Pittura Archivi - ArteVarese.com https://www.artevarese.com/categoria/arte/pittura/ L'arte della provincia di Varese. Fri, 25 Mar 2022 10:41:19 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.3.5 https://www.artevarese.com/wp-content/uploads/2017/05/cropped-logo-1-150x150.png Pittura Archivi - ArteVarese.com https://www.artevarese.com/categoria/arte/pittura/ 32 32 Vedo Rosso https://www.artevarese.com/vedo-rosso/ https://www.artevarese.com/vedo-rosso/#respond Wed, 23 Mar 2022 11:30:13 +0000 https://www.artevarese.com/?p=64858 Lugano – Una collettiva che mette in dialogo i lavori di trentacinque artisti di generazioni, nazionalità e culture differenti in un percorso immersivo, che indaga il tema del rosso nella sua varietà di significati e qualità espressive. La mostra, dal titolo Vedo Rosso, è in apertura, da sabato 26 marzo nella sede della Collezione Giancarlo […]

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Lugano – Una collettiva che mette in dialogo i lavori di trentacinque artisti di generazioni, nazionalità e culture differenti in un percorso immersivo, che indaga il tema del rosso nella sua varietà di significati e qualità espressive.
La mostra, dal titolo Vedo Rosso, è in apertura, da sabato 26 marzo nella sede della Collezione Giancarlo e Danna Olgiati di Lungolago Riva Caccia.
Esposte trentanove opere tra dipinti, fotografie, sculture e installazioni dove l’universo simbolico del colore rosso viene esplorato, indagato e interpretato.

Una selezione di opere della Collezione Olgiati, principalmente dagli anni Sessanta a oggi, di cui molte presentate per la prima volta in questa occasione per proporre un confronto tra artisti e artiste fra loro distanti cronologicamente e stilisticamente. Un’originale indagine sulla valenza simbolica del rosso, articolata secondo associazioni visive e semantiche solo in parte fedeli alla cronologia e alle distinzioni storiografiche.

Il percorso espositivo si apre con una riflessione sul colore rosso in termini metafisici. I calchi in gesso dipinti di Claudio Parmiggiani, accostati a quadri di due protagonisti della Transavanguardia italiana, Mimmo Paladino e Francesco Clemente, accolgono il visitatore coinvolgendolo in un’atmosfera di enigmatica sospensione ed evocando un arcano simbolismo che attinge a iconografie del passato, talvolta intessute di memorie personali.

Nella simbologia del rosso si coglie anche il rapporto con la velocità: l’esuberanza del colore si accompagna all’iconografia dell’automobile in una varietà di opere che spaziano da un collage di carte colorate del 1929 del futurista Fortunato Depero, a un significativo esempio dei più recenti quadri specchianti di Michelangelo Pistoletto, fino a un omaggio allo scultore Jimmie Durham, recentemente scomparso, insignito del Leone d’Oro alla carriera alla Biennale di Venezia del 2019.

Segue un capitolo dedicato a uno tra i nuclei fondanti della Collezione Olgiati, il Nouveau Réalisme con i francesi Arman e Martial Raysse che esaltano il potere attrattivo del rosso per celebrare gli oggetti della quotidianità elevandoli a nuova materia artistica. E ancora l’uso di questo colore contraddistingue le ricerche degli astrattisti italiani Ettore Colla e Piero Dorazio; se questi ultimi ricorrono alla riduzione del colore alla sua funzione espressiva più “semplice, perentoria e incisiva”, gli originali collages dell’americano Conrad Marca-Relli e le celebri impronte di pennello del ticinese Niele Toroni costituiscono ulteriori indagini sul colore rosso secondo personalissimi codici astratti.
Nell’ambito della mostra, uno spazio è dedicato a un nucleo di tre opere dell’anglo-indiano Anish Kapoor, che trasporta nella dimensione esistenziale e filosofica del rosso attraverso l’immagine poetica del “fiore”. La scultura “1000 Names”, del 1982, è interamente ricoperta di pigmento puro, sostanza viva che diviene essenza stessa dell’atto creativo.

