Gallarate Archivi - ArteVarese.com https://www.artevarese.com/categoria/news-arte/gallarate/ L'arte della provincia di Varese. Mon, 14 Oct 2024 08:08:41 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.3.5 https://www.artevarese.com/wp-content/uploads/2017/05/cropped-logo-1-150x150.png Gallarate Archivi - ArteVarese.com https://www.artevarese.com/categoria/news-arte/gallarate/ 32 32 Il design protagonista al MA*GA https://www.artevarese.com/il-design-protagonista-al-maga/ https://www.artevarese.com/il-design-protagonista-al-maga/#respond Sat, 12 Oct 2024 14:00:07 +0000 https://www.artevarese.com/?p=75788 Gallarate – Per cinque mesi, il design italiano sarà l’assoluto protagonista al MA*GA. Da domani, 13 ottobre, al 2 marzo 2025, due percorsi espositivi, ma complementari raccontano la storia gloriosa e il futuro prossimo di un linguaggio che ha contraddistinto e continua a contraddistinguere l’Italia nel mondo: ARTE E DESIGN. DESIGN È ARTE e HYPERDESIGN. […]

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Gallarate – Per cinque mesi, il design italiano sarà l’assoluto protagonista al MA*GA. Da domani, 13 ottobre, al 2 marzo 2025, due percorsi espositivi, ma complementari raccontano la storia gloriosa e il futuro prossimo di un linguaggio che ha contraddistinto e continua a contraddistinguere l’Italia nel mondo: ARTE E DESIGN. DESIGN È ARTE e HYPERDESIGN.

Arte e design. Design è arte, da un progetto di Philippe Daverio, a cura di Emma Zanella, Vittoria Broggini e Alessandro Castiglioni, è la grande mostra dedicata alla storia del Design italiano: un’avventura di instancabile innovazione e sperimentazione, in costante dialogo con le arti visive. Il design viene analizzato nella sua forma di fenomeno complesso e, come definito da Daverio stesso, “ambiguo”, perché risponde contemporaneamente a una serie di questioni culturali, economiche, sociologiche ma anche autoriali ed estetiche, che si sovrappongono e intrecciano in modo unico. L’allestimento è suddiviso in cinque sezioni, quasi si trattasse di cinque capitoli di uno stesso libro, arricchito da una premessa e da una postfazione. E’ introdotta da un omaggio al saggio di Philippe Daverio “Il Design nato a Milano: storia di ragazzi di buona famiglia”, da cui hanno preso le mosse le scelte estetiche di questa mostra, con una serie di poltrone di Gio Ponti, Luigi Caccia Dominioni, Marco Zanuso, affiancata dal ritratto della famiglia Ponti dipinto da Massimo Campigli. L’esposizione si completa e idealmente si chiude con gli anni novanta, lasciando a HYPERDESIGN, l’analisi di ciò che accade nel XXI secolo. Un’ultima riflessione, una sorta di postfazione lega le due mostre. Si tratta di Under Attack, un’opera interattiva di Ennio Bertrand, artista pioniere dell’arte digitale in Italia, in cui il pubblico può intervenire e sviluppare le proprie riflessioni sul tema dell’attacco alle Twin Towers di New York dell’11 settembre 2001.

HYPERDESIGN. XXVII edizione del Premio Gallarate,

curata da Chiara Alessi, è riservata invece ai progetti e ai processi del design dopo gli anni zero intorno ad alcuni dei temi cruciali del nostro presente: sostenibilità e ambiente, sicurezza e lavoro, inclusività e relazione. Tra i designer italiani della nuova generazione, c’è Odo Fioravanti, di cui vengono esposte delle sedute in polistirolo riciclato oppure ottenute da scarti di lavorazione. Un’altra significativa novità con cui fa i conti il design nel nuovo millennio riguarda i materiali della progettazione. Esemplare a tal proposito, è l’esperienza di Formafantasma, che ha trovato possibilità tecniche ed estetiche inaspettate offerte dai polimeri naturali estratti da piante, come nella serie Botanica, o da derivati animali, o ancora sul legno e i suoi scarti, sul materiale lavico e sui polimeri biodegradabili nella produzione di arredi. La mostra dà poi conto di progetti in cui il design incontra discipline come l’antropologia, la psicologia, o si trova ad analizzare il contesto dove determinate soluzioni possono trovare una realizzazione, interloquendo direttamente con l’utenza. Ad esempio, la Maidan Tent, la “piazza” coperta destinata ai migranti del campo profughi di Ritsona (Grecia) crea uno spazio comune polifunzionale in cui è possibile non solo avere un rifugio d’emergenza ma condividere e socializzare attività ed esperienze, organizzare eventi culturali, forum di discussione e molte altre attività nell’ottica di superare alcuni traumi da isolamento.

