Mostre Archivi - ArteVarese.com https://www.artevarese.com/categoria/arte/mostre-arte/ L'arte della provincia di Varese. Mon, 15 Jul 2024 07:30:20 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.3.5 https://www.artevarese.com/wp-content/uploads/2017/05/cropped-logo-1-150x150.png Mostre Archivi - ArteVarese.com https://www.artevarese.com/categoria/arte/mostre-arte/ 32 32 Piero Gauli, un artista da non dimenticare https://www.artevarese.com/piero-gauli-un-artista-da-non-dimenticare/ https://www.artevarese.com/piero-gauli-un-artista-da-non-dimenticare/#respond Fri, 12 Jul 2024 06:00:01 +0000 https://www.artevarese.com/?p=74884 Dizzasco (Como) – Sono una ventina le opere selezionate e raccolte nella mostra che Spazio Intelvi 11 dedica a Piero Gauli (Milano, 6 giugno 1916 – Milano, 4 gennaio 2012), tra gli esponenti del gruppo Corrente. Della vasta produzione dell’artista nelle più svariate tecniche (olii, acrilici, disegni su china, acquerelli, ceramiche) e soggetti il curatore, […]

L'articolo Piero Gauli, un artista da non dimenticare proviene da ArteVarese.com.

]]>
Dizzasco (Como) – Sono una ventina le opere selezionate e raccolte nella mostra che Spazio Intelvi 11 dedica a Piero Gauli (Milano, 6 giugno 1916 – Milano, 4 gennaio 2012), tra gli esponenti del gruppo Corrente.

Della vasta produzione dell’artista nelle più svariate tecniche (olii, acrilici, disegni su china, acquerelli, ceramiche) e soggetti il curatore, Paolo Avanzi si è concentrato sui lavori che vanno dagli anni ’50 fino alle soglie del terzo millennio.

Si tratta di alcuni dei temi prediletti dall’artista come i fiori, le maschere i paesaggi della valle Intelvi (dove ha vissuto per lunghi anni) e della Sicilia.  Gauli, fu l’ultimo esponente del gruppo Corrente a spegnersi, nel 2012.

“Dopo la sua morte –  scrive il curatore – è mancata una fondazione che curasse e tutelasse la sua produzione con mostre, convegni. La sua produzione pare sia andata dispersa, se non svenduta. Ne è dimostrazione il fatto che diverse sue opere sono disponibili in aste e su ebay a prezzi davvero bassi. Il che non sminuisce comunque il valore storico di questo artista che è riuscito a lasciare un segno indelebile nella storia dell’arte.

Non ho avuto la fortuna di incontrare Piero Gauli. A Dizzasco sono arrivato l’anno dopo la sua morte. Quello che so di lui l’ho appreso leggendo le sue pubblicazioni e ammirando le sue opere.

Non è mia intenzione aggiungermi alla folta schiera di critici che con dovizia di particolari e acume storico hanno fornito un suo approfondito profilo. Vorrei piuttosto parlare dell’impatto emotivo suscitato dalle sue opere, di quello che mi suggeriscono… E il tratto che mi sembra maggiormente emergere è quello della generosità. Un tratto che si evince dalle sue pennellate rapide e sapienti che riescono a dare del soggetto (ritratto o paesaggio) una immagine nitida, forte, che non tralascia nessun particolare, che coglie ogni sfumatura, andando anche oltre il dato oggettivo.

Il secondo aspetto che colgo della sua pittura – prosegue Paolo Avanzi –  è quello dell’energia, intesa come forza creativa. Questa volontà o voluttà di riportare sulla tela la realtà rielaborandola mentalmente e trasfigurandola, solo come un grande genio espressionista può fare, cogliendone le spirito, l’anima vitale grazie al proprio istinto. E si può dire che non ci sia tematica su cui Gauli non si sia misurato nella sua lunga vita, dalla sua dura esperienza nei campi di concentramento, ai raduni degli alpini, alle feste di paese e ai soggiorni in valle.

In questa personale sono esposti i lavori di Gauli che vanno dagli anni ’50 fino alle soglie del terzo millennio… un saggio della sua imponente produzione. Ciò nella speranza di contribuire a riportare l’attenzione su questo nostro grande artista che meriterebbe di essere rivalutato”.

La mostra è visitabile sino al 21 luglio. Orari: 16-19 o su appuntamento (+39) 3401066977; spaziointelvi11@yahoo.com

 

L'articolo Piero Gauli, un artista da non dimenticare proviene da ArteVarese.com.

]]>
https://www.artevarese.com/piero-gauli-un-artista-da-non-dimenticare/feed/ 0
Le tre età di Klimt a Perugia https://www.artevarese.com/le-tre-eta-di-klimt-a-perugia/ https://www.artevarese.com/le-tre-eta-di-klimt-a-perugia/#respond Thu, 11 Jul 2024 16:00:33 +0000 https://www.artevarese.com/?p=74886 Perugia – La mostra dedicata al capolavoro di Gustav Klimt, Le tre età (1905), concesso in prestito dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, ha dato inizio al nuovo ciclo espositivo Un capolavoro a Perugia, in corso alla Galleria Nazionale dell’Umbria. Durante l’estate il pubblico avrà la possibilità di ammirare e conoscere un’opera […]

L'articolo Le tre età di Klimt a Perugia proviene da ArteVarese.com.

]]>
Perugia – La mostra dedicata al capolavoro di Gustav Klimt, Le tre età (1905), concesso in prestito dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, ha dato inizio al nuovo ciclo espositivo Un capolavoro a Perugia, in corso alla Galleria Nazionale dell’Umbria.

Durante l’estate il pubblico avrà la possibilità di ammirare e conoscere un’opera di particolare importanza di un celebre artista, al quale è affiancata una selezione di lavori di altri autori suoi contemporanei, allo scopo di illustrare l’epoca della creazione, il contesto storico culturale e i temi affrontati. A introdurre Klimt è Galileo Chini, di cui sono esposti alcuni disegni, dipinti e ceramiche ispirate allo stile del maestro viennese. Ci si potrà immergere nel mondo di Klimt grazie a una sala virtuale dove sono illustrati i maggiori dipinti dell’artista e descritto nei minimi particolari Le tre età, prima di poterlo osservare dal vero.

L’allestimento della mostra rimanda al gusto della Secessione viennese di cui Gustav Klimt fu uno dei fondatori. L’opera del Maestro si cala in un “ambiente analogo” per atmosfera e suggestioni a quello della Biennale di Venezia del 1910, in cui veniva esposto proprio il capolavoro e dell’Esposizione Internazionale di Roma del 1911 che consacrò anche in Italia la fama imperitura di Klimt.  “Le tre età della donna” (olio su  tela), venne  acquisito dallo Stato italiano nel 1911.

