Canton Ticino Archivi - ArteVarese.com https://www.artevarese.com/categoria/news-arte/canton-ticino/ L'arte della provincia di Varese. Fri, 23 Aug 2024 07:29:54 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.3.5 https://www.artevarese.com/wp-content/uploads/2017/05/cropped-logo-1-150x150.png Canton Ticino Archivi - ArteVarese.com https://www.artevarese.com/categoria/news-arte/canton-ticino/ 32 32 “Percorsi culturali sostenibili del Mendrisiotto” https://www.artevarese.com/percorsi-culturali-sostenibili-del-mendrisiotto/ https://www.artevarese.com/percorsi-culturali-sostenibili-del-mendrisiotto/#respond Wed, 21 Aug 2024 07:59:56 +0000 https://www.artevarese.com/?p=75206 Mendrisiotto – In occasione del quarto compleanno della rete dei Musei d’Arte del Mendrisiotto (MAM) il Museo Vincenzo Vela ha organizzato il 1° settembre  un apero-jazz con il gruppo musicale Pierino e i lupi, concerto nato dalla collaborazione con l’associazione Jazz in Bess e con la complicità del Grotto Grassi di Tremona. Per l’anniversario la […]

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Mendrisiotto – In occasione del quarto compleanno della rete dei Musei d’Arte del Mendrisiotto (MAM) il Museo Vincenzo Vela ha organizzato il 1° settembre  un apero-jazz con il gruppo musicale Pierino e i lupi, concerto nato dalla collaborazione con l’associazione Jazz in Bess e con la complicità del Grotto Grassi di Tremona.

Per l’anniversario la rete MAM ha realizzato una mappa che offre “Percorsi culturali sostenibili del Mendrisiotto”, una carta geografica in cui sono proposti itinerari che collegano i cinque musei d’arte del territorio lungo percorsi pensati per incentivare la mobilità sostenibile e favorire la scoperta della regione. Un segno tangibile che rafforza la volontà dei cinque Musei di “mettersi in rete” realizzando dei progetti culturali in comune.

Il programma della giornata, ricco e variegato, inizierà alle 10.30 al Teatro dell’architettura Mendrisio con la presentazione e la distribuzione della mappa e proseguirà nel pomeriggio al Museo d’arte Mendrisio, quindi alla Pinacoteca cantonale Giovanni Züst a Rancate, al m.a.x. museo a Chiasso, per concludersi a Ligornetto al Museo Vincenzo Vela.
Ogni istituzione proporrà alcune attività come visite guidate gratuite o brevi presentazioni di  di interesse storico-artistico. Alle ore 16.45 sarà infatti possibile conoscere più da vicino la “Pesa pubblica” situata nel centro di Ligornetto, grazie ad un breve commento di Stefania Fink, mediatrice del Museo.

A seguire, il concerto con la band Pierino e i lupi composta da Paolo Botti, viola, banjo; Simone Mauri, clarinetto basso; Peter Zemp, fisarmonica. Una band la cui musica, per stessa ammissione dei musicisti, è di difficile definizione. Folk ironico o jazz poetico? free folk? La loro particolarità è dovuta soprattutto alla struttura delle composizioni, agli accostamenti strumentali che presentano spesso imprevedibili sorprese sonore. Il risultato stilistico è una sorta di “brocantage”, con ampie variazioni di timbri e  escursioni nelle dissonanze e nei rumori lasciano spazio a melodie e armonie struggenti e momenti di semplice poesia.

Al concerto segue un aperitivo proposto dal Grotto Grassi di Tremona (incluso nel biglietto d’entrata, 25 .- CHF / ridotti 20.- CHF (studenti, AVS/AI, membri Jazz in Bess)

PROGRAMMA

• Ore 10.30 – 11.30 – Teatro dell’architettura Mendrisio.
Distribuzione della mappa “Percorsi culturali sostenibili del Mendrisiotto”, in presenza dell’architetto Enrico Sassi, del grafico Alfio Mazzei e del fotografo Simone Mengani.
Rinfresco offerto

• Ore 14 – 14.45 – Museo d’arte Mendrisio
Visita guidata alla mostra Maillet illustra Kafka e breve visita guidata al Chiostro dei Serviti e all’oratorio annesso di Santa Maria.

• Ore 15.15 – 16.15- Pinacoteca Züst
Visita guidata alla mostra Sylva Galli (1919-1943) e le artiste del suo tempo, con una breve introduzione all’affresco di Antonio Rinaldi nel Cimitero di Rancate.

• Ore 16.30 – 17.30 – m.a.x. museo
Visita guidata alla mostra Archivi Grafici: Franco Grignani, Lora Lamm, Giovanna Graf, Simonetta Ferrante, Heinz Waibl, Bruno Monguzzi, Orio Galli, Vito Noto e breve presentazione di un punto di interesse storico-artistico.

• Ore 16.45 – 18 – Museo Vincenzo Vela
Visita della “Pesa pubblica” nel centro di Ligornetto. A seguire, concerto con Pierino e i lupi (Paolo Botti, viola, banjo; Simone Mauri, clarinetto basso; Peter Zemp, fisarmonica) in collaborazione con Jazz in Bess e aperitivo proposto dal Grotto Grassi di Tremona.

PER MAGGIORI INFORMAZIONI RETE MAM: www.museidartemendrisiotto.ch
info@museidartemendrisiotto.ch

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“Archivi Grafici” in mostra m.a.x. museo di Chiasso https://www.artevarese.com/archivi-grafici-in-mostra-m-a-x-museo-di-chiasso/ https://www.artevarese.com/archivi-grafici-in-mostra-m-a-x-museo-di-chiasso/#respond Mon, 20 May 2024 16:58:23 +0000 https://www.artevarese.com/?p=74340 Chiasso – Una selezione di 300 opere compone la mostra “Archivi Grafici” in corso al m.a.x. museo. La rassegna, a cura di Mario Piazza e Nicoletta Ossanna Cavadini, propone una serie di lavori firmati da figure di grande rilievo nel mondo del graphic design, come Franco Grignani, Lora Lamm, Giovanna Graf, Simonetta Ferrante, Heinz Waibl, […]

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Chiasso – Una selezione di 300 opere compone la mostra “Archivi Grafici” in corso al m.a.x. museo. La rassegna, a cura di Mario Piazza e Nicoletta Ossanna Cavadini, propone una serie di lavori firmati da figure di grande rilievo nel mondo del graphic design, come Franco Grignani, Lora Lamm, Giovanna Graf, Simonetta Ferrante, Heinz Waibl, Bruno Monguzzi, Orio Galli, Vito Noto, materiale custodito negli archivi grafici del Centro Culturale Chiasso.

