News Archivi - ArteVarese.com https://www.artevarese.com/categoria/news-arte/ L'arte della provincia di Varese. Mon, 15 Jul 2024 07:29:58 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.3.5 https://www.artevarese.com/wp-content/uploads/2017/05/cropped-logo-1-150x150.png News Archivi - ArteVarese.com https://www.artevarese.com/categoria/news-arte/ 32 32 Piero Gauli, un artista da non dimenticare https://www.artevarese.com/piero-gauli-un-artista-da-non-dimenticare/ https://www.artevarese.com/piero-gauli-un-artista-da-non-dimenticare/#respond Fri, 12 Jul 2024 06:00:01 +0000 https://www.artevarese.com/?p=74884 Dizzasco (Como) – Sono una ventina le opere selezionate e raccolte nella mostra che Spazio Intelvi 11 dedica a Piero Gauli (Milano, 6 giugno 1916 – Milano, 4 gennaio 2012), tra gli esponenti del gruppo Corrente. Della vasta produzione dell’artista nelle più svariate tecniche (olii, acrilici, disegni su china, acquerelli, ceramiche) e soggetti il curatore, […]

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Dizzasco (Como) – Sono una ventina le opere selezionate e raccolte nella mostra che Spazio Intelvi 11 dedica a Piero Gauli (Milano, 6 giugno 1916 – Milano, 4 gennaio 2012), tra gli esponenti del gruppo Corrente.

Della vasta produzione dell’artista nelle più svariate tecniche (olii, acrilici, disegni su china, acquerelli, ceramiche) e soggetti il curatore, Paolo Avanzi si è concentrato sui lavori che vanno dagli anni ’50 fino alle soglie del terzo millennio.

Si tratta di alcuni dei temi prediletti dall’artista come i fiori, le maschere i paesaggi della valle Intelvi (dove ha vissuto per lunghi anni) e della Sicilia.  Gauli, fu l’ultimo esponente del gruppo Corrente a spegnersi, nel 2012.

“Dopo la sua morte –  scrive il curatore – è mancata una fondazione che curasse e tutelasse la sua produzione con mostre, convegni. La sua produzione pare sia andata dispersa, se non svenduta. Ne è dimostrazione il fatto che diverse sue opere sono disponibili in aste e su ebay a prezzi davvero bassi. Il che non sminuisce comunque il valore storico di questo artista che è riuscito a lasciare un segno indelebile nella storia dell’arte.

Non ho avuto la fortuna di incontrare Piero Gauli. A Dizzasco sono arrivato l’anno dopo la sua morte. Quello che so di lui l’ho appreso leggendo le sue pubblicazioni e ammirando le sue opere.

Non è mia intenzione aggiungermi alla folta schiera di critici che con dovizia di particolari e acume storico hanno fornito un suo approfondito profilo. Vorrei piuttosto parlare dell’impatto emotivo suscitato dalle sue opere, di quello che mi suggeriscono… E il tratto che mi sembra maggiormente emergere è quello della generosità. Un tratto che si evince dalle sue pennellate rapide e sapienti che riescono a dare del soggetto (ritratto o paesaggio) una immagine nitida, forte, che non tralascia nessun particolare, che coglie ogni sfumatura, andando anche oltre il dato oggettivo.

Il secondo aspetto che colgo della sua pittura – prosegue Paolo Avanzi –  è quello dell’energia, intesa come forza creativa. Questa volontà o voluttà di riportare sulla tela la realtà rielaborandola mentalmente e trasfigurandola, solo come un grande genio espressionista può fare, cogliendone le spirito, l’anima vitale grazie al proprio istinto. E si può dire che non ci sia tematica su cui Gauli non si sia misurato nella sua lunga vita, dalla sua dura esperienza nei campi di concentramento, ai raduni degli alpini, alle feste di paese e ai soggiorni in valle.

In questa personale sono esposti i lavori di Gauli che vanno dagli anni ’50 fino alle soglie del terzo millennio… un saggio della sua imponente produzione. Ciò nella speranza di contribuire a riportare l’attenzione su questo nostro grande artista che meriterebbe di essere rivalutato”.

La mostra è visitabile sino al 21 luglio. Orari: 16-19 o su appuntamento (+39) 3401066977; spaziointelvi11@yahoo.com

 

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L’Archivio, tra memoria e attualità https://www.artevarese.com/larchivio-tra-memoria-e-attualita/ https://www.artevarese.com/larchivio-tra-memoria-e-attualita/#respond Thu, 11 Jul 2024 09:00:49 +0000 https://www.artevarese.com/?p=74560 Busto A. – Pensare a una rubrica per disquisire sul ruolo della fotografia nella società odierna, significa rapportarsi necessariamente con il passato, anche recente, in cui il passaggio dall’analogico al digitale ha segnato un passo storico così dinamico da scompaginare anche i più inclini ai cambiamenti repentini. Da oltre 150 anni la fotografia è uno […]

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Busto A. – Pensare a una rubrica per disquisire sul ruolo della fotografia nella società odierna, significa rapportarsi necessariamente con il passato, anche recente, in cui il passaggio dall’analogico al digitale ha segnato un passo storico così dinamico da scompaginare anche i più inclini ai cambiamenti repentini.

