Busto Arisizio Archivi - ArteVarese.com https://www.artevarese.com/categoria/news-arte/busto-arisizio/ L'arte della provincia di Varese. Mon, 15 Jul 2024 07:29:58 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.3.5 https://www.artevarese.com/wp-content/uploads/2017/05/cropped-logo-1-150x150.png Busto Arisizio Archivi - ArteVarese.com https://www.artevarese.com/categoria/news-arte/busto-arisizio/ 32 32 L’Archivio, tra memoria e attualità https://www.artevarese.com/larchivio-tra-memoria-e-attualita/ https://www.artevarese.com/larchivio-tra-memoria-e-attualita/#respond Thu, 11 Jul 2024 09:00:49 +0000 https://www.artevarese.com/?p=74560 Busto A. – Pensare a una rubrica per disquisire sul ruolo della fotografia nella società odierna, significa rapportarsi necessariamente con il passato, anche recente, in cui il passaggio dall’analogico al digitale ha segnato un passo storico così dinamico da scompaginare anche i più inclini ai cambiamenti repentini. Da oltre 150 anni la fotografia è uno […]

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Busto A. – Pensare a una rubrica per disquisire sul ruolo della fotografia nella società odierna, significa rapportarsi necessariamente con il passato, anche recente, in cui il passaggio dall’analogico al digitale ha segnato un passo storico così dinamico da scompaginare anche i più inclini ai cambiamenti repentini.

Da oltre 150 anni la fotografia è uno strumento riconosciuto e di grande valore nel fissare la memoria collettiva, legata ai vissuti e alla società che, nel divenire, trasforma usi e costumi.

La promozione del territorio, sia esso di piccole o grandi dimensioni, passa necessariamente attraverso la produzione di immagini, capaci rappresentare le peculiarità artistiche, ambientali, architettoniche e distintive dei luoghi.

Interrogarsi sui temi dell’educazione e dell’uso delle immagini, sull’importanza della tutela e del trattamento dei materiali storici, del rapporto tra immagini e storia, tra immagini e realtà, tra immagini e arte, tra immagini e condizione esistenziale, risulta quanto mai necessario, se si vuole conservare una memoria visiva dei luoghi e dell’habitat, anche umano.

Il ruolo svolto dall’Afi diviene importante, in quanto si inserisce in un filone sociale che favorisce il dialogo con i territori, con le persone e con gli studiosi, raccogliendo testimonianze che altrimenti andrebbero perse, anche piccole, ma di grande valore, se incluse in un contenitore più ampio e articolato.

Le ricerche di documentazione dei beni architettonici e ambientali, il racconto dell’uomo nel lavoro, nella vita collettiva o privata, da promuovere attraverso campagne fotografiche mirate, non solo innalzano il livello qualitativo della fotografia, ma si trasformano in una rappresentazione intellettuale, che tratteggia una linea di confine tra documento e interpretazione, tenendo conto del piano di governo del territorio, con cui tutte le amministrazioni devono misurarsi, che necessita di apporti iconografici funzionali che un archivio organizzato può fornire.

Questa rubrica intende suggerire delle riflessioni attraverso la fotografia, non scartando alcun tema, compreso il reportage giornalistico e la fotografia d’arte, così da offrire una panoramica ampia e articolata sul fondo dell’Afi, composto da autori provenienti da tutta Italia, e anche dall’estero.

Partiamo con delle fotografie analogiche, scattate tra l’inizio del ‘900 e l’inizio del 2000. A distanza di 100 anni i ritratti mantengono il fascino identitario dei soggetti, sia negli scatti da studio, dalla posa lunga e ricercata, che nella grazia pittorica delle foto dipinte a mano, o ancora nella documentazione della dipartita o nei progetti sui territori, di cui la gente diviene l’emblema.

La fotografia è l’unico «linguaggio» compreso in ogni parte del mondo e, superando tutte le nazioni e le culture, unisce la famiglia umana.  Ci permette di condividere speranze e disperazioni altrui, chiarifica condizioni politiche e sociali. Noi diventiamo testimoni oculari dell’umanità e della disumanità degli uomini.