Il  dipinto rappresenta le tre fasi della vita di una donna, raffigurate nude. Una giovane tiene tra le braccia una bambina, entrambe rappresentate frontalmente e un’anziana, dipinta di profilo, con sfondi diversi. La bambina e la giovane donna, entrambe con gli occhi chiusi, si abbracciano teneramente, come una madre fa con sua figlia. L’anziana, con il viso parzialmente nascosto dalla  chioma di capelli grigi che le scende sul seno, si copre il volto con una mano. Il suo corpo mostra i segni dell’età e della passata maternità. La vicinanza dell’anziana alle altre due figure suggerisce un desiderio di presenza fisica e affettiva, ma la sua posizione sembra anche voler lasciare spazio alle più giovani, che hanno ancora tutta una vita da vivere appieno, mentre lei si avvia verso il declino.

Klimt affronta questo tema da un punto di vista laico, facendone un omaggio alla complessità del corpo femminile, che cambia aspetto nel corso degli anni, ma soprattutto accompagna un diverso atteggiamento nei confronti della vita. Le tre donne di questo capolavoro diventano anche la metafora di una civiltà, che all’inizio del Novecento sta lasciando dietro di sé una visione classica del mondo per immergersi nelle inquietudini del XX secolo, sollecitate dai nuovi studi psicoanalitici e dai rapporti politici sempre più esacerbati. In questa visione problematica della storia, Klimt esordisce con uno stile elegante, complesso ed estremamente innovativo, che riscuoterà un successo clamoroso, ancora oggi condiviso dal grande pubblico.

Un capolavoro a Perugia Klimt, Le tre età sarà visitabile sino al 15 settembre. Orari: lunedì 12-19.30; martedì-domenica 8.30-19.30.

L'articolo Le tre età di Klimt a Perugia proviene da ArteVarese.com.

]]>
https://www.artevarese.com/le-tre-eta-di-klimt-a-perugia/feed/ 0
“Milano anni ’60. Da Fontana a Manzoni, da Baj a Munari https://www.artevarese.com/milano-anni-60-da-fontana-a-manzoni-da-baj-a-munari/ https://www.artevarese.com/milano-anni-60-da-fontana-a-manzoni-da-baj-a-munari/#respond Tue, 09 Jul 2024 07:42:39 +0000 https://www.artevarese.com/?p=74828 Lecco – E’ il racconto di un decennio straordinario l’esposizione in apertura dal 13 luglio a Palazzo delle Paure dal titolo “Milano anni ’60. Da Lucio Fontana a Piero Manzoni, da Enrico Baj a Bruno Munari”.  La mostra, a cura di Simona Bartolena, si compone di sessantina di opere firmate, oltre ai già citati, da […]

L'articolo “Milano anni ’60. Da Fontana a Manzoni, da Baj a Munari proviene da ArteVarese.com.

]]>

Lecco – E’ il racconto di un decennio straordinario l’esposizione in apertura dal 13 luglio a Palazzo delle Paure dal titolo “Milano anni ’60. Da Lucio Fontana a Piero Manzoni, da Enrico Baj a Bruno Munari”. 

La mostra, a cura di Simona Bartolena, si compone di sessantina di opere firmate, oltre ai già citati, da Arturo Vermi, Ugo La Pietra, Gianni Colombo, Grazia Varisco e altri, artisti capaci di raccontare e approfondire i nuovi linguaggi artistici e le ricerche rivoluzionarie, sorte a Milano in questo momento storico, caratterizzato da un clima di grande fermento che porterà a un radicale cambiamento del pensiero creativo.

Esposti anche artisti meno noti al grande pubblico, – ha spiegato la curatrice – ma straordinari per le loro ricerche innovative, ricordando anche luoghi fondamentali fuori dal quartiere di Brera, come ad esempio l’eccezionale esperienza delle Botteghe di Sesto. A testimoniare questa realtà sarà esposto un libro già di proprietà dell’allora custode del palazzo di Sesto San Giovanni, con schizzi e disegni originali di tutti gli artisti dove lì avevano gli atelier: un oggetto emozionante, che ci porta nel vivo di un luogo che ha fatto storia. Inevitabilmente la mostra si chiude con un accenno al violento cambio di passo della fine del decennio. L’attentato di Piazza Fontana e tutto ciò che ne conseguì pesa come un macigno sulla città. Cambia il clima, cambia il modo di pensare all’arte, si sente la necessità di un nuovo impegno sociale e politico: siamo ormai negli anni Settanta

Già dal secondo dopoguerra Milano è teatro di una lunga serie di attività culturali: aprono nuove gallerie, si inaugurano mostre, si formano gruppi e movimenti, vengono pubblicati manifesti. Gli artisti reagiscono alle distruzioni belliche cercando strade sempre più sperimentali e linguaggi più idonei alla nuova condizione sociale e antropologica e tessendo una rete di relazioni e dialoghi che la rendono una delle capitali indiscusse dell’arte europea.

Rispetto al decennio precedente, dove prevalevano codici espressionisti e informali, negli anni Sessanta gli autori abbandonano l’istinto e il gesto veemente, per assumere un atteggiamento nuovo, più calibrato. Molti di essi guardano ai tagli di Lucio Fontana che tratta la tela non più come superficie ma come materia; altri restano fedeli alla pittura, cercando di rinnovarne l’idea.

Il percorso espositivo si apre con il grande “padre” Lucio Fontana, elemento propulsore e catalizzatore di questa stagione, riferimento imprescindibile per questa generazione, nonché fondatore dello Spazialismo, movimento al quale aderiscono artisti quali Gianni Dova, Roberto Crippa, Cesare Peverelli; parallelamente, Milano dà i natali al Movimento nucleare, creato da Enrico Baj e Sergio Dangelo.

Nel settembre 1959 esce il primo numero della rivista Azimuth, la cui storia non si può scindere da quella dei suoi due fondatori, Enrico Castellani e Piero Manzoni. Più che una pubblicazione, Azimuth è un “ritrovo intellettuale”, un’esperienza radicale dall’apertura internazionale, un luogo di confronto, di dibattito, di scoperta, dalle cui pagine si assiste al superamento della pittura in senso tradizionale, alla nascita di nuovi linguaggi, alla possibilità di contaminazione con altre realtà.

La mostra di Lecco poi documenta le sperimentazioni del Gruppo T, formato da personalità quali Gianni Colombo, Davide Boriani, Grazia Varisco, la cui ricerca si concentra sul rapporto tra tempo e spazio e l’idea di movimento nell’opera d’arte e che ha come padre putativo Bruno Munari che con le sue Macchine inutili e con i suoi Negativo-positivo, esposti a Palazzo delle Paure,  aveva già introdotto importanti elementi di riflessione sia sul tema del dinamismo sia su quello della percezione.

