Mostre Archivi - ArteVarese.com https://www.artevarese.com/categoria/arte/mostre-arte/ L'arte della provincia di Varese. Fri, 20 Dec 2024 10:13:03 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.3.5 https://www.artevarese.com/wp-content/uploads/2017/05/cropped-logo-1-150x150.png Mostre Archivi - ArteVarese.com https://www.artevarese.com/categoria/arte/mostre-arte/ 32 32 “L’Allegoria della città di Parma” in mostra alla Pilotta https://www.artevarese.com/lallegoria-della-citta-di-parma-in-mostra-alla-pilotta/ https://www.artevarese.com/lallegoria-della-citta-di-parma-in-mostra-alla-pilotta/#respond Sun, 22 Dec 2024 09:00:20 +0000 https://www.artevarese.com/?p=76422 Parma – Il Complesso monumentale della Pilotta di Parma arricchisce la sua collezione con un’opera di Giorgio Gandini del Grano (Parma, 1500? – maggio 1538): l’Allegoria della città di Parma. La tavola, databile al 1530-1535, acquistata grazie ai fondi della Direzione Generale Musei dalla Galleria Carlo Orsi di Milano, è protagonista, insieme a una sua […]

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Parma – Il Complesso monumentale della Pilotta di Parma arricchisce la sua collezione con un’opera di Giorgio Gandini del Grano (Parma, 1500? – maggio 1538): l’Allegoria della città di Parma.
La tavola, databile al 1530-1535, acquistata grazie ai fondi della Direzione Generale Musei dalla Galleria Carlo Orsi di Milano, è protagonista, insieme a una sua antica copia donata dallo stesso Carlo Orsi, della mini mostra dossier, in corso sino al 29 gennaio nell’ala del Manierismo della Galleria Nazionale.

L’opera, un tempo attribuita a Correggio per via delle similitudini stilistiche, si compone di sedici figure, ciascuna con posture e gestualità uniche, caratteristiche distintive dello stile di Gandini del Grano. La posizione apparentemente casuale dei personaggi, in realtà un’asimmetria compositiva volutamente ricercata, accentua infatti la ricchezza caotica della sua pittura.

Parma è rappresentata dalla figura femminile inginocchiata, con ai piedi lo scudo e le armi, mentre viene presentata alla Vergine con il Bambino dai due protettori della città: Sant’Ilario, il vescovo con il pastorale, e San Tommaso, di spalle e inginocchiato.

Altri santi e figure simboliche completano la scena tra cui il beato Bernardino da Feltre, riconoscibile per lo stemma del Monte di Pietà; san Rocco (con la conchiglia del pellegrino), santa Elisabetta con san Giovanni Battista bambino, la testa velata di bianco che rappresenta l’Università di Parma, santa Caterina d’Alessandria e san Sebastiano con le frecce in mano.

Il lavoro rappresenta forse l’apice della produzione del pittore considerato insieme a Francesco Maria Rondani e Michelangelo Anselmi tra i protagonisti della cosiddetta “Scuola di Parma”, ovvero quei pittori ritenuti seguaci di Correggio e di Parmigianino. L’esposizione è visitabile dal martedì alla domenica 10.30 – 19.

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Nell’universo creativo e fantastico di Tim Burton https://www.artevarese.com/nelluniverso-creativo-e-fantastico-di-tim-burton/ https://www.artevarese.com/nelluniverso-creativo-e-fantastico-di-tim-burton/#respond Thu, 19 Dec 2024 08:26:17 +0000 https://www.artevarese.com/?p=76375 Milano – L’universo creativo e fantastico di Tim Burton per la prima volta in Italia è ospitato nella mostra i corso alla Fabbrica del Vapore. L’esposizione offre un percorso immersivo e interattivo che mette in risalto l’opera cinematografica del regista e dà vita ai suoi disegni, ai dipinti e alle fotografie: centinaia di opere create […]

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Milano – L’universo creativo e fantastico di Tim Burton per la prima volta in Italia è ospitato nella mostra i corso alla Fabbrica del Vapore. L’esposizione offre un percorso immersivo e interattivo che mette in risalto l’opera cinematografica del regista e dà vita ai suoi disegni, ai dipinti e alle fotografie: centinaia di opere create in oltre 40 anni di folgorante carriera.

I visitatori sono invitati a immergersi nel mondo di una delle menti creative più originali del nostro tempo e a scoprire i personaggi e le scene iconiche dei suoi film. Un vero e proprio labirinto permetterà agli “esploratori” di scegliere un itinerario unico tra oltre trecento possibilità. Attivando un pulsante, all’inizio del percorso, inizierà il viaggio che ognuno potrà personalizzare aprendo le porte che desidera.

Tim Burton è conosciuto a livello internazionale come la forza creativa dietro alcuni dei film più iconici degli ultimi quattro decenni. Ricordiamo personaggi e mondi visionari di film come Beetlejuice (1988), Batman (1989), Edward mani di forbice (1990), The Nightmare Before Christmas (1993), Charlie e la Fabbrica di cioccolato (2005), La sposa cadavere (2005), Alice in Wonderland (2010) e della recente serie TV Wednesday, che evocano uno stile visivo unico e riconoscibile.