Helmut Gernsheim, Creative Photography

Claudio Argentiero

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Nel mondo della fotografia e dei suoi protagonisti https://www.artevarese.com/nel-mondo-della-fotografia-e-dei-suoi-protagonisti/ https://www.artevarese.com/nel-mondo-della-fotografia-e-dei-suoi-protagonisti/#respond Tue, 09 Jul 2024 14:17:37 +0000 https://www.artevarese.com/?p=74852 Busto A. – La fotografia è sempre più passione! Un hobby, un lavoro, un arricchimento personale, un modo di scoprire un talento che non si sapeva di possedere. Arte Varese ha voluto mettere a fuoco questo linguaggio artistico per conoscere, più da vicino la storia, la tecnica e i segreti che accompagnano l’ affascinante universo […]

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Busto A. – La fotografia è sempre più passione! Un hobby, un lavoro, un arricchimento personale, un modo di scoprire un talento che non si sapeva di possedere.

Arte Varese ha voluto mettere a fuoco questo linguaggio artistico per conoscere, più da vicino la storia, la tecnica e i segreti che accompagnano l’ affascinante universo di immagini.
Non solo. Nostro obiettivo è anche intervistare autori e far loro raccontare esperienze e il proprio vissuto.

Per questo, tra qualche giorno inizierà una rubrica dedicata alla fotografia a cura di Claudio Argentiero, autore e Presidente di AFI, Archivio Fotografico Italiano. Con lui “scatteremo” o meglio partiremo per un viaggio che ogni mese farà tappa sulla nostra rivista con notizie, approfondimenti e curiosità su questo magico mondo e i suoi protagonisti.

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Il blu è un colore… https://www.artevarese.com/il-blu-e-un-colore/ https://www.artevarese.com/il-blu-e-un-colore/#respond Tue, 05 Mar 2024 11:30:34 +0000 https://www.artevarese.com/?p=73577 Busto A. – “Più il blu è profondo e più richiama l’idea di infinito, suscitando la nostalgia della purezza e del soprannaturale”. Prendo a prestito questa asserzione di Kandinskij per scrivere di una rassegna, luminosa di blu e di intelligenza nelle scelte: da non perdere per schiarirsi occhio, mente e cuore. Articolata nelle sale della […]

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Busto A. – “Più il blu è profondo e più richiama l’idea di infinito, suscitando la nostalgia della purezza e del soprannaturale”. Prendo a prestito questa asserzione di Kandinskij per scrivere di una rassegna, luminosa di blu e di intelligenza nelle scelte: da non perdere per schiarirsi occhio, mente e cuore.

Articolata nelle sale della Fondazione Bandera e della galleria di Cristina Moregola varia sul colore blu, colore che non stanca mai e suggerisce malinconia e introspezione ma anche libertà e serenità. Emozioni e sentimenti che si provano appunto sostando con calma – non è sempre il blu a trasmettere questa sensazione? – davanti ad ogni opera esposta, in silenzio anche se poteva starci a sottofondo qualche nostalgica musica blues.

Su, alla Fondazione scorrono, disposti con opportuni rimandi che possono pure essere contrasti, lavori di consacrati maestri e di giovani che magari lo diventeranno. Tutti con le loro proposte contribuiscono a dare L’idea di infinito blu, il titolo felice della mostra, a cura di Cristina Moregola e Cristina Sissa (fino al 7 aprile 2024), e anche per loro calza a pennello quanto ha scritto Gillo Dorfles a proposito delle sette incisioni blu (esposte) di Enrico Della Torre perché davvero ogni artista presente riesce a costruire le sue immagini “senza mai perdere quella dimensione umana che fa di ogni linea, di ogni reticolo, di ogni punto l’equivalente di un dato emotivo, di un ricordo affettivo”.

Le stanze di Cristina Moregola non sono affollate di opere anche se gli artisti sono quattro e si può allora incominciare con Lucia Bonomo e le sue 32 squadrate lamine di ferro disposte in sapiente e ordinato rigore sulla candida parete. Su queste lievi lastre appaiono forme delicatamente colorate che trascorrono come in un blu di cielo, con effetti di trasparente e soffice luminosità. Di contro, appoggiate su un tavolo altrettanto candido, stanno invece i blue poems (1981-86) di Betty Danon che in anni di avanguardia informatica propose, servendosi del computer, crepitanti segni di poesia visiva. Due strade, quella della Bonomo e della Danon certamente diverse ma entrambe rivolte a individuare i connotati di una realtà sempre capace di tradursi in nuove e vivide emozioni.

