News Archivi - ArteVarese.com https://www.artevarese.com/categoria/news-arte/ L'arte della provincia di Varese. Fri, 25 Oct 2024 08:23:52 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.3.5 https://www.artevarese.com/wp-content/uploads/2017/05/cropped-logo-1-150x150.png News Archivi - ArteVarese.com https://www.artevarese.com/categoria/news-arte/ 32 32 Giovanni Chiaromonte, “Salvare l’ora” https://www.artevarese.com/giovanni-chiaromonte-salvare-lora/ https://www.artevarese.com/giovanni-chiaromonte-salvare-lora/#respond Fri, 25 Oct 2024 09:00:45 +0000 https://www.artevarese.com/?p=75442 Milano – A un anno  dalla scomparsa di Giovanni Chiaramonte (18 ottobre 2023), fra i grandi protagonisti della fotografia italiana contemporanea, il Centro Culturale presenta dal 20 novembre al 18 gennaio 2025, la mostra “Salvare l’ora” dedicata a una delle  più particolari e originali raccolte con 70 Polaroid e 70 haiku scritti dal fotografo (forma […]

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Milano – A un anno  dalla scomparsa di Giovanni Chiaramonte (18 ottobre 2023), fra i grandi protagonisti della fotografia italiana contemporanea, il Centro Culturale presenta dal 20 novembre al 18 gennaio 2025, la mostra “Salvare l’ora” dedicata a una delle  più particolari e originali raccolte con 70 Polaroid e 70 haiku scritti dal fotografo (forma giapponese di poesia).

 Il titolo dell’esposizione “Salvare l’ora”, ideata da Camillo Fornasieri e curata da Elena Pontiggia, prende spunto dall’omonimo titolo del libro edito nel 2018 da Postcart, nel quale  Chiaramonte scrive: “gli haiku e le immagini di “Salvare l’ora “nascono da due periodi di malattie apparentemente senza speranza: si pongono come tracce leggere della presenza divina nascosta all’interno di ogni forma e figura che splende nel mondo

Le Polaroid, formato fotografico assolutamente inedito per l’autore realizzate con una Fuji Instax a sviluppo istantaneo, consentono al pubblico di tracciare il rapporto di Chiaramonte con Dio e mostrano come nell’intimità di quegli scatti egli cercasse il legame tra il particolare e l’essere. Tra memoria e stupore, tristezza e redenzione: nella casa, nei prati comuni, nei bordi abbandonati della città, nello splendore della natura.

La mostra di Giovanni Chiaramonte, nato a Varese nel 1948 da genitori siciliani e arrivato a Milano nel 1961, si apre a una settimana esatta dall’inaugurazione della personale “La geometria e la compassione” dedicata a Ferdinando Scianna, che proprio da Chiaramonte venne invitato, poco più di un anno fa e a nome del CMC, a comporre un’esposizione sulla sua posizione di uomo e fotografo di fronte al grande limite del dolore del mondo.

Come riferisce Camillo Fornasieri, direttore del CMC: “Le due esposizioni sono una straordinaria circostanza umana e culturale che il Centro Culturale di Milano ha voluto unire non per un confronto, ma per invitare il pubblico ad andare al fondo e riscoprire il senso della fotografia nell’amicizia di due fotografi sui temi più radicali dell’esistenza. In particolare, la mostra ‘Salvare l’ora’ vuole sottolineare non solo il linguaggio colto della fotografia di Chiaramonte, ma anche la ricerca spirituale e umana della sua opera, dove l’immagine è meditazione sul senso dell’esistenza”.

Su temi diversi ma speculari i fotografi si interrogano profondamente sull’essere delle cose e dell’uomo. L’amico e poeta milanese Umberto Fiori su “Salvare l’ora” così scrive: “qui si ha l’impressione di avere di fronte un’esposizione lampante della poetica del fotografo…lo sguardo chiama, è una voce

Se negli Haiku, (forma giapponese di poesia ripresa in Italia da Andrea Zanzotto), sono le cose della natura a campeggiare come “enigmi naturali”, per Chiaramonte a prevalere è la riflessione: tempo, spazio, universo, nulla, pensiero, luce, abisso.

Le Polaroid, che non hanno possibilità alcuna di intervento prima e dopo lo scatto, riflettono le comunanze con il grande amico Luigi Ghirri (proprio una delle foto è a lui dedicata) e provengono da interni ed esterni di Milano, Berlino, Postsdam, posando lo sguardo sull’esserci delle cose, sulla memoria, i legami, gli oggetti più inerti e insignificanti in uno splendore di colori, una linea cha va da Kértesz a Ghirri.

Le figure degli Haiku di Chiaramonte che accompagnano “Salvare l’ora” e che si trovano negli scritti in mostra accanto alle immagini, nascono dall’ascolto che l’infinito dà allo sguardo, mostrando come per lui il tempo del contemplare fosse importante e necessario quanto il silenzio interiore.