Burton, pur essendo noto soprattutto per il suo lavoro cinematografico, è un artista multidisciplinare e la mostra esplora la sua intera produzione di illustratore, pittore, scrittore, sceneggiatore, fotografo e ovviamente regista.

Il viaggio nel labirinto include opere d’arte originali come scenografie ambientali e oltre centocinquanta disegni originali che spaziano dalle prime bozze alle sequenze animate realizzate durante la carriera, incredibili effetti speciali e di videomapping. I personaggi prendono vita nello spazio espositivo tra dipinti, bozzetti originali, opere d’arte animate, figure a grandezza naturale provenienti dai set dei film e dalle storie originali e straordinarie ricostruzioni scenografiche.

La mostra, allestita negli spazi di via Procaccini, sarà visitabile sino al 9 marzo. Orari al pubblico: mercoledì e giovedì 17 – 20; venerdì e sabato 10 – 21 (con chiusura dalle 14 alle 16); domenica 10 – 20 (con chiusura dalle 14-16).

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“La Madonna di San Simone” di Federico Barocci, un’opera che parla al cuore https://www.artevarese.com/la-madonna-di-san-simone-di-federico-barocci-unopera-che-parla-al-cuore/ https://www.artevarese.com/la-madonna-di-san-simone-di-federico-barocci-unopera-che-parla-al-cuore/#respond Wed, 18 Dec 2024 09:00:54 +0000 https://www.artevarese.com/?p=76403 Milano – Sala Alessi di Palazzo Marino, ospita una grande opera del Rinascimento italiano ed europeo: La Madonna con il bambino e i santi Simone e Giuda”, nota anche come “La Madonna di San Simone” di Federico Barocci. L’evento, che rientra nel tradizionale appuntamento con la grande mostra di Natale porta alla conoscenza del pubblico […]

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Milano – Sala Alessi di Palazzo Marino, ospita una grande opera del Rinascimento italiano ed europeo: La Madonna con il bambino e i santi Simone e Giuda”, nota anche come “La Madonna di San Simone” di Federico Barocci. L’evento, che rientra nel tradizionale appuntamento con la grande mostra di Natale porta alla conoscenza del pubblico la monumentale pala d’altare realizzata tra il 1556 e il 1567, un capolavoro della collezione della Galleria Nazionale delle Marche di Urbino.

La tela, che un tempo sovrastava l’altare della settima cappella della chiesa urbinate di San Francesco, rappresenta San Giuda Taddeo, identificato con l’alabarda del suo martirio, alla destra della Madonna; San Simone, riconoscibile grazie alla sega usata dai suoi aguzzini per ucciderlo; e alla sinistra del gruppo principale la Vergine col Bambino.

Straordinaria è la capacità del Barocci di evocare la tenerezza umana, appresa dal Correggio, in particolar modo nella figura della Vergine che insegna a suo figlio a leggere.

Oltre ai soggetti sacri, appaiono in fondo a destra anche i ritratti dei committenti, donatori dell’opera alla Chiesa, i quali esprimono una grande vivida partecipazione alla scena sacra, simbolo di una devozione personale e collettiva.

I curatori dell’esposizione a Palazzo Marino, Luigi Gallo e Anna Maria Ambrosini Massari affermano che: “l’opera in mostra a Milano, è un apice della prima maturità di Federico, al centro della costruzione del suo personalissimo stile, pieno di un dinamismo interno tutto emozionale, modulato con colori sensitivi, per intonare, francescanamente, un cantico all’armonia del creato: uomini, piante, animali. (…). Un’opera che parla al cuore, che tocca le corde affettive, che ci coinvolge con la sua impetuosa dolcezza, la sua amorevole gentilezza”.

Federico Fiori detto Barocci (Urbino, 1533 – 1612) è erede diretto del classicismo di Raffaello (Urbino, 1483 – Roma, 1520) e la sua opera chiude idealmente la grande stagione rinascimentale. Il percorso artistico del grande pittore urbinate viene definito, attraverso quasi sei decenni di attività, dalle sue pale d’altare che in particolare definiscono il suo lavoro. Barocci ha in realtà eseguito anche affreschi, opere religiose, alcuni splendidi ritratti e un unico dipinto profano.

L’esposizione è arricchita da un prezioso disegno autografo di Barocci, proveniente dal Gabinetto dei Disegni del Castello Sforzesco, preparatorio per una figura di devota nella pala della “Madonna del Popolo,” dipinto oggi conservato agli Uffizi. Realizzato tra il 1575 e il 1579, il foglio offre la possibilità di immergersi nel processo creativo di Barocci, scoprendo le tecniche e i segreti dietro la realizzazione di uno dei suoi capolavori più ammirati.

La mostra, in calendario sino al 12 gennaio, è accompagnata dal catalogo con la riproduzione delle opere e dei testi dei curatori. Orari: tutti i giorni dalle 9.30 alle 20. Il 24 e 31 dicembre dalle 9:30 alle 18; 25 dicembre dalle 14.30 alle 18.30; 26 dicembre, 1° gennaio, 6 gennaio 9.30-20; 25 dicembre dalle 14.30 alle 18.30.

