Varese Archivi - ArteVarese.com https://www.artevarese.com/categoria/news-arte/varese/ L'arte della provincia di Varese. Mon, 19 Aug 2024 07:33:17 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.3.5 https://www.artevarese.com/wp-content/uploads/2017/05/cropped-logo-1-150x150.png Varese Archivi - ArteVarese.com https://www.artevarese.com/categoria/news-arte/varese/ 32 32 Franco Tardonato, 40 anni di sogni ritrovati https://www.artevarese.com/franco-tardonato-40-anni-di-sogni-ritrovati/ https://www.artevarese.com/franco-tardonato-40-anni-di-sogni-ritrovati/#respond Fri, 02 Aug 2024 08:46:40 +0000 https://www.artevarese.com/?p=75050 Varese – L’identità di un territorio si legge anche attraverso le figure culturali e artistiche che lo rendono vivo e attivo. Nel segno del recupero di questa identità, intesa anche come memoria  di un vissuto artistico importante, si colloca il progetto voluto dalla famiglia di Franco Tardonato a 40 anni dalla sua scomparsa. A lui […]

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Varese – L’identità di un territorio si legge anche attraverso le figure culturali e artistiche che lo rendono vivo e attivo. Nel segno del recupero di questa identità, intesa anche come memoria  di un vissuto artistico importante, si colloca il progetto voluto dalla famiglia di Franco Tardonato a 40 anni dalla sua scomparsa. A lui sarà dedicata la mostra monografica, a cura di Sara Tardonato e Debora Ferrari, che si aprirà in sala Veratti dal 26 ottobre al 30 novembre.

Nel percorso, che vedrà esposte  una quarantina di opere pittoriche e alcuni dei  materiali di lavoro, foto e pubblicazioni, verranno toccate tutte le fasi del lavoro di Tardonato: dalle figure di donna ai paesaggi, agli schizzi di viaggio e ai contributi pubblici sull’arte anche sacra e i luoghi del varesotto.

Alla realizzazione del catalogo hanno collaborato, con testi e testimonianze  personaggi di spicco varesini ed esponenti di associazioni a cui l’artista era legato, in particolare l’Alapv, Associazione Liberi Artisti Provincia di Varese.

Durante l’esposizione, in ogni weekend, saranno organizzati momenti di approfondimento con visite guidate, eventi e incontri. Il Liceo Manzoni parteciperà all’evento con i suoi “ciceroni” che, formati da Sara Tardonato, docente nell’Istituto, guideranno il pubblico.

 

Cenni biografici

Franco Tardonato nasce a Varese il 27 luglio 1938. Nel 1961 debutta nella sua città natale con una mostra personale alla Galleria Teatro Impero proseguendo negli anni in tutto il territorio nazionale. A partire dal 1971 partecipa a mostre e collettive in tutta Italia, ricevendo premi per la sua arte. Riceve la medaglia d’oro alla V, VI e VII Mostra Nazionale di Grafica, e il Presidente della Camera dei Deputati gli conferisce un altro premio per il suo impegno artistico.
Nel 1975, Tardonato vince il Premio Marco Aurelio di Roma. Le sue opere sono state esposte Galleria Nazionale di Grafica di Napoli, nonché in diverse pinacoteche in Europa, tra cui Bruxelles, Zurigo, Lugano e St. Moritz. Sono anche presenti in alcune collezioni pubbliche in Italia, tra cui la provincia di Milano e i comuni di Bergamo, Legnano e Campobasso.
Durante le mostre personali in Sicilia, Tardonato riceve una targa dal Prefetto di Ragusa.
Tardonato è deceduto a Varese nel 1984.

Mostre postume sono state organizzate dalla Galleria La Giostra di Asti nello stesso
anno,  Galleria Prevosti nel 1995, e con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune e della Provincia di Varese al Chiostro di Voltorre nel 1997, e nella Chiesa di San Grato nel 2002.

Dal 1994 al 2004, la moglie Ida e la figlia Sara hanno organizzato il Premio d’Arte Omaggio a Tardonato per la Creatività Giovanile.

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Tra le opere in mostra a Varese e dintorni https://www.artevarese.com/tra-le-opere-in-mostra-a-varese-e-dintorni/ https://www.artevarese.com/tra-le-opere-in-mostra-a-varese-e-dintorni/#respond Wed, 31 Jul 2024 08:53:22 +0000 https://www.artevarese.com/?p=75060 Varese – Come ogni prima domenica del mese, anche il 4 agosto i Musei Civici  saranno aperti al pubblico e visitabili gratuitamente. Anche a Ferragosto le sedi espositive saranno visitabili offrendo la possibilità di trascorrere, all’insegna dell’arte, la festa dedicata all’Assunzione. Al Castello di Masnago è stata prorogata fino al 25 agosto la mostra promossa […]

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Varese – Come ogni prima domenica del mese, anche il 4 agosto i Musei Civici  saranno aperti al pubblico e visitabili gratuitamente. Anche a Ferragosto le sedi espositive saranno visitabili offrendo la possibilità di trascorrere, all’insegna dell’arte, la festa dedicata all’Assunzione.