Nel panorama di questo generale rifiuto della pittura intesa nel senso tradizionale del termine, si distingue un sodalizio di artisti, nato ufficialmente nel 1962, definito come il Gruppo del Cenobio, dal nome dell’omonima galleria d’arte milanese, che vede tra i suoi protagonisti Agostino Ferrari, Ugo La Pietra, Ettore Sordini, Angelo Verga e Arturo Vermi; questi artisti, pur sposando la volontà di un superamento dell’atto pittorico classico, propongono una riflessione diversa, che salva la pittura ma attribuendole un valore espressivo-scritturale.

Una parentesi è inoltre dedicata alla realtà delle Botteghe di Sesto, a Sesto San Giovanni, dove avevano sede numerosi studi d’artista, diventate in breve tempo delle importanti fucine di sperimentazione e che annovera artisti noti a livello internazionale, quali Enrico Castellani, Arturo Vermi, Turi Simeti, Antonio Scaccabarozzi, Agostino Bonalumi, ma anche autori di cui si è attualmente persa la memoria ma che hanno contribuito all’evoluzione della scena artistica milanese del tempo. In mostra si può ammirare un libro con opere autografe e originali, realizzato per il custode dello stabile dagli artisti residenti nell’area delle Botteghe, da Castellani a Vermi, da Simeti a Scaccabarozzi.

La rassegna, che proseguirà sino al 24 novembre, è accompagnata da un catalogo. Orari al pubblico: martedì 10-14; da mercoledì a domenica 10-18.

 

L'articolo “Milano anni ’60. Da Fontana a Manzoni, da Baj a Munari proviene da ArteVarese.com.

]]>
https://www.artevarese.com/milano-anni-60-da-fontana-a-manzoni-da-baj-a-munari/feed/ 0
A Bard apre “China. Martin Parr e Marc Riboud” https://www.artevarese.com/a-bard-apre-china-martin-parr-e-marc-riboud/ https://www.artevarese.com/a-bard-apre-china-martin-parr-e-marc-riboud/#respond Wed, 03 Jul 2024 15:00:11 +0000 https://www.artevarese.com/?p=74808 Bard – Alla Cina di ieri e di oggi, alle sue trasformazioni sociali ed economiche e alle sue tante contraddizioni, è dedicata la mostra China. Dalla rivoluzione culturale alla superpotenza globale, progetto fotografico inedito curato da Martin Parr, allestito nelle sale delle Cantine del Forte dal 5 luglio al 17 novembre. Dalla creazione dell’agenzia Magnum […]

L'articolo A Bard apre “China. Martin Parr e Marc Riboud” proviene da ArteVarese.com.

]]>
Bard – Alla Cina di ieri e di oggi, alle sue trasformazioni sociali ed economiche e alle sue tante contraddizioni, è dedicata la mostra China. Dalla rivoluzione culturale alla superpotenza globale, progetto fotografico inedito curato da Martin Parr, allestito nelle sale delle Cantine del Forte dal 5 luglio al 17 novembre.

Dalla creazione dell’agenzia Magnum Photos, nel 1947 fino ad oggi, i numerosi collaboratori hanno viaggiato e immortalato la Cina nei suoi diversi territori. All’interno del numeroso e diversificato panorama dei fotoreportage realizzati, spiccano quelli di Marc Riboud e Martin Parr ai quali è dedicata la mostra.  Entrambi hanno colto le trasformazioni del Paese a seguito dei grandi cambiamenti politici che l’hanno attraversata.

Marc Riboud (1923-2016) compie il suo primo viaggio nel 1956 quando la Cina sta cambiando volto sotto la guida di Mao Zedong. La Repubblica popolare cinese, infatti, emerge sulle ceneri del conflitto tra comunisti e nazionalisti perpetratosi per vent’anni, trovandosi così a gestire una società profondamente divisa e ferita. Riboud sottolinea come i cinesi non siano intimiditi dall’obiettivo fotografico e grazie a questo riesce a immortalare un aspetto della Cina poco conosciuto in Occidente: quello della vita quotidiana. In mostra sarà esposta la sua prima fotografia della Cina: una donna sul treno diretto a Canton. Nei suoi numerosi viaggi in Cina, il cui ultimo data 2010, Riboud visita gran parte del Paese, scattando meravigliose immagini della vita di tutti i giorni del popolo cinese, dal mondo del lavoro a quello del tempo libero.

Martin Parr, con la stessa efficacia rappresentativa, testimonia la Cina più moderna a partire dal suo primo viaggio avvenuto nel 1985. È lui stesso ad affermare che è profondamente affascinato dal “consumismo” e per questo i soggetti principali da lui affrontati sono il lusso e la modernità, senza dimenticare il tempo libero. Spiagge, auto di lusso, ostentazione emergono con forza e testimoniano un paese profondamente cambiato nella seconda metà del XX secolo. In mostra sono esposti 12 scatti del suo primo reportage cinese, in cui Parr testimonia la vita di alcuni settori economici, come le industrie tessili o di gioielli, così come il mondo del tempo libero, tra esercizi di Tai Chi e pause pranzo al Mc Donald. Attraverso i suoi scatti testimonia inoltre il passaggio dall’economia comunista al nuovo sviluppo economico moderno, arrivando ad affermare che “la Cina di oggi assomiglia molto a Chicago” (1997).

La mostra, con le oltre 70 fotografie sono esposte anche una linea del tempo e una mappa storica dei viaggi compiuti dai due fotografi che permettono al visitatore di comprendere più a fondo il contesto storico e sociale all’interno del quale sono state scattate le immagini.

Durante la mostra è possibile partecipare alle visite guidate organizzate a partire dal 13 luglio, ogni sabato alle 15. Su prenotazione contattando: prenotazioni@fortedibard.it; T. 0125 833811. Orari apertura al pubblico: martedì-venerdì 10/ 18; sabato, domenica e festivi 10/19. Nel mese di agosto la mostra sarà aperta tutti i giorni.

L'articolo A Bard apre “China. Martin Parr e Marc Riboud” proviene da ArteVarese.com.

]]>
https://www.artevarese.com/a-bard-apre-china-martin-parr-e-marc-riboud/feed/ 0
Exit Lights, è il titolo della personale di Omar Hassan https://www.artevarese.com/exit-lights-e-il-titolo-della-personale-di-omar-hassan/ https://www.artevarese.com/exit-lights-e-il-titolo-della-personale-di-omar-hassan/#respond Mon, 01 Jul 2024 07:00:55 +0000 https://www.artevarese.com/?p=74782 Somma L.do  –Exit Lights, è il titolo della personale di Omar Hassan, in apertura alla Porta di Milano del Terinal 1 di Malpensa. L’esposizione,  a cura di Mariacristina Ferraioli, sarà inaugurata il 2 luglio alle  11, alla presenza dell’artista, di Anna Scavuzzo, Vicesindaco di Milano, Michaela Castelli, Presidente di SEA e della curatrice. Per l’occasione, […]

L'articolo Exit Lights, è il titolo della personale di Omar Hassan proviene da ArteVarese.com.