Lo stesso vale per gli altri due artisti: Alfonso Talotta e Giulia Napoleone convocati a testimoniare il loro almost blue. Talotta contrasta blu a colori chiari evocando forme astratte, misteriose e grandiose, lontane; nei quadri di Giulia Napoleone  invece l’apparente staticità si frammenta via via in una molteplicità di filamenti cromatici tutti diversi, esili eppur carichi di energia, a rappresentare lo stato interiore di “quel” momento creativo.

S’era incominciato lamentandosi che mancava il sottofondo di musica blues ma davanti alle opere di Giulia Napoleone sceglierei i 5 Pezzi per orchestra dell’opera 61 di Schőnberg: uno, se non erro, il compositore lo aveva intitolato “Farben” (Colore). Chissà se pensava al blu!

 

Giuseppe Pacciarotti

 

Immagini: 1 Vanishing blues; 2 Geometrie d’azzurro 7 (2023)

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Busto, prende il via “Domeniche al Museo” https://www.artevarese.com/busto-prende-il-via-domeniche-al-museo/ https://www.artevarese.com/busto-prende-il-via-domeniche-al-museo/#respond Tue, 07 Nov 2023 10:25:17 +0000 https://www.artevarese.com/?p=72391 Busto A. – Dal 12 novembre prende avvio la tradizionale rassegna “Domeniche ai Musei”, con incontri  dedicati ad adulti e famiglie. Per due domeniche al mese, fino a settembre 2024 (con pausa nei mesi estivi, quando verranno proposti percorsi guidati all’aperto) i Musei Civici offrono al pubblico la possibilità di partecipare ad appuntamenti tematici di […]

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Busto A. – Dal 12 novembre prende avvio la tradizionale rassegna “Domeniche ai Musei”, con incontri  dedicati ad adulti e famiglie.
Per due domeniche al mese, fino a settembre 2024 (con pausa nei mesi estivi, quando verranno proposti percorsi guidati all’aperto) i Musei Civici offrono al pubblico la possibilità di partecipare ad appuntamenti tematici di approfondimento della collezione museale, svolti a cura dei Servizi educativi museali.

Il nuovo calendario avrà come filo conduttore il tema del viaggio, declinato secondo diverse accezioni: al Museo del Tessile e della Tradizione industriale, si viaggerà “nel tempo”, dall’Antichità ai giorni nostri. Riprendendo l’antichissimo legame tra letteratura e tessitura, gli appuntamenti metteranno infatti in dialogo miti, leggende e romanzi di tutti i tempi con la collezione museale, nel ciclo “Trame, di storie e di tessuti”.

Alle Civiche Raccolte d’Arte di Palazzo Marliani Cicogna, si proporrà un “viaggio nel paesaggio”, alla scoperta di mondi più o meno lontani, reali o immaginati, partendo da alcune opere della collezione, tra cui quelle che hanno trovato recente collocazione tra le sale del museo.

Non mancheranno le Giocomerende dedicate alle famiglie con bambini, che si svolgeranno una domenica al mese, alternativamente in uno dei due musei cittadini, secondo temi sempre diversi, per educare i visitatori di domani alla bellezza della cultura con attività divertenti a misura di bambino! (i bambini dovranno essere accompagnati da un adulto per l’intera durata dell’attività).

“Le proposte di avvicinamento per i più piccoli e di approfondimento per gli adulti – ha sottolineato la vicesindaco e assessore alla Cultura Manuela Maffioli – sono un’occasione preziosa per conoscere e ammirare il nostro patrimonio artistico museale e, per le famiglie, per condividere un’esperienza all’insegna della bellezza.”

Tutte le attività sono gratuite con prenotazione obbligatoria fino a esaurimento dei posti disponibili, da effettuare circa 10 giorni prima di ogni appuntamento ai link comunicati sui seguenti canali: homepage del Comune di Busto Arsizio, pagina Facebook “Didattica museale e territoriale città di Busto Arsizio” e profilo Instagram “bustoarsiziomusei”.