Chiaramonte in queste polaroid e nei suoi scritti ha rivelato la parola che tace al fondo delle sue immagini. Una parola che si sporge oltre sé stessa, cercando il proprio limite. Cosa c’è, oltre quel limite? “Dove il pensiero/Si interrompe in frantumi/Inizia l’altro (haiku di Giovanni Chiaramonte).

Contemporaneamente alla mostra “Salvare l’ora” al Centro culturale di Milano, dal 16 novembre 2024 al 9 febbraio 2025 Giovanni Chiaramonte è protagonista anche al Museo Diocesano di Milano con l’antologica dal titolo “Realismo infinito”, già svoltasi al Monastero di Astino di Bergamo nel 2022 e sempre curata da Corrado Benigni.

La mostra sarà visitabile sino al 18 gennaio 2025. Orari al pubblico: da martedì a venerdì 9.30 -13 / 14.30-18; sabato e domenica 15 – 19. Chiuso per festività nei giorni 24, 25, 26, 31 dicembre e 1° gennaio. L’inaugurazione è in programma il 19 novembre alle18.30 su invito.

Cenni biografici

Giovanni Chiaromonte è nato nel 1948 a Varese da genitori di Gela; comincia a fotografare alla fine degli anni Sessanta, operando per la ripresa della forma figurativa, seguita alla stagione astratta e informale. Per questo nel 1978 insieme a Luigi Ghirri nasce Punto e Virgola, prima casa editrice dedicata alla fotografia e alla sua storia.

All’opera di Luigi Ghirri dedica e cura personalmente la mostra “Nostalgia del futuro. L’immagine necessaria” che si inaugura al CMC a pochi giorni dalla sua morte di Chiaramonte avvenuta il 18 ottobre 2023.

La sua fotografia risente del pensiero di R. Guardini, H.U. von Balthasar e in quella della Chiesa d’Oriente incontrata in A. Tarkovskij, O. Clément, P. Evdokimov.

Dal 1983 collabora alla rivista “Lotus International” e alle mostre internazionali curate alla Triennale di Milano, dove nel 2000 realizza col Centro Culturale di Milano e i poeti e scrittori De Angelis, Rondoni, Doninelli, Raboni la mostra “Milano Cerchi della città di mezzo”, curata da Pierluigi Nicolin.

Partecipa alle mostre del CCA di Montréal, tra cui Asphalt e Rooms You May Have Missed.

Espone in tutto il mondo e per ben cinque volte alla Biennale di Venezia, l’ultima delle quali nel 2013. Al CMC presenta nel 1999 con Joel Mewerowitz la mostra “Eventi umani, eventi urbani”. Nel 2005 l’Università di Palermo gli conferisce la Laurea honoris causa in Architettura. Nel 2010 è presente all’Expo di Shangai con “Nascosto in prospettiva”, mentre l’anno successivo è nominato Accademico Benemerito dell’Accademia di San Luca (2021).

Ha insegnato Storia e Teoria della Fotografia allo IULM di Milano, alla Facoltà di Architettura di Palermo e al Master di “Forma” a Milano. Durante la sua carriera ha pubblicato oltre 100 volumi.

 

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“TUTTOPLESSI”, 60 anni di carriera in mostra a Como https://www.artevarese.com/tuttoplessi-60-anni-di-carriera-in-mostra-a-como/ https://www.artevarese.com/tuttoplessi-60-anni-di-carriera-in-mostra-a-como/#respond Tue, 15 Oct 2024 15:33:34 +0000 https://www.artevarese.com/?p=75816 Como – Fabrizio Plessi, sessant’anni di carriera, in mostra nelle sale di Palazzo Broletto. “TUTTOPLESSI”, questo il titolo, è un progetto espositivo che racconta una preziosa sintesi di ricerca del visionario pioniere della videoarte e delle videoinstallazioni in Italia. La mostra rivela la summa della rivoluzione tecnologica di Plessi, sviluppata negli anni settanta del Novecento […]

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Como – Fabrizio Plessi, sessant’anni di carriera, in mostra nelle sale di Palazzo Broletto. TUTTOPLESSI”, questo il titolo, è un progetto espositivo che racconta una preziosa sintesi di ricerca del visionario pioniere della videoarte e delle videoinstallazioni in Italia.

La mostra rivela la summa della rivoluzione tecnologica di Plessi, sviluppata negli anni settanta del Novecento e che ancora continua regalando stimoli e suggestioni.

L’allestimento, appositamente pensato per la sala, propone sei enormi portali tecnologici, ciascuno dei quali contiene un complesso sistema video da cui scaturiscono delle immagini che sono amplificate da una vasca, posta ai piedi di ciascun portale, in un rispecchiamento dinamico delle immagini in movimento.

Ognuna delle installazioni esplicita i temi più caratteristici della sua ricerca, legata a elementi naturali come l’acqua, il fulmine, il fuoco, la lava, l’oro e il fumo.