]]>
Somma L.do  –Exit Lights, è il titolo della personale di Omar Hassan, in apertura alla Porta di Milano del Terinal 1 di Malpensa. L’esposizione,  a cura di Mariacristina Ferraioli, sarà inaugurata il 2 luglio alle  11, alla presenza dell’artista, di Anna Scavuzzo, Vicesindaco di Milano, Michaela Castelli, Presidente di SEA e della curatrice. Per l’occasione, Omar Hassan (Milano 1987), uno degli artisti più innovativi nella scena internazionale, presenta una monumentale opera site-specific realizzata volutamente per lo spazio espositivo situato nel cuore dell’aeroporto e punto di passaggio  per milioni di viaggiatori dove il progetto espositivo dell’artista unisce tradizione e modernità creando un luogo immersivo e affascinante per i visitatori in transito.

Artista poliedrico, la cui ricerca spazia dalla pittura alla scultura, alla videoarte, all’installazione ambientale, alla performance e alla scrittura, Hassan si approccia all’arte contemporanea con una potenza visiva di rara intensità. La Porta di Milano rappresenta per l’artista uno stargate per spingersi oltre i confini della contemporaneità, portando su un nuovo piano espressivo, di fruizione e valorizzazione la propria ricerca artistica. L’allestimento permette l’intersecarsi tra l’opera pittorica di Hassan – in questo caso un’opera site-specific creata ad hoc – e un video che riprende il gesto dell’artista.

Nell’opera realizzata per La Porta di Milano al Terminal 1 dell’Aeroporto di Malpensa” dichiara Mariacristina Ferraioli, curatrice della mostra, “la luce emerge dal buio come nella più classica tradizione pittorica, ma con un’inusuale forza espressiva resa ancora più intensa dalle dimensioni della tela. Illuminare lo spazio attraverso la luce dell’arte rappresenta la grande sfida di Hassan che ancora una volta spinge il suo gesto pittorico su una tela di grandi dimensioni con un lavoro inedito. È un’opera che parla ad ognuno di noi perché, con essa, l’artista sonda la complessità dell’animo e della psiche umana in quel magma unico di luci e ombre che contribuisce a definire la nostra individualità e la nostra esperienza di esseri umani.

La mostra sarà aperta al pubblico dal 3 luglio 2024 al 7 gennaio 2025.

L’ingresso è gratuito.

L'articolo Exit Lights, è il titolo della personale di Omar Hassan proviene da ArteVarese.com.

]]>
https://www.artevarese.com/exit-lights-e-il-titolo-della-personale-di-omar-hassan/feed/ 0
Mario Carnicelli, tra nostalgia e realtà https://www.artevarese.com/mario-carnicelli-tra-nostalgia-e-realta/ https://www.artevarese.com/mario-carnicelli-tra-nostalgia-e-realta/#respond Fri, 28 Jun 2024 08:09:16 +0000 https://www.artevarese.com/?p=74695 Cortona – Il progetto 12X12, una collaborazione tra Autolinee Toscane e il festival Cortona On The Move, sta giungendo al termine. Nel penultimo mese dell’edizione 2024, che si concluderà a luglio, il fotografo Mario Carnicelli ci porta nel deposito AT di Pistoia, dove rivivono i suoi ricordi d’infanzia, catturando la vita quotidiana degli autobus “fuori […]

L'articolo Mario Carnicelli, tra nostalgia e realtà proviene da ArteVarese.com.

]]>
Cortona – Il progetto 12X12, una collaborazione tra Autolinee Toscane e il festival Cortona On The Move, sta giungendo al termine. Nel penultimo mese dell’edizione 2024, che si concluderà a luglio, il fotografo Mario Carnicelli ci porta nel deposito AT di Pistoia, dove rivivono i suoi ricordi d’infanzia, catturando la vita quotidiana degli autobus “fuori servizio“.

Il lavoro di Mario Carnicelli per tutto il mese di giugno ci guida attraverso un viaggio visivo che unisce nostalgia e realtà. “Quello che ho indelebile ma ancora davanti agli occhi è un autobus: era blu molto blu! – racconta il fotografo. L’autobus non rappresentava un mezzo di trasporto per un bambino di 5 anni, ma un carro volante: non aveva le ali ma ti faceva toccare le nuvole con le mani, ti faceva sognare…

Le fotografie di Carnicelli rievocano un suo ricordo di infanzia e catturano non solo la trasformazione dei mezzi di trasporto in deposito, ma anche l’operosità degli addetti alla manutenzione. L’autore descrive come l’autobus “blu molto blu” si sia trasformato in un alveare di attività incessante, dove gli addetti alla manutenzione, come api laboriose, si assicurano con scale, dati e cacciaviti che tutto sia sempre in ordine, sottolineando l’importanza della manutenzione per la sicurezza.

L’artista offre una visione unica e affettuosa del trasporto pubblico, esaltando la bellezza nella routine quotidiana e l’importanza del lavoro dietro le quinte. Con il suo approccio documentaristico, ci invita a sognare e vedere oltre l’apparenza, trasformando il deposito degli autobus in un luogo di meraviglia e magia.

Cenni biografici

Mario Carnicelli, nato ad Atri nel 1937, si trasferisce con la famiglia a Pistoia all’età di 12 anni, dove tuttora vive e lavora. Affascinato dalla camera oscura dello studio fotografico di famiglia, inizia a fotografare a 14 anni, collaborando con il padre e il fratello per clienti locali. Lavora come freelance per riviste e quotidiani, tra cui Corriere della Sera, L’Espresso e Il Tirreno. Nel 1966 vince il primo premio di Ferrania Magazine, ottenendo una borsa di studio negli Stati Uniti. Il suo lavoro, esposto in numerose mostre, è riconosciuto a livello internazionale. Nel 2022 ha vinto il Prix Viviane Esders e ha pubblicato il libro “NOUS / NOI” nel 2023. Gli scatti di Mario Carnicelli sono pubblicati a partire da oggi sul profilo Instagram @at_toscana.