Il link per prenotare il primo appuntamento, dedicato agli adulti, in programma per domenica 12 novembre al Museo del Tessile : https://affluences.com/comune-di-busto-arsizio/museo-del-tessile-e-della-tradizione/reservation?type=21&date=2023-11-12

Al momento della prenotazione dal sito di Affluences, verrà chiesto di confermare la prenotazione cliccando su un link che sarà inviato alla vostra casella di posta elettronica.
La conferma tramite link dovrà essere effettuata entro 2 ore dalla prenotazione. In caso contrario, la prenotazione non sarà confermata.

Informazioni: Didattica Museale e Territoriale Tel. 0331 390 242 – 349.

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“Della Natura e dell’Arte”, cinque mostre raccontano https://www.artevarese.com/della-natura-e-dellarte-cinque-mostre-raccontano/ https://www.artevarese.com/della-natura-e-dellarte-cinque-mostre-raccontano/#respond Mon, 09 Oct 2023 17:00:57 +0000 https://www.artevarese.com/?p=71991 Busto Arsizio, Castellanza – Giunta alla quarta edizione, “Della Natura e dell’Arte” ideata e curata da Cristina Moregola con la collaborazione di Andrea Cavalli e Chiara Greco vede la presenza di cinque artisti le cui mostre sono state allestite presso i due spazi della Fondazione Bandera, A&A Studio Legale, Galleria Cristina Moregola a Busto Arsizio […]

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Busto Arsizio, Castellanza – Giunta alla quarta edizione, “Della Natura e dell’Arte” ideata e curata da Cristina Moregola con la collaborazione di Andrea Cavalli e Chiara Greco vede la presenza di cinque artisti le cui mostre sono state allestite presso i due spazi della Fondazione Bandera, A&A Studio Legale, Galleria Cristina Moregola a Busto Arsizio e a Castellanza nelle sale della Biblioteca Comunale.

In “Panacea” installazione di Alessio Barchitta sita nell’ala superiore della Fondazione Bandera, si respira aria di alchemica magia. Una serie di arti inferiori, depositati su erbe officinali, paiono fare riferimento alle traversie sostenute dagli esseri umani nel corso dei secoli e alla possibilità d’uso di eventuali lenimenti.

Con “Innatura” Francesco Ciavaglioli, nello spazio a piano terra della Fondazione, tende a caratterizzare l’area espositiva ponendo le sue opere su rilievi simili a davanzali dando risalto, attraverso la pittura, sia alla lievità degli insiemi floreali, sia con densità di toni, alle cadenze formali delle piante.

Misura di tratto e rigore segnico contraddistinguono “ Come si adagia sulla terra” di Daniela Novello, le cui opere sono presenti alla Galleria Cristina Moregola. Le raffinate composizioni, pari a sussurri, traggono la loro essenza da forme primigenie il cui evolversi crea trame dettate da precise cadenze matematiche.

Di inclusione sociale tratta la mostra accolta da A& A Studio Legale, frutto dell’esperienza lavorativa di Giovanni Lucchesi che nel cuore del quartiere Forlanini a Milano ha dato vita ad una cooperativa dove trovano occupazione persone con differenti fragilità. A documentare tale realtà concorrono i bozzetti e i disegni di capi di vestiario dai quali ha preso vita il Filo Colorato che ha portato alla linea di abbigliamento MAFRIC, il tutto descritto dalle fotografie di Francesca Bianchini.

Con “La memoria del fiume” Paolo Minioni propone, presso le sale della Biblioteca Comunale di Castellanza, un percorso fotografico tra due corsi d’acqua: l’Olona e il Toce, suo fiume d’adozione dando corpo, attraverso il flusso delle correnti, ad una sequenza di immagini dove le increspature delle onde mutano di forma e colore con il trascorrere delle ore.

Della Natura e dell’Arte – Busto Arsizio – Fondazione Bandera e Galleria Cristina Moregola, Via Andrea Costa 29- Orari : giovedì-domenica 16-19. A&A Studio Legale, Via Benvenuto Cellini 22. Orari: lunedì – sabato 15-18. Castellanza – Biblioteca Comunale, Piazza Castegnate 2, Orari: martedì-sabato 9,30-18,30. Fino al 29 ottobre.