L’Archivio nasce nel corso di questi anni grazie a lasciti di artisti, graphic designer svizzeri e italiani di fama internazionale, oltre che tramite acquisizioni di opere d’arte effettuate da appassionati dell’arte e filantropi, nonché dall’associazione Amici del m.a.x. museo.

Tutti gli artisti dell’esposizione sono stati protagonisti di monografiche al m.a.x. museo; tre di essi – Heinz Waibl, Orio Galli e Vito Noto – hanno affidato al Centro Culturale Chiasso il loro intero archivio, composto da disegni, schizzi, bozzetti, prove di stampa, manifesti, dépliant, prototipi, altri – Lora Lamm, Bruno Monguzzi, Franco Grignani e Simonetta Ferrante – hanno invece donato nuclei importanti che rappresentano temi centrali del loro operato in grado di catalizzare il dibattito internazionale sulla grafica.

La mostra anticipa e pone l’accento sull’apertura del CIAG, Centro Internazionale d’Arte e Grafica, collocato di fronte al m.a.x. museo, in via Dante Alighieri 10, dove, dal 10 giugno, sarà possibile consultare per motivi di studio i materiali conservati in archivio.

Il CIAG ha lo scopo di rendere fruibile al pubblico il copioso materiale dell’Archivio custodito dal Centro Culturale Chiasso, così che anche in un’ottica futura le opere raccolte possano rappresentare un prezioso momento di consultazione, studio e approfondimento per cultori della materia, studiosi e studenti universitari e della SUPSI – Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana.

Grazie all’importante patrimonio che negli anni è andato costituendosi, il Centro Culturale Chiasso è diventato un polo attrattivo a livello svizzero e internazionale per i temi legati alla grafica, al design e alla comunicazione visiva: gli archivi, nella loro articolazione di materiali e numero di opere, lo testimoniano anche attraverso l’importanza dei prestiti effettuati per esposizioni e istituzioni di chiara fama avvenute negli ultimi tempi. Con quattordici anni di attività museale pubblica (2010-2024), con il suo patrimonio artistico divenuto ormai identitario, il m.a.x. museo ha legato il suo nome anche a questa importantissima caratteristica di conservazione degli elaborati e dei materiali della grafica, che ne rafforza e al contempo ne concretizza la missione; oltre a ciò, il museo è unico nel suo genere nell’articolato panorama delle istituzioni cantonali. È un momento molto significativo per ricordare quanto questi Archivi rappresentino una notevole pagina nella storia della grafica, facendo di Chiasso un tassello essenziale nell’ambito della cultura del graphic design della cosiddetta cultura del “swiss design” nell’asse Nord-Sud fra Zurigo e Milano.

Affianca l’esposizione una serie di eventi collaterali: oltre alle visite guidate gratuite, ai laboratori didattici e ai tradizionali appuntamenti (“mamma, papà e bebè al museo”, “nonni e nipoti al museo”), sono in programma una conferenza con il co-curatore Mario Piazza (12 giugno) e un incontro-dibattito con Bruno Monguzzi (20 settembre). La mostra sarà visitabile sino al 22 settembre. Orari al pubblico: martedì – domenica, 10 – 12/14 – 18.

 Gli artisti. Note biografiche.

Franco Grignani (1908-1999) graphic designer e artista di fama internazionale, studia architettura a Torino. La sua attività artistica è permeata da una continua osmosi fra architettura e fotografia, grafica e pittura. Grignani lavora come grafico per la grande committenza: per clienti quali Pirelli, Arnoldo Mondadori Editore, Fiat, Montecatini, Ermenegildo Zegna, disegna marchi e cura campagne pubblicitarie. Realizza centinaia tra annunci e pubblicità sul tema dell’arte della stampa che rimarranno tra i capolavori della grafica italiana. Appartengono proprio al nucleo di Alfieri e Lacroix, oltre all’house organ e alla pubblicità per la casa farmaceutica Dompè, le opere che sono esposte in mostra, unitamente alle coloratissime grafiche d’arte in serigrafia relative agli sviluppi seriali legati al calcolo quantistico (rotazioni, torsioni, progressioni e deformazioni). Nel 2019, il m.a.x. museo gli ha dedicato una mostra monografica intitolata Franco Grignani (1908-1999). Polisensorialità fra arte, grafica e fotografia.

Lora Lamm (Arosa, 1928) una delle grafiche più apprezzate e affermate a livello internazionale. Formatasi alla Kunstgewerbeschule di Zurigo, tra il 1953 e il 1962 lavora a Milano per l’Ufficio pubblicità de La Rinascente, diventandone una figura di riferimento dallo stile personale e inconfondibile che ha caratterizzato l’epoca dello “stile d’impresa” del secondo dopoguerra. Sono esposti in mostra i manifesti realizzati in questo decennio e donati dalla stessa grafica alla Collezione del m.a.x museo unitamente alle preziose carte da imballo e ai bozzetti preparatori per campagne pubblicitarie. Nel 2013, il m.a.x. museo le ha dedicato una mostra monografica intitolata Lora Lamm. Grafica a Milano 1953-1963.

Giovanna Graf (1930-2012) grafica e illustratrice svizzera formatasi alla Kunstgewerbeschule di Zurigo, ha affiancato Lora Lamm nell’Ufficio pubblicità de La Rinascente e ha poi lavorato con Simonetta Ferrante a Milano tra il 1961 e il 1971. Si propongono i suoi elaborati grafici per la pubblicità de La Rinascente dallo stile descrittivo, molto illustrato e colorato. Questi materiali d’archivio sono stati donati dagli eredi al m.a.x. museo dopo la sua morte. Nel 2017, il m.a.x. museo ha esposto i suoi lavori nella mostra intitolata La Rinascente. 100 anni di creatività d’impresa attraverso la grafica.

Simonetta Ferrante (1930) Dopo gli studi alla Central School of Arts a Londra, inizia la sua attività in graphic design presso Max Huber e Pier Giacomo Castiglioni. Durante la sua carriera ha lavorato anche per grandi marchi come i Supermercati Esselunga, Galgano, Fotorex, Elettrocarbonium, Mondadori e Rizzoli, e ha collaborato a molti allestimenti fieristici, come i padiglioni Rai e Montecatini per la Fiera di Milano. Ma altrettanto significativa è la sua ricerca artistica: per ben sessanta anni Ferrante ha saputo distinguersi per un singolare percorso costantemente volto alla ricerca della memoria del visibile, come le sue celebri opere calligrafiche e di scrittura espressiva che saranno esposte in mostra. Nel 2016, il m.a.x. museo le ha dedicato una mostra monografica intitolata Simonetta Ferrante. La memoria del visibile: segno, colore, ritmo e calligrafie.