Il percorso continua accompagnando i visitatori davanti a un monocromo rosso del 1956 di Yves Klein (tra gli esponenti di maggior rilievo del Nouveau Réalisme) che contraddistingue l’intera ricerca creativa dell’artista, nella tensione verso l’immaterialità del vuoto. Uno spazio immateriale, cosmico e spirituale viene evocato anche nelle superfici monocrome costellate di buchi di Lucio Fontana. Il suo Concetto spaziale (Teatrino), 1965, viene qui presentato in relazione ad altre due importanti opere del XX secolo, un autoritratto del 1969 di Gino De Dominicis e un Igloo del 1988, di Mario Merz, in un dialogo ideale sul tema dell’immortalità dell’opera d’arte, nonché sulla dialettica tra individuo e universo. Segue un omaggio all’arte concettuale di Giulio Paolini, presente in mostra con un iconico collage del 1969, dove la scelta del rosso è del tutto arbitraria e subordinata alla riflessione sullo spazio della rappresentazione.
Nelle opere di Tano Festa e Mario Schifano, protagonisti della scena artistica romana dei primi anni Sessanta, il rosso convive con la sperimentazione pittorica e l’indagine consapevole sul linguaggio dell’arte. Di Schifano viene esposto l’imponente paesaggio intitolato Palma, 1973, che attiva una sorprendente corrispondenza con il cielo infuocato di rosso del dipinto Aurora boreale, 1938, di Luigi Russolo.

L’ultima sezione della mostra presenta opere della stretta contemporaneità. Qui il rosso è associato a temi di stringente attualità. Attraverso sculture ispirate al colore e alla forma delle gocce di sangue, l’italiana Chiara Dynys e la palestinese Mona Hatoum, pur con accezioni e modalità diverse, alludono metaforicamente a tematiche quali la fragilità umana, l’oppressione e la marginalità della condizione femminile, mentre gli americani Kelley Walker e Wade Guyton, protagonisti della scena New Pop, offrono uno sguardo altrettanto profondo sulla simbologia del rosso come rappresentazione ed evocazione della violenza fisica o psicologica.
La mostra rimarrà in calendario sino al 12 giugno e sarà visitabile da venerdì a domenica dalle 11 alle 18.

Artisti e artiste in mostra:

Arman (Nizza, 1928 – New York, 2005) / Alighiero Boetti (Torino, 1940 – Roma, 1994) / Francesco Clemente (Napoli, 1952) / Ettore Colla (Parma, 1896 – Roma, 1968) / Gino De Dominicis (Ancona, 1947 – Roma, 1998) / Fortunato Depero (Fondo, 1892 – Rovereto, 1960) / Piero Dorazio (Roma, 1927 – Perugia, 2005) / Jimmie Durham (Houston, 1940 – Berlino, 2021) / Chiara Dynys (Mantova, 1958) / Tano Festa(Roma, 1938-1988) / Lucio Fontana (Rosario, Santa Fé, 1899 – Comabbio, 1968) / Marco Gastini (Torino, 1938-2018) / Wade Guyton (Hammond, 1972) / Mona Hatoum (Beirut, 1952) / Anish Kapoor (Bombay, 1954) / Yves Klein (Nizza, 1928 – Parigi, 1962) / Conrad Marca-Relli (Boston, 1913 – Parma, 2000) / Mario Merz (Milano, 1925-2003) / Gabriel Orozco (Xalapa, 1962) / Mimmo Paladino (Paduli, 1948) / Giulio Paolini (Genova, 1940) / Claudio Parmiggiani (Luzzara, 1943) / Michelangelo Pistoletto (Biella, 1933) / Walid Raad (Chbanieh, 1967) / Martial Raysse (Golfe Juan, 1936) / Sterling Ruby (Bitburg, 1972) / Ed Ruscha (Omaha, 1937) / Luigi Russolo (Portogruaro, 1885 – Cerro di Laveno, 1947) / Salvatore Scarpitta(New York, 1919-2007) / Mario Schifano (Homs, 1934 – Roma, 1998) / Sacha Sosno (Marsiglia, 1937 – Monaco, 2013) / Wolfgang Tillmans (Remscheid, 1968) / Niele Toroni (Muralto, 1937) / Kelley Walker(Columbus, 1969) / Aaron Young (San Francisco, 1972)

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Nella visione astratta del reale https://www.artevarese.com/nella-visione-astratta-del-reale/ https://www.artevarese.com/nella-visione-astratta-del-reale/#respond Sun, 20 Mar 2022 09:00:03 +0000 https://www.artevarese.com/?p=64829 Milano – Oltre trentacinque opere dal forte impatto visivo per due differenti ricerche sull’Invisibile attraverso la pittura e la fotografia nella mostra che, da martedì,  si apre a Casa Museo Boschi Di Stefano (con inaugurazione dalle dalle 16 alle 20). Protagoniste le opere di due fra gli artisti più rappresentativi delle proprie rispettive generazioni: Valentino […]

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Milano – Oltre trentacinque opere dal forte impatto visivo per due differenti ricerche sull’Invisibile attraverso la pittura e la fotografia nella mostra che, da martedì,  si apre a Casa Museo Boschi Di Stefano (con inaugurazione dalle dalle 16 alle 20). Protagoniste le opere di due fra gli artisti più rappresentativi delle proprie rispettive generazioni: Valentino Vago  e Silvio Wolf.

