUANTISTICAmente”, nuova personale di Giuliano Introini proviene da ArteVarese.com.

]]>
https://www.artevarese.com/quantisticamente-nuova-personale-di-giuliano-introini/feed/ 0
“Keep the dream alive”, a Milano la personale di Francesca Galliani https://www.artevarese.com/keep-the-dream-alive-a-milano-la-personale-di-francesca-galliani/ https://www.artevarese.com/keep-the-dream-alive-a-milano-la-personale-di-francesca-galliani/#respond Mon, 18 Nov 2024 09:39:27 +0000 https://www.artevarese.com/?p=76098 Milano – La personale di Francesca Galliani “Keep the dream alive” allestita all’interno dell’Associazione Musicale Daniele Maffeis e da Isorropia Homegallery, descrive attraverso 11 opere il rutilante mondo di New York dove l’artista vive e lavora. Traendo origine da più sequenze di foto, in seguito elaborate affidandosi alla pittura, ai pastelli, al gessetto e al […]

L'articolo “Keep the dream alive”, a Milano la personale di Francesca Galliani proviene da ArteVarese.com.

]]>
Milano – La personale di Francesca Galliani “Keep the dream alive” allestita all’interno dell’Associazione Musicale Daniele Maffeis e da Isorropia Homegallery, descrive attraverso 11 opere il rutilante mondo di New York dove l’artista vive e lavora.

Traendo origine da più sequenze di foto, in seguito elaborate affidandosi alla pittura, ai pastelli, al gessetto e al collage, i lavori in mostra conferiscono alla quotidianità newyorkese caratteristiche a tratti distopiche, a tratti di costitutiva realtà dove cinema e fumetto paiono fondere le loro anime, sino a immaginare di udire sonorità quali crash, boom, wroom.

Il continuo incastrarsi e sovrapporsi di architetture e corpi, conduce a ritmiche cadenze formali e cromatiche dove le figure umane si confronto con il mondo circostante mantenendo viva la propria plasticità e i propri sogni.

Il modulato confine tra realtà e sfera onirica dà vita a fughe prospettiche come “In good we trust” (tecnica mista su tela) o a sfondamenti spaziali definiti con ironica dinamicità in “Yes” (tecnica mista su carta).

Mentre i sogni, privi di gravitazionali costrizioni, fluttuano nell’aria ben definiti dalla scritta che dà il titolo alla mostra, quale simbolo di lievità spaziale e di libero pensiero.

Francesca Galliani –“Keet the dream alive” – Milano – Associazione Musicale Daniele Maffeis, Via Privata Giovanni De Grassi 17. Fino al 20 dicembre. Orari: solo su appuntamento, previo invio di mail a info@danielemaffeis.it

Mauro Bianchini

L'articolo “Keep the dream alive”, a Milano la personale di Francesca Galliani proviene da ArteVarese.com.

]]>
https://www.artevarese.com/keep-the-dream-alive-a-milano-la-personale-di-francesca-galliani/feed/ 0
“La Dimensione Nascosta – Oltre la Forma” https://www.artevarese.com/la-dimensione-nascosta-oltre-la-forma/ https://www.artevarese.com/la-dimensione-nascosta-oltre-la-forma/#respond Sun, 17 Nov 2024 09:00:16 +0000 https://www.artevarese.com/?p=76034 Como – Al Museo della Seta apre, dal 30 novembre, la mostra personale di fiber art dell’artista Mimmo Totaro intitolata “La Dimensione Nascosta – Oltre la Forma”, a cura di Luigi Cavadini. Totaro, tra gli anticipatori della textile art italiana, porta avanti da oltre 30 anni un’intensa attività internazionale, raggiungendo, nel 2022, anche l’Oriente, grazie […]

L'articolo “La Dimensione Nascosta – Oltre la Forma” proviene da ArteVarese.com.

]]>
Como – Al Museo della Seta apre, dal 30 novembre, la mostra personale di fiber art dell’artista Mimmo Totaro intitolata “La Dimensione Nascosta – Oltre la Forma”, a cura di Luigi Cavadini. Totaro, tra gli anticipatori della textile art italiana, porta avanti da oltre 30 anni un’intensa attività internazionale, raggiungendo, nel 2022, anche l’Oriente, grazie all’esposizione alla 12th Fiber Biennale presso lo Yunnan Museum, in Cina.