L’intero spazio espositivo che accoglie le due mostre è trasformato dall’intervento di Parasite2.0, agenzia di progettazione attenta allo sviluppo delle dinamiche socioculturali, che per il MA*GA ha studiato uno spazio attivo, parlante, che supera la dimensione domestica e si propone come una serie di ambienti sotto forma di cantiere in perpetuo divenire.

Ad accompagnare le due esposizioni, un ricco public program con conferenze ed incontri con i nomi più autorevoli del panorama del design attuale. Le tappe fondamentali della rassegna storica ideata da Daverio saranno approfondite in cinque incontri domenicali a cura di Emma Zanella, Alessandro Castiglioni, Vittoria Broggini e Lorena Giuranna e Francesca Chiara; in collaborazione con l’Ordine Architetti di Varese, il programma Dialoghi di Design ben noto al pubblico del MA*GA propone cinque appuntamenti serali del giovedì dedicati a storiche aziende e studi che hanno fatto la storia del design in Italia e nel mondo.

Per le famiglie, il Museo propone una serie di laboratori alla scoperta degli aspetti più curiosi e divertenti del design: il 3 novembre alle 15 con il primo degli appuntamenti domenicali di Ludod’Arte, attività di visita e gioco in uno spazio appositamente allestito con una selezione di giochi d’autore e produzioni di design dedicati ai più piccoli. Tre domeniche sono invece dedicate ai laboratori Smonta e rimonta, dove alcuni degli oggetti in mostra verranno osservati e reinterpretati creativamente. Tutte le attività sono a partecipazione gratuita, sostenute nell’ambito del progetto “Esordi – leggere, riconoscere e accogliere le nuove domande d’aiuto”.

Con l’avvio delle due mostre prende corpo anche il Patto per le Arti, l’accordo strategico tra cultura e impresa nato all’inizio del 2024 in collaborazione con Confindustria Varese. Numerose le aziende che sostengono le mostre in qualità di Partner – Confindustria Varese, Lamberti S.p.A., SEA S.p.A., Yamamay, Camal Le vie del Cotone, Valore BF – Special partner –  A&A – Albè Associati Studio Legale, Banca Popolare di Sondrio – e Main partner – Missoni S.p.A, Ricola, Saporiti S.p.A .

Le esposizioni saranno visitabili sino al 2 marzo. Orari: da martedì a venerdì 10 – 18, sabato – domenica 11 – 19.

 

 

 

 

 

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Exit Lights, è il titolo della personale di Omar Hassan https://www.artevarese.com/exit-lights-e-il-titolo-della-personale-di-omar-hassan/ https://www.artevarese.com/exit-lights-e-il-titolo-della-personale-di-omar-hassan/#respond Mon, 01 Jul 2024 07:00:55 +0000 https://www.artevarese.com/?p=74782 Somma L.do  –Exit Lights, è il titolo della personale di Omar Hassan, in apertura alla Porta di Milano del Terinal 1 di Malpensa. L’esposizione,  a cura di Mariacristina Ferraioli, sarà inaugurata il 2 luglio alle  11, alla presenza dell’artista, di Anna Scavuzzo, Vicesindaco di Milano, Michaela Castelli, Presidente di SEA e della curatrice. Per l’occasione, […]

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Somma L.do  –Exit Lights, è il titolo della personale di Omar Hassan, in apertura alla Porta di Milano del Terinal 1 di Malpensa. L’esposizione,  a cura di Mariacristina Ferraioli, sarà inaugurata il 2 luglio alle  11, alla presenza dell’artista, di Anna Scavuzzo, Vicesindaco di Milano, Michaela Castelli, Presidente di SEA e della curatrice. Per l’occasione, Omar Hassan (Milano 1987), uno degli artisti più innovativi nella scena internazionale, presenta una monumentale opera site-specific realizzata volutamente per lo spazio espositivo situato nel cuore dell’aeroporto e punto di passaggio  per milioni di viaggiatori dove il progetto espositivo dell’artista unisce tradizione e modernità creando un luogo immersivo e affascinante per i visitatori in transito.