Da oltre 150 anni la fotografia è uno strumento riconosciuto e di grande valore nel fissare la memoria collettiva, legata ai vissuti e alla società che, nel divenire, trasforma usi e costumi.

La promozione del territorio, sia esso di piccole o grandi dimensioni, passa necessariamente attraverso la produzione di immagini, capaci rappresentare le peculiarità artistiche, ambientali, architettoniche e distintive dei luoghi.

Interrogarsi sui temi dell’educazione e dell’uso delle immagini, sull’importanza della tutela e del trattamento dei materiali storici, del rapporto tra immagini e storia, tra immagini e realtà, tra immagini e arte, tra immagini e condizione esistenziale, risulta quanto mai necessario, se si vuole conservare una memoria visiva dei luoghi e dell’habitat, anche umano.

Il ruolo svolto dall’Afi diviene importante, in quanto si inserisce in un filone sociale che favorisce il dialogo con i territori, con le persone e con gli studiosi, raccogliendo testimonianze che altrimenti andrebbero perse, anche piccole, ma di grande valore, se incluse in un contenitore più ampio e articolato.

Le ricerche di documentazione dei beni architettonici e ambientali, il racconto dell’uomo nel lavoro, nella vita collettiva o privata, da promuovere attraverso campagne fotografiche mirate, non solo innalzano il livello qualitativo della fotografia, ma si trasformano in una rappresentazione intellettuale, che tratteggia una linea di confine tra documento e interpretazione, tenendo conto del piano di governo del territorio, con cui tutte le amministrazioni devono misurarsi, che necessita di apporti iconografici funzionali che un archivio organizzato può fornire.

Questa rubrica intende suggerire delle riflessioni attraverso la fotografia, non scartando alcun tema, compreso il reportage giornalistico e la fotografia d’arte, così da offrire una panoramica ampia e articolata sul fondo dell’Afi, composto da autori provenienti da tutta Italia, e anche dall’estero.

Partiamo con delle fotografie analogiche, scattate tra l’inizio del ‘900 e l’inizio del 2000. A distanza di 100 anni i ritratti mantengono il fascino identitario dei soggetti, sia negli scatti da studio, dalla posa lunga e ricercata, che nella grazia pittorica delle foto dipinte a mano, o ancora nella documentazione della dipartita o nei progetti sui territori, di cui la gente diviene l’emblema.

La fotografia è l’unico «linguaggio» compreso in ogni parte del mondo e, superando tutte le nazioni e le culture, unisce la famiglia umana.  Ci permette di condividere speranze e disperazioni altrui, chiarifica condizioni politiche e sociali. Noi diventiamo testimoni oculari dell’umanità e della disumanità degli uomini.

Helmut Gernsheim, Creative Photography

Claudio Argentiero

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Nel mondo della fotografia e dei suoi protagonisti https://www.artevarese.com/nel-mondo-della-fotografia-e-dei-suoi-protagonisti/ https://www.artevarese.com/nel-mondo-della-fotografia-e-dei-suoi-protagonisti/#respond Tue, 09 Jul 2024 14:17:37 +0000 https://www.artevarese.com/?p=74852 Busto A. – La fotografia è sempre più passione! Un hobby, un lavoro, un arricchimento personale, un modo di scoprire un talento che non si sapeva di possedere. Arte Varese ha voluto mettere a fuoco questo linguaggio artistico per conoscere, più da vicino la storia, la tecnica e i segreti che accompagnano l’ affascinante universo […]

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Busto A. – La fotografia è sempre più passione! Un hobby, un lavoro, un arricchimento personale, un modo di scoprire un talento che non si sapeva di possedere.

Arte Varese ha voluto mettere a fuoco questo linguaggio artistico per conoscere, più da vicino la storia, la tecnica e i segreti che accompagnano l’ affascinante universo di immagini.
Non solo. Nostro obiettivo è anche intervistare autori e far loro raccontare esperienze e il proprio vissuto.