Due distinti percorsi, “Valentino Vago. Figure e orizzonti” e “Silvio Wolf. Prima del Tempo” che si sviluppano attraverso tecniche, materiali e linguaggi differenti  che dialogano su più piani: quello percettivo, cercando una costante interazione con l’osservatore per condurlo oltre il visibile, e quello concettuale, attraverso percorsi collegati tra loro nel continuo rimando a una ricerca metafisica e contemplativa dello spazio e al dissolversi dell’immagine nella luce e nel colore.

Moderno e contemporaneo, pittura e fotografia, “conversano” sulla soglia che collega tra loro ambiti generazionali e disciplinari distinti, riconoscendo la loro identità ed espressione nella visione astratta del reale.

Le mostre

Valentino Vago. Figure e Orizzonti
Una visione essenziale della pittura, un’arte astratta straordinaria e modernissima, mistica e pura, capace di emozionare nella sua costante ricerca dell’Invisibile. La retrospettiva sull’opera di Valentino Vago (1931-2018), inserita nella collana “Visti da Vicino”, prende spunto dai cinque dipinti già presenti nella collezione Boschi Di Stefano per ripercorrere l’evoluzione del suo percorso artistico sviluppatosi attorno a due elementi, la luce e il colore.
La mostra, allestita nelle stanze dell’ex scuola di ceramica di Casa Boschi Di Stefano al piano terra, propone diciannove opere, tutti olii su tela, che testimoniano come la vocazione artistica di uno dei maestri della pittura astratta italiana si sia sempre intrecciata a una ricerca spirituale che lo ha portato a creare un universo poetico straordinario e unico. Il percorso parte dall’opera accademica, Senza Titolo del 1953, in bilico tra figurazione e metafisica, per poi immergersi  nelle formulazioni astratte delle opere  degli anni Sessanta, intense e dalla visibilità silenziosa, perfette nel rappresentare l’Invisibile. Spiccano, tra le opere presenti in mostra, Spazio Solare (1960), pubblicata sulla copertina del pieghevole della mostra presentata da Guido Ballo al Salone Annunciata di Milano nel 1960 e mai più esposta al pubblico, e Orizzonte nero (1965), dove il tema del paesaggio, interiorizzato e mentale, entra nella pittura dell’artista come eliminazione di qualsiasi riferimento figurativo, avvio di un percorso ascetico e visionario che lo porterà a dipinti di grande respiro, diafani e rarefatti. La mostra è inoltre arricchita da documenti, cataloghi, fotografie, disegni inediti oltre a una serie di incisioni che evidenziano il passaggio dalla figurazione all’astrazione.

Silvio Wolf. Prima del Tempo
La mostra, al terzo piano di Casa Museo Boschi di Stefano, presenta quindici opere della serie “Orizzonti” di Wolf, fra i protagonisti indiscussi della ricerca contemporanea intorno alla fotografia astratta.  Gli Orizzonti sono sicuramente uno dei risultati più interessanti della sua ricerca sulle potenzialità linguistiche, percettive e cognitive della fotografia.
Non solo, l’attenta riflessione sul rapporto che l’opera instaura con lo spazio circostante fa sì che lo spettatore sia posto al centro di un’esperienza meditativa e sensoriale. Le opere scelte  dialogano con la forte personalità dello spazio e sono espressione di un’arte che amplifica la dimensione “di ascolto” che l’artista propone a chi osserva le opere.
Il titolo della mostra, “Prima del Tempo”, sottolinea come le opere di questa serie siano immagini pre-fotografiche create dalla luce direttamente sul frammento iniziale della pellicola, prima che essa registri la prima immagine e fuori dal controllo del fotografo. Queste esposizioni non intenzionali sono scritture di luce, immagini non ottiche, che si manifestano sulla superficie foto-sensibile durante il processo di caricamento della macchina e prima dell’inquadratura di alcun soggetto esterno, trasformandosi così in forme e linguaggio nella mente di chi le osserva.

Le mostre, a cura di Luca Pietro Nicoletti, continuerà sino al 5 giugno e sarà visitabile da martedì a domenica dalle 10 alle 17.30.

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Gian Piero Gasparini: l’oro e l’effimero https://www.artevarese.com/gian-piero-gasparini-loro-e-leffimero/ https://www.artevarese.com/gian-piero-gasparini-loro-e-leffimero/#respond Mon, 21 Feb 2022 09:30:39 +0000 https://www.artevarese.com/?p=64463 Milano – Spazio Kriptos ospita, sino al 25 febbraio, la mostra di pittura “Volti e risvolti nel terzo millenndio di Gian Piero Gasparini, a cura di Vera Agosti. Sono presenti opere che provengono da serie distinte e che partono dall’osservazione del reale ma arrivano ad una meditazione che lo trascende. Le opere hanno un formato […]

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Milano – Spazio Kriptos ospita, sino al 25 febbraio, la mostra di pittura “Volti e risvolti nel terzo millenndio di Gian Piero Gasparini, a cura di Vera Agosti.