Il festival internazionale di fotografia Cortona On The Move

Si svolge dal 2011 in Toscana a Cortona, in provincia di Arezzo. Protagonista della produzione fotografica a livello internazionale, è un riferimento per fotografi, curatori, autori, critici, oltre che per il pubblico. A ogni edizione porta avanti una ricerca sull’evoluzione del linguaggio fotografico e privilegia sempre più̀ la produzione e la realizzazione di contenuti originali e inediti. La 14ª edizione di Cortona On The Move si svolgerà dall’11 luglio al 3 novembre 2024. Cortona On The Move nasce ed è prodotto da Associazione Culturale ONTHEMOVE, il cui obiettivo è diffondere e promuovere la fotografia contemporanea. cortonaonthemove.com

L’azienda regionale del trasporto pubblico ha già lanciato la terza edizione del progetto, questa volta dedicata e rivolta ai passeggeri. Dodici fotografi non professionisti, scelti tra gli utenti toscani, avranno l’opportunità di vedere i loro scatti pubblicati sul canale Instagram di Autolinee Toscane per un mese. Saranno guidati da tutor d’eccezione selezionati da Cortona On The Move tra i più influenti fotografi contemporanei italiani. La call è aperta fino al 30 giugno (per info 12×12 terza edizione 2024/2025 | Autolinee Toscane (at-bus.it).

L'articolo Mario Carnicelli, tra nostalgia e realtà proviene da ArteVarese.com.

]]>
https://www.artevarese.com/mario-carnicelli-tra-nostalgia-e-realta/feed/ 0
Robert Kuśmirowski al MAMbo https://www.artevarese.com/ospita-dal-21-giugno-al-29-settembre-2024/ https://www.artevarese.com/ospita-dal-21-giugno-al-29-settembre-2024/#respond Wed, 26 Jun 2024 08:00:30 +0000 https://www.artevarese.com/?p=74701 Bologna – In occasione del 44°anniversario della strage di Ustica, il MAMbo – Museo d’Arte Moderna  nello spazio della Sala delle Ciminiere, la mostra Robert Kuśmirowski. P E R S O [A] N O M A L I A, a cura di Lorenzo Balbi e Marinella Paderni. (ph Ritratto Robert Kusmirowski © Marcin Szwaczko) La […]

L'articolo Robert Kuśmirowski al MAMbo proviene da ArteVarese.com.

]]>
Bologna – In occasione del 44°anniversario della strage di Ustica, il MAMbo – Museo d’Arte Moderna  nello spazio della Sala delle Ciminiere, la mostra Robert Kuśmirowski. P E R S O [A] N O M A L I A, a cura di Lorenzo Balbi e Marinella Paderni. (ph Ritratto Robert Kusmirowski © Marcin Szwaczko)
La personale dell’artista polacco, fa eco al tragico evento del 27 giugno 1980 affidando al linguaggio del contemporaneo una riflessione sulla memoria collettiva in un particolare momento di ripiegamento della storia su se stessa. Nel titolo dell’esposizione si rintracciano i temi dello smarrimento e della perdita accentuati nella loro gravità dall’anomalia dell’epoca che stiamo vivendo.

Sul filo di questa evocazione, Kuśmirowski esplora la complessità del ricordo e dell’oblio attraverso grandi installazioni, ideate per la Sala delle Ciminiere del MAMbo, in cui si combinano elementi visivi, sonori e sensoriali. La serie di ambienti, di diversa natura e per la maggior parte inediti, dialogano tra loro creando un ponte tra passato e presente che genera nello spazio museale un’atmosfera sospesa ed enigmatica.

Le installazioni sono state costruite dall’artista utilizzando elementi e arredi in parte provenienti dal suo archivio e in parte scelti da Freak Andò Antiquariato Modernariato Design, partner tecnico della mostra.

Un lungo lavoro di ricerca ha preceduto la selezione degli oggetti, trasformati in simboli carichi di significato. Assemblati in situ in ambientazioni rammemoranti ed elusive, ricordano reticolati archivistici segreti nell’opera inedita Portier, un ufficio dell’aviazione civile tedesca degli anni Trenta in Luft Hansa, un antico cinematografo in DUSTribute o una scatola delle meraviglie nell’installazione Cosmorama, qui ripresentata dopo la sua prima esposizione italiana del 2010. (ph Interakcje Festiwal ©-Daria Krason)

Visitando la mostra il pubblico entra in un limbo senza tempo dove la fusione tra memoria collettiva e intima immaginazione porta a una sospensione spazio-temporale che si fa portavoce delle complesse dinamiche tra vita, storia, potere e verità.

L’arte di Robert Kuśmirowski si distingue per la sua singolarità nell’esplorare il potenziale non completamente liberato o espresso degli oggetti che abitano le nostre vite, restituendo loro la possibilità di rilasciare quell’eccedenza di senso che l’assuefazione, l’incuria e la denutrizione intellettuale delle persone non ha del tutto sottratto loro. Si tratta di oggetti che hanno perduto la loro posizione nella storia, che sono scivolati in non-luoghi sfumati tra la dimenticanza e l’oblio, spesso relegati in soffitte, depositi, mangiati dalla polvere e dal tempo. (ph WATERFRAME 2008 © Kusmirowski Robert)

Sono cose che sembrano contare ormai poco o nulla nella scala valoriale di una società che predilige la novità e la compiacenza tecnica, se non fosse per il loro coefficiente di ricordo o perché emanano un effluvio di passato. Possono essere effetti della memoria collettiva e frammenti di storie personali come arredi domestici, libri, articoli professionali e strumenti di vario genere, componenti industriali prodotti in serie o pezzi unici, costruiti artigianalmente quando ancora il pensiero tecnico-scientifico non riduceva la comprensione della cosa. Scomparsi dalla nostra visuale, sono diventati oggetti ovvi, logorati dall’abitudine e dallo sguardo oggettivizzante. Dietro a questa apparente banalità si cela il reale con il suo vuoto di relazioni e il disegno storico delle forze produttive e sociali che hanno contribuito alla loro reificazione in prodotti con una data di scadenza. Ma è proprio questa loro ovvietà a diventare il soggetto di un processo culturale di riabilitazione, poiché il senso degli eventi importanti della vita rimane sempre attaccato alle cose.

Sfumando i confini tra verità e messa in scena, l’artista polacco ri-costruisce il presente attraverso l’impronta del passato impressa dagli eventi. Un’operazione di disvelamento dell’autenticità delle cose mediante la loro esperienza nello spazio e nel tempo dell’arte, la quale consente agli oggetti la libertà dell’immaginazione e la possibilità di esprimere l’eco di qualcosa che non è stato pienamente vissuto o che si è lasciato altrove. (ph Frame film DUSTribute © Gunter Richard Wett)

Robert Kuśmirowski. PERSO[A]NOMALIA sarà visitabile sino al 29 settembre. Orari di apertura al pubblico: martedì e mercoledì 14 – 19; giovedì 14 – 20; venerdì, sabato, domenica e festivi 10 – 19.