“Disegnare il carbone, la paglia, il marmo, il ferro, la terra – spiega Fabrizio Plessi -, diventa un mezzo per avvicinarmi e capire fino in fondo la fisicità ancestrale di questi materiali, rappresentati sempre e comunque a contatto o a confronto con i mezzi in uso della tecnologia. Da questo “scontro” solo apparente di sostanze così diverse, da queste “convivenze impossibili” tra povertà del naturale e ricchezza cangiante dell’elettronico, da questi forzati assemblaggi divenuti poi quasi biologicamente vasi comunicanti, da tutti questi “diversi possibili”, sono nati nel corso degli anni molteplici, infiniti progetti, perfettamente studiati e rappresentati, moltissimi dei quali ancora non realizzati”.

La rassegna, a cura di Paolo Bolpagni e Giovanni Berera, con il coordinamento scientifico di Ilaria Bignotti, è visitabile sino al 17 novembre. Orari al pubblico: tutti i giorni dalle 10 alle 18.

La Fondazione COMO ARTE, (capofila dell’organizzazione della mostra) come sempre in occasione di ogni nuova rassegna, promuove un progetto solidale, con lo scopo di veicolare un messaggio di particolare cura e attenzione verso gli altri; per la mostra TUTTOPLESSI, ha operato d’intesa con i due ospedali del territorio: in particolare, all’Ospedale Valduce verranno donati titoli di ingresso gratuito alla mostra per le persone che stanno seguendo un percorso di cura oncologica; così come sarà possibile accedere gratuitamente a tutti i neo genitori del reparto ostetricia-nido. In collaborazione, poi, con l’azienda ospedaliera Sant’Anna, verranno donati titoli di ingresso gratuito all’Associazione Tullio Cairoli, che opera nell’ambito del reparto di oncologia dello stesso nosocomio. (ph.t-space studio tuttoplessi).

 

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“Anime di luce” https://www.artevarese.com/anime-di-luce/ https://www.artevarese.com/anime-di-luce/#respond Sun, 13 Oct 2024 09:00:40 +0000 https://www.artevarese.com/?p=75785 Comabbio – I protagonisti della mostra “Anime di luce – Busto Arsizio incontra Lucio Fontana” sono i ragazzi del Centro Diurno per persone con fragilità/disabilità “Belotti Pensa” di Busto Arsizio, gestito dalla Cooperativa Sociale Società Dolce in apertura dal  19 ottobre al 3 novembre nella Casa e Sala Lucio Fontana. I ragazzi, guidati dal maestro […]

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Comabbio – I protagonisti della mostra “Anime di luce – Busto Arsizio incontra Lucio Fontana” sono i ragazzi del Centro Diurno per persone con fragilità/disabilità “Belotti Pensa” di Busto Arsizio, gestito dalla Cooperativa Sociale Società Dolce in apertura dal  19 ottobre al 3 novembre nella Casa e Sala Lucio Fontana.

I ragazzi, guidati dal maestro Giuseppe Portella, hanno realizzato questa esposizione che vuole essere un omaggio a Fontana, al suo coraggio verso una sperimentazione, ai tempi impopolare che, come tutte le innovazioni, va metabolizzata. Così il pensiero di Portella che ha voluto sfidare una società affermando che siamo tutti “Anime di Luce” e che l’arte e il talento non devono mai essere rinchiusi in categorie.

Una mostra speciale nella quale le opere entrano in un dialogo ravvicinato con lo spazio, il buio e la luce, accogliendo l’invito del padre dello “Spazialismo” ad andare oltre la tela verso l’infinito.

La mostra proseguirà sino al 3 novembre e sarà visitabile nei seguenti orari: sabato e domenica 10.30 – 12.30 / 15 – 18.30. L’inaugurazione avrà luogo nella sede di via Garibaldi alle 16.30.

 

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L’artista Giorgio Basfi inaugura a Cairate https://www.artevarese.com/lartista-giorgio-basfi-inaugura-a-cairate/ https://www.artevarese.com/lartista-giorgio-basfi-inaugura-a-cairate/#respond Sun, 13 Oct 2024 08:00:29 +0000 https://www.artevarese.com/?p=75756 Cairate – Giorgio Basfi inaugura la nuova personale dal 26 ottobre nella suggestiva cornice del Monastero di Cairate. In mostra sarà esposta la più recente produzione realizzata dal 2018 a oggi, opere inserite in due serie pittoriche: gli “Egosistemi” e i “Liberamente”. Entrambe le serie rappresentano per l’artista un mezzo per interrogarsi sulla correlazione tra […]

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Cairate – Giorgio Basfi inaugura la nuova personale dal 26 ottobre nella suggestiva cornice del Monastero di Cairate. In mostra sarà esposta la più recente produzione realizzata dal 2018 a oggi, opere inserite in due serie pittoriche: gli “Egosistemi” e i “Liberamente”.

Entrambe le serie rappresentano per l’artista un mezzo per interrogarsi sulla correlazione tra forma, pensiero e creazione che fin dagli esordi sono stati gli elementi più importanti della sua ricerca. Si potranno ammirare lavori ad olio di vari formati, disposti in ordine cronologico per dare una, lettura sull’evoluzione dello stile nel corso degli ultimi anni.