Artista poliedrico, la cui ricerca spazia dalla pittura alla scultura, alla videoarte, all’installazione ambientale, alla performance e alla scrittura, Hassan si approccia all’arte contemporanea con una potenza visiva di rara intensità. La Porta di Milano rappresenta per l’artista uno stargate per spingersi oltre i confini della contemporaneità, portando su un nuovo piano espressivo, di fruizione e valorizzazione la propria ricerca artistica. L’allestimento permette l’intersecarsi tra l’opera pittorica di Hassan – in questo caso un’opera site-specific creata ad hoc – e un video che riprende il gesto dell’artista.

Nell’opera realizzata per La Porta di Milano al Terminal 1 dell’Aeroporto di Malpensa” dichiara Mariacristina Ferraioli, curatrice della mostra, “la luce emerge dal buio come nella più classica tradizione pittorica, ma con un’inusuale forza espressiva resa ancora più intensa dalle dimensioni della tela. Illuminare lo spazio attraverso la luce dell’arte rappresenta la grande sfida di Hassan che ancora una volta spinge il suo gesto pittorico su una tela di grandi dimensioni con un lavoro inedito. È un’opera che parla ad ognuno di noi perché, con essa, l’artista sonda la complessità dell’animo e della psiche umana in quel magma unico di luci e ombre che contribuisce a definire la nostra individualità e la nostra esperienza di esseri umani.

La mostra sarà aperta al pubblico dal 3 luglio 2024 al 7 gennaio 2025.

L’ingresso è gratuito.

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Collettiva di arte contemporanea a Gallarate https://www.artevarese.com/collettiva-di-arte-contemporanea-a-gallarate/ https://www.artevarese.com/collettiva-di-arte-contemporanea-a-gallarate/#respond Wed, 14 Feb 2024 10:39:40 +0000 https://www.artevarese.com/?p=73380 Gallarate – E’ visitabile sino al 17 febbraio la collettiva dal titolo “Povera carne che non mangia carne” ospitata nella sede di Artilaide in via Mazzini. La mostra intende proporre una visione pluriprospettica dell’ambiguità del dualismo angosciante che caratterizza la società contemporanea: da una parte vede l’individuo e l’artista nella ricerca costante di una struttura, […]

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Gallarate – E’ visitabile sino al 17 febbraio la collettiva dal titolo “Povera carne che non mangia carne” ospitata nella sede di Artilaide in via Mazzini.

La mostra intende proporre una visione pluriprospettica dell’ambiguità del dualismo angosciante che caratterizza la società contemporanea: da una parte vede l’individuo e l’artista nella ricerca costante di una struttura, dall’altra la ricerca dell’assenza di struttura per una maggiore libertà.

Così come le angosce di inizio ‘900, oggi il disincantamento dalla realtà, percepita come potenzialmente disastrosa, lo sgretolamento della stessa, la logica della produttività e l’ipereccitamento, portano l’individuo a credere all’allucinazione, che diviene più vera e credibile della realtà stessa. Un’ambiguità che si esprime, quindi, nella contraddizione, risultato di una sterilità edulcorante, tipica della logica razionale, oggettiva e matematica, contemporanea, che va a collidere con l’aspirazione più libertaria dell’artista, che in quei valori non si riconosce più con cieca fiducia poiché consapevole dei limiti.

Si va così a delineare l’estetica del brutto, del grottesco, dell’errore, del readymade. Un’estetica, tipicamente di avanguardia, che per sua essenza intrinseca è in sé stessa fortemente eversiva e di evasione dai canoni. Oggi, tuttavia, questa estetica violenta si afferma, diventando per l’artista contemporaneo la nuova struttura tipica del circuito dell’arte, perdendo tutta la sua carica eversiva. Si ha la necessità di una nuova forma e ricerca, ridefinendo anche l’attuale ruolo dell’artista contemporaneo.