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Niki de Saint Phalle, donna e artista” https://www.artevarese.com/niki-de-saint-phalle-donna-e-artista/ https://www.artevarese.com/niki-de-saint-phalle-donna-e-artista/#respond Tue, 17 Dec 2024 16:30:25 +0000 https://www.artevarese.com/?p=76388 Milano – L’opera dell’artista franco-americana Niki de Saint Phalle in mostra al Mudec. In un percorso espositivo strutturato in otto sezioni si intrecciano momenti altalenanti che riguardano la sua vita artistica e quella personale, dagli esordi fino agli ultimi lavori. Dietro al mondo colorato, polimorfo, tondeggiante e materno delle sue Nanas, l’artista ha dovuto spesso […]

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Milano – L’opera dell’artista franco-americana Niki de Saint Phalle in mostra al Mudec. In un percorso espositivo strutturato in otto sezioni si intrecciano momenti altalenanti che riguardano la sua vita artistica e quella personale, dagli esordi fino agli ultimi lavori.

Dietro al mondo colorato, polimorfo, tondeggiante e materno delle sue Nanas, l’artista ha dovuto spesso distruggere per elaborare il dolore e per poi ricostruire, rompendo gli schemi attraverso intense provocazioni, per lasciare alla fine un’impronta duratura nel mondo dell’arte.

La mostra, prima retrospettiva antologica completa organizzata in un museo italiano realizzata in collaborazione con la Niki Charitable Art Foundation, espone oltre cento opere di cui una decina di grandi dimensioni, oltre a una elegante selezione di vestiti della Maison Dior, che ricordano anche il suo passato di modella nei bellissimi scatti fotografici che la ritraggono e che contemporaneamente raccontano al pubblico una visione personale molto “pop” dell’arte, intesa come percorso verso l’affermazione del femminile.

Niki de Saint Phalle, ‘donna e artista’ (come lei stessa amava definirsi), pittrice, scultrice, autrice di film sperimentali, performer, sfugge a una definizione univoca. Le sue opere monumentali, tra cui parchi e sculture pubbliche, si intrecciano con una riflessione più personale e a volte struggente. Da un lato, è vista come una celebrità indipendente e orgogliosa della sua arte; dall’altro, la sua fragilità fisica e le numerose disuguaglianze e discriminazioni sociali a cui ha assistito nel corso della vita ne fanno emergere la sua umanità e sensibilità nei confronti dei più fragili.

Vissuta in un’epoca di grandi cambiamenti sociali e artistici – dal movimento femminista degli anni ’60 e ’70 al Nouveau réalisme di cui fu protagonista – Niki (Neuilly-sur-Seine, 1930, La Jolla, 2002) è stata una delle artiste che maggiormente ha sfidato gli stereotipi di genere con la sua arte, esprimendo la propria identità attraverso la femminilità, la sensualità e l’amore per la vita come creazione.

La mostra, a cura di Lucia Pesapane, potrà essere visitata sino al 16 febbraio nei seguenti orari: lunedì 14.30 – 19.30; martedì – mercoledì – venerdì – domenica 9.30 – 19.30;
giovedì – sabato 9.30 – 22.30.

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“L’Adorazione del Bambino” di D’Antonio Tucci in mostra a Castiglione https://www.artevarese.com/ladorazione-del-bambino-di-dantonio-tucci-in-mostra-a-castiglione/ https://www.artevarese.com/ladorazione-del-bambino-di-dantonio-tucci-in-mostra-a-castiglione/#respond Tue, 17 Dec 2024 11:00:59 +0000 https://www.artevarese.com/?p=76377 Castiglione Olona – Sarà “L’Adorazione del Bambino”,  tondo quattrocentesco di Biagio d’Antonio Tucci” a rinnovare, al Museo della Collegiata, la tradizione natalizia di ospitare un’opera speciale in dialogo con il prezioso patrimonio artistico del complesso monumentale. L’opera realizzata da uno dei maestri del Rinascimento fiorentino e prestato da un collezionista privat, potrà essere ammirata da […]

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Castiglione Olona – Sarà “L’Adorazione del Bambino”,  tondo quattrocentesco di Biagio d’Antonio Tucci” a rinnovare, al Museo della Collegiata, la tradizione natalizia di ospitare un’opera speciale in dialogo con il prezioso patrimonio artistico del complesso monumentale. L’opera realizzata da uno dei maestri del Rinascimento fiorentino e prestato da un collezionista privat, potrà essere ammirata da domani (18 dicembre) al 25 gennaio.

Il tondo, un capolavoro dell’arte sacra del XV secolo, ritrae Gesù Bambino che si protende verso la Madre adorante, raffigurata con occhi semichiusi in atteggiamento di malinconica consapevolezza del futuro sacrificio del Figlio. I dettagli simbolici – come il velo trasparente che copre la nudità del Bambino, il manto blu della Madonna disteso a protezione, le spighe di grano che richiamano il pane eucaristico – rendono la rappresentazione un’autentica meditazione sull’Incarnazione.

L’opera posta sotto la volta con la Natività affrescata da Masolino, offre un confronto tra le due interpretazioni della scena sacra e le altre raffigurazioni della Madonna col Bambino presenti nel Museo; filo conduttore delle visite guidate organizzate per l’occasione. Il capolavoro di d’Antonio Tucci sarà al centro della celebrazione liturgica di Santo Stefano il 26 dicembre alle 10.30, con una Santa Messa presieduta dall’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini.