La sua arte esplora il mondo della grafica, della pittura, della scultura, dell’arredamento e dell’architettura, attraverso interventi in spazi urbani ed espositivi realizzati con materiali legati alla textile art. Dal 1991, insieme a Nazzarena Bortolaso, organizza annualmente la rassegna d’arte Tessile contemporanea “Miniartextil”, unica nel suo genere in Italia e tra le più accreditate a livello internazionale.

Nella sede museale di via Via Castelnuovo sono presentate 33 opere che documentano l’evoluzione artistica dal 1969 ad oggi, che evidenziano una continua esplorazione di tecniche e materiali. Molte le tecniche utilizzate in tutti questi anni: dai disegni a china a quelli a matita, dal ricamo all’incisione su plexiglass, l’uso di fili spinati e la tecnica distintiva di Totaro, che combina pannelli in multistrato, tempera, chiodi e fili tesi. Completa l’esposizione materiale video delle performance all’aperto dell’artista e dei primi eventi della Mostra Internazionale di Arte Tessile Contemporanea “MINIARTEXTIL”.

La mostra esplora il percorso artistico di Totaro, con particolare attenzione alle sue opere più recenti, ripercorrendo le diverse fasi e tecniche affrontate nel corso della sua carriera. Il progetto espositivo non si limita a presentare le opere, ma si addentra in un’indagine rispetto alle dinamiche di fruizione che intervengono tra arte e visitatore infatti il titolo “La Dimensione Nascosta – Oltre la Forma” richiama un filone di ricerca sulla prossemica – lo studio dell’interazione tra spazio e corpo nella comunicazione – che Totaro ha sviluppato insieme al Museo della Seta. L’obiettivo è esplorare la relazione tra opera e fruitore, proponendo un’interazione che oltrepassa il livello visivo per includere una componente sensoriale e spaziale.

Il percorso espositivo prevede l’integrazione di pannelli in braille e di una sezione di opere tattili dedicata ai visitatori non vedenti. Questa modalità di fruizione inclusiva riflette l’impegno del Museo della Seta per l’accessibilità, stimolando un’esperienza immersiva che invita il pubblico a interagire con le opere attraverso più canali sensoriali.

La mostra rappresenta un’occasione imperdibile per la scena artistica, offrendo una prospettiva nuova e accessibile sul valore del dialogo tra opera d’arte e fruitore, oltre a una profonda riflessione sul ruolo dell’arte come mezzo di comunicazione non verbale.

A corollario dell’esposizione, il Museo ha programmato una serie di eventi sui temi dell’arte tessile e dell’accessibilità, tra cui conferenze, laboratori e incontri con professionisti e associazioni del settore.

La mostra rimarrà in calendario sino 31 gennaio, orari: martedì 14-18, dal mercoledì alla domenica 10- 13/14-18.

L'articolo “La Dimensione Nascosta – Oltre la Forma” proviene da ArteVarese.com.

]]>
https://www.artevarese.com/la-dimensione-nascosta-oltre-la-forma/feed/ 0
Giovanni Beluffi: l’arte della “Natura Morta” https://www.artevarese.com/giovanni-beluffi-larte-della-natura-morta/ https://www.artevarese.com/giovanni-beluffi-larte-della-natura-morta/#respond Sat, 16 Nov 2024 18:40:22 +0000 https://www.artevarese.com/?p=76081 Busto Arsizio – Torna a esporre allo Spazio Arte Carlo Farioli  l’artista Giovanni Beluffi, pittore apprezzato per la sua sensibilità espressiva e per la capacità di evocare atmosfere intense e contemplative. Nella sede di via Silvio Pellico, nel 2021, aveva presentato la mostra  “Liriche Suggestioni”, dedicata al paesaggio; questa volta invece, protagoniste dell’esposizione sono le […]

L'articolo Giovanni Beluffi: l’arte della “Natura Morta” proviene da ArteVarese.com.

]]>
Busto Arsizio – Torna a esporre allo Spazio Arte Carlo Farioli  l’artista Giovanni Beluffi, pittore apprezzato per la sua sensibilità espressiva e per la capacità di evocare atmosfere intense e contemplative.

Nella sede di via Silvio Pellico, nel 2021, aveva presentato la mostra  “Liriche Suggestioni”, dedicata al paesaggio; questa volta invece, protagoniste dell’esposizione sono le “Nature Mortedalle quali prende il titolo la personale.