In linea con questa dicotomia, la mostra vuole essere un’opportunità per dare spazio ai giovani artisti contemporanei che vogliano proporre una soluzione alla stessa, mediante la somma risultante nell’opera di tesi e antitesi. Proposte derivanti dall’accettazione della unità vero e falso, bello e brutto, reale e irreale, struttura e non struttura, dando particolare rilevanza a quelle che possono essere le regressioni a un privitivismo astrutturale, in cui contraddizione, automatismo e volgarità prendono il sopravvento sulla struttura tecnologica umana. Le opere, tra cui sculture, videoinstallazioni, videomapping, animazioni3D, illustrazioni e scritti, divengono la rappresentanza di questa ambiguità, introducendo la contraddizione nella pratica di produzione creativa come risoluzione alla contraddizione stessa.

La collettiva, a cura di Asia Lupo e Antonio Shllaku , presenta opere di: Andy Mc Fly, Antonio Shllaku, AsiaLupo, Aura Monsalves Muñoz, Brando Argenio, Camilla Bortolini, Claudia Gigliotti, Gabriele Giovanni Gandini, Giorgio Parisi, GiovanniCarboni, Guglielmo Anfossi, Francesco Morresi, Giorgia Fiorentino, Lorenzo Colli, Veronica Fay e Victor Manzoni.

 

 

 

 

 

 

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Il Giappone a Gallarate con Yoshiko Kubota https://www.artevarese.com/il-giappone-a-gallarate-con-yoshiko-kubota/ https://www.artevarese.com/il-giappone-a-gallarate-con-yoshiko-kubota/#respond Fri, 12 Jan 2024 18:09:02 +0000 https://www.artevarese.com/?p=73135 L’artista Yoshiko Kubota, performer di punta del famoso ed itinerante Festival dell’Oriente, sarà ospite nello storico Colorificio Checchi di Gallarate per una serie di incontri e workshop che illustreranno l’antica arte giapponese: dal Kintsugi, alla calligrafia e disegni su carta di riso, sino ad arrivare alle illustrazioni in stile Manga. Il primo evento è Incontro […]

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L’artista Yoshiko Kubota, performer di punta del famoso ed itinerante Festival dell’Oriente, sarà ospite nello storico Colorificio Checchi di Gallarate per una serie di incontri e workshop che illustreranno l’antica arte giapponese: dal Kintsugi, alla calligrafia e disegni su carta di riso, sino ad arrivare alle illustrazioni in stile Manga.

Il primo evento è Incontro d’artista con dimostrazione e si terrà il 20 gennaio presso lo show room Checchi di Via Da Vinci a Gallarate, all’interno dell’ex cotonificio Bellora, per toccare con mano il Kintsugi.

 Il kintsugi (金継ぎ AFI: [kʲĩnt͡sɨᵝɡʲi]), o kintsukuroi (金繕い), letteralmente “riparare con l’oro”, è una tecnica di restauro ideata alla fine del 1400 da ceramisti giapponesi per riparare tazze in ceramica per la cerimonia del tè, Cha no yu.
Le linee di rottura, unite con lacca urushi, sono lasciate visibili, evidenziate con polvere d’oro. Gli oggetti in ceramica riparati con l’arte Kintsugi diventano vere opere d’arte: l’impreziosire con la polvere d’oro accentua la loro bellezza, rendendo la fragilità un punto di forza e perfezione. Ogni ceramica riparata presenta un diverso intreccio di linee dorate unico e irripetibile per via della casualità con cui la ceramica può frantumarsi. La pratica nasce dall’idea che dall’imperfezione e da una ferita possa nascere una forma ancora maggiore di perfezione estetica e interiore.

Febbraio e aprile vedranno l’artista nipponica insegnare tecniche quali la calligrafia giapponese e il disegno su carta di riso e infine divulgare la filosofia alla base dei Manga e mostrare alcune tecniche per disegnare con questo stile molto amato anche in occidente.

Per un viaggio immersivo nel Giappone che divulga i propri segreti, insieme ad un’artista poliedrica e performativa, consultate il sito Checchi colori o prendete nota della locandina allegata.