L’inaugurazione è  in programma alle 15 con una visita guidata al capolavoro di Biagio d’Antonio, alla Natività di Masolino e alle altre raffigurazioni della Madonna con il Bambino presenti nel Museo, a cura di Laura Marazzi. Per partecipare alla visita e alle successive ripetute il 27 dicembre e il 3 gennaio (alle 10.30), occorre prenotarsi scrivendo a , didattica@museocollegiata.it

La mostra sarà visitabile nel percorso museale dal mercoledì alla domenica. Il Museo sarà aperto eccezionalmente il 26 dicembre (15–18) e il 6 gennaio (10–13/ 15–18). Chiusura  24, 25, 31 dicembre e 1 gennaio.

 

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SalvArti. Dalle confische alle collezioni pubbliche https://www.artevarese.com/salvarti-dalle-confische-alle-collezioni-pubbliche/ https://www.artevarese.com/salvarti-dalle-confische-alle-collezioni-pubbliche/#respond Sun, 15 Dec 2024 08:00:09 +0000 https://www.artevarese.com/?p=76368 Milano – A Palazzo Reale è in corso una mostra di grande portata culturale e sociale che vuole sottolineare e riaffermare, soprattutto tra le giovani generazioni, il fondamentale valore della legalità. “SalvArti. Dalle confische alle collezioni pubbliche”, questo il titolo è un’esposizione che restituisce al pubblico una serie di opere d’arte contemporanea, tra dipinti, grafica […]

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Milano – A Palazzo Reale è in corso una mostra di grande portata culturale e sociale che vuole sottolineare e riaffermare, soprattutto tra le giovani generazioni, il fondamentale valore della legalità.

“SalvArti. Dalle confische alle collezioni pubbliche”, questo il titolo è un’esposizione che restituisce al pubblico una serie di opere d’arte contemporanea, tra dipinti, grafica e sculture di artisti quali Giorgio de Chirico, Mario Sironi, Lucio Fontana, Massimo Campigli, Salvador Dalí, Andy Warhol, Mario Schifano, Robert Rauschenberg, Christo e altri, provenienti da confische fatte dalla pubblica autorità alla malavita organizzata. La mostra è parte del progetto Arte per la cultura della legalità, a cura della Direzione generale Musei del Ministero della Cultura, dell’Agenzia Nazionale Beni Sequestrati e Confiscati alla criminalità organizzata (ANBSC), del Comune di Milano e della Città Metropolitana di Reggio Calabria, in collaborazione con il Ministero dell’Interno.

La rassegna milanese è la seconda tappa di un itinerario che si è aperto con una straordinaria anteprima, al Museo Hendrick Christian Andersen di Roma e che si chiuderà al Palazzo della Cultura a Reggio Calabria, dall’8 febbraio al 27 aprile 2025.

Oltre a presentare un patrimonio culturale in buona parte rimasto inaccessibile alla collettività, l’iniziativa mette in risalto il ruolo e l’impegno delle istituzioni coinvolte nel lungo e virtuoso processo che è stato necessario per recuperarle – fra queste, il Comando Carabinieri Tutela del Patrimonio culturale e la Guardia di Finanza – e per verificarne l’autenticità e l’interesse culturale.

Le oltre 80 opere che compongono il percorso espositivo, ordinato secondo un criterio cronologico e tematico, provengono da due differenti procedimenti. Il primo è scaturito da due indagini incrociate, svolte dal R.O.S. dei Carabinieri e dal Nucleo di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza, per una maxi-frode fiscale legata a una rete internazionale di riciclaggio. Il secondo, è frutto di una confisca a carico di un soggetto, pienamente inserito nel circuito della criminalità organizzata e stabilmente dedito ad attività economiche illecite.

La mostra consente di ripercorrere gli sviluppi dell’arte dalla prima metà del Novecento fino ai primi anni Duemila, in particolare l’evoluzione dei linguaggi espressivi e delle correnti artistiche del tempo. Tra queste, s’incontra il gruppo Novecento con Mario Sironi (Composizione astratta – Scena urbana con carrozza, Moltiplicazione II, prima metà del XX secolo), la Metafisica con autori quali Giorgio de Chirico (Piazza d’Italia, prima metà del XX secolo), e Carlo Carrà (Capanno sulla riva, 1955), la Transavanguardia di Sandro Chia (Ossa fossa cassa, 1990; Cupido, 1996), Enzo Cucchi (Autostrada del Pensiero, 1997), Mimmo Paladino e la Nuova scuola Romana con Bruno Ceccobelli, Piero Pizzi Cannella, Gianni Dessì, Nunzio Di Stefano, insieme a esperienze, quali l’astrattismo geometrico e informale, l’arte murale di Keith Haring (Kh mural, 1989), la land art di Christo e il genere del libro d’artista, come Cantata Bluia Libro dore di Pier Paolo Calzolari.

In mostra anche alcune opere scultoree: accanto al piccolo bronzo di Arnaldo Pomodoro (Disco, 1986/2003), artista di fama internazionale per l’arte monumentale pubblica, vengono proposte sperimentazioni più contemporanee, come i lavori di Michele Savini (Anello, 2008; Coniglio, 2009) realizzati con materiali inusuali come la gomma da masticare.