La mostra presenta una serie di lavori nei quali affiora la ricerca dell’artista distillata in una tematica, la natura morta, non spesso da lui rappresentata ma che qui diventa filo conduttore dalla sua recente produzione artistica. Il suo personale linguaggio pittorico, libero e luminoso, infonde l’essenza di una forza cromatica capace di far emergere dalla tela i soggetti ritratti -frutta, fiori, bottiglie e vasi –  con una vitalità segreta di sottili emozioni. La natura morta si fa pretesto per indagare la dimensione poetica e intimista dell’inanimato.

Come nei paesaggi, anche nelle sue nature morte, Beluffi riesce a catturare lo sguardo e la fantasia dello spettatore, creando scenari densi di mistero e introspezione. Gli oggetti, volutamente indefiniti e quasi abbozzati, sembrano invitare chi osserva a completarne la narrazione. In queste tele, la “non vita” degli oggetti – silenziosa e ferma – diventa tuttavia evocativa, suscitando una reazione emotiva inaspettata, dove la solitudine dell’immagine si colma della partecipazione di chi guarda.

L’assenza di movimento e suoni, tipica della natura morta, viene compensata dalla fluidità dei colori che Beluffi usa con sapienza, creando un effetto di “sospensione del tempo.” Le tonalità delicate sfiorano ogni oggetto, rendendo quasi palpabile una sensazione di immobilità vibrante, come se la scena fosse congelata in un attimo eterno. Lo spettatore si trova così immerso in una dimensione meditativa, in cui l’apparente semplicità dei soggetti diventa uno specchio di riflessioni.

La mostra rimarrà in calendario sino al 1 dicembre. Orari al pubblico: da giovedì a sabato 16-19; domenica 10.30-12/16.19.

Cenni biografici

Giovanni Beluffi nasce a Seniga (BS) il 18 ottobre del 1950. Alla fine degli anni ‘60 si trasferisce in provincia di Varese. Autodidatta approfondisce le sue conoscenze artistiche visitando i principali musei e le rassegne d’arte più qualificate. Frequenta studi di artisti noti con i quali si confronta. Inizia l’attività espositiva nel 1973 con la prima mostra personale e successivamente partecipa concorsi nazionali e internazionali conseguendo numerosi primi premi e significativi riconoscimenti. Numerose nel corso degli anni le collettive e tra le recenti personali si segnalano “Dentro la natura” nel Monastero Santa Maria Assunta di Cairate nel 2023, “Opere Sacre” presso il Battistero romanico di San Giovanni Battista di Arsago Seprio, “Dall’Annunciazione alla Risurrezione” presso il Museo Civico Branda Castiglioni di Castiglione Olona nel 2022.

L'articolo Giovanni Beluffi: l’arte della “Natura Morta” proviene da ArteVarese.com.

]]>
https://www.artevarese.com/giovanni-beluffi-larte-della-natura-morta/feed/ 0
“Malie di smalto e terra” Carolein Smit a Milano https://www.artevarese.com/malie-di-smalto-e-terra-carolein-smit-a-milano/ https://www.artevarese.com/malie-di-smalto-e-terra-carolein-smit-a-milano/#respond Thu, 14 Nov 2024 19:00:39 +0000 https://www.artevarese.com/?p=76073 Milano – Venti opere interamente realizzate in argilla bianca compongono la prima personale di Carolein Smit in Italia intitolata “Malie di smalto e terra” in apertura dal 28 novembre alla galleria Carlocinque (inaugurazione alle 18,30). Esposti gli ultimi anni di produzione dell’artista olandese il cui lavoro si distingue oltre che per una tecnica raffinata, per […]

L'articolo “Malie di smalto e terra” Carolein Smit a Milano proviene da ArteVarese.com.

]]>
Milano – Venti opere interamente realizzate in argilla bianca compongono la prima personale di Carolein Smit in Italia intitolata “Malie di smalto e terra” in apertura dal 28 novembre alla galleria Carlocinque (inaugurazione alle 18,30).

Esposti gli ultimi anni di produzione dell’artista olandese il cui lavoro si distingue oltre che per una tecnica raffinata, per un’estetica che danza tra il sublime e il grottesco.