Per questo, tra qualche giorno inizierà una rubrica dedicata alla fotografia a cura di Claudio Argentiero, autore e Presidente di AFI, Archivio Fotografico Italiano. Con lui “scatteremo” o meglio partiremo per un viaggio che ogni mese farà tappa sulla nostra rivista con notizie, approfondimenti e curiosità su questo magico mondo e i suoi protagonisti.

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Exit Lights, è il titolo della personale di Omar Hassan https://www.artevarese.com/exit-lights-e-il-titolo-della-personale-di-omar-hassan/ https://www.artevarese.com/exit-lights-e-il-titolo-della-personale-di-omar-hassan/#respond Mon, 01 Jul 2024 07:00:55 +0000 https://www.artevarese.com/?p=74782 Somma L.do  –Exit Lights, è il titolo della personale di Omar Hassan, in apertura alla Porta di Milano del Terinal 1 di Malpensa. L’esposizione,  a cura di Mariacristina Ferraioli, sarà inaugurata il 2 luglio alle  11, alla presenza dell’artista, di Anna Scavuzzo, Vicesindaco di Milano, Michaela Castelli, Presidente di SEA e della curatrice. Per l’occasione, […]

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Somma L.do  –Exit Lights, è il titolo della personale di Omar Hassan, in apertura alla Porta di Milano del Terinal 1 di Malpensa. L’esposizione,  a cura di Mariacristina Ferraioli, sarà inaugurata il 2 luglio alle  11, alla presenza dell’artista, di Anna Scavuzzo, Vicesindaco di Milano, Michaela Castelli, Presidente di SEA e della curatrice. Per l’occasione, Omar Hassan (Milano 1987), uno degli artisti più innovativi nella scena internazionale, presenta una monumentale opera site-specific realizzata volutamente per lo spazio espositivo situato nel cuore dell’aeroporto e punto di passaggio  per milioni di viaggiatori dove il progetto espositivo dell’artista unisce tradizione e modernità creando un luogo immersivo e affascinante per i visitatori in transito.

Artista poliedrico, la cui ricerca spazia dalla pittura alla scultura, alla videoarte, all’installazione ambientale, alla performance e alla scrittura, Hassan si approccia all’arte contemporanea con una potenza visiva di rara intensità. La Porta di Milano rappresenta per l’artista uno stargate per spingersi oltre i confini della contemporaneità, portando su un nuovo piano espressivo, di fruizione e valorizzazione la propria ricerca artistica. L’allestimento permette l’intersecarsi tra l’opera pittorica di Hassan – in questo caso un’opera site-specific creata ad hoc – e un video che riprende il gesto dell’artista.

Nell’opera realizzata per La Porta di Milano al Terminal 1 dell’Aeroporto di Malpensa” dichiara Mariacristina Ferraioli, curatrice della mostra, “la luce emerge dal buio come nella più classica tradizione pittorica, ma con un’inusuale forza espressiva resa ancora più intensa dalle dimensioni della tela. Illuminare lo spazio attraverso la luce dell’arte rappresenta la grande sfida di Hassan che ancora una volta spinge il suo gesto pittorico su una tela di grandi dimensioni con un lavoro inedito. È un’opera che parla ad ognuno di noi perché, con essa, l’artista sonda la complessità dell’animo e della psiche umana in quel magma unico di luci e ombre che contribuisce a definire la nostra individualità e la nostra esperienza di esseri umani.

La mostra sarà aperta al pubblico dal 3 luglio 2024 al 7 gennaio 2025.

L’ingresso è gratuito.

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Alla riscoperta della creatività di Andloviz https://www.artevarese.com/alla-riscoperta-della-creativita-di-andloviz/ https://www.artevarese.com/alla-riscoperta-della-creativita-di-andloviz/#respond Wed, 19 Jun 2024 07:00:10 +0000 https://www.artevarese.com/?p=74656 Laveno Mombello – Esplorare il genio di Andloviz nella mostra in corso al MIDeC. L’esposizione a cura di  Anty Pansera e Giacinta Cavagna di Gualdana offre uno sguardo sulla creatività e versatilità del designer e architetto, che ha riformato la produzione industriale intervenendo su estetica e funzionalità, dai vasi ai mobili fino ai sanitari. L’esposizione […]

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Laveno Mombello – Esplorare il genio di Andloviz nella mostra in corso al MIDeC. L’esposizione a cura di  Anty Pansera e Giacinta Cavagna di Gualdana offre uno sguardo sulla creatività e versatilità del designer e architetto, che ha riformato la produzione industriale intervenendo su estetica e funzionalità, dai vasi ai mobili fino ai sanitari.