Dopo le rassegne di Milano e Reggio Calabria, il primo gruppo di lavori, provenienti da una confisca divenuta definitiva nel 2018, sarà consegnato a diversi istituti museali del MiC selezionati dal Direttore generale Musei Massimo Osanna su tutto il territorio nazionale: a Milano (Pinacoteca di Brera – Palazzo Citterio), Roma (Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea, Museo delle Civiltà e Istituto centrale per la grafica), Napoli (Castel Sant’Elmo e Museo del Novecento) e Cosenza (Galleria nazionale di Cosenza).

Il secondo gruppo di 22 opere rimarrà a Reggio Calabria, al Palazzo della Cultura “P. Crupi”, dove, sin dal 2016, sono permanentemente esposte oltre 100 opere d’arte, tutte facenti parte di una unica confisca effettuata dal Tribunale di Reggio Calabria nel 2015 e affidate dal Segretariato regionale del MiC per la Calabria alla Città Metropolitana.

Dopo l’appuntamento milanese, la mostra sarà ospitata dall’8 febbraio al 27 aprile 2025 al Palazzo della Cultura “P. Crupi” a Reggio Calabria.

L’esposizione a Palazzo Reale rimarrà in calendario al 26 gennaio e potrà essere visitata: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica, 10 -19.30; giovedì 10 – 22.30. Aperture straordinarie: 24 e 31cdicembre 10 – 14.30; 25 dicembre 14.30 – 18.30; 1° gennaio 14.30 – 19.30.

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Wildlife Photographer of The Year, i fotografi si raccontano https://www.artevarese.com/wildlife-photographer-of-the-year-i-fotografi-si-raccontano/ https://www.artevarese.com/wildlife-photographer-of-the-year-i-fotografi-si-raccontano/#respond Fri, 13 Dec 2024 08:00:11 +0000 https://www.artevarese.com/?p=76346 Milano – Dal 14 dicembre al Museo della Permanente riprendono gli incontri organizzati dall’Associazione culturale Radicediunopercento nell’ambito della rassegna Wildlife Photographer of the Year, giunta alla 60^ edizione. Fotografi naturalisti e divulgatori scientifici racconteranno le proprie straordinarie esperienze. Le serate di approfondimento (gratuite con il biglietto di mostra) nella sede del Museo di via Filippo […]

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Milano – Dal 14 dicembre al Museo della Permanente riprendono gli incontri organizzati dall’Associazione culturale Radicediunopercento nell’ambito della rassegna Wildlife Photographer of the Year, giunta alla 60^ edizione. Fotografi naturalisti e divulgatori scientifici racconteranno le proprie straordinarie esperienze.

Le serate di approfondimento (gratuite con il biglietto di mostra) nella sede del Museo di via Filippo Turati alle 21, si apriranno con Federico Veronesi, uno dei più apprezzati fotografi di mammiferi africani al mondo oltre che guida per safari fotografici in Africa, che presenterà il libro “Walk the Earth”. Un lavoro straordinario che celebra la magnificenza della fauna selvatica africana da preservare e proteggere; attraverso immagini mozzafiato degli elefanti, Veronesi trasporterà il pubblico in un viaggio visivo che mostra la bellezza e la grandiosità di questi animali e dei loro habitat naturali. La copertina del libro ritrae l’imponente elefante Tolstoj mentre cammina sul lago secco di Amboseli e introduce le spettacolari fotografie pubblicate all’interno che verranno proiettate durante la serata, offrendo uno sguardo profondo sui suoi incredibili scatti.

Marco Colombo sarà invece protagonista con Giulia De Amicis dell’incontro del 21 dicembre con “Tentacoli: i misteri di polpi, seppie e calamari”. Colombo è fotografo e naturalista pluripremiato al Wildlife, Francesco Tomasinelli, biologo, fotogiornalista e inviato di fama nonché consulente scientifico della trasmissione GEO. Giulia De Amicis è information designer e illustratrice per il settore educativo, l’editoria scolastica e diverse ONG. Attraverso fotografie, video e i meravigliosi disegni della De Amicis, saranno svelati gli incredibili segreti dei cefalopodi, che in greco significa “con i piedi attaccati al capo”. Questi animali sono maestri della sopravvivenza e i più abili trasformisti degli oceani; sono pieni di risorse, intelligenti e sanno risolvere problemi e utilizzare oggetti, ma anche fuggire dagli acquari, riconoscere le persone e provare antipatia. Alcune specie, come la seppia orchidea, sono tra gli organismi più colorati, mentre altre, come il polpo dagli anelli blu, sono famose per il loro morso letale. Ci sono anche i calamari giganti, grandi come un autobus, ma di cui si sa ancora molto poco.

Per quanto riguarda il calendario di gennaio sono previsti: l’11 l’incontro con Marco Andreini con il documentario “Ogni volta che il lupo” mentre il 18 gennaio sarà l volta di Pietro Formis che parlerà di “Luci dal Profondo: Fotografia Naturalistica Subacquea”

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“Romanzo Italiano”, mostra fotografica di Carlisi e Cito https://www.artevarese.com/romanzo-italiano-mostra-fotografica-di-carlisi-e-cito/ https://www.artevarese.com/romanzo-italiano-mostra-fotografica-di-carlisi-e-cito/#respond Thu, 12 Dec 2024 08:32:39 +0000 https://www.artevarese.com/?p=76339 Brescia – Le immagini di Carlisi e Cito nella mostra “Romazo italiano” in apertura dal 21 dicembre nello spazio espositivo del MO.CA, Centro per le nuove culture del Palazzo Martiengo Colleoni di Brescia. L’esposizione, a cura di Giusy Tigano presenta 120 fotografie in bianco e nero di due dei fotografi italiani di maggior rilievo a […]

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Brescia – Le immagini di Carlisi e Cito nella mostra “Romazo italiano” in apertura dal 21 dicembre nello spazio espositivo del MO.CA, Centro per le nuove culture del Palazzo Martiengo Colleoni di Brescia.