Smit si ispira a una ceramica di tradizione europea che affonda le radici nelle celebri manifatture di Sevrès, Meissen e Nymphenburg. Queste fabbriche, nate nel XVIII secolo, hanno contribuito a definire l’estetica della porcellana europea attraverso una combinazione di decorazioni sofisticate e una meticolosa attenzione ai dettagli. Ceramiche destinate a un’élite, esemplari di bellezza e opulenza, in cui l’estetica raffinata si fondeva con un simbolismo profondo legato alla religione e allo status sociale.

Il suo processo creativo è intimamente connesso a questa estetica e tradizione. L’artista affronta l’argilla come un “disegno tridimensionale”, lavorando ogni dettaglio con una precisione quasi ossessiva. Usa fili sottilissimi di argilla per creare texture intricate, dalle piume alle lacrime, fino al singolo pelo, che applica meticolosamente uno per uno. Questa scelta tecnica riflette non solo il passato di Smit come illustratrice, ma anche un profondo rispetto per l’artigianato e la ritualità del fare artistico. Il suo processo di applicazione ripetitiva è simile a un rito, un’azione meditativa che trascende la semplice manualità.

Smit concepisce ogni scultura come un’entità autonoma, destinata a esistere indipendentemente dall’artista stesso, se osservate da vicino, le superfici sembrano costruire un’immagine disegnata nello spazio, trasformando ogni figura in un’opera che cattura lo sguardo e invita l’osservatore a perdersi nei dettagli. Gli animali, così spesso presenti nel suo immaginario, assumono un’aura che va oltre il loro aspetto: sono creature vulnerabili e allo stesso tempo portatrici di un segreto. I “Bloedhonden” , con i loro occhi malinconici e i corpi segnati, sembrano volerci parlare di una verità che si nasconde dietro gli smalti lucidi.

L’artista riprende questa tradizione non solo per il valore estetico, ma per il potere simbolico che essa veicola: l’oro e gli smalti pregiati diventano strumenti per riflettere sul concetto di vanitas e sull’impermanenza dei beni materiali, suggerendo un dialogo costante tra opulenza e caducità, tra vita e morte, evocando la precarietà dell’esistenza umana e la fragilità di ogni aspirazione terrena. Non si limita a richiamare una ceramica di tradizione classica, ma la reinventa, trasformando l’argilla in una superficie viva.

La sua è una voce unica e potente nel panorama della ceramica contemporanea, i suoi lavori sono presenti nelle collezioni permanenti del Victoria and Albert Museum di Londra e sono stati esposti in importanti istituzioni quali il Kunsthal di Rotterdam e il Musèe de la chasse et de la nature di Parigi.

La mostra sarà visitabile sino al 14 marzo. Giorni e orari: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica 9.30-19.30; giovedì 9.30 – 22.30.

L'articolo “Malie di smalto e terra” Carolein Smit a Milano proviene da ArteVarese.com.

]]>
https://www.artevarese.com/malie-di-smalto-e-terra-carolein-smit-a-milano/feed/ 0
Torino, nuove installazioni in “Pista 500” https://www.artevarese.com/torino-nuove-installazioni-in-pista-500/ https://www.artevarese.com/torino-nuove-installazioni-in-pista-500/#respond Thu, 14 Nov 2024 08:48:18 +0000 https://www.artevarese.com/?p=76041 Torino – Fissando come punto di partenza un luogo di nostra appartenenza, è possibile scoprire che vi sono realtà raggiungibili in poco tempo che sarebbe interessante visitare almeno una volta. Tra queste la Pista 500 a Torino, vera rivoluzione all’aperto della Pinacoteca Agnelli. Progettata nel 2022 come iniziativa di scultura pubblica, risulta un polmone verde […]

L'articolo Torino, nuove installazioni in “Pista 500” proviene da ArteVarese.com.

]]>
Torino – Fissando come punto di partenza un luogo di nostra appartenenza, è possibile scoprire che vi sono realtà raggiungibili in poco tempo che sarebbe interessante visitare almeno una volta.

Tra queste la Pista 500 a Torino, vera rivoluzione all’aperto della Pinacoteca Agnelli.

Progettata nel 2022 come iniziativa di scultura pubblica, risulta un polmone verde a 28 metri di altezza con più di 400 piante di oltre 300 specie autoctone.

Ad arricchire la valenza del giardino pensile si sono succedute nel tempo installazioni appositamente ideate da artisti internazionali attraverso differenti linguaggi espressivi quali scultura, pittura murale, installazioni audio ambientali, interventi luminosi e sonori, video, cinema espanso e impianti neon, densi di implicazioni sociali, politiche e culturali.