L’esposizione indaga la figura di Guido Andloviz, direttore artistico della SCI Società Ceramica Italiana di lavenodal 1923 al 1971, evidenziando aspetti significativi del suo lavoro: lla presenza alle Triennali di Milano come curatore, il contributo al design dei sanitari (con pezzi dai depositi del MIDeC) ai “tradimenti” nel furniture design. Di particolare interesse sono i lavabi angolari progettati per i treni e i mobili in legno, come quello da toilette esposto alla Terza Mostra Internazionale delle Arti Decorative di Monza del 1927.

Disegni storici della SCI sono approdati alle Triennali di Milano, come il vaso Monza 75 e la scatola Monza 27, che arricchiscono l’esposizione. Grazie a una selezione unica proveniente da collezioni private, la mostra rappresenta un viaggio tra industria, arte e design.

La mostra è accompagnata da un catalogo contenente anche un breve itinerario di Laveno Mombello per ammirare il pannello ceramico ricomposto a Villa Frua, sede del comune, realizzato per la Mostra dell’Autarchia a Roma nel 1938. Tuttavia, l’itinerario si interrompe alla Stazione delle Ferrovie dello Stato, dove i vasi di Andloviz, presenti sin dagli anni ’60, sono stati recentemente rubati. Il furto è stato scoperto durante le ricerche per l’esposizione e segnalato alle autorità.

Il MIDeC, museo civico sostenuto dal Comune con questa mostra continua il percorso di valorizzazione del patrimonio artistico e della storia industriale della fabbrica lavenese, attiva dal 1856 fino alla seconda metà del ‘900.

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Theodoulos Polyviou, “Un palazzo in esilio” https://www.artevarese.com/theodoulos-polyviou-un-palazzo-in-esilio/ https://www.artevarese.com/theodoulos-polyviou-un-palazzo-in-esilio/#respond Mon, 17 Jun 2024 15:03:42 +0000 https://www.artevarese.com/?p=74651 Milano – La personale di Theodoulos Polyviou “Un palazzo in esilio” in corso alla Fondazione Elpis  si rifà a quanto avvenuto negli anni Cinquanta sull’isola di Cipro, quando l’Arcivescovo Makarios III° in un clima di tensione etnica nazionale, decise la costruzione di un nuovo palazzo arcivescovile, la cui architettura doveva evidenziare una nuova identità nazionale […]

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Milano – La personale di Theodoulos Polyviou “Un palazzo in esilio” in corso alla Fondazione Elpis  si rifà a quanto avvenuto negli anni Cinquanta sull’isola di Cipro, quando l’Arcivescovo Makarios III° in un clima di tensione etnica nazionale, decise la costruzione di un nuovo palazzo arcivescovile, la cui architettura doveva evidenziare una nuova identità nazionale differente da quella imposta dalla precedente dominazione britannica.

Strutturata in tre distinti spazi, la mostra vede al piano terra un insieme di calchi originali provenienti dall’archivio dell’artista, quali elementi preludio al proseguo dell’esposizione.

A definire la struttura del primo piano è la collaborazione tra l’artista e l’architetto Loukis Menelaou che si riferisce virtualmente al concorso del 1950 sotto forma di video installazione accompagnata da un modulo architettonico proveniente dal soffitto della Fondazione Elpis.

A chiusura del percorso espositivo concorre una serie di collages composti da annunci pubblicitari ricavati dai giornali greci, britannici e locali degli anni Cinquanta stirati su teli di alluminio che mettono in evidenza le stagioni che in quel periodo percorrevano Cipro.

Accanto ai disegni compare un candelabro ricavato da una impalcatura che sostiene le candele votive ecclesiastiche, la cui fattura è composta da un laboratorio sito di fronte all’attuale palazzo Arcivescovile di Nicosia.

Theodoulos Polyviou – “Un palazzo in esilio” – Milano – Fondazione Elpis, Via Lamarmora 26. Fino al 7 luglio. Orari: da giovedì a domenica 12-19.

Ph. Fabrizio Vatieri

Mauro Bianchini

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“Dove il grottesco regna sovrano”, inaugura Ksenia Pasyura https://www.artevarese.com/dove-il-grottesco-regna-sovrano-inaugura-ksenia-pasyura/ https://www.artevarese.com/dove-il-grottesco-regna-sovrano-inaugura-ksenia-pasyura/#respond Fri, 14 Jun 2024 07:04:02 +0000 https://www.artevarese.com/?p=74617 Milano – La prima personale nel capoluogo lombardo dell’artista londinese Ksenia Pasyura si apre al pubblico, oggi (14 giugno) alle 18, alla Fondazione Mudima. “Dove il grottesco regna sovrano, questo il titolo presenta una trentina di dipinti , tutti inediti, capaci di sfidare le percezioni ed evocare profonde riflessioni sulla condizione umana. Il lavoro di […]

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Milano – La prima personale nel capoluogo lombardo dell’artista londinese Ksenia Pasyura si apre al pubblico, oggi (14 giugno) alle 18, alla Fondazione Mudima. “Dove il grottesco regna sovrano, questo il titolo presenta una trentina di dipinti , tutti inediti, capaci di sfidare le percezioni ed evocare profonde riflessioni sulla condizione umana.