Heinz Waibl (1931-2020), è annoverato dalla critica tra i più importanti protagonisti della comunicazione visiva del Novecento, per il suo linguaggio creativo e innovativo che ancora oggi risulta incredibilmente attuale. Waibl trova le sue radici nella scuola bauhausiana e nella Konkrete Kunst, poi riletta anche seguendo gli insegnamenti di Max Huber; la sua grafica ha segnato un’epoca in quel crogiuolo che è stata la Milano del secondo dopoguerra con l’intreccio di relazioni fra la Svizzera e l’Italia. Fra le sue più note collaborazioni quelle per Rai, Mas, La Rinascente, Atkinsons, Olivetti, Pirelli, Flos, BTicino. Dopo un lungo periodo negli USA e in Sudafrica, collaborando con Vignelli in Unimark International, rientra a Milano e fonda lo studio “Signo”. Heinz Waibl con Laura Micheletto ha donato al m.a.x. museo tutto l’archivio grafico, composto anche dalla sua importante biblioteca. In mostra sono esposti artefatti grafici, importanti manifesti, bozzetti per logo e la rivista «Pagina», così come interessanti elaborati di ricerca tipografica e visiva stampati in Letterpress. Nel 2014, il m.a.x. museo gli ha dedicato una mostra monografica intitolata Heinz Waibl. Graphic designer. Il viaggio creativo.

Bruno Monguzzi (1941), graphic designer che si è distinto a livello internazionale. Ha studiato arti decorative a Ginevra, poi grafica a Londra e nel 1961 ha collaborato con lo Studio Boggeri a Milano. Nel 1963 è stato chiamato a Parigi dove con Jean Widmer rielabora l’identità visiva del Musée d’Orsay. Dal 1987 al 2004 è stato Art Director del Museo Cantonale d’Arte realizzando una mirabile produzione di manifesti per la cultura; nel 1991 ha disegnato la nuova identità visiva per l’Amministrazione cantonale. Dal 2001 al 2009 ha curato l’immagine dell’Ufficio cultura del Comune di Chiasso. È stato insignito di molti premi internazionali, tra cui il Premio Bodoni (1971), successivamente la Gold Medal del New York Art Director’s Club, nel 1990 il Premio Yusaku Kamekura e dieci anni dopo la Gold Medal della Toyama Biennal. Nel 2003 gli è stata conferita a Londra la Honorary Royal Designer of Industry da parte della Royal Society of Arts. In mostra sono esposti i manifesti più iconici realizzati da Bruno Monguzzi per la cultura, che costituiscono un tassello fondamentale della scuola svizzera di graphic design. Nel 2011, il m.a.x. museo gli ha dedicato una mostra monografica intitolata Bruno Monguzzi. Cinquant’anni di carta.

Orio Galli (1941) grafico, pittore, illustratore, calligrafo e disegnatore satirico. La cifra grafica di Galli sta nella continua dialettica fra segno libero e segno strutturato, fra informalità e geometria, tra improvvisazione e disciplina. La passione per la calligrafia e la gestualità porta Galli a dare ai suoi lavori grafici una impronta spesso pittorica, con forte sensibilità cromatica. Lega il suo nome al manifesto Ticino: terra d’artisti (1984). Molti sono gli elaborati grafici svolti per la Confederazione: dai prospetti di votazione ai manifesti per il 700esimo, alla corporate identity per aziende, logo studiati per le imprese, stemmi per i Comuni del Cantone Ticino, oltre che dépliant e brochure per enti turistici e la grafica per le pubblicazioni librarie. Nella mostra saranno esposte opere che mostrano il processo ideativo nella progettazione grafica, come i manifesti che hanno caratterizzato la sua carriera e lavori di ricerca artistica sul segno, il grafismo la calligrafia. Nel 2023, il m.a.x. museo gli ha dedicato una mostra monografica intitolata Orio Galli, grafica e grafismi.

Vito Noto (1955). La sua vasta produzione si articola fra product design, industrial design e visual design. Si diploma alla Scuola Politecnica del Design di Milano e poi compie esperienze professionali a Oberdorf, Amburgo e Parigi. Apre quindi il suo studio a Cadro nel 1982 dove si dedica a progetti di rilevanza nel settore industriale, così come nell’ambito labo-medicale, alla corporate identity e al branding design. Fondamentale nella produzione artistica di Vito Noto è l’idea dell’interazione tra uomo e prodotto. Celebri sono i suoi progetti di industrial design e di domotica, ma anche altri suoi brevetti che spaziano dalla serie di orologi da muro e da polso fino a temperini, al disegno di francobolli e medaglie commemorative, oggetti che hanno ricevuto premi e riconoscimenti e che saranno esposti in mostra. Vito Noto è stato insignito del premio Design Preis Schweiz (1995), Compasso d’Oro (1991 e 1994), I’F Die Gute Industrieform (1985 e 1990), ADI Design Index (2000, 2002 e 2016) e A’Design Awards (2017). Nel 2022, il m.a.x. museo gli ha dedicato una mostra monografica intitolata Vito Noto. Quarant’anni di grafica e design. Il senso delle idee.

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“Personaggi in carta e ossa” al Museo in erba https://www.artevarese.com/personaggi-in-carta-e-ossa-al-museo-in-erba/ https://www.artevarese.com/personaggi-in-carta-e-ossa-al-museo-in-erba/#respond Fri, 12 Apr 2024 07:47:41 +0000 https://www.artevarese.com/?p=73975 Lugano – I quattordici protagonisti de “La storia delle storie sconfinate”  nelle illustrazioni in esposte nella mostra “Personaggi in carta e ossa” allestita al Museo in Erba, grazie a una nuova collaborazione con il Teatro Pan di Lugano, per la rassegna Senza confini, grandi e piccini insieme a teatro. Le tavole sono state realizzate dall’illustratrice […]

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Lugano – I quattordici protagonisti de “La storia delle storie sconfinate”  nelle illustrazioni in esposte nella mostra “Personaggi in carta e ossa” allestita al Museo in Erba, grazie a una nuova collaborazione con il Teatro Pan di Lugano, per la rassegna Senza confini, grandi e piccini insieme a teatro.