Sono presenti opere che provengono da serie distinte e che partono dall’osservazione del reale ma arrivano ad una meditazione che lo trascende.

Le opere hanno un formato quadrato e sono realizzate con una tecnica molto personale. L’artista utilizza una tela robusta ed assorbente, che viene immersa in bagni di colore caldo e, successivamente, sottratta del pigmento attraverso un decolorante. A questo punto, la tela viene prima frammentata e poi ricomposta. L’intero processo metamorfico della tela segue un potente rituale e l’artista diventa un moderno alchimista in grado di trasformare la materia e, di conseguenza, sé stesso e il mondo.

Nella prima serie, l’artista ritrae il viso di giovani africani, ieratici, bellissimi, statuari, avvolti da un fondo completamente d’oro. In questo modo, le opere assumono un senso di sacralità e i volti diventano volti eterni, sfolgoranti in una forza vitale che non lascia indifferente lo spettatore.

Gasparini ha viaggiato in Africa Centrale ed è rimasto affascinato dalla grandiosità, dalla potenza, dai colori di quella parte di mondo che è la culla dell’essere umano e della natura all’ennesima potenza.

Molto stimolanti anche altre opere con fondo oro quali “Testa di cavallo” e “Ala” che, pur nella loro carnalità, alludono ad un altrove, quello che il filosofo Platone definisce come il mondo delle idee, astrazione e matrice di ogni cosa.

Per finire, la serie “Effimera” che ritrae insetti enormi visti dall’alto, tanto splendidi quanto fragili. Insetti che rischiano l’estinzione, insetti in pericolo, insetti che ci pongono domande capitali. “Quanto tempo ancora?”, “Quanti giorni dura una vita?”, “Quanti incontri sono veramente importanti?”, “Qual è l’ordine nascosto del mondo?”, “Quante vite sul pianeta Terra?”, “Quanti centimetri hai a disposizione?”. I quadri della serie “Effimera” hanno uno sfondo più scuro e completamente ricoperto da numeri i quali vorrebbero essere una possibile risposta, sia qualitativa che quantitativa, a queste domande così urgenti, numeri come moderni oracoli da interpretare, numeri che ci guardano come in uno specchio.

E tutti noi siamo come la grandiosa farfalla monarca, siamo come la delicata libellula chiamata “dragonfly” cioè drago volante. Quanti giorni ci rimangono? Forse la risposta ce la suggerisce anche la materia della tela di queste opere, una materia frammentata, una materia sbrindellata, una materia grezza che che tenta di resistere al baratro della fine.

Bellezza e fragilità, l’oro e l’effimero: così è la natura e così è l’uomo che è una piccola parte della natura stessa.Perennemente in bilico tra l’eterna bellezza dell’istante e l’atroce consapevolezza che tutto questo finirà.

La mostra, nella sede espositiva di via Panfilo Castaldi 26,  è visitabile sino al 25 febbraio, dal lunedì al venerdì dalle 16 alle 20.

 

Andrea Corbella

 

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Arte Sperimentale: Paolo Gioli https://www.artevarese.com/arte-sperimentale-paolo-gioli/ https://www.artevarese.com/arte-sperimentale-paolo-gioli/#respond Wed, 16 Feb 2022 10:00:50 +0000 https://www.artevarese.com/?p=64406 Milano – E’ di qualche giorno fa la notizia della scomparsa del poliedrico artista Paolo Gioli (1942-2022), riservato nell’indole ma intrepido nella ricerca, riconosciuto solo tardivamente dal mondo dell’arte. Oggi le sue opere sono esposte in istituzioni internazionali come il MoMA di New York e il Centre Pompidou di Parigi. Sperimentatore di nuove tecniche fotografiche […]

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Milano – E’ di qualche giorno fa la notizia della scomparsa del poliedrico artista Paolo Gioli (1942-2022), riservato nell’indole ma intrepido nella ricerca, riconosciuto solo tardivamente dal mondo dell’arte. Oggi le sue opere sono esposte in istituzioni internazionali come il MoMA di New York e il Centre Pompidou di Parigi.

Sperimentatore di nuove tecniche fotografiche analogiche, artista e cineasta avanguardista,  Gioli utilizza media molto diversi tra loro, esplorando nuovi linguaggi e rifiutando lo schema che i media stessi impongono.
L’artista scardina le convenzioni e attua una fusione tra pittura, pellicola e movimento.