Il lavoro di Pasyura, caratterizzato da elementi surreali, esplora i temi dell’identità, della trasformazione e dei confini della realtà. Tele di grandi dimensioni in cui le regole dell’anatomia e della fisica spariscono: occhi sporgenti, gambe contorte, piedi allargati e parti del corpo fluttuanti. Corpi grotteschi, insieme affascinanti e ripugnanti, scorrono, si smontano e si ricompongono, sfidando l’ordine logico e trasgredendo ogni canone estetico. Anche se in apparenza appaiono figure umoristiche si avverte un sottofondo di ambiguità e minaccia.

I suoi dipinti raffigurano una miriade di parti del corpo nude, sigarette, fumo, volti volgari e beffardi, che trasmettono una certa libertà di essere, libertà nell’esistenza corporea. La celebrazione del corpo, dei suoi bisogni e delle sue funzioni da parte di Pasyura, ci invita a mettere in discussione gli ordini sociali dominanti, l’etichetta e la serietà dell’arte stessa.

Nella sua pratica, Pasyura fonde magistralmente gli aspetti umoristici del grottesco e della caricatura. Ispirata dall’analisi del filosofo russo Michail Bachtin sui carnevali popolari tradizionali e sull’immaginario grottesco, cerca di catturare la connessione tra la satira, le immagini deprecatrici e il loro potere moralizzante e trasformativo nella cultura. Il carnevalesco permette la sospensione delle norme convenzionali e offusca i confini sociali, ed è questo aspetto che l’artista indaga e rappresenta.

In un’epoca segnata dall’incertezza e dal cambiamento, il grottesco e la satira agiscono ancora come forze potenti, invitandoci a mettere in discussione, criticare e reimmaginare il mondo che ci circonda. I dipinti di Pasyura ci ricordano il fragile confine tra il centro e il margine, l’umano e l’animale, il sé e “l’altro”, incoraggiandoci a rovesciare dal piedistallo i concetti delle norme sociali prestabilite.

L’esposizione proseguirà sino al 12 luglio. Orari al pubblico: lunedì – venerdì, 11-13 e 15-19. Chiuso sabato e domenica.

Cenni biografici
Ksenia Pasyura è un’acclamata artista contemporanea che vive e lavora a Londra. Il suo lavoro si addentra nel surreale e nel grottesco, esplorando spesso i temi dell’identità e della trasformazione. I dipinti di Pasyura sono stati esposti a livello internazionale, ottenendo il plauso della critica per profondità e originalità.  l

 

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Il Giappone visto da Flavio Gallozzi https://www.artevarese.com/il-giappone-visto-da-flavio-gallozzi/ https://www.artevarese.com/il-giappone-visto-da-flavio-gallozzi/#respond Thu, 13 Jun 2024 08:47:26 +0000 https://www.artevarese.com/?p=74562 Luino – Il Giappone negli sguardi di Flavio Gallozzi in mostra dal 14 giugno a palazzo Verbania. Una serie di raffinate immagini in bianco e nero raccontano dettagli di vita di artisti tradizionali locali colti nel nel momento della creazione delle proprie opere. Ceramica, lacca, calligrafia, musica, danza, cerimonia del tè, arti marziali in un […]

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Luino – Il Giappone negli sguardi di Flavio Gallozzi in mostra dal 14 giugno a palazzo Verbania. Una serie di raffinate immagini in bianco e nero raccontano dettagli di vita di artisti tradizionali locali colti nel nel momento della creazione delle proprie opere. Ceramica, lacca, calligrafia, musica, danza, cerimonia del tè, arti marziali in un suggestivo scenario capace di illustrare un meraviglioso quanto misterioso mondo.

La mostra, a cura di Carmen Geraci e Giancarlo Moscatelli presenta una quarantina di scatti frutto della calma e paziente arte di Gallozzi, dove il gesto misurato del soggetto diventa gesto pudico dello scatto del fotografo, rapito dalla scena ma talmente consapevole da saperla dominare col proprio sguardo.

“Chiaroscuri, buio, luce vivida e ombre crepuscolari convivono e si alternano nelle sue fotografie -spiega Moscatelli- con minuti dettagli a dare rilievo e armonia a mani sapienti che ripetono fedelmente antichi movimenti tramandati sempre uguali per creare oggetti, disegni o pitture o per fissare nell’aria o su uno strumento musicale gesti di pura arte creativa che aspira alla perfezione: per principio inarrivabile, ma sorprendentemente vicina”.