Le tavole sono state realizzate dall’illustratrice Carlotta Di Stefano che ha firmato anche le locandine delle ultime edizioni della rassegna mentre la storia e la narrazione sono a cura dell’attrice Monica Ceccardi.

Sarà possibile vedere le opere,  leggere o ascoltare la registrazione della storia durante  la visita alla mostra che rimarrà in calendario sino al 28 aprile. Orari al pubblico: lunedì – venerdì 9–11.30/13.30 – 16.30 con prenotazione obbligatoria; sabato e domenica: 14 – 17.

 

Cenni biografici

Carlotta Di Stefano. Illustratrice, partecipante a diverse esposizioni collettive e personali. Quest’anno Premio perla sperimentazione digitale alla 26esima edizione del Concorso internazionale di illustrazione per l’infanzia Scarpetta d’oro della Riviera del Brenta – Venezia. Tra molto altro, illustratrice delle ultime edizioni della rassegna per le famiglie, Senza confini.
Nel progetto Personaggi in carta e ossa: creatrice delle illustrazioni e animatrice del
laboratorio.

Monica Ceccardi. Attrice, autrice e regista, curatrice di laboratori teatrali e spettacoli con adulti e bambini. Nel progetto Personaggi in carta e ossa: creatrice e narratrice della storia.

 

 

 

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Balla e Dorazio, la luce in mostra a Lugano https://www.artevarese.com/balla-e-dorazio-la-luce-in-mostra-a-lugano/ https://www.artevarese.com/balla-e-dorazio-la-luce-in-mostra-a-lugano/#respond Thu, 16 Nov 2023 13:01:50 +0000 https://www.artevarese.com/?p=72513 Lugano – E’ stato il titolo di una poesia di Giuseppe Ungaretti a ispirare “Balla ’12 Dorazio ’60. Dove la luce”, a cura di Gabriella Belli, con allestimento progettato da Mario Botta, in corso presso la Collezione Giancarlo e Danna Olgiati a Lugano. Due mondi pittorici apparentemente lontani quelli di Giacomo Balla (Torino 1871-Roma 1958) […]

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Lugano – E’ stato il titolo di una poesia di Giuseppe Ungaretti a ispirare “Balla ’12 Dorazio ’60. Dove la luce”, a cura di Gabriella Belli, con allestimento progettato da Mario Botta, in corso presso la Collezione Giancarlo e Danna Olgiati a Lugano.

Due mondi pittorici apparentemente lontani quelli di Giacomo Balla (Torino 1871-Roma 1958) e Piero Dorazio (Roma 1927-Perugia 2005). Ad accomunare le 47 opere in mostra, al di la dei cinquant’anni che separano le esperienze dei due artisti, concorre la preponderante presenza della luce come elemento visivamente catalizzante, la cui genesi origina da una serie di schizzi eseguiti su fogli di block notes con matite colorate, tempera, acquarelli dove si intersecano costruzioni geometriche che vanno dall’intreccio di più triangolazioni e intersezioni sferiche sino ad arrivare a una gamma colorifica che spazia dal giallo all’arancio, dall’azzurro all’indaco sino al violetto.

Tra i lavori più significativi di Giacomo Balla emergono le “Composizioni iridescenti” opere eseguite tra il luglio e il dicembre del 1912 nel corso di un soggiorno a Düsseldorf dove era ospite della famiglia Lӧwenstein nella splendida villa affacciata sul Reno, lì invitato a decorare uno studio della casa.

Le “Trame” di Piero Dorazio prendono forma agli inizi degli anni ’60 la cui costruzione si fonda sulle intersecazioni di linee geometriche dall’intensa tensione dinamica, dove l’incidenza della luce tende a conferire profondità spaziale all’intero impianto segnico.
Amico di Ungaretti, Dorazio nel 1971 illustrò con 13 litografie il volume “La luce. Poesie 1914-1961”.

“Balla ’12 Dorazio ’60. Dove la luce” – Lugano – Collezione Giancarlo e Danna Olgiati, lungolago Riva Caccia 1. Fino al 14 gennaio 2024. Orari: giovedì-domenica 11-18. Ingresso gratuito.

Mauro Bianchini

 

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Immagini Vive di Yaacov Agam https://www.artevarese.com/immagini-vive-di-yaacov-agam/ https://www.artevarese.com/immagini-vive-di-yaacov-agam/#respond Sun, 12 Nov 2023 09:00:34 +0000 https://www.artevarese.com/?p=72433 Lugano – E’ una mostra interattiva, ideata con l’ artista Yaacov Agam su invito del Centre Pompidou di Parigi, quella che dal 18 novembre si aprirà al Museo in Erba. Un’esposizione per immergere i bambini e le loro famiglie nella magia delle trasformazioni di colori e forme. L’opera di Agam si basa su colori e […]

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Lugano – E’ una mostra interattiva, ideata con l’ artista Yaacov Agam su invito del Centre Pompidou di Parigi, quella che dal 18 novembre si aprirà al Museo in Erba. Un’esposizione per immergere i bambini e le loro famiglie nella magia delle trasformazioni di colori e forme.

L’opera di Agam si basa su colori e forme geometriche ed è soggetta a trasformazioni continue. Le istallazioni che compongono la mostra stupiscono i bambini proprio perché, a ogni loro spostamento, le immagini sembrano muoversi senza che nessuno veda la stessa cosa nello stesso momento: le linee diventano triangoli, un pannello nero si colora… I giovani visitatori possono scoprire le illusioni ottiche utilizzando dispositivi interattivi e immergendosi in quella che Agam chiama “la quarta dimensione”, quella cioè del movimento e dell’imprevisto.

L’artista offre così un’esperienza immersiva davvero unica per sperimentare, attraverso il corpo e lo sguardo, l’arte cinetica, di cui è stato pioniere e di cui è ancora oggi uno dei maggiori esponenti.

Agam è anche pedagogista e si è occupato dell’educazione visiva dei più piccoli: nel 1996 è stato premiato dall’UNESCO per aver ideato un metodo pedagogico per capire meglio il linguaggio universale di forme e colori, adottato in molte scuole dell’infanzia in Israele, sua terra d’origine.
Valore aggiunto dell’esposizione è il suo carattere inclusivo che rispecchia appieno il messaggio che l’artista si impegna a diffondere da anni e che anche il Museo in erba sostiene con le sue proposte da sempre, quello dell’arte come linguaggio universale.