* Copertina (ph Interakcje-Festiwal-©-Dariusz-Kolek)

L'articolo Robert Kuśmirowski al MAMbo proviene da ArteVarese.com.

]]>
https://www.artevarese.com/ospita-dal-21-giugno-al-29-settembre-2024/feed/ 0
“Premio Fondazione VAF”, al via la X edizione https://www.artevarese.com/premio-fondazione-vaf-al-via-la-x-edizione/ https://www.artevarese.com/premio-fondazione-vaf-al-via-la-x-edizione/#respond Tue, 25 Jun 2024 08:00:47 +0000 https://www.artevarese.com/?p=74697 Kiel – Si è aperta alla Stadtgalerie  in Germania la prima tappa della decima edizione del “Premio Fondazione VAF”. La preselezione degli artisti, realizzata per la prima volta sulla piattaforma digitale del sito web della Fondazione, ha permesso di valutare oltre un centinaio di application e dopo un attento esame delle varie posizioni artistiche il […]

L'articolo “Premio Fondazione VAF”, al via la X edizione proviene da ArteVarese.com.

]]>
Kiel – Si è aperta alla Stadtgalerie  in Germania la prima tappa della decima edizione del “Premio Fondazione VAF”. La preselezione degli artisti, realizzata per la prima volta sulla piattaforma digitale del sito web della Fondazione, ha permesso di valutare oltre un centinaio di application e dopo un attento esame delle varie posizioni artistiche il Comitato Scientifico della Fondazione  ha scelto i nomi dei 13 finalisti della mostra: Adriano Annino, Antonio Barbieri, Chiara Calore, Valentina Diena, Roberto Fanari, Debora Garritani, Teresa Giannico, Jacopo Ginanneschi, Monica Mazzone, Alessandro Nanni, Davide Quartucci, Michele Tajariol, Beatrice Taponecco.

Come per la scorsa edizione, la Fondazione assegnerà anche quest’anno un primo premio del valore di 15.000 euro, un secondo premio del valore di 7.500 euro, e un terzo premio del valore di 5.000 euro. Il vincitore, oltre al conferimento del premio in denaro, avrà diritto all’acquisizione dell’opera in concorso che entrerà a far parte della Collezione della Fondazione VAF.

Accanto al premio per giovani artisti, la VAF-Stiftung anche quest’anno assegnerà un Premio alla carriera, circoscritto agli artisti documentati nella grande, enciclopedica collezione d’arte italiana della Fondazione. Un omaggio agli artisti di lungo corso che nell’occasione presenta le opere in collezione VAF di Marcello Morandini, artista, architetto, designer varesino fra i più importanti rappresentanti dell’Arte Concreta in Europa.

In occasione della mostra è stato pubblicato un catalogo, in edizione trilingue italiano, tedesco e inglese che documenta tutte le opere in mostra.

Dopo la prima tappa tedesca, la seconda esposizione della mostra sarà allestita al Mart, museo d’arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto dove si terrà la cerimonia di premiazione degli artisti vincitori.

La mostra sarà aperta al pubblico fino al 1° settembre.

Il premio

Il Premio nasce nel 2003 allo scopo di promuovere il potenziale artistico e creativo degli artisti under 40. Nel corso degli anni l’organizzazione del concorso ha vantato numerose collaborazioni con sedi espositive di rilievo, nazionali e tedesche, come il Mart, Museo d’arte moderna e contemporanea di Rovereto, il Museo della Permanente di Milano, il MACRO Testaccio di Roma, il Museo civico di Palazzo della Penna di Perugia, l’Institut Mathildenhöhe di Darmstadt, la Künstlerhaus di Graz e la Stadtgalerie di Kiel.

 

L'articolo “Premio Fondazione VAF”, al via la X edizione proviene da ArteVarese.com.

]]>
https://www.artevarese.com/premio-fondazione-vaf-al-via-la-x-edizione/feed/ 0
L’epoca della libertà, Andy Warhol a Desenzano https://www.artevarese.com/lepoca-della-liberta-andy-warhol-a-desenzano/ https://www.artevarese.com/lepoca-della-liberta-andy-warhol-a-desenzano/#respond Mon, 24 Jun 2024 08:00:10 +0000 https://www.artevarese.com/?p=74673 Desenzano del Garda – “Andy Warhol” al Castello. Settanta opere raccolte nella mostra “The age of freedom” raccontano  la rivoluzione del genio di Pittsburgh in un excursus culturale tra i principali lavori del genio americano. Non solo. L’esposizione è arricchita anche da una selezione di film d’autore come Empire e Sleep. La mostra, a cura […]

L'articolo L’epoca della libertà, Andy Warhol a Desenzano proviene da ArteVarese.com.

]]>
Desenzano del Garda – “Andy Warhol” al Castello. Settanta opere raccolte nella mostra “The age of freedom” raccontano  la rivoluzione del genio di Pittsburgh in un excursus culturale tra i principali lavori del genio americano. Non solo. L’esposizione è arricchita anche da una selezione di film d’autore come Empire e Sleep.

La mostra, a cura di Matteo Vanzan, evidenzia come l’artista fu determinante nella rinascita artistica della seconda metà del Novecento.

Spiega il curatore: “Andy Warhol” cambiò il concetto stesso di arte sovvertendo l’estetica di un’intera generazione. Attraverso l’esposizione delle celebri opere dedicate a Marilyn Monroe, Mao Zedong, Flowers, Dollari, Campbell’s Soup, Electric Chair e Interviews viene raccontata la storia intensa di un mondo fatto di comunicazione e genialità, business e consumismo nel ruolo centrale di una Factory divenuta punto catalizzatore dell’establishment artistico americano. Warhol, infatti, non rappresenta solamente la superstar del mondo dell’arte e del mercato che tutti conosciamo, ma è l’immagine di un uomo dal volto sensibile e timido che si è trasformato in uno sperimentatore dalle esplosive capacità comunicative.”

Nato il 6 Agosto 1928 a Pittsburgh da immigrati cecoslovacchi e morto il 22 febbraio 1987 a New York, Andy Warhol ha fatto della provocazione e dell’ironia il suo modus operandi, creando una vera e propria filosofia, fatta di aforismi e cortometraggi, “pronta all’uso”. Una genialità costruita attorno al concetto di un artista trasformato in una macchina di riproduzione seriale, costantemente affascinato dalla ripetizione ossessiva di un’azione, apparentemente fine a se stessa.

L’artista popular per eccellenza lavora con film, fotografie, serigrafie, grafiche, fumetti, oggetti pronti all’uso di duchampiana memoria; Warhol non si sporca più le mani alla maniera di Pollock con barattoli di colore e sgocciolamenti anzi, il tocco dell’artista è minimo, assente in molti casi, in quanto gli intenti sono essenzialmente iconici.