Da poco sono state inaugurate “Nuove installazioni sulla Pista 500” a cura di Sarah Cosulich e Lucrezia Calabrò, con opere di Felix Gonzales-Torres (Cuba 1957-Miami 1996), Finnegan Shannon (Berkeley 1989) e Rirkrit Tiravanija (Buenos Aires 1961).

In “Untitled”, dell’artista cubano, compare la gigantografia di un letto sfatto, dove le pieghe sulle lenzuola e le cavità lasciate sui cuscini tendono a delineare articolati paesaggi mossi da minime protuberanze, da avvallamenti e da minimali rientranze, con allusioni sia di decantato riposo sia di consumata sessualità.

“Do you Want Us here or Not” fa parte di un progetto iniziato da Finnegan Shannon nel 2018, ora concretizzatosi negli spazi di Pista 500 attraverso una serie di panchine che invitano le persone a sedersi seguendo quanto scritto a mano sugli schienali in modo da permettere di contemplare quanto sta loro attorno.

L’arte, secondo Rirkrit Tiravanija, non può prescindere dalle relazioni umane.

Da tale premessa ha preso vita “Tomorrow is the Question”; una serie di tavoli da ping pong accostati gli uni agli altri dove le persone possono giocare liberamente non pervase da ansie di competizione.

Le scritte sulle superfici dei campi di gioco tendono a testimoniare l’esistenza di differenti comunità presenti a Torino come rumene, marocchine, cinesi e peruviane elidendo attraverso il ticchettio di una pallina ogni differenza etnica.

“Nuove installazioni sulla Pista 500” – Torino – Pista 500 vistabile in orari museali dalle 11 alle 21. Biglietto Euro 2, PH. Sebastian Pellion di Persano

Mauro Bianchini

L'articolo Torino, nuove installazioni in “Pista 500” proviene da ArteVarese.com.

]]>
https://www.artevarese.com/torino-nuove-installazioni-in-pista-500/feed/ 0
“Vi ravviso o luoghi ameni” https://www.artevarese.com/vi-ravviso-o-luoghi-ameni/ https://www.artevarese.com/vi-ravviso-o-luoghi-ameni/#respond Sun, 10 Nov 2024 08:00:03 +0000 https://www.artevarese.com/?p=76012 A Novara non ci sono boulevards e bois e quindi nemmeno De Nittis e Boldini a dipingerli, ma l’Allea e i Baluardi sì, e con un foliage dai colori fantastici in questi giorni d’autunno. Per gli amatori, che sono tanti, della pittura dell’Ottocento è tempo dunque di andare al suo castello Visconteo Sforzesco dove METS […]

L'articolo “Vi ravviso o luoghi ameni” proviene da ArteVarese.com.

]]>
A Novara non ci sono boulevards e bois e quindi nemmeno De Nittis e Boldini a dipingerli, ma l’Allea e i Baluardi sì, e con un foliage dai colori fantastici in questi giorni d’autunno. Per gli amatori, che sono tanti, della pittura dell’Ottocento è tempo dunque di andare al suo castello Visconteo Sforzesco dove METS Percorsi d’arte ha allestito la sua settima mostra dal titolo Realtà Impressione Simbolo. Paesaggi. Da Migliara a Pelizza da Volpedo.

Tornano anche in questa occasione, e fino al 6 aprile del prossimo anno, pittori cari – Fontanesi e Piccio, Bazzaro e Gola, Mosè Bianchi e Segantini giusto per nominare – e ve ne sono altri, magari meno conosciuti ma ugualmente di valore, e tutti. In nove sezioni organizzate con alacre cura da Elisabetta Chiodini, son lì ad evidenziare l’evolversi dell’idea del paesaggio tra i “nostri” (nel senso di lombardi, liguri e piemontesi) pittori dell’Ottocento.