Mauro Bianchini

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I vincitori della Ia edizione di BAlloon, il festival del Fumetto https://www.artevarese.com/i-vincitori-della-ia-edizione-di-balloon-il-festival-del-fumetto/ https://www.artevarese.com/i-vincitori-della-ia-edizione-di-balloon-il-festival-del-fumetto/#respond Mon, 09 Oct 2023 15:50:38 +0000 https://www.artevarese.com/?p=72008 Busto – Tommaso Favoino, Elisa Vidoni e  Rosa Puglisi sono i vincitori delle tre categorie, beginner e professional del Comics Contest organizzato nell’ambito di BAlloon, il primo Festival del Fumetto cittadino. Il tema del Concorso  “La generazione del futuro tra sogno e realtà: ultima generazione o “generazione 0”?” che sollecitava numerose riflessioni  e  domande come […]

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Busto – Tommaso Favoino, Elisa Vidoni e  Rosa Puglisi sono i vincitori delle tre categorie, beginner e professional del Comics Contest organizzato nell’ambito di BAlloon, il primo Festival del Fumetto cittadino.

Il tema del Concorso  “La generazione del futuro tra sogno e realtà: ultima generazione o “generazione 0”?” che sollecitava numerose riflessioni  e  domande come “la continuità e il ricambio generazionale quale ponte verso nuove epoche e cambiamenti per rinnovati modelli di società. Oppure cosa sogniamo o ci aspettiamo? Un’ultima generazione o una “generazione 0”? Un futuro come ritorno al passato o un futuro ipertecnologico?, ha scatenato la fantasia dei partecipanti.
Alla presenza delle autorità e dell’organizzatore del contest, A&A Studio Legale, sabato scorso in Biblioteca si è svolta la cerimonia di premiazione.

Andiamo dunque a conoscere i vincitori.

Tommaso Favoino, di anni 8, di Mozzate (Co) frequenta il quarto anno della scuola primaria si è aggiudicato il premio nella categoria JUNIOR. Tra le sue passioni, leggere Topolino e disegnare fumetti di propria fantasia. L’opera vincitrice riguarda degli insetti che si chiedono se nel futuro la tecnologia sarà disponibile anche per loro.

Elisa Vidoni, 37 anni, di Folgaria nel Friuli (UD), è stata premiata per la categoria BEGINNER. Ha presentato un’opera di riflessione sul futuro dei ragazzi e delle ragazze con l’avvento dei social trasportati in una realtà virtuale. Il fumetto pone l’attenzione sulle difficoltà di linguaggio e di socializzazione dei giovani d’oggi.

Rosa Puglisi, 47 anni, originaria di Paternò (CT) e residente a Milano è la vincitrice della categoria PROFESSIONAL. Il suo pseudonimo è Vorticerosa, autrice completa di fumetti, illustratrice e art director. È stata vincitrice del terzo premio Euregio del concorso “Paint your Mozart” e selezionata per l’Annual degli Illustratori Italiani del 2010. La sua opera si intitola “Dialogo con il mar” che ha come filo conduttore la difficoltà per i giovani di immaginare un futuro a lungo termine. C’è molta pragmaticità nella loro vita e il domani è adesso. Gli adulti non sono capaci di trasmettere l’amore per la storia come testimone per migliorare il futuro. Per Vorticerosa non c’è un vero ascolto tra adulti e giovane generazioni.

 

 

 

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Carlo Farioli, la luce e la materia https://www.artevarese.com/carlo-farioli-la-luce-e-la-materia/ https://www.artevarese.com/carlo-farioli-la-luce-e-la-materia/#respond Tue, 26 Sep 2023 14:00:53 +0000 https://www.artevarese.com/?p=71806 Busto Arsizio – A conferire doveroso risalto alla levatura artistica di Carlo Farioli nel decimo anniversario della sua scomparsa, concorre la personale “La Luce e la Materia” a cura di Antonio Maria Pecchini e Elisabetta Farioli, nei locali del suo studio diventati sede dell’Associazione Culturale Spazio Arte Carlo Farioli a lui dedicata, con inaugurazione sabato […]

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Busto Arsizio – A conferire doveroso risalto alla levatura artistica di Carlo Farioli nel decimo anniversario della sua scomparsa, concorre la personale “La Luce e la Materia” a cura di Antonio Maria Pecchini e Elisabetta Farioli, nei locali del suo studio diventati sede dell’Associazione Culturale Spazio Arte Carlo Farioli a lui dedicata, con inaugurazione sabato 30 settembre alle 18.