Cenni biografici

Yaacov Agam (Rishon LeZion, 1928) è pittore, scultore, creatore di video e applicazioni digitali. Preferisce il linguaggio degli occhi a quello delle parole. Nel 1960 ha partecipato alla creazione di una corrente artistica chiamata “arte cinetica”, basata sul movimento, che rende il pubblico attivo attraverso il corpo e gli occhi.
Le opere di Yaacov Agam possono essere ammirate in tutto il mondo. È presente nelle più grandi collezioni internazionali (Centre Pompidou in Francia, Centro culturale di Leverkusen in Germania e, soprattutto, Museo Agam di Rishon LeZion, in Israele). Artista di fama internazionale, oggi divide con passione la sua vita tra la Francia e Israele, sempre spinto da nuovi progetti creativi.

L’esposizione allestita nella sede del Museo di Riva Caccia 1 rimarrà in calendario sino al 2 maggio. Orari, lunedì – venerdì: 9 – 11.30 / 13.30 – 16.30, sabato – domenica 14 – 17.

 

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Intersezioni spaziali tra forme architettoniche e ambiente https://www.artevarese.com/intersezioni-spaziali-tra-forme-architettoniche-e-ambiente/ https://www.artevarese.com/intersezioni-spaziali-tra-forme-architettoniche-e-ambiente/#respond Mon, 21 Aug 2023 09:02:24 +0000 https://www.artevarese.com/?p=71338 Mendrisio – Il titolo della mostra in corso al Teatro dell’architettura intitolata “What Mad Pursuit”, a cura di Francesco Zanot, prende spunto da un saggio scritto nel 1988 dal neuro scienziato britannico Francis Crick: “In natura le specie ibride sono generalmente sterili, ma nella scienza è spesso vero il contrario. I soggetti ibridi sono molte […]

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Mendrisio – Il titolo della mostra in corso al Teatro dell’architettura intitolata “What Mad Pursuit”, a cura di Francesco Zanot, prende spunto da un saggio scritto nel 1988 dal neuro scienziato britannico Francis Crick: “In natura le specie ibride sono generalmente sterili, ma nella scienza è spesso vero il contrario. I soggetti ibridi sono molte volte eccezionalmente fertili, mentre se una disciplina scientifica rimane troppo pura è destinata a deperire”.

A interpretare il rapporto di intersezioni spaziali tra forme architettoniche e ambiente circostante, sono le foto di Aglaia Konrad, Armin Linke e Bas Princen.

Aglaia Konrad (Salisburgo 1960, vive e lavora a Bruxelles) affidandosi al bianco e nero mette a confronto edifici progettati da grandi architetti con altri di natura anonima nel tentativo di fare emergere coerenze e distinzioni.

Armin Linke (Milano 1966) ha estratto dal suo archivio immagini scattate in tutto il mondo nel corso della sua carriera dando vita a un libero dialogo tra cronologia esecutiva e oggettiva attualità.

Bas Princen (Zeeland 1975, vive e lavora a Rotterdam e Zurigo) pone l’accento sulla riconversione e sulla duplicazione delle immagini nel momento in cui divengono oggetto di divulgazione di massa e a tale fine mette in atto una stampa basata sul rilievo.

“What Mad Pursuit” – Mendrisio – Teatro dell’Architettura, Via Turconi 25. Fino al 22 ottobre 2023. Orari: martedì, mercoledì, giovedì, venerdì 14-18. Sabato e domenica 10-18. Ingressi: intero Euro 8, ridotto Euro 7.

Mauro Bianchini

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Alexej von Jawlensky, “…i tre anni più interessanti della mia vita…” https://www.artevarese.com/alexej-von-jawlensky-i-tre-anni-piu-interessanti-della-mia-vita/ https://www.artevarese.com/alexej-von-jawlensky-i-tre-anni-piu-interessanti-della-mia-vita/#respond Tue, 04 Jul 2023 13:30:02 +0000 https://www.artevarese.com/?p=70864 Lugano – E’ una dichiarazione di assoluta riconoscenza quella espressa da Alexej von Jawlensky riguardo ai tre anni trascorsi nel Canton Ticino tra il 1918 e il 1921. Di conseguenza il titolo della personale a lui dedicata in corso al Masi di Lugano non poteva essere che Alexej von Jawlensky ad Ascona “…i tre anni […]

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Lugano – E’ una dichiarazione di assoluta riconoscenza quella espressa da Alexej von Jawlensky riguardo ai tre anni trascorsi nel Canton Ticino tra il 1918 e il 1921.
Di conseguenza il titolo della personale a lui dedicata in corso al Masi di Lugano non poteva essere che Alexej von Jawlensky ad Ascona “…i tre anni più interessanti della mia vita…” a cura di Cristina Sonderegger.

A fare da cornice alla mostra dell’artista russo concorre la raccolta permanente del MASI “Sentimento e osservazione” quale ampia panoramica sulle arti visive in Ticino attraverso i principali movimenti artistici dell’Ottocento e del Novecento, del tardo Romanticismo e dell’Espressionismo, con l’inclusione di artisti e collezionisti che hanno scelto quel territorio come patria d’adozione.

Le ricerche pittoriche maturate da Alexej von Jawlensky (1864, Torzok, Russia – 1941 Wiesbaden, Germania) nel corso del suo soggiorno ad Ascona sono strutturate da un percorso espositivo che prende avvio con “Natura morta con caffettiera gialla e teiera bianca” del 1908 e “Testa di donna” del 1913 a definire la sua tensione espressiva prima del soggiorno svizzero.

Dopodiché i colori si stemperano arrivando ad una stilizzazione delle forme intima e meditativa dovuta anche all’abbandono della tela a favore di supporti cartacei quale conseguenza dovuta all’impossibilità di avere un proprio atelier che lo costrinse a lavorare sul piano di un tavolo.

Tale limite lo porterà a esiti sorprendenti sino all’astrazione geometrica vivida di pulsanti cromie e compiuti equilibri spaziali, mentre nei ritratti i volti saranno raffigurati privi di tensioni espressive quasi fossero territori dell’anima.

Alexej von Jawlensky ad Ascona “…i tre anni più interessanti della mia vita…” – Lugano – MASI sede LAC, Piazza Bernardino Luini 6. Fino al 1 agosto. Orari: Ma/me/Ve 11-18. Gi 11-20. Sa/Do 10-18
Ph. Roberto Pellegrini, Bellinzona.