Le sue opere danno vita a un immaginario complesso, dove i temi cardine, corpi, volti, genitali e natura, si caricano di un grande potere espressivo nella loro stratificazione. Plasma la materia come un alchimista ai primordi dell’era fotografica e utilizza metodi plurimi: dal foro stenopeico, che ricorda le prime camere oscure, al fotofinish, dalla stampa a contatto ai trasferimenti da un supporto all’altro.
Inventa “macchine”, ibridazioni tecniche pensate come farebbe un pioniere della fotografia: lo schermo multiplo con pannelli lignei scorrevoli su cui proietta le immagini, le cinecamere stenopeiche, che dimostrano come potremmo vedere con occhi privi di cristallino. Nel dispositivo fotografico, da lui costruito artigianalmente, smonta l’otturatore meccanico, mentre è proprio la sua mano a diventare otturatore. La manipolazione dell’immagine, tra spazio e tempo, avviene nella fase di ideazione, dimostrando che la sua ricerca non mira al bello, ma piuttosto al vero. Il risultato è fuori da ogni visione convenzionale. Infatti Gioli si definisce un “auto-confinato”, un artista fuori dalla società, fuori dagli schemi.

Lavora con l’immensamente grande (pellicole Polaroid di grande formato) e l’infinitamente piccolo (il bottone stenopeico), tra il macrocosmo, contenente in sé ogni parte, e il microcosmo che contiene in piccolo il tutto. Come un filosofo alla ricerca di risposte ai temi esistenziali, il suo atto creativo nasce dall’esigenza di reagire alla morte.

L’intera opera di Gioli ripercorre la dialettica tra nascita e morte, vivendo un forte impulso creativo nella prima fase di ideazione, per poi subire, nella fase finale, un momento di stasi quasi assoluta. Gioli è un artista-archeologo che esplora il mondo, raccogliendo le tracce del passaggio dell’uomo, al fine di comprendere meglio il conflitto primordiale tra Eros, il principio del piacere, e Thanatos, la pulsione della morte.

Che cos’è in fondo l’arte se non una “vera e profonda” reazione del pensiero umano al concetto di sparizione?

Marzia Rizzo

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Dalla strada a Brera e ritorno: la storia di RAVO raccontata questa sera a Gallarate https://www.artevarese.com/dalla-strada-a-brera-e-ritorno-la-storia-di-ravo-raccontata-questa-sera-a-gallarate/ https://www.artevarese.com/dalla-strada-a-brera-e-ritorno-la-storia-di-ravo-raccontata-questa-sera-a-gallarate/#respond Fri, 14 Jan 2022 10:38:21 +0000 https://www.artevarese.com/?p=64050 Il primo appuntamento 2022 della rassegna INCONTRO D’ARTISTA, ideato dallo storico colorificio Checchi di Gallarate, vede protagonista un giovane e già affermato personaggio, varesino di nascita. Il personaggio Si tratta di Andrea Ravo Mattoni che ha fatto dell’arte di strada il suo primo linguaggio prediletto, partendo in età adolescenziale coi graffiti e le bombolette per […]

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Il primo appuntamento 2022 della rassegna INCONTRO D’ARTISTA, ideato dallo storico colorificio Checchi di Gallarate, vede protagonista un giovane e già affermato personaggio, varesino di nascita.

Il personaggio

Si tratta di Andrea Ravo Mattoni che ha fatto dell’arte di strada il suo primo linguaggio prediletto, partendo in età adolescenziale coi graffiti e le bombolette per giungere oggi, alla soglia dei suoi quarant’anni ad essere conteso dalle maggiori capitali del mondo.

 

Con Macron e Mattarella

 

Lo vediamo fotografato infatti al fianco di personaggi come Mattarella, Macron, Sgarbi e il Principe di Monaco; è difficile trovare Ravo dalle nostre parti perchè ormai, nonostante la pandemia, viaggia da nord a sud del mondo; è infatti appena rientrato dal Brasile e a febbraio sarà di nuovo in partenza.

 

Dalla Street Art all’Accademia

La sua arte pittorica è davvero impressionante, per maestria e bellezza, per capacità – che provengono anche da un DNA che non mente: infatti padre, zio e nonno sono stati pittori e disegnatori noti e affermati. Andrea ha preferito partire dalla strada coi graffiti, per poi frequentare l’Accademia di Brera e tornare in un secondo momento, nelle città con la forza di chi ora ha conoscenze e capacità per creare qualcosa di davvero unico.