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Il Profilo dell’Immagine al Ma*Ga https://www.artevarese.com/il-profilo-dellimmagine-al-maga/ https://www.artevarese.com/il-profilo-dellimmagine-al-maga/#respond Mon, 17 Jul 2023 06:52:54 +0000 https://www.artevarese.com/?p=70948 Gallarate – Le sale del  MA*GA  ospitano Il Profilo dell’Immagine, un progetto di riallestimento della collezione del museo, curato da Alessandro Castiglioni ed Emma Zanella. Il fine  della rassegna è quello di presentare le nuove acquisizioni, ottenute grazie all’assegnazione di due diversi avvisi pubblici promossi dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura. Con il PAC2021 […]

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Gallarate – Le sale del  MA*GA  ospitano Il Profilo dell’Immagine, un progetto di riallestimento della collezione del museo, curato da Alessandro Castiglioni ed Emma Zanella. Il fine  della rassegna è quello di presentare le nuove acquisizioni, ottenute grazie all’assegnazione di due diversi avvisi pubblici promossi dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura. Con il PAC2021 – Piano per l’Arte Contemporanea, il museo ha acquisito un fondo di 25 opere di Armin Linke e, grazie a Strategia Fotografia 2022,entrano nella collezione due lavori di Bruno di Bello e Paola di Bello.

La mostra si configura come una narrazione in cui diversi episodi e autori si alternano e susseguono, intrecciando le ricerche dedicate all’immagine la sua frammentazione con autori quali Emilio Isgrò e Valentina Berardinone, per proseguire con la MEC Art di Gianni Bertini, Bruno di Bello e Aldo Tagliaferro, il dialogo con la poesia visiva, la mail art e la performance con Mirella Bentivoglio, Maria Lai e Giuseppe Chiari fino alle ricerche linguistiche di Franco Vaccari. La mostra si completa affrontando la questione legata alla persistenza del paesaggio nelle identità e non identità dei luoghi con le opere di Luigi Ghirri e Marina Ballo Charmet, fino ai grandi cicli di produzioni fotografiche commissionati dal museo come il progetto Ex/post Orizzonti temporanei di Mario Cresci e Moltiplicazioni di Armin Linke.

Il percorso espositivo si divide in tre sezioni che analizzano diverse attitudini e metodologie di lavoro attorno all’immagine e ai linguaggi fotografici.

La prima, Frammenti del realeanalizza quei lavori realizzati tra gli anni ‘60 e ‘70 in cui l’immagine fotografica emerge come un frammento del reale, un dettaglio trasformato, estrapolato dal proprio contesto e a cui viene conferito un nuovo significato. Ne sono esempio l’opera di Emilio Isgrò, quella di Franco Vaccari o i collage di Mirella Bentivoglio.

La seconda accoglie ricerche dedicate invece all’idea di ripetizione, riproduzione e moltiplicazione, al cui centro vi è il lavoro di Armin Linke.

La terza è invece riservata all’idea di una fotografia che indaga lo spazio come linguaggio e si muove alla ricerca di un altrove. Apre questa sezione La Disparition di Paola Di Bello, a cui si affiancano le opere di Mario Cresci, Francesco Bertocco e l’installazione di Marzia Migliora.

La mostra sarà visitabile sino al 22 ottobre il martedì, mercoledì, giovedì e venerdì 10– 18; sabato e domenica: 11 – 19.

 

 

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Il Giappone chiama, Civico 3 risponde https://www.artevarese.com/il-giappone-chiama-civico-3-risponde/ https://www.artevarese.com/il-giappone-chiama-civico-3-risponde/#respond Fri, 09 Jun 2023 13:00:23 +0000 https://www.artevarese.com/?p=70580 Gallarate –  L’inaugurazione della mostra che il Civico 3 di Gallarate dedicata a Kazuko Murayama è stata l’occasione per scoprire una pittrice curiosa, che ha vissute almeno due vite come racconta il figlio Shinya Murayama nella toccante performance di mimo che ci ha introdotto l’artista. Ma chi è Kazuko Murayama? Una donna minuta, sorridente, che […]

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Gallarate –  L’inaugurazione della mostra che il Civico 3 di Gallarate dedicata a Kazuko Murayama è stata l’occasione per scoprire una pittrice curiosa, che ha vissute almeno due vite come racconta il figlio Shinya Murayama nella toccante performance di mimo che ci ha introdotto l’artista.

Ma chi è Kazuko Murayama?

Una donna minuta, sorridente, che a 79 anni debutta in Italia con la sua prima mostra personale. Ma Kazuko è una pittrice affermata – sia chiaro – che vanta tra i tanti riconoscimenti anche il premio Japan Airlines – 1990 e il Premio Cultura, del Ministero dell’Istruzione, ricevuto nel 2006. Inoltre è membro storico dell’associazione Shuyou-Kai, fondata nel 1918 dalla poetessa Yosano Akiko, la cui mission è la valorizzazione delle pittrici nell’arte e nella cultura giapponese. Scopriamo la storia della sua vita grazie al figlio Shinya – mimo, clown, attore – che con una performance coinvolgente racconta con i gesti la madre.