L’esposizione, a cura di Giusy Tigano presenta 120 fotografie in bianco e nero di due dei fotografi italiani di maggior rilievo a livello internazionale, i quali si confrontano e lasciano che le proprie opere dialoghino tra loro, creando una narrazione condivisa sul tema del matrimonio.

Un racconto visivo profondo e originale, un romanzo per immagini che sfida la fotografia matrimoniale tradizionale, distaccandosi dagli stereotipi di stile e linguaggio. La loro esplorazione visionaria, narrando con toni poetici, ironici e disincantati le emozioni e i molteplici aspetti relazionali e sociali del matrimonio, si distingue per un approccio in netta controtendenza rispetto alle rappresentazioni più convenzionali del rito nuziale.

Le fotografie di Franco Carlisi sono una selezione del più ampio progetto “Il Valzer di un giorno”, vincitore del Premio Bastianelli nel 2011 e del Premio Pisa nel 2013. Il lavoro si concentra sulle nozze in una Sicilia nascosta, lontano dalle convenzioni, catturando l’essenza di un momento che si svolge oltre la rappresentazione scenica del matrimonio. Le immagini, dal grande impatto visivo e quasi barocche nella loro intensità, raccontano scene in cui il tempo rimane in sospensione per cogliere dettagli intensi e spontanei, come un abbraccio, uno sguardo, la lacrima di una sposa o la commozione di un genitore.  Andrea Camilleri, nell’introduzione al libro Il Valzer di un giorno, sottolinea come Franco Carlisi sia capace di trasformare la fotografia matrimoniale da un’evanescenza romantica a una rappresentazione vivida e carnale: “L’occhio di Franco Carlisi coglie continuamente dei ‘fuori campo’ e ce li restituisce, direi proprio da narratore, con straordinaria vivezza e intensità. Le foto matrimoniali di solito anelano all’evanescenza, alla leggerezza, alla purezza, alla solennità. Invece, attraverso lo sguardo di Carlisi, tutto diventa carnale, vissuto forte, reale, senza mezze tinte”.

La selezione fotografica di Francesco Cito proviene dal progetto “Matrimoni Napoletani” (o “Neapolitan Wedding”), vincitore del prestigioso World Press Photo nel 1995 (categoria “Day in the Life”, 3° premio). Anche in questo caso, l’autore abbandona la monotonia della fotografia matrimoniale convenzionale per creare un linguaggio visivo nuovo, fortemente autoriale, che esplora le dinamiche sociali del matrimonio con occhio critico e riflessivo. L’approccio di Cito scompone il matrimonio tradizionale, come scritto da Michele Smargiassi nell’introduzione al libro Neapolitan Weddings, analizzando con precisione il meccanismo socio-antropologico di questo rito: “Sposarsi qui non è solo folclore ed esibizione. Non è solo un giorno speciale… Tutto il contrario, è la sospensione dell’ordinario, il trasferimento momentaneo ma radicale di un’intera comunità parentale, amicale, sociale in un’altra dimensione, senza più alcun rapporto con l’esistenza ordinaria di tutti. Cito affronta una ‘struttura’ possente, coerente, collaudata, funzionante: il moderno matrimonio foto-genico nella sua fenomenologia più completa e pura. E la de-struttura per comprenderla e smontarla con cura”.

La mostra alterna le opere dei due autori, creando un’esperienza visiva coinvolgente che guida il pubblico attraverso un percorso fortemente emozionale. Pur nelle loro differenze stilistiche, Carlisi e Cito riescono a trattare un tema universale come quello del matrimonio, particolarmente sentito in Italia, con una visione condivisa e coerente, creando un racconto visivo inusuale e spiazzante con profonda sensibilità e commovente leggerezza.

Nel corso dell’inaugurazione è prevista una performance musicale del pianista e compositore Davide Ferro in duetto con la cantante jazz e arpista Sonia Caputo (Resonance Duo). Davide Ferro è anche l’autore della colonna sonora “Evocazioni” che accompagna la mostra, composta appositamente per questo progetto.

L’esposizione, organizzata dall’agenzia fotografica milanese GT Art Photo Agency in collaborazione con SMI Group (S.M.I Technologies and Consulting, Younified, Wyl e SM Innovation Polska), potrà essere visitata fino al 19 genaio. Orari al pubblico: lunedì 15 -19; da martedì a domenica 10-13/15-19; 24 e 31 dicembre 10-13. Chiusa nei giorni 25 e 26 dicembre, 1 e 6 gennaio 2025.