Marco Gozzi, Ponte di Crevola sulla strada del Sempione, collezione privata

Dà l’avvio una versione in formato ridotto – quella “ufficiale” è a Brera – del Ponte di Crevola sulla strada del Sempione, circa 1821, dipinta dal bergamasco Marco Gozzi, pittore sotto contratto del Regio Governo Austriaco per riprendere i “migliori punti che offrono la Lombardia e i suoi dintorni”, non però quelli più ameni, ma dove l’opera dell’uomo era intervenuta a migliorarla, evidenziandone il suo progresso sociale ed economico. Una visione questa della pittura topografica di lucida e analitica riconoscibilità, già contraddetta nella seconda sala dove s’impone la grande tela del tedesco Julius Lange raffigurante un Paesaggio nordico con montagne che vorrebbe possedere ancora i brividi del romanticismo ma, dipinta nel 1852, è solo al limite dell’anacronismo. Di emozioni meno profonde ma volte a una pittura nuova i nostri Piccio e Fontanesi che sceglievano non solo corottiane dissolvenze su fiumi e ruscelli con verdi umidi e intrisi di luce, di acqua e di natura. Non furono pochi a scegliere con loro questa pittura d’atmosfera e in mostra lo esemplano convincentemente il portoghese, ma ligure d’adozione, Alfredo De Andrade e i genovesi Ernesto Rayper e Tammar Luxoro che con la sua Via ferrata esalta sì il progresso, ma “con juicio” e lascia padrona la natura nel suo vasto e palpitante respiro.

Nel serrarsi di espressioni artistiche dove talvolta non è facile distinguere tra l’una e l’altra, la “pittura d’impressione”, come ha titolato Elisabetta Chiodini una sezione, ci riporta alle suggestioni del lago Maggiore ripreso tante volte da Filippo Carcano nella sua quiete mattutina o in vista dell’Isola Pescatori preferita come soggetto alla vicina Isola Bella troppo importante con il suo fastoso palazzo.

Leonardo Bazzaro, Passa la funicolare, collezione privata

Il Verbano che si apriva alla villeggiatura borghese diventò un soggetto caro e ripetuto e al castello di Novara una sala è tutta dedicata a Leonardo Bazzaro, il maestro del naturalismo lombardo che aveva villa, diventata ritrovo per artisti e intellettuali, all’Alpino sopra Stresa, poco discosta da quella di Toscanini. Un luogo “di meravigliosa giocondità di vedute” annotavano le guide turistiche, ideale anche per ritrarre la moglie Corona nata contessa Douglas Scotti e le sue svagate amiche in leggere, candide vesti mentre “fra i tronchi diritti scintilla lo specchio del Lago turchino” come poetava Gozzano.

Il naturalismo non poteva non toccare la raffigurazione del paesaggio urbano e Mosè Bianchi ne fu un fido illustratore ma con ben altra resa lo interpretò Giovanni Segantini nel suo periodo milanese. Il Naviglio a ponte San Marco possiede infatti un’inedita impostazione compositiva bloccata dal palazzo a piombo sul canale e ritmata dalla sequenza dei ponti ed è intriso di luce che vince sulle ombre dense dell’acqua e accende i colori dei panni distesi sull’alzaia e degli immancabili ombrellini delle signore milanesi a passeggio.

Giovanni Segantini, Mezzogiorno sulle Alpi, Skt. Moritz, Fondazione O. Fischbacher-Giovanni Segantini

L’ultima sezione è riservata al paesaggio nel divisionismo: il confronto fra due tele di soggetto identico – Nebbia domenicale – dipinte però a venticinque anni di distanza da Angelo Morbelli farà bene intendere l’elaborazione compiuta dall’artista alessandrino nell’analisi naturalistica e nella ricerca della luce. Di Pelizza c’è La Clementina, una tela raffigurante una cascina appena fuori Volpedo, esposta per la prima e ultima volta alla Biennale del 1909, un quadro che se non fosse divisionista potrebbe essere di Fontanesi. E poi ancora Segantini che coinvolge, non solo con l’Amore alle fonti della vita commissionato dal principe russo Felikx Yussupov (quello del complotto contro Rasputin), intriso di idealità più o meno letteraria e spirituale, ma anche, e soprattutto, con Mezzogiorno sulle Alpi, prestito generoso della Fondazione Otto Fischbacher-Giovanni Segantini di Sankt Moritz. È un’opera che non si stanca mai di ammirare e tutti si vorrebbe essere lì, al posto della Baba, immersi in quella silenziosa e misteriosa vastità che nemmeno le montagne coperte di neve abbagliante riescono ad arginare.

Giuseppe Pacciarotti

 

L'articolo “Vi ravviso o luoghi ameni” proviene da ArteVarese.com.