Aggiunge Geraci: “Le fotografie di Flavio Gallozzi colgono l’attimo e lo fissano per sempre; ne contengono anche il profumo”.

Del Giappone l’artista è affascinato dalla cultura, unica e antica, dalla filosofia e dalla spiritualità che permeano anche la vita quotidiana, l’estetica raffinata e la ricerca della bellezza in ogni cosa e aspetto della vita. Precisa infatti Gallozzi: “Sono stato influenzato dall’uso dello spazio del foglio, il bilanciamento fra pieno e vuoto e, nelle fotografie, le grandi parti in ombra, che definirei l’uso del buio piuttosto che della luce.

La mostra, inserita nei programmi dell’Assessorato alla Cultura del Comune
prevede, per la giornata del 15 giugno, una serie di appuntamenti tematici realizzati in collaborazione col Festival di Poesia AISU. Sarà possibile assistere, alle 17, a una esibizione di tamburi giapponesi Taiko e partecipare a un incontro sulla poesia Haiku a cura di Luigi Gatti, in programma alle  17.30. Le manifestazioni hanno il patrocinio del Consolato Generale del Giappone a Milano.

L’inaugurazione della mostra è fissata per le 18; l’esposizione proseguirà sino al 23 giugno e sarà visitabile da mercoledì a domenica 10-13 e 15-18. Ingresso libero anche agli eventi.

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“Più oltre, più oltre nel nuovo”: le opere di Guido Boggiani https://www.artevarese.com/piu-oltre-piu-oltre-nel-nuovo-le-opere-di-guido-boggiani/ https://www.artevarese.com/piu-oltre-piu-oltre-nel-nuovo-le-opere-di-guido-boggiani/#respond Sat, 08 Jun 2024 08:00:00 +0000 https://www.artevarese.com/?p=74508 Verbania – “Più oltre, più oltre nel nuovo”. I viaggi di un artista: Guido Boggiani. Si tratta della rassegna dedicata al pittore omegnese allestita al Museo del Paesaggio, a cura di Aurora Scotti con Federica Rabai e Stefano Martinella. Una cinquantina di opere tra tele, disegni, documenti anche inediti e riproduzioni fotografiche ripercorrono buona parte […]

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Verbania – “Più oltre, più oltre nel nuovo”. I viaggi di un artista: Guido Boggiani. Si tratta della rassegna dedicata al pittore omegnese allestita al Museo del Paesaggio, a cura di Aurora Scotti con Federica Rabai e Stefano Martinella. Una cinquantina di opere tra tele, disegni, documenti anche inediti e riproduzioni fotografiche ripercorrono buona parte del percorso artistico di Boggiani e dei suoi viaggi.

Quattro le sezioni che ripercorrono il suo racconto: dal Lago Maggiore agli anni romani con la crociera con D’Annunzio in Grecia, dalle esplorazioni in Sudamerica a stretto contatto con le popolazioni indigene all’eredità di Boggiani

Boggiani nasce il 25 settembre 1861 a Omegna sul Lago d’Orta e cresce nella villa di famiglia di Stresa, sul Verbano.
Molto si è detto, e scritto, di lui, esploratore tra Paraguay, Brasile e Argentina e in particolare delle sue esperienze a stretto contatto con le popolazioni indigene del Chaco. Il suo spiccato interesse per le scienze antropologiche lo ha portato più volte, dall’età di 26 anni, in America Meridionale; viaggi che hanno profondamente influenzato le sue opere.

Poco è stato indagato invece della sua attività pittorica.
Allievo di Filippo Carcano, già in giovane età è un artista affermato, a Milano prima,
in particolare con i suoi paesaggi del Lago Maggiore, a Roma poi. Il trasferimento nella Capitale avviene per ampliare le proprie esperienze dopo i numerosi consensi ricevuti. Durante il soggiorno romano accresce la sua fama e pur rimanendo fedele al rapporto col vero e al tema del paesaggio, Boggiani tesse relazioni con movimenti culturali che miravano al rinnovamento delle arti; in quel contesto la nascita dell’amicizia con Gabriele D’Annunzio ed Edoardo Scarfoglio.