Kazuko nasce in una famiglia di insegnanti e dipinge fin da piccola, scegliendo in particolare come soggetto la natura che tanto ama. Il padre la vorrebbe insegnante, per questo si iscrive all’università di Kobe. A diciotto anni, in seguito alla morte del padre, decide che oltre a fare l’insegnante di scuola media avrebbe dipinto. Incontro fatidico per Kazuko è quello con il futuro marito Massahiro che si innamorò sia dei suoi dipinti sia di lei. Dalla loro unione nascono due figli e l’artista continua a dedicarsi all’insegnamento e all’arte pittorica.

A quarantotto anni decide di andare in Belgio per studiare pittura, decisione appoggiata dalla famiglia. Si specializza all’accademia di Belle Arti di Bruxelles dove impara che dipingere non è solo disegnare bene e che ogni dipinto deve essere dotato di una propria individualità. Da quel momento il suo stile diventa libero, inizia ad ottenere premi e a viaggiare all’estero. L’amato marito Massahiro muore a ottantaquattro anni serenamente, a quel punto Kazuko decide di rimettersi in viaggio e di esibirsi in Italia.

Bambina di pace

La traduzione italiana del nome Kazuko (bambina di pace) è il potente ed evocativo titolo della mostra della pittrice. Scelta che apprezziamo considerando il momento storico che stiamo vivendo (pensiamo ad esempio alla vicina guerra in Ucraina, alle tensioni in Kosovo). In più nel caso di Kazuko sembra particolarmente vero che il destino di quest’artista energica sia racchiuso nel nome.

Il suo obiettivo è sempre stato quello di vivere in armonia con la natura e con gli altri, dipingendo, migliorandosi continuamente, conoscendo nuove culture attraverso i viaggi. Kazuko infatti è stata in Europa, in Africa, in Sudamerica, in Nepal e l’approdo in Italia è legato anche al fatto che il figlio Shinya si è stabilito qui. Ma quali sono le fonti d’ispirazione dei suoi dipinti? Sicuramente il paesaggio, non solo quello giapponese, gli innumerevoli viaggi, la sua storia personale. Per la mostra al Civico 3 l’artista ha scelto opere che rappresentano paesaggi giapponesi e del varesotto. Kazuko, che lavora sia su piccoli sia su grandi formati, per quest’ esposizione ha preferito il piccolo-medio formato, particolarmente adatto per lo spazio espositivo. Nelle sue opere colpisce l’uso del colore: spesso steso energicamente, con grumi in rilievo, con cui costruisce l’immagine. Ma a colpire ancora di più è la forza di questa pittrice, che si è perfezionata continuamente e che ha capito quanto sia importante viaggiare prima dentro di sé e poi fuori.

Informazioni:
L’esposizione sarà aperta nei weekend del 10-11-17-18 giugno orari 10.30 – 13 /15 -19. Per visite su appuntamento contattare il numero 3476571335 anche via Whatsapp oppure scrivere a 3civicotre@gmail.com.

Eleonora Manzo

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Gli scatti di Gorlini e Màzzeri in mostra a Gallarate https://www.artevarese.com/gli-scatti-di-gorlini-e-mazzeri-in-mostra-a-gallarate/ https://www.artevarese.com/gli-scatti-di-gorlini-e-mazzeri-in-mostra-a-gallarate/#respond Fri, 24 Feb 2023 08:57:23 +0000 https://www.artevarese.com/?p=69242 Gallarate – Filosofarti e Civico 3: un binomio vincente. In occasione della XIX edizione della rassegna Filosofarti allo spazio culturale di via Pretura, ospita la mostra fotografica delle artiste Sara Gorlini e Chiara Màzzeri. Abbiamo dialogato con le artiste per capire come è nata l’idea di questa mostra fotografica congiunta, che vede esposti un progetto […]

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Gallarate – Filosofarti e Civico 3: un binomio vincente. In occasione della XIX edizione della rassegna Filosofarti allo spazio culturale di via Pretura, ospita la mostra fotografica delle artiste Sara Gorlini e Chiara Màzzeri. Abbiamo dialogato con le artiste per capire come è nata l’idea di questa mostra fotografica congiunta, che vede esposti un progetto in fieri di Sara e un lavoro concluso di Chiara.