Mauro Bianchini

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Verso Sud, le vedute di Maurits Houck https://www.artevarese.com/verso-sud-le-vedute-di-maurits-houck/ https://www.artevarese.com/verso-sud-le-vedute-di-maurits-houck/#respond Wed, 28 Jun 2023 08:00:36 +0000 https://www.artevarese.com/?p=70755 Brusino Arsizio (CH) – Alla Galleria Vecchia Posta è ospitata la mostra Verso Sud dell’artista Maurits Houck organizzata dall’omonima Fondazione. Un’occasione per conoscere le opere e la storia di questo artista, complesso e poliedrico prematuramente scomparso all’età di 40 anni, nel 1967 e che ha vissuto nella storica casa a Riva San Vitale, già Casa […]

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Brusino Arsizio (CH) – Alla Galleria Vecchia Posta è ospitata la mostra Verso Sud dell’artista Maurits Houck organizzata dall’omonima Fondazione. Un’occasione per conoscere le opere e la storia di questo artista, complesso e poliedrico prematuramente scomparso all’età di 40 anni, nel 1967 e che ha vissuto nella storica casa a Riva San Vitale, già Casa della Croce.

Il titolo della mostra si ispira alla passione e all’ attenzione dell’artista verso il sud dell’emisfero. La Galleria Vecchia Posta,  fornirà uno spaccato trasversale dell’opera di Houck come embrione di un progetto artistico che vedrà le sue opere esposte in Musei internazionali.

La mostra Verso Sud di Maurits Houck alla Galleria Vecchia Posta attraverserà anche la popolare Sagra del Pesciolino di Brusino e si chiuderà il 26 luglio con un concerto del quintetto di fiati Fedro in collaborazione con Ticino Musica.

L’evento é coordinato dall’Associazione Ricercare nata proprio a Brusino Arsizio con l’intento di valorizzare creatività e arte come motore spirituale ed economico delle persone e dei luoghi.

Orari della galleria: venerdì, sabato e domenica 10-12.30 / 15 – 18.30. Aperture straordinarie: giovedì 29 giugno e 24, 25, 26 luglio. Per informazioni o richieste scrivere a info@ricercare.ch o a 0041 79 3769850Da sabato 24 giugno a mercoledì 26 luglio 2023

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Al Mac il Premio Lissone 2023 https://www.artevarese.com/al-mac-il-premio-lissone-2023/ https://www.artevarese.com/al-mac-il-premio-lissone-2023/#respond Tue, 25 Apr 2023 07:00:12 +0000 https://www.artevarese.com/?p=69966 Il MAC Museo d’Arte Contemporanea di Lissone, dal 13 maggio al 17 settembre, presenta il Premio edizione 2023, secondo una rinnovata struttura, ideata dalla direttrice artistica Francesca Guerisoli, che vede la produzione di un progetto espositivo composto da quattro mostre curate da Lucrezia Longobardi, Gabi Scardi, Noah Stolz e Saverio Verini. Sulla base di un […]

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Il MAC Museo d’Arte Contemporanea di Lissone, dal 13 maggio al 17 settembre, presenta il Premio edizione 2023, secondo una rinnovata struttura, ideata dalla direttrice artistica Francesca Guerisoli, che vede la produzione di un progetto espositivo composto da quattro mostre curate da Lucrezia Longobardi, Gabi Scardi, Noah Stolz e Saverio Verini.
Sulla base di un concept, ogni curatore ha selezionato cinque proposte, per un totale di venti artisti invitati al Premio: Ludovica Anversa, Sonia Arienta, Marion Baruch, Andrea Barzaghi, Simone Berti, Martina Biolo, Linda Carrara, Simona Da Pozzo, Marco Eusepi, Alice Faloretti, Pietro Librizzi, Eva Marisaldi, Lucas Memmola, Isabella Pers, Tiziana Pers, Nazzarena Poli Maramotti, Giulio Saverio Rossi, Andrea Sala, Alessandra Spranzi e Andreas Zampella.

Scopo del Premio Lissone  è  far emergere le linee di ricerca legate al mezzo pittorico attraverso lo sguardo di curatori e artisti di generazioni diverse. Le ricerche attuali che possono essere ricondotte alla pittura contemporanea sono declinate in molteplici linguaggi, che espongono il concetto di pittura a innumerevoli letture. La sensibilità individuale, i contesti differenti in cui operano i curatori e gli artisti coinvolti e le generazioni di cui sono espressione descrivono alcuni tra i temi di ricerca più vivaci della produzione artistica odierna.

La mostra è suddivisa in due capitoli: la Sezione Gran Premio, con le mostre Pittura come pratica progettuale e Cose che accadono, la prima curata da Gabi Scardi e la seconda da Noah Stolz. La sezione Nuove Visioni, con le mostre Vedute, visioni, voragini e Sonata #023, curate rispettivamente da Saverio Verini e Lucrezia Longobardi.

Sezione Gran Premio

Gabi Scardi con Pittura come pratica progettuale focalizza la sua proposta sul lavoro di cinque artiste accomunate dall’interesse per la pittura come pratica progettuale e spinte da una sensibilità nei confronti delle questioni cruciali della nostra epoca. Il paesaggio, tema che alla luce delle attuali urgenze ambientali si carica di significati cogenti, è centrale nel lavoro di Linda Carrara così come di Isabella Pers, che muove da una spiccata sensibilità nei confronti di tematiche ambientali di scala globale. Gli animali sono al centro delle opere di Sonia Arienta, con uno dei suoi lavori della serie “Dove sono le capre?”, e di Tiziana Pers che salva la vita di un animale destinato al macello scambiandolo con un ritratto dello stesso, guidata da spirito animalista e antispecista. Infine, Simona Da Pozzo presente con uno dei suoi lavori sui monumenti che abitano le città. “Se la pittura resta ancorata alla grande storia dell’arte, alla quale non può non fare riferimento – afferma la curatrice Gabi Scardi – essa si nutre d’altra parte dell’epoca e del contesto coevo. Gli artisti la utilizzano proprio per parlare del mondo che li circonda, e le loro opere riflettono il ruolo che, nel loro particolare periodo, l’arte riveste in seno alla società”.