Il titolo della mostra “Più oltre, più oltre nel nuovo” è  una citazione da Maia, il poema di  D’Annunzio pubblicato nel 1903 dove il Vate ricorda con commozione l’amico Boggiani da poco scomparso; lo definisce un Ulisside, spinto dalla sete di conoscenza ad avventurarsi sempre “più oltre, più oltre nel nuovo”.
Con D’Annunzio, Edoardo Scarfoglio, Pasquale Masciantonio e Georges Hérelle, l’artista condivise la crociera sullo yacht Fantasia, un viaggio per mare in Grecia e nell’Italia Meridionale nell’estate del 1895, al rientro dalla sua prima esperienza in Sudamerica.
Nel corso della crociera la stesura di un vero e proprio diario di viaggio e di convivenza
con gli altri ospiti a bordo.
“Ed ora incomincerà la fatica di raccontare agli amici quanto ho veduto in questi due
mesi di viaggio interessantissimo; cosa non tanto facile in verità, poiché molto ho
veduto, e moltissime delle cose vedute sono estremamente difficili da descrivere”
annotava Boggiani.

Dal 1887 la ripresa delle spedizioni sudamericane dell’artista-esploratore. Nel 1896
realizza proprio nella foresta il suo monumentale trittico Il Pan di Zucchero (1901),
oggi della Galleria Giannoni di Novara, in prestito per la mostra verbanese. Sarà il suo
ultimo lavoro. Durante un nuovo viaggio nel Chaco paraguayano non darà più notizie di sé e i resti dell’artista, ucciso con un colpo alla testa, saranno ritrovati solo un anno dopo durante una spedizione appositamente organizzata.

La mostra allestita al Museo del Paesaggio presenta le vedute del lago Maggiore nei grandi quadri ad olio e nei disegni dove spesso compare anche la montagna; gli anni romani (dove realizzò anche diversi ritratti) e la Grecia; il Sudamerica con l’imponente Il Pan di
Zucchero altri disegni ed acquerelli; l’ultima sezione è dedicata all’eredità di Boggiani, ai suoi studi antropologici, alle foto da lui scattate durante la permanenza a stretto contatto con le popolazioni indigene che vengono accostate ad alcune opere dell’artista.

Spiega la curatrice Aurora Scotti: “Questa mostra vuole riconsiderare la vita e l’opera pittorica di Guido Boggiani, formatosi a Milano all’Accademia di Brera seguendo le linee di ricerca di Filippo Carcano e in parallelo con Eugenio Gignous ma poi attivo in più contesti,
lontani dalla sua terra natale. Ripartendo dalle ricerche fatte da Guido Cesura a metà
degli Anni Ottanta, abbiamo cercato di collegare gli approfondimenti sull’artista
all’importante fondo di disegni in possesso del Museo del Paesaggio e fino ad ora
pressoché inediti, in parte relativi alle esperienze giovanili e romane del pittore”.

“Indagare e raccontare l’artista Boggiani da tempo era nelle intenzioni del Museo del
Paesaggio – aggiunge la conservatrice Federica Rabai -. Disegni e tele della nostra collezione sono stati messi in sicurezza e restaurati proprio in occasione della mostra”.

La rassegna è accompagnata da una serie di eventi collaterali che avranno luogo al Museo:

21 giugno: 18.30, incontro con Maurizio Leigheb Guido Boggiani: da artista ad etnologo

5 luglio: 18.30, presentazione del libro di Laura Pariani Selvaggia e aspra e forte

19 luglio: 18.30, presentazione documentario di Alberto Caspani Guido Boggiani: un ulisside nel Gran Chaco del Paraguay

7 settembre: 15, visita guidata alla mostra e ai depositi del museo alla scoperta
di Guido Boggiani con Stefano Martinella

27 settembre: 18.30, incontro con Mario Cimini La crociera della Fantasia: D’Annunzio, Boggiani, Hérelle,Scarfoglio

19 ottobre: 15 visita guidata alla mostra e ai depositi del museo alla scoperta di Guido Boggiani con Stefano Martinella

19 ottobre: 15, con Laura Grassi laboratorio didattico per bambini dai 5 anni dedicato a Guido Boggiani

L’esposizione, ospitata sino al 3 novembre nelle sale di Palazzo Viani Dugnani, in via Ruga, è aperta al pubblico tutti i giorni, martedì escluso,  dalle 10 alle 18.

Cenni biografici

GUIDO BOGGIANI Nato ad Omegna nel 1861 da una famiglia novarese di proprietari
terrieri, dove possiede una villa, conosce Filippo Carcano, caposcuola del paesaggio
naturalistico lombardo, diventandone allievo.
Affermatosi giovanissimo ritraendo paesaggi del Lago Maggiore o di località vicine,
conosce a Roma Gabriele D’Annunzio, il quale lo introduce nella bella società romana e
nei circoli artistico-letterari dei giovani talenti.
A 26 anni Guido Boggiani modifica radicalmente la propria esistenza: rinuncia ad un
sicuro successo d’artista e si imbarca per il Sud America alla scoperta della tribù dei
Caduvèi, spostando i suoi interessi artistici nel campo etnografico. Oltre a realizzare
dipinti, durante questo viaggio egli produce una serie di schizzi a matita e china,
alcuni ritratti, sugli usi, costumi, attività degli indigeni, e scrive il testo della sua opera
principale: Viaggi di un artista nell’America Meridionale: i Caduvèi. In una seconda
spedizione realizzerà anche ritratti fotografici di Indios.
Nel 1901 Boggiani parte per il Chaco settentrionale, alla ricerca di una tribù
sconosciuta. Ha appena compiuto 40 anni e da quel viaggio non farà più ritorno.