 

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“Corpus et anima”, liberi sguardi sull’universo femminile https://www.artevarese.com/corpus-et-anima-liberi-sguardi-sulluniverso-femminile/ https://www.artevarese.com/corpus-et-anima-liberi-sguardi-sulluniverso-femminile/#respond Thu, 12 Dec 2024 08:00:44 +0000 https://www.artevarese.com/?p=76315 Milano – “Women Today. Liberi sguardi sull’universo femminile” è la rassegna organizzata da Istituto Italiano di Fotografia presentata quest’anno all’IRCCS Maugeri di Pavia sino al 25 gennaio. Uno spaccato contemporaneo delle molteplici sfaccettature del femminile visto attraverso l’interpretazione di giovani fotografi raccolto nella mostra che quest’anno prende il titolo “Corpus et anima”, curata dalla fotografa […]

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Milano – “Women Today. Liberi sguardi sull’universo femminile” è la rassegna organizzata da Istituto Italiano di Fotografia presentata quest’anno all’IRCCS Maugeri di Pavia sino al 25 gennaio. Uno spaccato contemporaneo delle molteplici sfaccettature del femminile visto attraverso l’interpretazione di giovani fotografi raccolto nella mostra che quest’anno prende il titolo “Corpus et anima”, curata dalla fotografa Francesca Cao.

L’esposizione propone l’interpretazione delle tematiche di genere, offrendo l’occasione di esplorare e narrare la complessità della società attuale, caratterizzata da un costante mutamento e da un vivace dibattito sul femminile.

Corpus et anima esplora l’autenticità dell’Io contemporaneo e si focalizza su temi attuali come le molteplici espressioni della femminilità e la ricerca di pari opportunità tra uomini e donne.

I diversi lavori affrontano argomenti profondi e spesso delicati, come la tenerezza e l’intimità di una relazione descritte da Irene Barattè in “Cafuné”, ma anche la fluidità di genere e l’amore senza limiti raccontati da Francesca Tunesi. “A toy love story” di Giada Cuzzocrea denuncia la violenza sulle donne utilizzando il linguaggio del fotoromanzo, con “The gap within” Giovanni Borgia dona forma alle lacerazioni e alla rabbia suscitate nella società dagli episodi di femminicidio.

L’esposizione, visitabile sino al 10 gennaio è allestita nell’Area Lounge dell’IRCCS Maugeri e si inserisce all’interno del palinsesto culturale di Maugeri In Arte, sotto la direzione artistica di Annalisa Andaloro, coordinamento Maugeri in Arte e Direttore Procurement and Supply Chain di ICS Maugeri.

Gli scatti in mostra sono firmati da: Martina Albertazzi, Anna-Sofie Baas, Irene Barattè, Amedeo Bernardi, Giovanni Borgia, Marialucia Campanella, Giada Cuzzocrea, Stefano Garay, Giorgio Garzella, Lucia Ginocchio Serafini, Nicola Licitra, Miriam Mercurio, Giorgia Pace, Michela Plaitano, Greta Pusino, Alice Re, Annalisa Santantonio, Lisa Scaramella, Francesca Tunesi.

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“Ancora mi sorprendo”, lo sguardo di Roberto Rognoni https://www.artevarese.com/ancora-mi-sorprendo-lo-sguardo-di-roberto-rognoni/ https://www.artevarese.com/ancora-mi-sorprendo-lo-sguardo-di-roberto-rognoni/#respond Wed, 11 Dec 2024 16:31:22 +0000 https://www.artevarese.com/?p=76328 San Donato Milanese –  Con la mostra fotografica “Ancora mi sorprendo” Roberto Rognoni porta i suoi “sguardi” negli spazi espositivi della Cascina Roma. L’esposizione, in apertura dal 14 dicembre (alle 17) presenta circa 70 fotografie a colori e in bianco e nero che rendono omaggio a un racconto di oltre sessant’anni. L’autore ha voluto ripercorrere […]

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San Donato Milanese –  Con la mostra fotografica “Ancora mi sorprendo” Roberto Rognoni porta i suoi “sguardi” negli spazi espositivi della Cascina Roma. L’esposizione, in apertura dal 14 dicembre (alle 17) presenta circa 70 fotografie a colori e in bianco e nero che rendono omaggio a un racconto di oltre sessant’anni. L’autore ha voluto ripercorrere le proprie esperienze e condividerle declinando le immagini anche in un libro, dall’omonimo titolo, che verrà presentato in occasione dell’inaugurazione da Antonia Broglia e dal photo editor Leonello Bertolucci.

Roberto Rognoni  racconta, attraverso il suo obiettivo, trasformazioni, tradizioni e memorie collettive. La sua opera si distingue per una visione lucida e profonda della realtà, dove lo sguardo si posa con delicatezza sulle storie umane e sulle tracce di un passato che rischia di dissolversi.

Il titolo, Ancora mi sorprendo, più che mai significativo e che delinea libro e mostra, rappresenta un’importante raccolta antologica del suo lavoro e un viaggio nell’evoluzione artistica e poetica dell’autore, suggerendo lo spirito di continua scoperta e meraviglia che da sempre caratterizza il suo lavoro fotografico.

“Ho scelto di raccogliere le fotografie dei progetti cui ho dedicato maggior impegno e che hanno trovato riscontro in mostre, pubblicazioni e concorsi – precisa  Rognoni – I portfolio selezionati sono legati a periodi, luoghi e preferenze personali, ma tutti condividono un’unità stilistica, anche se esplorano diverse tematiche ed espressioni artistiche. Questo libro e questa mostra sono dedicati innanzitutto a tutti i soggetti delle fotografie che mi hanno sorpreso ed emozionato con la loro bellezza e autenticità”.