Noah Stolz trae il titolo della mostra Cose che accadono da una serie di fotografie di Alessandra Spranzi (2002-2004) le cui immagini illustrano gesti di apparente quotidianità. L’atmosfera che accomuna gli still life è sospesa e costruita; le azioni ritratte sono allo stesso tempo plausibili ed incongrue, suggeriscono che forse qualcosa è andato storto o che ci troviamo bloccati tra due dimensioni. Non ci è possibile ricostruire con certezza il prima e il dopo perché la narrazione non è completa. Questa dimensione di potenzialità in contrasto con quella di mancanza che le è complementare è l’elemento che caratterizza le opere di Marion Baruch, Simone Berti, Eva Marisaldi, Andrea Sala, Alessandra Spranzi. L’opera o il suo soggetto provengono da un altrove, da un processo di creazione che con ogni probabilità ha avuto inizio prima che l’artista si accingesse a pensare l’opera.

Sezione Nuove Visioni

Saverio Verini riunisce sotto il titolo Vedute, visioni, voragini le opere pittoriche di Ludovica Anversa, Andrea Barzaghi, Alice Faloretti, Pietro Librizzi e Giulio Saverio Rossi. Punto di partenza e trait d’union tra le opere è il paesaggio: un genere storicizzato, classico, che in questo caso costituisce il riferimento principale per gli artisti. Vedute, visioni, voragini intende partire dal paesaggio come un “pretesto pittorico” per mostrare approcci, formazioni e provenienze talvolta agli antipodi; una fotografia mossa e inevitabilmente parziale della scena italiana, presentando cinque modi diversi di fare pittura oggi. Di ogni artista viene presentata una singola opera, che possa tuttavia rappresentarne la poetica: dalle visioni scarnificate ed evanescenti di Ludovica Anversa alla natura stilizzata e tropicale di Andrea Barzaghi; dalla vocazione romantica e sublime di Alice Faloretti alla spensieratezza onirica e naif di Pietro Librizzi, passando per l’approccio sottilmente concettuale e sensibile ai fenomeni percettivi di Giulio Saverio Rossi.

Lucrezia Longobardi con Sonata #023 presenta i lavori di Martina Biolo, Marco Eusepi, Nazzarena Poli Maramotti, Lucas Memmola, Andreas Zampella. La materia pittorica torna ad essere una lingua madre come strumento di esplorazione dei nuovi orizzonti intimi ed esistenziali. Dai vorticosi graffi floreali di Marco Eusepi, la cui velocità pare ricondurre al capogiro, con cui un’immagine elementare della realtà̀ fisica si trova ad abitare la dimensione della realtà aumentata, ai paesaggi esistenziali di Andreas Zampella; dalla pelle domestica, inquieta, dilaniata che traccia il passaggio del tempo nell’opera di Martina Biolo, alla ricerca di spiritualità di Lucas Memmola, che dà respiro alla propria dimensione sacrale fino all’opera di Nazzarena Poli Maramotti, che occupa un territorio di mezzo, una sorta di crinale tra figurazione e astrazione. In tutte queste opere, è la pittura astratta a dominare la scena, una pittura che interroga il concetto di identità̀.

La Giuria

La Giuria del Premio Lissone 2023 è composta da Lóránd Hegyi, storico e critico d’arte ungherese che, tra i vari incarichi ricoperti, ha diretto il Ludwig Museum di Vienna e il Pan di Napoli; Giovanna Forlanelli Rovati, presidente della Fondazione Luigi Rovati di Milano e Francesca Guerisoli.

I premi in denaro che verranno assegnati sono due, attribuiti alle opere ritenute più significative: uno per la categoria Gran Premio, del valore di € 10.000 e uno per la categoria Nuove Visioni, del valore di € 5.000. Le opere vincitrici saranno acquisite dal MAC ed entreranno a far parte della collezione permanente del museo, che si compone di oltre 450 opere d’arte moderna e contemporanea. La proclamazione dei vincitori avverrà, contestualmente all’inaugurazione della mostra, il 13 maggio, alle 18 nella sede del Museo in viale Elisa Ancona 6, a Lissone (MB). Orari e ingressi: mercoledì e venerdì: 10 – 13; giovedì: 16 – 19; sabato e domenica: 10 – 12 / 15 – 19. L’ingresso è gratuito. Informazioni: museo@comune.lissone.mb.it; T. 039 7397368 – 039 7397202; www.museolissone.it.

Cenni sulla storia del Premio Lissone

Il MAC Museo d’Arte Contemporanea di Lissone conserva l’intera collezione dello Storico Premio Lissone, composta dai lavori che dal 1946 al 1967 furono acquisiti attraverso il prestigioso premio di pittura. Si tratta delle opere che vinsero il Gran Premio per la Pittura, il Secondo Premio, il Premio Acquisto e le donazioni di artisti che parteciparono al concorso.
La storia del Premio Lissone, tra i primi sorti in Italia, colloca la città tra i poli della valorizzazione dall’arte contemporanea di allora. L’idea del Premio si deve alla Famiglia Artistica Lissonese, formata da pittori e artisti locali, muovendo dalla necessità di aprire un dibattito culturale sullo stato dell’arte e coinvolgendo imprenditori del luogo e critici d’arte di rilievo nazionale. Il rigore utilizzato nella composizione delle giurie – vi prendono parte, tra gli altri, Raffaele De Grada, Marco Valsecchi, Giulio Carlo Argan e Giuseppe Marchiori –, fornisce i presupposti per la realizzazione di un evento culturale di spessore. Se nelle prime edizioni la partecipazione è riservata ai pittori italiani, a partire dal 1952 diviene internazionale, vengono esposti anche lavori fuori concorso di artisti affermati, il Comune di Lissone decide di acquisire le opere vincitrici, l’entità del primo premio aumenta e si moltiplicano i riconoscimenti da parte di privati. La notorietà del Premio è tale che si arriva ad accostarlo, per importanza e prestigio, alla Biennale di Venezia. L’esperienza ha termine nel 1967, al sopraggiungere degli anni della contestazione e all’allentarsi delle tensioni e delle finalità che tanto peso avevano avuto all’inizio.
Forte di questa storia, nel 1999 il Comune di Lissone decide di rifondarlo come Premio Città di Lissone, che vede svolgere tre edizioni annuali, e successivamente, dal 2002, in accordo con la Famiglia Artistica Lissonese, assume il nome storico per dare continuità a quella progettualità. Dal 2006, il Premio Lissone dedicato alle arti visive diviene a cadenza biennale, alternandosi al Premio Lissone Design, grazie al quale il MAC incrementa costantemente le proprie collezioni d’arte e design.