 

 

 

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Fragili Contrasti di Cristina Mollica https://www.artevarese.com/fragili-contrasti-di-cristina-mollica/ https://www.artevarese.com/fragili-contrasti-di-cristina-mollica/#respond Thu, 23 May 2024 06:24:51 +0000 https://www.artevarese.com/?p=74316 San Donato Milanese –  Cristina Mollica espone a Cascina Roma “Fragili Contrasti” e nel contesto della mostra, sabato 25 maggio dalle 15 alle 17 terrà un workshop gratuito di acquarello, tecnica pittorica affascinante e contemporanea nel catturare la bellezza del nostro mondo, esteriore e interiore. Nella sede di piazza delle Arti  esposti oltre trenta lavori,  […]

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San Donato Milanese –  Cristina Mollica espone a Cascina Roma “Fragili Contrasti” e nel contesto della mostra, sabato 25 maggio dalle 15 alle 17 terrà un workshop gratuito di acquarello, tecnica pittorica affascinante e contemporanea nel catturare la bellezza del nostro mondo, esteriore e interiore.

Nella sede di piazza delle Arti  esposti oltre trenta lavori,  fra i quali anche Fearless selezionato in occasione dell’esposizione internazionale “Fabriano in Acquarello 2024”, tra paesaggi urbani e  naturali, con qualche breve digressione nella figura umana, dai quali si evidenzia l’armonia cromatica utilizzata per creare atmosfere suggestive dall’espressione libera e meditativa, senza la necessità di descrivere in dettaglio ciò che viene rappresentato, grazie alla natura fluida e sfuggente dell’acquarello.

L’artista riesce a catturare e tradurre su carta, con estrema immediatezza, emozioni e sentimenti, spesso contrastanti. Opere coinvolgenti e dalla grande energia, soprattutto nelle composizioni più complesse, un invito a fermarsi e a riflettere sul significato della propria esistenza in un mondo in continua evoluzione. Peculiarità che si riscontrano sia nei paesaggi naturali, che svelano la connessione che l’artista cerca con la natura, entità esterna grandiosa ma anche esperienza profondamente personale, sia negli scorci urbani dei quali viene catturata l’energia poetica in una combinazione tra luci e ombre, tonalità fredde e calde.

Scrive Giovanni Cerri nel suo testo critico: “La città notturna, così come gli alberi e le montagne o i paesaggi dialogano tra di loro, con rimandi di colori, di suggestioni, di evocazioni, come citazioni di un unico alfabeto che vede articolare la sua espressione sulla carta. La luce è protagonista, e l’artista sa sfruttare al meglio la trasparenza del bianco sottostante, facendo intravedere qua e là sprazzi di bagliori, o in altri casi una luminosità diffusa, che abbraccia l’intera composizione.”

Il titolo stesso della mostra, “Fragili contrasti”, che porta con sé molto del vissuto personale dell’artista, non vuole richiamare solamente l’apparente “fragilità” di un mezzo espressivo capace, quando utilizzato con sapienza tecnica, di restituire intense risposte emotive. È infatti nella capacità di dominare le collisioni nella stesura veloce e improvvisa del colore, nell’equilibrio fra le diverse tonalità, nella maestria a gestire il chiaroscuro e nella scelta stessa delle inquadrature, che l’artista riconosce e accetta i contrasti come parti fondamentali del tessuto della vita.

La mostra sarà visitabile sino al 9 giugno da lunedì a venerdì 9 -18.30, sabato 9-12.30/14.30-18.30,  domenica 10-12.30 / 15 -19. Al laboratorio del 25 maggio potranno partecipare un massimo di 10 persone. Per informazioni e prenotazioni: : info@scuoladiacquarello.com

Cenni biografici

Cristina Mollica, laureata in Illustrazione e Graphic Design allo IED di Milano, è nata a San Donato dove per dieci anni ha insegnato disegno e pittura alla Civica Scuola d’Arte. Risiede a Lodi dove tiene corsi d’arte ad acquarello in presenza e online, con un metodo didattico da lei stessa sviluppato.

 

 

 

 

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