]]>
https://www.artevarese.com/vi-ravviso-o-luoghi-ameni/feed/ 0
“Le impressioni dal vero” di Spartaco Vela https://www.artevarese.com/le-impressioni-dal-vero-di-spartaco-vela/ https://www.artevarese.com/le-impressioni-dal-vero-di-spartaco-vela/#respond Fri, 08 Nov 2024 16:00:43 +0000 https://www.artevarese.com/?p=76019 Ligornetto – Il Museo Vincenzo Vela inaugura la stagione espositiva autunnale con una mostra dedicata a Spartaco Vela, in apertura da domani, 9 novembre con inaugurazione alle 17. Spartaco Vela (1854-1895), unico figlio del celebre scultore ticinese e di Sabina Dragoni fu un pittore e l’esposizione invita a riscoprirlo come artista di solida formazione, attivo […]

L'articolo “Le impressioni dal vero” di Spartaco Vela proviene da ArteVarese.com.

]]>
Ligornetto – Il Museo Vincenzo Vela inaugura la stagione espositiva autunnale con una mostra dedicata a Spartaco Vela, in apertura da domani, 9 novembre con inaugurazione alle 17.

Spartaco Vela (1854-1895), unico figlio del celebre scultore ticinese e di Sabina Dragoni fu un pittore e l’esposizione invita a riscoprirlo come artista di solida formazione, attivo tra Svizzera e Italia e ben inserito nel contesto culturale del suo tempo. La sua produzione pittorica e grafica, in collezione al Museo è presentata per la prima volta nella sua quasi integralità, seguendo il filo di un originale percorso tematico.

L’esposizione dal titolo “Le impressioni dal vero”, curata da Antonia Nessi, direttrice del Museo, in collaborazione con Anita Guglielmetti, assistente scientifica, è arricchita da alcuni prestiti provenienti da prestigiose raccolte pubbliche e collezioni private. In mostra anche carte, documenti originali e fotografie che rivelano sfaccettature inedite, e a volte sorprendenti, della personalità di Spartaco.

Nella sua ricerca si allinea nella scelta dei soggetti ai grandi filoni propri della scuola lombarda del secondo Ottocento: la pittura di storia, il ritratto e il paesaggio. Nel corso degli anni ’80 il suo sguardo si posa sulla realtà, cogliendo impressioni dal vero sovente legate ai luoghi familiari del Ticino.

La sua adesione al naturalismo lombardo si traduce in un rapporto diretto con il dato di natura e nell’immediatezza della trasposizione pittorica, caratterizzata da effetti di luce e da una gamma cromatica vivace.

L’intensa vicenda artistica e umana illustrata dall’esposizione si intreccia a una più ampia dimensione sociale e culturale. Filtrate dalla sensibilità del pittore, affiorano le atmosfere di un’epoca in piena mutazione, cui fa già eco, per contrasto, un sentimento di preservazione della natura.

In occasione della mostra è stato pubblicato un catalogo (edito dal Museo Vincenzo Vela e dalle Edizioni Casagrande di Bellinzona) a cura di Antonia Nessi, contenente i testi della curatrice e di, SergioRebora, Paul Müller, Anita Guglielmetti, Giampaolo Baragiola, Flavio Zappa e Giorgio Sassi.

L’esposizione è accompagnata da una serie di proposte culturali interdisciplinari, visite guidate e progetti di mediazione rivolti a un pubblico diversificato. Il pubblico potrà ammirare le opere in mostra sino al 27 aprile prossimo nei seguenti orari:martedì – venerdì 10 -17; sabato e domenica 10 -18.

Nota biografica

Spartaco Vela nasce nel 1854 a Torino, dove frequenta le primarie e la scuola tecnica. Nel 1867 la famiglia Vela si trasferisce nella villa di Ligornetto e il giovane prosegue la formazione sotto la guida del sacerdote liberale Giacomo Perucchi. Pur manifestando interesse per le scienze naturali, viene indirizzato dal padre verso la pittura. Iscrittosi nel 1869 all’Accademia di Brera, è allievo di Giuseppe Bertini e Mosè Bianchi; nel 1873 ottiene una menzione onorevole alla Scuola di storia generale e patria, nel 1874 la medaglia di bronzo alla scuola di nudo. A Milano frequenta inoltre l’atelier di Eleuterio Pagliano. Bene inserito negli ambienti braidensi, è legato da amicizia ad alcuni compagni di studi, tra cui Cesare Tallone e Angelo Morbelli. Apre poi uno studio a Milano, dove si stabilisce pur mantenendo stretti legami con il Ticino. La mostra di Brera del 1878 segna il suo esordio espositivo; negli anni successivi parteciperà saltuariamente a rassegne in Italia e in Svizzera. Membro della loggia massonica milanese La Ragione, socialmente impegnato, fonda l’asilo infantile di Ligornetto ed è il primo presidente della locale società di mutuo soccorso (1889-95). Attento alla salvaguardia del paesaggio, nel 1890 pubblica un libello nel quale critica la ferrovia a cremagliera del Monte Generoso. Nel 1892 lega alla Confederazione la villa di Ligornetto con le collezioni in essa contenute, a condizione che sia aperta al pubblico come museo o scuola. In collezione presso il Museo Vela si conserva gran parte della sua produzione, che comprende dipinti, studi ad olio e opere grafiche. (ph © MVV Sebastiano Carsana)