Il percorso artistico di Giorgio Basfi è sempre stato caratterizzato da una continua ricerca di tecniche e di stili pittorici, mantenendosi però fedele alla sua ricerca introspettiva dell’importanza della forma nel pensiero astratto.

Con le ultime serie pittoriche l’artista mostra il suo gioco di rappresentazione partendo dagli Egosistemi che con i suoi elementi simbolici di forme elementari relazionati tra loro portano ai Liberamente con la scomposizione informale dettata dalla gestualità istintiva della materia pittorica. L’approccio tra pensiero analitico e pensiero istintivo quindi interrogherà il pubblico sul significato estetico della pittura come mezzo di analisi del pensiero astratto.

La mostra sarà inaugurata sabato 26 ottobre alle 17 e dal giorno seguente potrà essere visitata sabato-domenica e festivi , dalle 14 alle 18, sino al 10 novembre. L’ingresso alla mostra è gratuito.

Durante l’evento, l’artista sarà presente per illustrare il suo lavoro e il processo creativo che ha portato alla realizzazione delle opere esposte. Inoltre, sono previsti eventi collaterali tra cui laboratori artistici, conferenze e visite guidate, con l’obiettivo di coinvolgere il pubblico e creare un’esperienza artistica immersiva. Per prenotazioni visite guidate, contattare: prolococairate@gmail.com o 345 101 8929

 

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Il design protagonista al MA*GA https://www.artevarese.com/il-design-protagonista-al-maga/ https://www.artevarese.com/il-design-protagonista-al-maga/#respond Sat, 12 Oct 2024 14:00:07 +0000 https://www.artevarese.com/?p=75788 Gallarate – Per cinque mesi, il design italiano sarà l’assoluto protagonista al MA*GA. Da domani, 13 ottobre, al 2 marzo 2025, due percorsi espositivi, ma complementari raccontano la storia gloriosa e il futuro prossimo di un linguaggio che ha contraddistinto e continua a contraddistinguere l’Italia nel mondo: ARTE E DESIGN. DESIGN È ARTE e HYPERDESIGN. […]

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Gallarate – Per cinque mesi, il design italiano sarà l’assoluto protagonista al MA*GA. Da domani, 13 ottobre, al 2 marzo 2025, due percorsi espositivi, ma complementari raccontano la storia gloriosa e il futuro prossimo di un linguaggio che ha contraddistinto e continua a contraddistinguere l’Italia nel mondo: ARTE E DESIGN. DESIGN È ARTE e HYPERDESIGN.

Arte e design. Design è arte, da un progetto di Philippe Daverio, a cura di Emma Zanella, Vittoria Broggini e Alessandro Castiglioni, è la grande mostra dedicata alla storia del Design italiano: un’avventura di instancabile innovazione e sperimentazione, in costante dialogo con le arti visive. Il design viene analizzato nella sua forma di fenomeno complesso e, come definito da Daverio stesso, “ambiguo”, perché risponde contemporaneamente a una serie di questioni culturali, economiche, sociologiche ma anche autoriali ed estetiche, che si sovrappongono e intrecciano in modo unico. L’allestimento è suddiviso in cinque sezioni, quasi si trattasse di cinque capitoli di uno stesso libro, arricchito da una premessa e da una postfazione. E’ introdotta da un omaggio al saggio di Philippe Daverio “Il Design nato a Milano: storia di ragazzi di buona famiglia”, da cui hanno preso le mosse le scelte estetiche di questa mostra, con una serie di poltrone di Gio Ponti, Luigi Caccia Dominioni, Marco Zanuso, affiancata dal ritratto della famiglia Ponti dipinto da Massimo Campigli. L’esposizione si completa e idealmente si chiude con gli anni novanta, lasciando a HYPERDESIGN, l’analisi di ciò che accade nel XXI secolo. Un’ultima riflessione, una sorta di postfazione lega le due mostre. Si tratta di Under Attack, un’opera interattiva di Ennio Bertrand, artista pioniere dell’arte digitale in Italia, in cui il pubblico può intervenire e sviluppare le proprie riflessioni sul tema dell’attacco alle Twin Towers di New York dell’11 settembre 2001.

HYPERDESIGN. XXVII edizione del Premio Gallarate,

curata da Chiara Alessi, è riservata invece ai progetti e ai processi del design dopo gli anni zero intorno ad alcuni dei temi cruciali del nostro presente: sostenibilità e ambiente, sicurezza e lavoro, inclusività e relazione. Tra i designer italiani della nuova generazione, c’è Odo Fioravanti, di cui vengono esposte delle sedute in polistirolo riciclato oppure ottenute da scarti di lavorazione. Un’altra significativa novità con cui fa i conti il design nel nuovo millennio riguarda i materiali della progettazione. Esemplare a tal proposito, è l’esperienza di Formafantasma, che ha trovato possibilità tecniche ed estetiche inaspettate offerte dai polimeri naturali estratti da piante, come nella serie Botanica, o da derivati animali, o ancora sul legno e i suoi scarti, sul materiale lavico e sui polimeri biodegradabili nella produzione di arredi. La mostra dà poi conto di progetti in cui il design incontra discipline come l’antropologia, la psicologia, o si trova ad analizzare il contesto dove determinate soluzioni possono trovare una realizzazione, interloquendo direttamente con l’utenza. Ad esempio, la Maidan Tent, la “piazza” coperta destinata ai migranti del campo profughi di Ritsona (Grecia) crea uno spazio comune polifunzionale in cui è possibile non solo avere un rifugio d’emergenza ma condividere e socializzare attività ed esperienze, organizzare eventi culturali, forum di discussione e molte altre attività nell’ottica di superare alcuni traumi da isolamento.