I ritratti in mostra vibrano di un potenziale dove la componente umana si fonde con afflati di intensa spiritualità. Mentre nei paesaggi gli elementi della natura percorrono gli spazi definendo le distinte dimensioni dei luoghi, ma anche le regole insite nelle cadenze che regolano i tratti delle stagioni, i loro moti di quiete come la loro pulsante irruenza.

E oltre, Carlo Farioli ha saputo definire l’origine del mondo, l’essenza acquea e terrena, il silenzio e il fragore che accompagna ogni creazione.
Vi sono opere dove gli afflati personali diventano assoluto esistenziale.

Altresì nell’aprirsi al genere umano Farioli ne scarnifica le forme in una operazione di scavo tale da portare allo scoperto le distinte tensioni piscologiche, arrivando a definire territori entro cui l’uomo matura sia la propria dissoluzione sia la propria salvezza.
Di quanto le porte dello studio di Carlo Farioli siano sempre state aperte a chiunque avesse desiderio di confronto e di crescita umana e intellettuale, lo dimostra la presenza in mostra di opere di artisti che con lui hanno stretto un profondo legame di stima reciproca.
Tra questi, Antonio Maria Pecchini, Sergio Mara, Massimo Massarelli, Giancarlo Pozzi, Giovanni Beluffi, Jano Sicura e Annibale Vanetti.

Ad accompagnare la mostra concorre un catalogo dove compaiono testi critici di Antonio Maria Pecchini, Luciana Ruffinelli e della figlia Elisabetta Farioli dove emerge la tenerezza di alcuni momenti di intima quotidianità quando da bambina curiosava nello studio controllata affettuosamente a vista dal padre affinché non combinasse pasticci.

Carlo Farioli – “ La Luce e la Materia” – Busto Arsizio – Spazio Arte Carlo Farioli, Via Silvio Pellico 15. Inaugurazione sabato 30 settembre ore 18. Orari: da giovedì a sabato 16,30-19. Domenica 10,30-12/16,30-19

Mauro Bianchini

 

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Il “Nomadismo esplorativo” di Ivo Stelluti https://www.artevarese.com/il-nomadismo-esplorativo-di-ivo-stelluti/ https://www.artevarese.com/il-nomadismo-esplorativo-di-ivo-stelluti/#respond Thu, 06 Jul 2023 14:38:38 +0000 https://www.artevarese.com/?p=70909 Busto Arsizio – A Ivo Stelluti la città sta stretta, del resto ha predecessori illustri. Dalla cittadona sono fuggiti senza fare ritorno, se non in forma privata, il violinista di levatura internazionale Uto Ughi, considerato uno dei massimi esponenti della scuola violoncellistica italiana e Massimiliano Gioni, critico d’arte contemporanea e Direttore della 55esima Biennale di […]

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Busto Arsizio – A Ivo Stelluti la città sta stretta, del resto ha predecessori illustri.
Dalla cittadona sono fuggiti senza fare ritorno, se non in forma privata, il violinista di levatura internazionale Uto Ughi, considerato uno dei massimi esponenti della scuola violoncellistica italiana e Massimiliano Gioni, critico d’arte contemporanea e Direttore della 55esima Biennale di Venezia, tra le più apprezzate a livello internazionale degli ultimi decenni.

“Nomadismo esplorativo: ecco di cosa sono affetto” afferma Stelluti nel risvolto di copertina del suo libro di viaggi “Un albergo a mille stelle”.
Nato a Busto Arsizio nel 1976 Ivo Stelluti è artista poliedrico, musicista, dj-set, organizzatore di reading letterari, pittore e creatore di installazioni e opere ri-art, l’arte del riciclo.

I ricordi per nostra salvezza non hanno successione cronologica, arrivano mossi da incontrollabili folate indifferenti alla stretta razionalità. Di tale libertà si compone la cadenza narrativa del libro.