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Al Museo Vela “cultura in movimento” https://www.artevarese.com/al-museo-vela-cultura-in-movimento/ https://www.artevarese.com/al-museo-vela-cultura-in-movimento/#respond Tue, 18 Apr 2023 16:00:33 +0000 https://www.artevarese.com/?p=69916 Ligornetto (CH) – Al Museo Vincenzo Vela domenica 23 aprile alle 16 torna il cinema delle origini con la presentazione di One Week e Neighbors, due cortometraggi degli esordi del genio comico Buster Keaton con accompagnamento musicale dal vivo di Daniele Furlati al pianoforte. A seguire, verrà presentato il flip book “Il Cineografo del Vela” […]

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Ligornetto (CH) – Al Museo Vincenzo Vela domenica 23 aprile alle 16 torna il cinema delle origini con la presentazione di One Week e Neighbors, due cortometraggi degli esordi del genio comico Buster Keaton con accompagnamento musicale dal vivo di Daniele Furlati al pianoforte. A seguire, verrà presentato il flip book “Il Cineografo del Vela” del fotografo Matteo Fieni.

“S-velati e ritrovati”, l’appuntamento cinematografico del Museo Vincenzo Vela, omaggia questa volta Buster Keaton, grazie alla consolidata collaborazione con la Cineteca di Bologna, impegnata da alcuni anni nel “Progetto Keaton”. Quest’ultimo ha l’obiettivo di restaurare l’intera opera cinematografica di questo maestro assoluto dell’epoca d’oro del cinema muto che, come scrisse James Agee sulla rivista “Life” nel 1949, “per stile e natura era il più profondamente ‘muto’ dei comici muti, tanto che anche un sorriso era in lui assordante e stonato quanto un grido”. Nel corso dell’appuntamento al Museo verranno proiettati  due cortometraggi realizzati nel 1920, agli esordi della sua carriera cinematografica.

One Week, considerato uno dei suoi primi capolavori, capace di sintetizzare e sublimare l’immaginario americano della casa “fai da te”, costruito attorno ad un vorticoso carosello di trovate catastrofiche. La vicenda segue una coppia di sposi novelli nei disastrosi tentativi di costruire una casa prefabbricata, loro futuro nido d’amore.

Neighbors racconta le peripezie di due giovani innamorati, vicini di casa, osteggiati dai genitori che si destano, separati da una staccionata che, con una corda da bucato, basta a Keaton per creare un intero balletto comico.

Ad accompagnare la proiezione, compositore e pianista Daniele Furlati, da anni collaboratore della Cineteca di Bologna nonché autore di colonne sonore di importanti film italiani, già ospite della rassegna “(S)velati e ritrovati”. Seguirà, alla presenza dell’autore, Matteo Fieni, la presentazione del “flip book” Il Cineografo del Vela, pubblicato dal Museo con il sostegno del progetto Cultura in movimento promosso dal DECS.

La concomitanza con il cinema delle origini non è affatto casuale. I “flip book” possono essere considerati i precursori del cinema: questi piccoli libri presentano una successione di immagini che cambiano gradualmente, in modo che quando le pagine vengono fatte scorrere in rapida successione, usando ad esempio il pollice, le immagini sembrano prendere vita, animandosi. La parola tedesca per indicare i “flip book” è infatti “Daumenkino”, letteralmente “cinema pollice”. Il cineografo del Vela, realizzato dal fotografo Matteo Fieni, è costituito da tre “flip book” dedicati ad altrettanti capolavori di Vela: la Desolazione, Guglielmo Tell e Spartaco. Facendo scorrere le pagine, le immagini prendono vita, seguendo il viaggio fantastico di queste opere dal Museo (dove sono conservati i modelli in gesso) ai luoghi che ospitano le loro realizzazioni in marmo: il Parco Ciani, il lungolago e il Municipio di Lugano,

Note biografiche
Come iniziò Buster Keaton
Joseph Francis Keaton (1895-1966) è stato ribattezzato “Buster” (rompicollo) per le sue abilità acrobatiche, sin da bambino, figlio di due artisti di varietà girovaghi. A poco più vent’anni, esordisce nel cinema facendo coppia col comico Roscoe “Fatty” Arbuckle: lui, allampanato e serioso, l’altro grasso ed eccessivo. Da solo, tra il 1920 e il 1929, gira i suoi capolavori: The General (Come vinsi la guerra), Steamboat Billy Jr. (Io e il ciclone), The Cameraman (Il cameraman) e Spite Marriage (Io… e l’amore), nel quale le innumerevoli gag visive contrastano con un’espressione triste e impassibile, quella “faccia di pietra” che lo caratterizzerà per sempre. Con l’arrivo del sonoro comincia il declino, accompagnato da problemi nella vita privata e dall’alcolismo. Negli Anni ’50 compare nei panni di sé stesso in Viale del tramonto e Luci della ribalta, fino a quando la sua opera viene riabilitata dalla critica, tanto che gli viene assegnato un Oscar alla carriera nel 1960.

Daniele Furlati è compositore e pianista, diplomato in Composizione, in pianoforte e Strumentazione per banda. Nel corso della sua formazione ha ottenuto due diplomi di merito ai corsi di perfezionamento in musica per film tenuti da Ennio Morricone e Sergio Miceli all’Accademia Musicale Chigiana di Siena. Furlati è stato anche più volte premiato con importanti riconoscimenti, tra questi segnaliamo le musiche, composte con Marco Biscarini, per i lungometraggi di Giorgio Diritti Il vento fa il suo giro (2005), L’uomo che verrà (2009, nomination ai David di Donatello nella categoria Migliore Musicista) e Un giorno devi andare (2013, nomination Ciak d’oro Migliore Colonna Sonora). Al Museo Vincenzo Vela ha già musicato dal vivo

Matteo Fieni lavora nel campo della fotografia, dell’installazione e dell’arte relazionale. Le sue opere esplorano le relazioni concettuali tra l’individuo e l’ambiente fisico circostante. Concentrandosi sull’inconscio ottico/tecnologico e sulla navigazione mentale spaziale, indaga i limiti della percezione umana sul nostro immaginario collettivo. Si è laureato in fotografia allo IED (Istituto Europeo di Design) di Milano e ha studiato Scienze della comunicazione e giornalismo all’USI (Università Svizzera Italiana). È membro attivo dell’associazione professionale degli artisti visivi svizzeri “Visarte” (di cui è stato anche co-presidente dal 2020 al 2022 della sezione Ticino). Numerose esposizioni personali e collettive in Svizzera, Francia e Italia. Collabora con il Museo Vincenzo Vela, per il quale ha concepito e realizzato atelier per il giovane pubblico alcuni film muti della rassegna “(S)velati e ritrovati”, dedicata al cinema delle origini.

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