L’intero spazio espositivo che accoglie le due mostre è trasformato dall’intervento di Parasite2.0, agenzia di progettazione attenta allo sviluppo delle dinamiche socioculturali, che per il MA*GA ha studiato uno spazio attivo, parlante, che supera la dimensione domestica e si propone come una serie di ambienti sotto forma di cantiere in perpetuo divenire.

Ad accompagnare le due esposizioni, un ricco public program con conferenze ed incontri con i nomi più autorevoli del panorama del design attuale. Le tappe fondamentali della rassegna storica ideata da Daverio saranno approfondite in cinque incontri domenicali a cura di Emma Zanella, Alessandro Castiglioni, Vittoria Broggini e Lorena Giuranna e Francesca Chiara; in collaborazione con l’Ordine Architetti di Varese, il programma Dialoghi di Design ben noto al pubblico del MA*GA propone cinque appuntamenti serali del giovedì dedicati a storiche aziende e studi che hanno fatto la storia del design in Italia e nel mondo.

Per le famiglie, il Museo propone una serie di laboratori alla scoperta degli aspetti più curiosi e divertenti del design: il 3 novembre alle 15 con il primo degli appuntamenti domenicali di Ludod’Arte, attività di visita e gioco in uno spazio appositamente allestito con una selezione di giochi d’autore e produzioni di design dedicati ai più piccoli. Tre domeniche sono invece dedicate ai laboratori Smonta e rimonta, dove alcuni degli oggetti in mostra verranno osservati e reinterpretati creativamente. Tutte le attività sono a partecipazione gratuita, sostenute nell’ambito del progetto “Esordi – leggere, riconoscere e accogliere le nuove domande d’aiuto”.

Con l’avvio delle due mostre prende corpo anche il Patto per le Arti, l’accordo strategico tra cultura e impresa nato all’inizio del 2024 in collaborazione con Confindustria Varese. Numerose le aziende che sostengono le mostre in qualità di Partner – Confindustria Varese, Lamberti S.p.A., SEA S.p.A., Yamamay, Camal Le vie del Cotone, Valore BF – Special partner –  A&A – Albè Associati Studio Legale, Banca Popolare di Sondrio – e Main partner – Missoni S.p.A, Ricola, Saporiti S.p.A .

Le esposizioni saranno visitabili sino al 2 marzo. Orari: da martedì a venerdì 10 – 18, sabato – domenica 11 – 19.

 

 

 

 

 

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Castiglione partecipa alla XX Giornata del Contemporaneo https://www.artevarese.com/castiglione-partecipa-alla-xx-giornata-del-contemporaneo/ https://www.artevarese.com/castiglione-partecipa-alla-xx-giornata-del-contemporaneo/#respond Wed, 09 Oct 2024 09:11:19 +0000 https://www.artevarese.com/?p=75743 Castiglione Olona – Il MAP,  Museo Arte Plastica di Castiglione Olona  primo museo in Italia ad ospitare una collezione di opere d’arte realizzate con i polimeri da artisti di fama internazionale, partecipa alla Giornata del Contemporaneo, promossa da AMACI – Associazione Musei Arte Contemporanea Italiani  giunta alla sua ventesima edizione. Per l’occasione, sabato (12 ottobre) […]

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Castiglione Olona – Il MAP,  Museo Arte Plastica di Castiglione Olona  primo museo in Italia ad ospitare una collezione di opere d’arte realizzate con i polimeri da artisti di fama internazionale, partecipa alla Giornata del Contemporaneo, promossa da AMACI – Associazione Musei Arte Contemporanea Italiani  giunta alla sua ventesima edizione.

Per l’occasione, sabato (12 ottobre) tra i principali luoghi del contemporaneo italiani che apriranno gratuitamente le porte ospitando mostre, eventi e laboratori anche lo spazio espositivo di via Roma che propone “LE RADICI E LE ALI” evento che coinvolgerà, oltre al Museo Arte Plastica, un altro storico edificio castiglionese, il Castello di Monteruzzo (Via G. Marconi), sede negli anni ’70 del Polimero Arte, il laboratorio di ricerche estetiche dell’azienda Mazzucchelli1849 dove presero forma le opere d’arte attualmente esposte al MAP.

Le iniziative prenderanno il via al Castello dove, alle 11 verrà presentata al pubblico l’esperienza LAB/MAP; originale ed innovativo progetto didattico promosso dal Comune e dall’Istituto Comprensivo Cardinal Branda Castiglioni che da oltre dieci anni dà l’opportunità ai giovani studenti di approcciarsi in maniera diretta alle realtà storico-culturali del territorio attraverso la collaborazione diretta con artisti contemporanei.