E’ la minuziosità dei particolari a definire l’autenticità di un’opera d’arte, così è anche nella vita e l’autore coglie le minime vibrazioni presenti nelle persone che incontra, nei territori che percorre e negli spazi entro i quali sosta e soggiorna amplificandone l’essenza sino a coglierne l’intrinseca nobiltà.

E’ uno sguardo delicato quello di Ivo Stelluti.
Il suo porsi nei confronti delle persone che incontra comprende rispetto e desiderio di apprendimento.

A fronte di una mappa geografica dei luoghi da lui visitati, l’autore compone un proprio disegno interiore che col tempo diviene sedimento di sapere, di esperienza intellettiva e sentimentale.
Tali consonanze sono bene espresse nella descrizione dell’isola di Amantani nel lago Titicaca in Perù, dove gli abitanti non posseggono orologi e “Tutto è regolato dal sorgere e dal tramontare del sole”.
Forse questo ci insegna Ivo Stelluti: anche solo sognare un viaggio significa ribellarsi alle cadenze della quotidianità.

Ivo Stelluti – “Un albergo a mille stelle” – Aporema Edizioni, pp 219, Euro 13,90.

Mauro Bianchini

 

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Giuseppe Merlini, un uomo di stile https://www.artevarese.com/giuseppe-merlini-un-uomo-di-stile/ https://www.artevarese.com/giuseppe-merlini-un-uomo-di-stile/#respond Fri, 23 Jun 2023 06:00:15 +0000 https://www.artevarese.com/?p=70722 Busto A. – Lo vedevo in via Galilei camminare a passo svelto, il cappotto appoggiato con noncuranza sulle spalle, e talvolta ci si fermava a parlare: di cose d’arte, soprattutto di pittura di cui il dottor Giuseppe Merlini, scomparso qualche giorno fa, era appassionato e raffinato collezionista. Sempre discreto e riservato, mai che magnificasse un […]

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Busto A. – Lo vedevo in via Galilei camminare a passo svelto, il cappotto appoggiato con noncuranza sulle spalle, e talvolta ci si fermava a parlare: di cose d’arte, soprattutto di pittura di cui il dottor Giuseppe Merlini, scomparso qualche giorno fa, era appassionato e raffinato collezionista.

Sempre discreto e riservato, mai che magnificasse un quadro da lui posseduto; piuttosto impressioni su mostre visitate o su incontri con artisti, studiosi e galleristi, appagato di conoscere e approfondire con loro lo svolgersi dell’arte e il significato delle opere che sceglieva sempre con sensibilità e competenza.

Le abbiamo viste, queste opere, con stupita ammirazione non a Busto, dove risiedeva e aveva un autorevole studio di commercialista, bensì a Venezia, e qui ben due volte. La prima nel 2011, al prestigioso Istituto Veneto di Scienze e Lettere; la seconda sette anni dopo nel palazzo di quell’artefice enciclopedico e irrequieto che fu Mariano Fortuny, con le opere della collezione disposte tra arredi, quadri, stoffe preziose, bozzetti e attrezzi di teatro di cui si occupava appunto l’originale padrone di casa. Restano nel catalogo della rassegna alcune immagini del suggestivo allestimento  a provare come le opere “moderne” della collezione Merlini convivessero in felice armonia entro gli impegnativi spazi, non so se più proustiani o dannunziani, del museo.

Dei grandi artisti italiani del secolo scorso non ne mancava uno. Si partiva con un suggestivo ed efficace “incipit” – una scultura di Wildt e a fianco le ceramiche di Melotti e Fontana, il maestro e due allievi – ad indicare il procedere inarrestabile dell’arte. S’incontravano poi Modigliani con tre inconfondibili disegni, De Chirico col “Cheval d’Agamènnon” del 1929 e l’“Apollo” del fratello Alberto (Savinio). Insieme con loro tutti gli “Italiens” di stanza a Parigi e i pittori, sia in ambito figurativo, sia astratto, attivi fra le due guerre per poi proseguire oltre
la metà del secolo scorso e fino alle esperienze dei nostri giorni.