Sara, come nascono le fotografie del progetto Genesi?
Le ho realizzate tutte durante un workshop organizzato da Chicco Colombo. Si tratta di ombre scattate al di là di un telo illuminato con degli attori che stavano sperimentando semplicemente l’effetto della luce. Non c’erano prove in corso e non stavano allestendo una rappresentazione teatrale. Ho scattato tutto il giorno e ne sono derivate le fotografie oggi in mostra. Quello che vedi per me sono proiezioni di un’intimità che passa attraverso una pelle non c’è al contrario di quanto fa Chiara, che invece ferma sulla sua pelle tutto il dentro e tutto il fuori.

Chiara, cosa puoi raccontarci del tuo lavoro esposto al Civico 3 dal titolo Immagini tatuate?
I paesaggi fotografati sono luoghi a me cari, in cui sono cresciuta, che a forza di essere frequentati e visti sono tatuati su parti del mio corpo, sulla mia pelle. Il panorama è quello della Valle d’Aosta, che conosco fin dall’infanzia e che trasformo attraverso la mia sensibilità in due immagini sovrapposte.

Come si è sviluppata l’idea di intitolare la mostra Margine?
Sara: Abbiamo scelto Margine perchè fonde bene il tema Limite/Illimite del festival di filosofia  con i titoli della nostra produzione artistica (Genesi/Immagini tatuate).

Come avete lavorato all’allestimento? Perché posizionare gli scatti su lastre di alluminio?
Sara: Abbiamo deciso di allestire le opere alternandole. L’idea di esporle sulle lastre di alluminio è di Chiara, mantenendo quello che era l’effetto delle mie fotografie, disposte proprio su queste lastre a Letterature urbane, mostra dove mi ha invitato recentemente (Si tratta di una mostra internazionale a beneficio della Fondazione Airc che vede tra gli organizzatori proprio la fotografa vercellese).

Quello che percepisce il visitatore è proprio un senso di continuità tra le opere delle due fotografe, non c’è cesura, i linguaggi non stridono, ma si fondono. A prevalere è un senso di armonia, quasi di danza interiore per chi varca la soglia del Civico 3. Tutti i limiti, i margini, i confini che vivono nelle nostre menti vengono superati guardando le opere di Sara Gorlini e Chiara Màzzeri. E cosa dovrebbe fare l’arte se non questo?

Informazioni:
L’esposizione sarà aperta nel weekend del 25-26 febbraio. Orari: 11-13 / 15.30-19 Oppure su appuntamento  telefonando al numero 3407385564

Eleonora Manzo

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“Le Pezzotte” di Cristina Limido https://www.artevarese.com/le-pezzotte-di-cristina-limido/ https://www.artevarese.com/le-pezzotte-di-cristina-limido/#respond Mon, 30 Jan 2023 08:00:37 +0000 https://www.artevarese.com/?p=68868 Gallarate – Con il titolo “Le Pezzotte” Maria Cristina Limido inugura, giovedì (2 febbraio) alle 17, la nuova personale nella sede di Azimut di via Borghi. “Ho chiamato Pezzotte i miei ultimi lavori – spiega l’artista – perchè il termine rimanda al riciclo di stoffe e materiali naturali assemblati in una forma morbida e soffice. […]

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Gallarate – Con il titolo “Le Pezzotte” Maria Cristina Limido inugura, giovedì (2 febbraio) alle 17, la nuova personale nella sede di Azimut di via Borghi.

“Ho chiamato Pezzotte i miei ultimi lavori – spiega l’artista – perchè il termine rimanda al riciclo di stoffe e materiali naturali assemblati in una forma morbida e soffice. Ho preferito la lievità del supporto in juta e panno, alla rigidità del legno e della tela; qualcosa che potesse fluttuare e muoversi nell’aria. Qualcosa che stuzzichi la voglia di toccarle”.

Il desiderio di calore, colore, di materia e sostanza ma soprattutto di leggerezza. “Pezzotte” riconduce anche all’idea di materiali poveri, semplici, di poco valore intrinseco. “Ho deciso – che avrei utilizzato tovaglie, rivestimenti di divani e poltrone avanzati e abbandonati in scatoloni nello scuro degli armadi, portandoli a nuova vita, attraverso l’esperienza cromatica e compositiva maturata in tanti anni di pittura”.