Per l’Anno Scolastico 2023/2024 il laboratorio ha visto il coinvolgimento di Fausto Bianchi culminato con la realizzazione dell’opera d’arte “LE RADICI E LE ALI“, esposta attualmente al Museo Arte Plastica e che dà il titolo anche all’appuntamento.

Dopo la presentazione al Castello di Monteruzzo, l’iniziativa proseguirà al MAP dove sarà possibile visitare gratuitamente il museo per l’intera giornata.

In mattinata Fausto Bianchi sarà a disposizione dei visitatori per raccontare il processo creativo sviluppato in sinergia con gli studenti della scuola castiglionese e per presentare i suoi prossimi progetti artistici. Nato a Cermenate nel 1958 e diplomatosi al Liceo Artistico A. Frattini di Varese nel 1978, Fausto Bianchi intraprende la sua attività di “autore di immagini” tra la ricerca personale e l’impegno in campo editoriale per le maggiori case editrici italiani ed internazionali, prevalentemente statunitensi, inglesi ed australiane. Le sue opere, sia artistiche che editoriali, hanno ricevuto diversi riconoscimenti in ambito nazionale ed i suoi lavori sono stati esposti in provincia di Varese, nella città di Milano e a Berlino.

Per tutta la giornata al Castello di Monteruzzo, nella quattrocentesca “Sala del Cristo” del Museo Arte Plastica, aperta eccezionalmente per l’occasione, ci sarà anche l’opportunità di visionare in anteprima la video intervista realizzata da Morningstar – Art Business e Media Prodution che documenta questa esperienza. Un interessante dialogo con Fausto Bianchi, la Silvia Orsi Mazzucchelli e Giorgio Bonafé che evidenzia come il LAB/MAP attinga dallo stesso spirito creativo del Polimero Arte che cinquant’anni prima fu in grado di catturare l’interesse di grandi artisti come Man Ray, Enrico Baj e Carla Accardi.

Orari: dalle 9 alle12.30 e dalle 15 alle 18.

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“Il teatro della vita” di Julia Fullerton-Batten https://www.artevarese.com/il-teatro-della-vita-di-julia-fullerton-batten/ https://www.artevarese.com/il-teatro-della-vita-di-julia-fullerton-batten/#respond Thu, 03 Oct 2024 10:00:52 +0000 https://www.artevarese.com/?p=75690 Milano – A volte gli scatti unici, per la loro singolarità, hanno il potere di imprimersi a lungo nella memoria. E’ il Tamigi a fare da sfondo alla ultima serie di opere di Julia Fullerton-Batten dal titolo “Il teatro della vita”, in un contesto storico che va dal primo’800 sino agli inizi del ‘900, accostando […]

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Milano – A volte gli scatti unici, per la loro singolarità, hanno il potere di imprimersi a lungo nella memoria.

E’ il Tamigi a fare da sfondo alla ultima serie di opere di Julia Fullerton-Batten dal titolo “Il teatro della vita”, in un contesto storico che va dal primo’800 sino agli inizi del ‘900, accostando tre personali, a Milano, Torino e Verona.

La fotografa descrive, nella mostra in corso da MARCOROSSI a Milano, una umanità impegnata sulle rive limacciose del Tamigi, in disperata ricerca di qualsiasi oggetto possa alleviare la loro precaria condizione sociale.

Con calibrata cadenza luminosa Julia Fullerton-Batten ( Brema 1970) definisce le atmosfere di un luogo dove l’incedere del tempo pare dettato dal lento fluire delle acque.

Concependo ogni immagine come parte di una sequenza cinematografica, la fotografa è arrivata ad accomunare su alcuni set sino a cento attori.

Anche l’accurata ricerca dei costumi contribuisce a contestualizzare storicamente i personaggi.

Nel trittico “Forst Fair” viene descritta la singolarità dell’evento verificatosi nel 1814,quando le acque del Tamigi raggiunsero uno strato di ghiaccio tale da reggere il peso di più persone al punto da dare vita a una grande fiera mercato e spettacoli di varia natura.

Mentre la serie che compone “The Thames Whale” narra lo spiaggiamento di una balena avvenuto nel 2006, arricchendo in maggior misura l’alone leggendario che accompagna la storia del Tamigi.

Julia Fullerton-Battem – “Il teatro della vita” Milano – MARCOROSSI, Corso Venezia 29. Fino al 2 novembre. Orari: martedì-venerdì 11-13/15-19; sabato 11-19.