Ammirevole davvero l’accuratezza sagace delle scelte: Merlini doveva essere convinto della loro qualità e rappresentatività; eventuali investimenti economici proprio non gli si addicevano. Anche lui poi, come tutti i collezionisti, aveva le sue predilezioni. Una su tutte per Giorgio Morandi e la sua “poetica ricognizione del mondo di natura” citando Roberto Longhi. Anche con le opere presenti nella raccolta vennero predisposti alla Fondazione Longhi di Firenze una puntuale mostra e un volume, prezioso e rigoroso, volti a indagare i rapporti di stima e di amicizia fra il pittore e il critico d’arte.

Altro artista prediletto Ennio Morlotti di cui Merlini seppe riunire esempi di grande bellezza, dagli irruenti paesaggi degli anni Cinquanta fino a un testoriano “Teschio” del 1980. E di sicuro ve ne saranno stati altri, anche fra gli informali (mi vien da scrivere Fontana: cinque “Concetti spaziali” non son pochi!) e i giovani.

Di questi e altri artisti si parlava in via Galilei ma anche della sua profonda amarezza, da me pienamente condivisa, per il disinteresse di Busto, o meglio di qualche suo amministratore, per la collezione che sarebbe stato ben felice di destinare alla città così che diventasse patrimonio di tutti. Dopo lo sdegno, mai comunque espresso sopra le righe come era nel suo stile, tornava un sorriso se si veniva a parlare di una Busto più bella e garbata e della sua mamma – la signora Luigia – sempre sorridente e gentile nel porgere deliziosi africani e cannoncini nella pasticceria di famiglia in via Cavour, un luogo del cuore per Giuseppe Merlini che volle far evocare nella “Composizione 17”  degli scultori- ceramisti Bertozzi & Casoni. Qui c’è anche la Madonna dell’Aiuto e tutto il mondo di Giuseppe Merlini, uomo poco incline a comparire, ma di quelli che a Busto “con tacer pudico” tanto, davvero tanto, hanno saputo dare.

Giuseppe Pacciarotti

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“Saranno gli alberi che salveranno il mondo?” https://www.artevarese.com/saranno-gli-alberi-che-salveranno-il-mondo/ https://www.artevarese.com/saranno-gli-alberi-che-salveranno-il-mondo/#respond Wed, 19 Apr 2023 07:00:39 +0000 https://www.artevarese.com/?p=69902 Busto Arsizio – Il tema “Saranno gli alberi che salveranno il mondo?”, indicato dal docente dell’Istituto Italiano di Fotografia, Erminio Annunzi è stato interpretato dagli studenti del secondo anno del Corso Professionale Biennale di Fotografia  ed esposto in un progetto collettivo nella sede di Spazio Arte Farioli. Gli alberi sono presenti sul nostro pianeta da […]

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Busto Arsizio – Il tema “Saranno gli alberi che salveranno il mondo?”, indicato dal docente dell’Istituto Italiano di Fotografia, Erminio Annunzi è stato interpretato dagli studenti del secondo anno del Corso Professionale Biennale di Fotografia  ed esposto in un progetto collettivo nella sede di Spazio Arte Farioli.

Gli alberi sono presenti sul nostro pianeta da circa 400 milioni di anni: hanno dimostrato grande capacità di adattamento e una totale indipendenza dal genere umano, che invece necessita delle piante per godere di un ambiente ideale alla propria sopravvivenza ed evoluzione.

Seguendo le proprie inclinazioni stilistiche, gli autori hanno voluto così analizzare e interpretare lo stato attuale del patrimonio boschivo e del complesso rapporto tra uomo e natura ciascuno indagandolo con personale sensibilità.

Al progetto hanno aderito: Nicola Bianculli con “Tree.0”, Matteo Cigala con “Infestante”, Paolo Ferrara con “De deis arboribusque”, Stefano Laureana con “Alberi come diamanti”, Francesca Massei con “Future Landscapes”, Luca Roggero con “La forma degli alberi”, Umberto Ruffo con “Eterna Rinascita” e “Monumenti”, Guido Santacroce con “L’Albero della Vita”, Helmut Schwanke con “La tempesta Vaia” e Anna Zagonel con “Vaia”.

La collettiva rimarrà in calendario sino al 30 aprile e sarà visitabile: da giovedì a sabato dalle 16.30 alle 19; domenica 10.30-12/16.30-19.

 

 

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