L'articolo “Le impressioni dal vero” di Spartaco Vela proviene da ArteVarese.com.

]]>
https://www.artevarese.com/le-impressioni-dal-vero-di-spartaco-vela/feed/ 0
“Arrivare in tempo” alla Pinacoteca Agnelli https://www.artevarese.com/arrivare-in-tempo-alla-pinacoteca-agnelli/ https://www.artevarese.com/arrivare-in-tempo-alla-pinacoteca-agnelli/#respond Fri, 08 Nov 2024 08:00:48 +0000 https://www.artevarese.com/?p=75973 Torino – Con la mostra intitolata Arrivare in tempo, la Pinacoteca Agnelli omaggia l’artista Salvo (Leonforte 1947 – Torino 2015), mette in evidenza come la sua pittura – nei grandi cicli tematici ripetuti, nell’attenzione verso i temi della storia dell’arte e nello studio della luce – sia sempre stata in continuità con le sue prime […]

L'articolo “Arrivare in tempo” alla Pinacoteca Agnelli proviene da ArteVarese.com.

]]>
Torino – Con la mostra intitolata Arrivare in tempo, la Pinacoteca Agnelli omaggia l’artista Salvo (Leonforte 1947 – Torino 2015), mette in evidenza come la sua pittura – nei grandi cicli tematici ripetuti, nell’attenzione verso i temi della storia dell’arte e nello studio della luce – sia sempre stata in continuità con le sue prime ricerche concettuali.

Realizzata in stretta collaborazione con l’Archivio Salvo, la mostra è focalizzata su alcuni dei motivi fondamentali della ricerca dell’artista: il concetto di ripetizione nell’esplorazione di motivi ricorrenti, inteso sia come tecnica pittorica sia come urgenza concettuale; la riflessione sulla pittura come linguaggio e sul linguaggio come arte; il rapporto tra storia dell’arte e sguardo sulla quotidianità.

Salvo, uno degli artisti pionieri del secondo Novecento italiano, si è posto in modo indipendente rispetto a correnti e tendenze, mantenendo sempre un’attenzione particolare per i soggetti e i linguaggi della storia dell’arte.

Arrivare in tempo è la più grande mostra dedicata all’opera di Salvo. Nato in Sicilia, dal 1956 Salvo ha vissuto a Torino, dove dapprima si è avvicinato all’Arte Povera e ai linguaggi dell’arte concettuale, per poi dedicarsi dal 1973 esclusivamente alla pittura, scelta anticonvenzionale per il clima culturale di inizio anni Settanta. Controcorrente anche nel panorama italiano, Salvo ha portato avanti per quarant’anni una ricerca e una riflessione critica uniche nei confronti del medium pittorico. La mostra retrospettiva a lui dedicata metterà in luce questa traiettoria assolutamente originale, sottolineando con uno sguardo inedito come la pittura di Salvo non sia in contrapposizione con il suo primo periodo concettuale, ma ne assorba caratteristiche e intenzioni, inserendosi coerentemente nel suo percorso artistico.

La monografica in Pinacoteca si estenderà per la prima volta oltre gli spazi espositivi del terzo piano, dialogando con la collezione permanente all’interno dello Scrigno.

La mostra sarà accompagnata da una pubblicazione dedicata, concepita per aprire la lettura critica del lavoro di Salvo a un pubblico internazionale. Fino al 25 maggio, dal martedì alla domenica 11 – 19.

L'articolo “Arrivare in tempo” alla Pinacoteca Agnelli proviene da ArteVarese.com.

]]>
https://www.artevarese.com/arrivare-in-tempo-alla-pinacoteca-agnelli/feed/ 0