La tecnica con la quale l’artista affronta questo nuovo progetto è il collage, un linguaggio che permette di rompere gli schemi classici aprendo le porte a mondi fantastici in cui tutto è possibile.” Il collage è ibrido e consente a materiali diversi tra loro di incontrarsi e relazionarsi in un unico manufatto artistico, all’insegna dell’equilibrio nella mescolanza”.
Le tematiche che Maria Cristina ha affrontato sono esistenziali. Non manca però l’aspetto ludico dell’arte che qui ripropone nelle maschere tribali e nelle figure principali delle carte da gioco che altro non sono se non una visione grottesca e anacronistica delle famiglie reali contemporanee.

La mostra sarà aperta al pubblico sino al 26 febbraio e visitabile su prenotazione contattando lo 0331 160 4670.

Cenni biografici

Maria Cristina Limido nasce, vive e lavora a Legnano. Frequenta la Scuola Superiore di ArtI applicate del Castello di Milano ed ottiene il diploma e la specializzazione in figura dal vero. Compie anche un approfondimento nell’anatomia artistica presso pittori dell’altomilanese. Lavora con olio, acrilico, acquarello, pastello, china, tecnica mista e con la ceramica. Ultimamente ha sviluppato anche una serie di lavori di TEXTILE ART (Le pezzotte).Insegna disegno e tecniche pittoriche ed è Presidente del CAB Centro Artecultura Bustese, storica associazione degli artisti di Busto Arsizio fondata nel 1977. E’ inoltre Vicepresidente dell’associazione artistica legnanese AAL. Oltre quaranta le mostre organizzate, tra collettive e personali.

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Warhol: camaleonte o trasformista? https://www.artevarese.com/warhol-camaleonte-o-trasformista/ https://www.artevarese.com/warhol-camaleonte-o-trasformista/#respond Fri, 20 Jan 2023 15:01:07 +0000 https://www.artevarese.com/?p=68801 Gallarate – “Camaleonte umano o eccellente trasformista che proteggeva la sua vulnerabilità?” E’ la domanda che Maurizio Vanni, curatore con Emma Zanella della rassegna “Andy Warhol. Serial Identity” in apertura da domenica al Maga,  pone a un ipotetico visitatore analizzando la vita e il percorso artistico del geniale artista. Una delle personalità più influenti e […]

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Gallarate – “Camaleonte umano o eccellente trasformista che proteggeva la sua vulnerabilità?” E’ la domanda che Maurizio Vanni, curatore con Emma Zanella della rassegna “Andy Warhol. Serial Identity” in apertura da domenica al Maga,  pone a un ipotetico visitatore analizzando la vita e il percorso artistico del geniale artista. Una delle personalità più influenti e complesse che ha operato nella seconda metà del XX secolo.

La mostra in calendario sino al 18 giugno,  per la prima volta in Italia, in collaborazione con l’Archivio di Ronald Nameth, presenta anche  l’installazione immersiva del video di Nameth Andy Warhol’s Exploding Plastic Inevitable with The Velvet Underground and Nico, documentazione della fantastica performance del 1966 che Warhol orchestrò creando una combinazione dove luci, musica ed arte diedero vita ad uno spettacolo unico.

Valentina Bigai

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Andy Warhol al Maga https://www.artevarese.com/andy-warhol-al-maga/ https://www.artevarese.com/andy-warhol-al-maga/#respond Fri, 20 Jan 2023 15:01:01 +0000 https://www.artevarese.com/?p=68798 Gallarate – La tanto attesa mostra “Andy Warhol. Serial Identity” è finalmente arrivata e da domenica (22 gennaio) si aprirà al pubblico. Oltre duecento opere per intraprendere “un viaggio, fare un affondo anche emozionale alla scoperta del genio che ha cambiato la storia dell’Arte del Novecento. Emma Zanella e Maurizio Vanni, curatori dell’antologica, hanno raccontato […]

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Gallarate – La tanto attesa mostra “Andy Warhol. Serial Identity” è finalmente arrivata e da domenica (22 gennaio) si aprirà al pubblico. Oltre duecento opere per intraprendere “un viaggio, fare un affondo anche emozionale alla scoperta del genio che ha cambiato la storia dell’Arte del Novecento. Emma Zanella e Maurizio Vanni, curatori dell’antologica, hanno raccontato la mostra che rimarrà in calendario sino al 18 giugno.

Valentina Bigai

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