Al Lavoro nelle favelas

L’artista

Ravo si definisce un creativo perchè il suo linguaggio figurativo in verità rappresenta un tramite tra le preziosissime opere custodite nei musei, e la strada, dove tutti, indipendentemente dal grado culturale o dalla classe sociale, possano toccare, vedere, vivere la bellezza. Insomma un museo a cielo aperto, un percorso di bellezza e conoscenza, alla portata di tutti.

opera di Ravo a San Paolo- in Brasile

 

E in questa intuizione nasce la scelta creativa: portare la cifra espressiva di Maestri come il Caravaggio, su muri giganteschi presenti nelle megalopoli, e riaffermare l’arte del bello anche nella favelas, o in luoghi periferici che spesso sono in condizioni di degrado.

Un’opera sociale che è una grande operazione culturale, 

L’appuntamento

Avremo modo di approfondire la missione artistica e l’urgenza creativa del “nostro” Ravo proprio oggi, presso lo Show Room di Checchi Colori a Gallarate. L’incontro è moderato da Luisa Cozzi, Direttore Responsabile di Poetando Video Poesia.

Ravo-Checchi-Gallarate

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The Little Thing That Counts https://www.artevarese.com/the-little-thing-that-counts/ https://www.artevarese.com/the-little-thing-that-counts/#respond Mon, 27 Dec 2021 11:05:30 +0000 https://www.artevarese.com/?p=63817 Bruxelles – Le convergenze nella maggior parte dei casi potenziano le valenze delle parti in causa. La galleria Anna Marra situata nell’antico Ghetto Ebraico di Roma e dal 1913 importante presenza nell’ambito dell’arte contemporanea, ha stretto una collaborazione con la Gallery Nosco fondata a Londra nel 2007 da Cyril Moumen da sempre tesa a favorire […]

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Bruxelles – Le convergenze nella maggior parte dei casi potenziano le valenze delle parti in causa.

La galleria Anna Marra situata nell’antico Ghetto Ebraico di Roma e dal 1913 importante presenza nell’ambito dell’arte contemporanea, ha stretto una collaborazione con la Gallery Nosco fondata a Londra nel 2007 da Cyril Moumen da sempre tesa a favorire scambi culturali e programmi di residenza anch’essa nell’ambito dell’arte contemporanea.

Ad ospitare la sede di MARRA/NOSCO Gallery sono gli spazi del quartiere Santa Caterina al primo piano di un prestigioso edificio nel centro di Bruxelles.

L’atto di inaugurazione spetta alla collettiva “The Little Thing That Counts” composta da nove artisti di tenore internazionale.

La rumena Andreea Albani (Bucarest 1989) compone archivi di memoria sotto forma di alfabeto visivo.

Norbert Filip anch’esso rumeno genera, attraverso l’uso di grafite, monocromatiche forme geometriche.

Il cubano Carlos Martel (L’Avana 19899) usa il corpo come totale spazio pittorico.

Mentre i peruviani José Carlos e José Luis Martinat (Lima 1974) lavorano su sculture preesistenti con l’intento di attualizzarne forme e significanze.

Accostando materiali opposti quali vetro e metallo Tùlio Pinto (Brasilia 1974) struttura forme statuarie dove l’equilibrio tra le parti è dato da un misurato rapporto di forze intrinseche presenti all’interno dell’opera.

La nobilitazione di oggetti comuni attraverso un’operazione di raffinata manualità contraddistingue il lavoro dello statunitense Andrew Orloski, classe 1986.

Passando dal disegno, alla pittura Radu Oreian (1984 Tavernari, Romania) arriva a installazioni dove vengono rappresentate differenti categorie umane.

Legno, gesso, piombo passando attraverso un processo di combustione assumono differenti venature di nero conferendo alle opere di Nunzio (1954 Cagnano Amiterno) una rarefatta dimensione spaziale.

MARRA/ NOSCO Gallery – “The Little Thing That Counts” – Bruxelles, 41 rue Locquenghein 100. Fino al 29 gennaio 2022. Orari: mercoledì-venerdì 14-18,30; sabato 11-19.