Mauro Bianchini

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“L’oggetto Significante”. Opere di Ugo La Pietra https://www.artevarese.com/loggetto-significante-opere-di-ugo-la-pietra/ https://www.artevarese.com/loggetto-significante-opere-di-ugo-la-pietra/#respond Thu, 03 Oct 2024 08:27:26 +0000 https://www.artevarese.com/?p=75685 Saronno – Si aprono i festeggiamenti per il trentennale del Museo della Ceramica G. Gianetti e tra gli eventi organizzati per la ricorrenza anche la mostra di Ugo La Pietra in apertura dal 5 ottobre (inaugurazione alle 18) dal titolo “L’oggetto significante”, evento realizzato in collaborazione con la Galleria Il Chiostro Arte & Archivi di […]

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Saronno – Si aprono i festeggiamenti per il trentennale del Museo della Ceramica G. Gianetti e tra gli eventi organizzati per la ricorrenza anche la mostra di Ugo La Pietra in apertura dal 5 ottobre (inaugurazione alle 18) dal titolo “L’oggetto significante”, evento realizzato in collaborazione con la Galleria Il Chiostro Arte & Archivi di Marina Affanni.

L’esposizione, infatti, è allestita nelle due sedi: il Museo Gianetti metterà in luce le opere della ricerca “Genius Loci”, oggetti in ceramica realizzati a Vietri sul Mare, Polizzi Generosa (PA), Albissola Marina, Gubbio (bucchero umbro) e Umbertide dove l’artista ha potuto sperimentare con la ceramica un progetto di “tradizione rinnovata”.  Esposte anche due installazioni: “Ultima cena” e “Libri aperti”.

“La storia di Ugo La Pietra – spiega Mara De Fanti – è strettamente legata al mondo della ceramica, che, pur non essendo il medium principale dei suoi lavori, dialoga con tutti gli aspetti intrinsechi e sottesi di questo materiale. La sua narrazione è forte, ammiccante, persino ironica, ma soprattutto ci racconta del nostro mondo visto attraverso la materia che da sempre accompagna l’uomo. Ed è proprio in questo percorso, che prende sentieri diversi, dall’oggetto d’uso alla scultura, dal design alla performance gestuale, dall’artigianato abilissimo all’arredo urbano, che ci ritroviamo quando l’artista compie il gesto di reinventare la materia”.

Alla Galleria Il Chiostro Arte & Archivi verranno esposti dipinti, opere su carta e ceramiche che
portano con sé, dentro la forma del “vaso”, dichiarazioni importanti, appartenenze e tradizioni. La mostra sottolinea la creatività esplosiva e in continuo rinnovamento di Ugo La Pietra.

“Il nuovo spazio della galleria – precisa Marina Affanni – fa da contenitore ai lavori de “l’oggetto significante” che sono dipinti, opere su carta e ceramiche in cui sono conservate, dentro i numerosi vasi, soggetti della serie, importanti dichiarazioni, appartenenze e tradizioni. Attraverso una reinvenzione ironica, colorata, sorprendente degli elementi, come già era stato esposto in passato dalla galleria in varie collettive e in occasione de “Il verde risolve” del 2015, la mostra rivela ancora una volta la creatività vivace, significante e divertita di Ugo La Pietra”.

Nelle sedi espositive saranno presenti anche due video installazioni di Lucio La Pietra che traggono ispirazioni dalle opere del padre: alla Galleria il Chiostro Arte e Archivi “Fittile”, visione digitale di oggetti in trasformazione, creata in occasione della mostra del 2021 alla Triennale di Milano, mentre il Museo della Ceramica “Rizòmata”, un racconto sul ciclo eterno di nascita e d’istruzione della materia. @luciolapietra
Per l’occasione sarà pubblicato il catalogo Ugo La Pietra “L’oggetto significante” con testi di U.L.P. Vittorio Fagone, Marina Affanni e Mara De Fanti.

La mostra rimarrà in calendario sino al 23 novembre. Orari al pubblico: martedì e giovedì 15 – 18; sabato 15 – 19. La mattina solo su appuntamento.

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L’inafferrabile mistero del vivere https://www.artevarese.com/linafferrabile-mistero-del-vivere/ https://www.artevarese.com/linafferrabile-mistero-del-vivere/#respond Thu, 03 Oct 2024 07:36:04 +0000 https://www.artevarese.com/?p=75674 Mozzate – Si è aperta nelle sale della settecentesca Villa Borsani Scalabrino la mostra di  Saverio Bartino dal titolo “L’inafferrabile mistero del vivere”. Un’ antologica, nella quale sono presentate  quaranta opere realizzate  tra gli anni Novanta fino ad oggi, durante i quali la tecnica ha virato da una pittura densa di memorie (a olio, tecnica […]

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Mozzate – Si è aperta nelle sale della settecentesca Villa Borsani Scalabrino la mostra di  Saverio Bartino dal titolo “L’inafferrabile mistero del vivere”.

Un’ antologica, nella quale sono presentate  quaranta opere realizzate  tra gli anni Novanta fino ad oggi, durante i quali la tecnica ha virato da una pittura densa di memorie (a olio, tecnica mista, pastello e acquarellato) verso un polimaterico sempre più intenso, che ha coinvolto, via via, nel periodo più recente dei “sassi”, anche materiali della Natura.