Le icone pop-ular trattate non appartengono unicamente alla sfera materiale della collettività, ma anche alle idee, all’immaginario collettivo e allo stereotipo: il fumetto, il dollaro, i personaggi pubblici, le opere famose e inflazionate della storia dell’arte, tutto passa attraverso il filtro warholiano che rivisita mondo e storia in chiave diversa, conferendo all’immagine una magia unica.

È in effetti riduttivo definire Andy Warhol come un semplice pittore; la scoperta della tecnica della blotted line, ossia la linea a macchie d’inchiostro su carta assorbente, fu la rivelazione che cambiò per sempre il concetto di opera originale e di copia. La sua intenzione era infatti quella di essere lui stesso a stampare/serigrafare manualmente tutti i soggetti; le piccole imperfezioni causate da una maggiore o minore pressione della mano e del filtro serigrafico donavano ad ogni soggetto una sua individuale personalità. In un’epoca in cui si producevano migliaia di Zuppe Campbell’s, allo stesso modo di una macchina industriale Warhol si trasforma in fotocopiatore di arte spersonalizzando la creazione artistica e richiamando vistosamente il concetto di ready made che, nel 1917, cambiò definitivamente il concetto di artista nel mondo delle Arti Visive.

Il percorso di mostra” conclude il curatore “si compone non solo dalle opere d’arte ma anche da una stretta selezione di video, documentari e da alcuni film d’epoca. Il nostro obiettivo è quello di raccontare l’uomo prima dell’artista, con tutte le sue nevrosi e le sue insicurezze in un corollario di aforismi che, nell’ironia della sua essenza, tracciano inequivocabilmente la personalità di Warhol come entità capace di generare un microcosmo che riassume in sé il clima del anni Sessanta. Una sottocultura fatta di arte, cinema e musica che racchiude i dogmi fondanti di una nuova società di cui Warhol ha rappresentato il massimo interprete.

La mostra sarà aperta al pubblico fino al 22 settembre, dal martedì alla domenica dalle 10 alle 18.30 (festivi compresi). Lunedì chiuso.

L'articolo L’epoca della libertà, Andy Warhol a Desenzano proviene da ArteVarese.com.

]]>
https://www.artevarese.com/lepoca-della-liberta-andy-warhol-a-desenzano/feed/ 0
Yuri Catania ad Ascona con “Jazz off the Wall – New Orleans Journey” https://www.artevarese.com/yuri-catania-ad-ascona-con-jazz-off-the-wall-new-orleans-journey/ https://www.artevarese.com/yuri-catania-ad-ascona-con-jazz-off-the-wall-new-orleans-journey/#respond Thu, 20 Jun 2024 08:00:27 +0000 https://www.artevarese.com/?p=74671 Ascona – In occasione del 40° anniversario di JazzAscona, tra i più importanti festival musicali dedicato al jazz e al New Orleans Beat, il Museo Comunale d’Arte Moderna ospita, dal 22 giugno al 1° settembre, la personale di Yuri Catania, dal titolo “Jazz off the Wall – New Orleans Journey”. La mostr,a a cura di […]

L'articolo Yuri Catania ad Ascona con “Jazz off the Wall – New Orleans Journey” proviene da ArteVarese.com.

]]>

Ascona – In occasione del 40° anniversario di JazzAscona, tra i più importanti festival musicali dedicato al jazz e al New Orleans Beat, il Museo Comunale d’Arte Moderna ospita, dal 22 giugno al 1° settembre, la personale di Yuri Catania, dal titolo Jazz off the Wall – New Orleans Journey”.

La mostr,a a cura di Ursina Fasani e Michela Zucconi-Poncini, presenta una serie di fotografie e fotocomposizioni dell’artista italo svizzero ed è parte del progetto Jazz off the Wall, ideato dallo stesso artista, che porta tra le vie del centro storico una quarantina di opere di medie e grandi dimensioni stampate su supporto cartaceo e applicate sui muri di edifici pubblici e privati.

New Orleans Journey documenta l’esperienza vissuta da Yuri Catania nella città della Louisiana, dove ha saputo cogliere l’essenza della cultura del jazz, focalizzandosi in modo particolare su quegli artisti che nel corso degli ultimi quattro decenni hanno animato i palchi di JazzAscona. Il risultato di questa sua ricerca è una serie di fotografie e fotocomposizioni, in cui l’artista, a partire dagli scatti in bianco e nero, attraverso luce, tagli, contrasti, restituisce l’anima delle persone e della città e ne racconta le storie, i sogni, le gioie, le paure.

Il percorso espositivo si apre con un omaggio alla figura della donna, dalle cantanti, da sempre figure di spicco nei gruppi jazz, alle musiciste che solo in anni più recenti si sono affermate in un contesto prevalentemente maschile, dalle baby dolls, apparenti femme fatale che però svelano un passato legato alla discriminazione, all’unica bambina bianca nel mezzo di un’orchestra di bambini e ragazzi di colore, fino al giovane trombettista che, in abiti femminili, esprime la sua identità transgender. Accanto a questi scatti s’incontrano quelli dedicati alle architetture delle case, degli edifici storici e ai tipici battelli a vapore di New Orleans.

La mostra prosegue esplorando il tema della formazione dei musicisti jazz: dagli esordi nel contesto di un’orchestra di giovanissimi come la Roots of Music – un doposcuola che oltre alla formazione musicale si prefigge l’obiettivo di tenere i bambini lontani dalle strade – alle prestigiose università, come la Loyola University New Orleans e la University of New Orleans.

Tra le fotografie di grande formato delle marching band, dei gruppi di ascendenza gospel e dei ritratti di famosi musicisti, il visitatore può farsi avvolgere nell’atmosfera suggestiva delle abitazioni private di alcuni artisti, o partecipare all’emozione che si respira sul palco di un concerto, o ancora immergersi nel clima elettrico delle strade festose e chiassose, dove concerti e sfilate raggiungono il loro culmine durante la celebrazione del Mardi Gras.

New Orleans Flowers Legacy è il titolo della sezione in cui si trovano le omonime fotocomposizioni, in cui l’artista dapprima frammenta le proprie fotografie originali, riprendendone degli elementi, quali i ritratti dei musicisti e le architetture; quindi, li combina con elementi della flora della Louisiana e ticinese, in un dialogo surreale su sfondi colorati che seguono la scala cromatica dell’arcobaleno. Due opere di questo ciclo sono attualmente esposte nell’ufficio del sindaco di New Orleans e in una delle sale del Gallier Hall, sede del Dipartimento di Arte e Cultura della Città.