Tuttavia, non sono solo una raccolta di immagini, ma una riflessione sull’evoluzione del suo sguardo e sulla ricerca di significati che emergono dai dettagli più semplici e quotidiani. Rognoni, infatti, ha sempre mantenuto un interesse per la dimensione sociale della fotografia, utilizzandola come strumento per documentare le persone e i luoghi che mutano sotto il passare del tempo e le trasformazioni economiche e culturali.

Uno degli aspetti più significativi della sua arte fotografica è la capacità dell’autore di catturare i cambiamenti del contesto urbano milanese e della zona di San Donato Milanese, documentando come l’industrializzazione abbia trasformato il paesaggio e la vita dei suoi abitanti tra il dopoguerra e gli anni Settanta. Rognoni osserva il vecchio mondo rurale che va scomparendo e, con esso, i gesti e i volti dei suoi abitanti. Le sue fotografie offrono quindi non solo una documentazione storica, ma anche una testimonianza emotiva, in cui l’essere umano e il suo ambiente si fondono in un racconto visivo intenso e intimo.

Nel volume, così come nella mostra, si nota anche l’interesse dell’autore per la rappresentazione delle dinamiche sociali, che trovano espressione in momenti di aggregazione, di impegno civile e nelle manifestazioni popolari. La sua vena documentativa ed etnografica riappare ad esempio nelle immagini dei gitani durante la festa di Saintes-Maries-de-la-Mer in Provenza, dove l’autore riesce, ancora una volta, a trasmettere la forza e la vitalità di un evento partecipato.

Altro tema che delinea profondamente l’architettura fotografica di Rognoni e che emerge con forza è il suo legame con il teatro, soprattutto con quello di ricerca degli anni Settanta a Milano che accoglieva le più importanti compagnie teatrali internazionali. Rognoni, che dal 1994 fino al 2017 è stato fotografo ufficiale di diverse compagnie teatrali italiane, a partire da “Quelli di Grock” di Milano, e attraverso le foto di scena cattura la potenza visiva ed espressiva delle diverse rappresentazioni, valorizzando l’espressività dei corpi e la forza delle atmosfere, senza trascurare mai l’emozione del momento.

L’ultima parte del libro rivela una dimensione più concettuale della sua fotografia, in cui esplora temi quali la memoria, il tempo e la condizione umana, rappresentati attraverso metafore visive e composizioni minimaliste. In queste pagine svela una vena creativa che va oltre il mero realismo documentaristico, avvicinandosi a un linguaggio simbolico e riflessivo. L’uso del manichino, della statua e delle figure frammentate è una modalità per rappresentare la vita e la morte, i sogni e le incertezze, il passaggio del tempo che emerge nell’ultimo capitolo dove l’autore si avvale della storia raccontata in un audiovisivo per esprimere lo scorrere della vita in immagini stratificate e intime.

“Ancora mi sorprendo” diventa quindi un’opera coesa e ricca di significati, divisa in dieci capitoli o tappe, che non solo celebrano la storia di un fotografo, ma invitano il lettore a riflettere sulla fotografia come memoria, scoperta, testimonianza e sperimentazione. Il libro e la mostra offrono al pubblico un’occasione rara per poter entrare nell’universo visivo di Roberto Rognoni, fatto di gesti, sguardi, architetture e storie umane, restituendo la complessità di un percorso creativo che si interroga costantemente sui rapporti tra il reale e la sua rappresentazione visiva.

L’esposizione, ospitata nella sede di piazza delle Arti, proseguirà sino al 14 gennaio. Orari di apertura al pubblico: da lunedì a venerdì 9 -18.30; sabato 9 -12.30/14.30-18.30; domenica 10-12.30/15-19.

Cenni Biografici

Nato nel 1943 a Cittiglio, in provincia di Varese, Roberto Rognonivive e lavora a San Donato Milanese. Inizia a fotografare nel 1965 dedicandosi a temi ben precisi e circoscritti: teatro, viaggi, paesaggi e reportage documentaristico-sociali, oltre a fotografie di architettura e gli audiovisivi fotografici.

Nel 1999 promuove la costituzione dell’Archivio Storico Fotografico della Città di San Donato Milanese e ne è curatore fino al 2023. Nel 2021 il Comune di San Donato Milanese gli conferisce la Civica Benemerenza per la sua attività fotografica.

Attualmente collabora con la rivista FOTOIT, è redattore della rivista TIMELINE del Dipartimento Audiovisivi della FIAF e della rivista online www.ilmilanese.org. È inoltre docente della FIAF e DiAF.

Dal 1992 al 1999 è direttore editoriale del mensile “L’Incontro” dell’ENI Polo Sociale di San Donato.

Dal 1994 al 2015 fotografo di scena ufficiale della Compagnia Teatrale “Quelli di Grock” di Milano, dal 2015 al 2017 di “Manifatture Teatrali Milanesi” e del “Teatro i” di Milano, mentre dal 2001 al 2006 fotografo di scena ufficiale del Festival “Danae” di Milano, organizzato dal Teatro delle Moire.

Sue opere fotografiche sono inserite permanentemente in raccolte pubbliche e private.

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