Scrive Fabrizia Buzio Negri, curatrice dell’esposizione – “Dalle opere degli Anni Novanta – “Composizione” (1992), “Notte in città” (1996), “Presenza” (1999) – dove la surrealtà delle visioni oscilla ai limiti dell’informale, si transita agli Anni 2015/2019 quando l’artista ritrova talora la figura, a specchio di un esistere in ambientazioni senza tempo, con il pastello, sempre ben presente, che continua a ritmare situazioni e temi nel respiro intenso del vivere. Nel periodo vissuto con il Covid dilagante, si ha la percezione che l’artista giunga davvero all’essenza delle cose, sia nel profilo emotivo che si fa forte e sicuro, sia nelle esecuzioni che lasciano slittare la visionarietà verso un territorio ben definito di contaminazioni. I “sassi”, non più nell’immaginario, entrano direttamente nella composizione visiva, in variazioni dialettiche, tra grovigli esistenziali e dissoluzioni di forme. In tempi recenti nello sfondo di una storia insondabile, Bartino dipinge “Visioni notturne” (2020), ancora sull’onda dell’interiorità più segreta, per giungere al drammatico “Da pagine bruciate (costruzione di un pensiero)” e a “Composizione con figure amorfe” (entrambe del 2022), dove il risalto delle pietre si fa più evidente, sempre continuando in una vertigine di sperimentazioni”.

La mostra sarà visitabile sino al 16 ottobre nei seguenti orari: da martedì a venerdì 14.30-18.00. Sabato e domenica: 10-13 / 15-19.

Cenni biografici

SAVERIO BARTINO è nato a Carife (AV) nel 1949. Si trasferisce in provincia di Milano alla fine degli Anni Sessanta, dove cominciano i primi approcci con la pittura, poi confermati sotto la guida del prof. G. Brusegan, docente di Storia dell’Arte e pittore. Sue opere si trovano presso enti pubblici e privati in Italia e all’estero. Vive e lavora a Locate Varesino (CO).

Tra le esposizioni sono da segnalare: nel 2016 alla medievale Abbazia del Goleto (Avellino) e a Palazzo Branda Castiglioni a Castiglione Olona (Varese); nel 2017 a Lainate (Mi) nella Villa Visconti Borromeo Litta; 2019 nelle sale del suggestivo Palazzo Ubertini nel cuore antico di Orta San Giulio (Novara).

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Dialogo dipinto tra Francesco e Cateriana https://www.artevarese.com/dialogo-dipinto-tra-francesco-e-cateriana/ https://www.artevarese.com/dialogo-dipinto-tra-francesco-e-cateriana/#respond Mon, 30 Sep 2024 16:37:46 +0000 https://www.artevarese.com/?p=75666 Castiglione Olona – Il 4 ottobre si celebra la festa di san Francesco d’Assisi e il Museo della Collegiata presenterà una tavola raffigurante il Santo in Adorazione. Ricorrono infatti gli 800 anni da quel lontano 14 settembre 1224, quando sul Monte della Verna san Francesco ricevette le stigmate. L’evento è parte del progetto “Frate Francesco […]

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Castiglione Olona – Il 4 ottobre si celebra la festa di san Francesco d’Assisi e il Museo della Collegiata presenterà una tavola raffigurante il Santo in Adorazione.
Ricorrono infatti gli 800 anni da quel lontano 14 settembre 1224, quando sul Monte della Verna san Francesco ricevette le stigmate. L’evento è parte del progetto “Frate Francesco 2023-2026 Centenari francescani in Lombardia” (www.fratefrancesco2026.it), che coinvolge 13 musei ecclesiastici lombardi, in un “Museo Diffuso” nel segno del Santo di Assisi che sarà presentato il 15 ottobre al la Pinacoteca Ambrosiana di Milano.

Il dipinto esposto al Museo della Collegiata con ” San Francesco in adorazione” sarà posto accanto alla Sacra Famiglia e santa Caterina da Siena . Le opere entrambe di scuola veneto-cretese sono assegnabili all’epoca più fiorente di questa cultura, nei decenni tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo. L’accostamento è particolarmente significativo perché sia il santo d’Assisi sia la santa di Siena ebbero le stigmate. Nella storia della Chiesa san Francesco fu il primo ad essere segnato nel corpo dalle impronte della Passione di Cristo, da subito un elemento distintivo della sua iconografia. Meno frequente invece è la presenza delle piaghe nelle rappresentazioni di santa Caterina (che le ricevette il 1 aprile 1375 a Pisa) e diverse rispetto a quelle del Santo: le sue ferite, infatti pur dolorose, non si percepivano alla vista.

L a presentazione dell’opera (prestata da un collezionista privato), a cura della conservatrice del Museo Laura Marazzi è in programma il 4 ottobre alle 17 nella Nuova Scolastica . Seguirà, alle 18, la celebrazione della Santa Messa in Collegiata con l’arciprete don Ambrogio Cortesi.

L’esposizione, inserita nell’ambito delle iniziative per i 600 anni della Collegiata proseguirà fino al 24 novembre; orari; d a mercoledì a sabato 9.30 – 12.30 / 14.30 – 17.30; domenica 10 – 13/ 15– 18. La prima domenica del mese, 10-18 orario continuato

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