Mauro Bianchini

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Leo Spaventa Filippi, il pittore che ferma il tempo https://www.artevarese.com/leo-spaventa-filippi-il-pittore-che-ferma-il-tempo/ https://www.artevarese.com/leo-spaventa-filippi-il-pittore-che-ferma-il-tempo/#respond Sun, 12 Dec 2021 09:34:34 +0000 https://www.artevarese.com/?p=63703 È stata inaugurata giovedì 2 dicembre e si può visitare fino a domenica 12 dicembre (dalle 14 alle 19), in Sala Veratti, a Varese, la mostra dedicata al celebre pittore Leo Spaventa Filippi, molto amato in città e apprezzato in tutta Italia. In esposizione la collezione di Bruno Grizzetti, che ha fortemente voluto l’evento a […]

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È stata inaugurata giovedì 2 dicembre e si può visitare fino a domenica 12 dicembre (dalle 14 alle 19), in Sala Veratti, a Varese, la mostra dedicata al celebre pittore Leo Spaventa Filippi, molto amato in città e apprezzato in tutta Italia. In esposizione la collezione di Bruno Grizzetti, che ha fortemente voluto l’evento a scopo benefico. Alla inaugurazione saranno presenti gli atleti più rappresentativi di WorldSoul Onlus, organizzazione senza scopo di lucro che utilizza lo sport come mezzo di integrazione sociale, promuovendo e sostenendo il Para-Dressage. Ha sede in Toscana e nasce nel 2016 dall’unione di due grandi passioni della sua presidente Gea Sepe Einaudi: l’amore per i cavalli e il desiderio di aiutare le persone. Il catalogo della mostra ha una prefazione illustre: quella del regista Davide Livermore, che il 7 dicembre, ha inaugurato, per la quarta volta di fila, la stagione della Scala con il Macbeth di Verdi.
Nello speciale tg, Filippo Brusa intervista Bruno Grizzetti, Davide Galimberti, Matteo Inzaghi e la figlia del pittore Silvia Spaventa Filippi.

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L’inquietudine di un’anima divisa in due https://www.artevarese.com/linquietudine-di-unanima-divisa-in-due/ https://www.artevarese.com/linquietudine-di-unanima-divisa-in-due/#respond Fri, 10 Dec 2021 08:55:36 +0000 https://www.artevarese.com/?p=63679 Mendrisio (CH) – Vi sono condizioni umane e storiche tali da portare un individuo all’uso di uno pseudonimo per definire se stesso e il proprio operato, quale irrisolto problema di identità, tanto più se tale scelta è maturata quando non esistevano leggi di marketing che utilizzavano tali funzioni a fini economico- commerciali. Lo pseudonimo con […]

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Mendrisio (CH) – Vi sono condizioni umane e storiche tali da portare un individuo all’uso di uno pseudonimo per definire se stesso e il proprio operato, quale irrisolto problema di identità, tanto più se tale scelta è maturata quando non esistevano leggi di marketing che utilizzavano tali funzioni a fini economico- commerciali.

Lo pseudonimo con cui Ralf Winkler accomuna uomo e artista pare probabile conseguenza della condizione geopolitica del suo paese natale: quella Germania che dall’ascesa di Hitler in poi non aveva fatto nulla per farsi amare dal resto del mondo, in più coadiuvata dall’italica demenza fascista e a guerra terminata divisa in due da regole di politica internazionale.

Arriviamo di conseguenza a A.R.Penck.

Due nodi lo tormenteranno per tutta la vita: il rifiuto all’ammissione dell’Accademia di Dresda e la disillusione nei confronti del socialismo reale.

Percorrerà un’esistenza mossa da un onnivoro desiderio di sapere, tanto da approfondire studi in ambito filosofico, scientifico, psicologico sino, a seguito dei suoi soggiorni negli Stati Uniti alla musica Jazz.

In ambito creativo spazia dalla pittura alla scultura, dal disegno alla xilografia, sino ad esprimersi su grandi superfici con segni sempre più ascrivibili a grafemi dai tratti infantili e primordiali, in stretta corrispondenza con il tormentato gigantismo di figure umane e animali.

A definire il percorso artistico di A.R. Penck (Dresda 1939- Zurigo 2017) concorre la retrospettiva a cura di Simone Soldini, Ulf Jensen e Barbara Paltenghi Malacrida, in corso presso il Museo d’arte di Mendrisio composta da oltre 40 dipinti di grande formato, 20 sculture in bronzo, cartone e feltro oltre a una settantina di opere su carta corredate da alcuni libri d’artista.

L’inquietudine di un’anima divisa in due crea percorrenze che vanno dalla sintesi estrema di alcune sculture al convulso affollamento espresso su una serie di tele mosse da sfondi frastagliati entro i quali sagome umane e animali paiono provenire da incisioni rupestri.

Il succedersi schizoide di piccoli colpi di pennello porta a un invasivo pulviscolo che pervade le figure al punto da alimentare l’enfasi primordiale di sopraffazione e sopravvivenza magistralmente espressa in “How it works”, esemplare allusione alla ferocia del genere umano.

Il secolare impianto narrativo e immaginifico del mondo pare compiersi in “Situation ganz ohne Scharz” dove a fronte di una orrifica presenza fiabesca si pone la figura mitologica di un centauro sorretta da una aerea sagoma aliena.