La rassegna si completa con un’opera site-specific. La sala è allestita come se ci si trovasse all’interno del laboratorio di Yuri Catania, con una grande opera di street art dedicata al progetto Jazz off the Wall, creata per l’occasione e lasciata intenzionalmente incompiuta per permettere ai visitatori di partecipare alla sua realizzazione. Nella stessa stanza si trovano due quadri, dalla serie The Saints of Jazz, risultato di post-fotografie realizzate con l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, stampate su tela e dipinte a mano con colori acrilici. Opere che trasportano l’osservatore in un mondo fantastico e che testimoniano di una nuova fase creativa dell’artista, interrogandosi allo stesso tempo sul futuro dell’arte.

Jazz off the Wall

Jazz off the Wall è un progetto di Yuri Catania che si prefigge di realizzare ad Ascona la più grande esposizione a cielo aperto dedicata al jazz, in occasione del 40esimo anniversario di JazzAscona, attraverso la tecnica della paste-up, ovvero applicando ai muri, con una colla vinilica, fotografie stampate su carta, in una forma di arte partecipativa che vede il coinvolgimento della popolazione, delle scuole e delle associazioni volontarie.

Grazie alla realtà aumentata, ogni opera prende vita regalando un’esperienza multisensoriale tramite brevi filmati realizzati dall’artista per svelare, come attraverso una finestra, la vita delle persone ritratte nella loro quotidianità. Scaricando l’applicazione gratuita Artivive sul proprio smartphone, ogni visitatore può scoprire i contenuti sottesi a ogni immagine. Allo stesso modo anche nelle sale del Museo Comunale musicisti, cantanti e ballerine, nelle strade della loro città, sui palchi dei locali e nell’intimità della loro casa, si animano sullo schermo.

La mostra al Museo proseguirà sino al al 1° settembre, orari: martedì – venerdì 10 — 12/ 14 — 17 ; sabato 10 — 17; domenica e festivi 10 — 16.

Cenni biografici

Yuri Catania nasce a Milano nel 1975 e, dopo gli studi di Disegno Industriale al Politecnico di Milano, nel 2005 inizia la carriera di fotografo e regista professionista nel mondo della moda, realizzando servizi per prestigiose riviste come “Vogue”, “Numéro”, “Harper’s Bazaar”, “Love Magazine”, “Elle”, “MarieClaire”, “GQ”, “Flair” e molte altre. Nel 2007 vince il Premio fotografico italiano, al quale seguiranno altri prestigiosi riconoscimenti, come il Cavallo di Leonardo per la migliore regia al MIFF Awards del 2014 e la Menzione d’Onore per l’opera American Flag da parte di ART.FAIR a Colonia. Nel 2006 è fondatore di un’agenzia di comunicazione creativa leader nel settore della moda con sede a Milano e, nel 2012, apre uno studio a New York. Dal 2013 vive e lavora in Svizzera, stabilendo il suo atelier creativo a Rovio e aprendo, con sua moglie Silvia, la galleria d’arte CasaGalleria.ART.

Una svolta importante nella sua carriera avviene nel 2013, quando il curatore René-Julien Praz lo invita a esporre nella collettiva Art Is Hope al Palais de Tokyo e alla Galleria Perrotin di Parigi. In seguito, le sue opere fotografiche saranno esposte a New York, Milano, Venezia, Colonia, Basilea e Zurigo. Dal 2018 inizia un percorso artistico in cui la sua fotografia esce dalle sale espositive per entrare in ambienti urbani e architettonici pubblici o privati, attraverso installazioni su larga scala con materiali sostenibili come la carta e la colla, coinvolgendo la popolazione nelle sue realizzazioni e creando dei ponti tra arte fisica e digitale con la realtà aumentata. Tra i progetti più rilevanti si ricorda la mostra del 2015 No Fashion Places, esposta a Milano, Venezia, Parigi, Tokyo e Zurigo, e il suo primo libro di fotografia, una sorta di percorso interiore volto alla ricerca di tracce di umanità in spazi abbandonati, facendo emergere l’autentica bellezza lontano dal luccichio sfrenato del lusso.

Tra le sue opere e installazioni più recenti, nel 2021 realizza I Gatti di Rovio, la più grande mostra di paste-up della Svizzera italiana con oltre 120 installazioni fotografiche per il nucleo e le case del paese, diventando la più grande esposizione open-air ad opera di un unico artista.

Nel 2023 è protagonista di Moonlit Garden al Museo Erarta di San Pietroburgo, una mostra personale curata da Olga Daniele con cinquanta opere della serie Black Flowers Secret Garden, i fiori notturni di Rovio che simboleggiano la bellezza come strumento di rinascita attraverso il sogno e la speranza.

Realizza inoltre l’opera partecipativa Lvgaxy Astro Flowers sulla facciata del Palazzo dei Congressi a Lugano. Estendendosi per 40 metri, l’installazione instaura un dialogo tra la natura del Parco Ciani, la tecnologia e la rappresentazione dell’astronauta Claude Niccolier, raggiungendo un’altezza di 8 metri. Quest’opera crea un corto circuito di speranza tra la scienza che esplora pianeti avulsi dalla natura e la bellezza dei fiori, insieme all’importanza della biodiversità che caratterizza il pianeta Terra. Lo stesso anno dà vita ad IMperfect, un’imponente opera di street art lunga 120 metri in uno spazio pubblico a Milano, in via Ventimiglia, per sostenere la ricerca sul cancro al seno, in collaborazione e a favore della Fondazione IEO-MONZINO. Le sue opere fanno parte delle collezioni di Banca Stato e Migros Zurigo, e di numerosi collezionisti privati.

JazzAscona

Dal 20 al 29 giugno 2024, Ascona accoglie la 40^ edizione di JazzAscona che proporrà una full immersion musicale di dieci giorni, una vera e propria maratona che, in un vortice gioioso di piccoli e grandi eventi, coinvolgerà tutto il pittoresco borgo del lago Maggiore. La formula immersiva e inclusiva delle ultime edizioni non verrà cambiata. Il festival sarà per il terzo anno di seguito interamente gratuito e proporrà non meno di 300 concerti, disseminati su tutto il territorio: sui palchi ufficiali in riva al lago, in una decina di esercizi pubblici della località e in situazioni (semi) acustiche, lungo le stradine e sulle piazze del centro.

In un cartellone confezionato dai responsabili musicali Matt Zschokke e Nolan Quinn, con il sostegno di Adonis Rose a New Orleans, ad Ascona si esibiranno oltre 350 artisti e una cinquantina di band, provenienti da New Orleans, dall’Europa e da tutta la Svizzera.

Informazioni e programma su www.jazzascona.ch

L'articolo Yuri Catania ad Ascona con “Jazz off the Wall – New Orleans Journey” proviene da ArteVarese.com.

]]>
https://www.artevarese.com/yuri-catania-ad-ascona-con-jazz-off-the-wall-new-orleans-journey/feed/ 0