L’intera opera di A.R. Penck configura in un percorso ellittico che va dal colore usato come moto continuo alla stilizzata e antropologica sagoma umana, dall’essenzialità del silenzio all’omogenesi del tutto.

A.R. Penck – Museo d’arte Mendrisio, Piazzetta dei Serviti 1. Fino al 13 febbraio 2022. Orari: martedì-venerdì 10-12/ 14-17. Sabato e domenica e festivi 10-18. Biglietti: intero Euro 12, ridotto Euro 10.

Mauro Bianchini

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Una nuova occasione per visitare una personale dedicata a Betty Danon https://www.artevarese.com/una-nuova-occasione-per-visitare-una-personale-dedicata-a-betty-danon/ https://www.artevarese.com/una-nuova-occasione-per-visitare-una-personale-dedicata-a-betty-danon/#respond Mon, 06 Dec 2021 09:39:23 +0000 https://www.artevarese.com/?p=63607 Milano – Nel 2017 gli appassionati d’arte hanno avuto l’opportunità di visitare presso la Galleria Cristina Moregola a Busto Arsizio una personale dedicata a Betty Danon. Chissà se ne hanno approfittato ? Se la cosa fosse loro sfuggita per aderire ad una nuova occasione in merito dovranno salire su carrozza ferroviaria o muoversi con mezzo […]

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Milano – Nel 2017 gli appassionati d’arte hanno avuto l’opportunità di visitare presso la Galleria Cristina Moregola a Busto Arsizio una personale dedicata a Betty Danon.

Chissà se ne hanno approfittato ?

Se la cosa fosse loro sfuggita per aderire ad una nuova occasione in merito dovranno salire su carrozza ferroviaria o muoversi con mezzo proprio alla volta del capoluogo lombardo recandosi presso la storica Galleria Milano che da tempo ha messo in atto un percorso di ricerca filologica sugli artisti con cui ha collaborato negli anni ’60.

Purtroppo con ritardo, il lavoro di Betty Danon (Istanbul 1927-milano 2002) sta ricevendo da parte di critici e collezionisti una doverosa attenzione.

L’antologica in corso presso la Galleria Milano propone una serie di opere che vanno dalle “tele geometriche”, realizzate dall’artista agli inizi degli anni ’70 dove si evince l’interesse per la psicologia junghiana e la filosofia orientale, alla creatività delle “partiture astratte”, esposte dallo spazio milanese nel 1977 da Carla Pellegrini nella personale “Suono e segno”.

Il desiderio di Betty Danon di confrontarsi con altri artisti, la porta nel 1979 a spedire ad alcuni di essi suoi lavori eseguiti su pentagrammi musicali.

Il riscontro è sorprendente, riceve oltre 200 contributi dando così vita alla sua straordinaria esperienza di Mail Art.

Ad accompagnare la mostra milanese concorre un esaustivo catalogo edito da Kunstverein Publishing, arricchito da un testo di Bianca Trevisan.

Betty Danon – Milano – Galleria Milano, Via Manin 13. Fino a sabato 8 gennaio 2022. Orari: martedì-sabato 10-13,30/15-19

Mauro Bianchini

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«L’anima del mondo» di Leo Spaventa Filippi https://www.artevarese.com/lanima-del-mondo-di-leo-spaventa-filippi/ https://www.artevarese.com/lanima-del-mondo-di-leo-spaventa-filippi/#respond Fri, 03 Dec 2021 13:44:21 +0000 https://www.artevarese.com/?p=63601 World Soul «L’anima del mondo» è la Onlus che utilizza lo sport come mezzo di integrazione sociale, promuovendo e sostenendo il Para-Dressage. Fondata da Gea Einaudi, la pronipote del secondo presidente della Repubblica, Luigi Einaudi, e da Filippo Grizzetti, figlio di Bruno, noto allenatore di cavalli, l’associazione sta mandando in scena una mostra originale, aperta […]

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World Soul «L’anima del mondo» è la Onlus che utilizza lo sport come mezzo di integrazione sociale, promuovendo e sostenendo il Para-Dressage. Fondata da Gea Einaudi, la pronipote del secondo presidente della Repubblica, Luigi Einaudi, e da Filippo Grizzetti, figlio di Bruno, noto allenatore di cavalli, l’associazione sta mandando in scena una mostra originale, aperta tutti i giorni, dalle 14 alle 19, in Sala Veratti a Varese, dove, oltre alle foto degli atleti di World Soul Onlus, sono in mostra le opere del pittore Leo Spaventa Filippi della collezione Grizzetti. All’inaugurazione non mancava la figlia dell’artista Silvia, che ha ricordato così il padre, illustre protagonista del panorama culturale italiano del Novecento.

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