Al Castello di Masnago è stata prorogata fino al 25 agosto la mostra promossa dal Comune di Varese, Andrea Ravo Mattoni – img2img – Pittura, Copia e Intelligenza artificiale a cura di Monica Guadalupi Morotti e Andrea Ceresa. La mostra nasce da quelle immagini generate dalla macchina e tradotte da parte di Andrea Ravo Mattoni in pittura a spray, ad acrilico o in disegno, sia su muro che su tela e altri tipi di supporti mobili. A comporre la mostra sono circa venticinque opere inedite allestite nelle sale del Castello, anche in dialogo con gli affreschi quattrocenteschi e un’opera della collezione permanente: Sera d’autunno o Valpozzo di Pellizza da Volpedo (1903). L’ultima occasione per prenotare una visita guidata alla mostra è il 24 agosto alle 15. Info e prenotazioni su www.cooperativasullarte.it o scrivendo a museivarese@cooperativasullarte.it. E’ inoltre sempre possibile richiedere una visita guidata per un gruppo privato.

Sempre al Castello di Masnago il 31 agosto alle 18 inaugura la mostra “Mirabilia, L’arte di vivere il bello”. In occasione del bimillenario della nascita di Plinio il Vecchio, gli artisti dell’Associazione Liberi Artisti della Provincia di Varese e l’Associazione Culturale Segreta Isola di Como rendono omaggio all’ illustre storico, filosofo e naturalista che ha saputo unire il suo spirito immaginoso e creativo con l’ingegno dello scienziato. Sarà aperta fino al 29 settembre.

Infine, al Castello prosegue fino al 19 gennaio 2025, Baj, Guttuso, Tavernari. Virtuose relazioni varesine”, l’inedito percorso espositivo con cui il Comune di Varese vuol far conoscere e far dialogare tra loro le opere dei tre grandi artisti Enrico Baj, Renato Guttuso e Vittorio Tavernari, accomunati da un legame esistenziale e creativo col territorio varesino, in cinque stanze dell’ala quattrocentesca del Castello di Masnago. L’intento è quello di dare massima evidenza al patrimonio del Comune di Varese, esponendo e mettendo a confronto opere di proprietà e in comodato.

In Sala Veratti invece, chiude il 25 agosto la mostra dell‘Associazione Artisti IndipendentiForme d’arte nella Città Giardino”. L’esposizione, a cui partecipano 27 artisti, presenta opere di fotografia, pittura e scultura. Orari di apertura: sabato, domenica e festivi 10-12/ 15 -18.

A Villa Mirabello prosegue fino al 1 giugno 2025, la mostra “Incontri di mondi lontani. Dai viaggi d’esplorazione di fine ‘800 alle ricerche di Angelo e Alfredo Castiglioni”, realizzata dal Comune di Varese in collaborazione con l’Associazione Conoscere Varese e il C.e.R.D.O (Centro Ricerche sul Deserto Orientale) curata da Marco Castiglioni, direttore del Museo Castiglioni, dall’architetto Sara Conte, docente di Design al Politecnico di Milano e da Serena Massa, archeologa, docente all’Università Cattolica di Milano e direttrice degli scavi di Adulis in Eritrea. Il percorso espositivo propone un lungo e coinvolgente racconto, che prende il via dalle figure e dalle imprese di alcuni importanti esploratori lombardi dell’Ottocento e termina con le ricerche condotte in oltre sessant’anni dai varesini Angelo e Alfredo Castiglioni nel continente africano e in Amazzonia, raccogliendo sul campo preziose testimonianze etnologiche e archeologiche e documentando con foto e filmati, riti, usi, costumi e tradizioni, che altrimenti avremmo perso per sempre. Dopo aver ripercorso le orme di alcuni esploratori vissuti tra Ottocento e Novecento attraverso reperti, diari di viaggio, mappe geografiche e disegni, si giunge alla ricostruzione del “salotto del collezionista”: luogo delle “meraviglie” dove in passato venivano esposti oggetti curiosi, esotici e rari raccolti nei viaggi intorno al mondo. Nella sala successiva vengono presentati i fratelli Castiglioni e il loro lungo percorso di ricerca nato da un sogno giovanile. Segue la descrizione della fase preparatoria dei viaggi con un focus sulla strumentazione tecnica da loro utilizzata e la sua evoluzione, nonché le invenzioni e i miglioramenti apportati ad attrezzature già esistenti allo scopo di adattarle ai viaggi nel deserto, nelle savane, nelle foreste e sui monti africani. La sezione seguente è dedicata alle testimonianze materiali dei popoli africani che non vengono presentate come creazioni artistiche fini a se stesse ma ne vengono valorizzati i più profondi aspetti religiosi, funzionali e simbolici anche grazie alle testimonianze video girate nel corso delle missioni, che li contestualizzano all’interno momenti che scandiscono la vita delle comunità. Nella sala dedicata alle ricerche archeologiche si da ampio spazio alla presentazione della scoperta, nell’attuale Sudan, della città mineraria di Berenice Pancrisia e gli scavi volti a riportare alla luce la città portuale di Adulis (Eritrea) conservata, pressoché integra, sotto metri di limo e sabbia. Conclude il percorso una ricerca extra africana del 1974. La sala, dal grande impatto immersivo, rende la sensazione di trovarsi nella foresta amazzonica e racconta il viaggio dei Castiglioni presso una popolazione venezuelana, i Mahekoto-Teri, che all’epoca viveva ancora isolata rispetto al mondo urbanizzato. Info: 0332.255485. Per visite guidate:333.6810487 info@cooperativasullarte.it.

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Daniele Di Luca inaugura a Casciago https://www.artevarese.com/daniele-di-luca-inaugura-a-casciago/ https://www.artevarese.com/daniele-di-luca-inaugura-a-casciago/#respond Fri, 17 May 2024 18:00:57 +0000 https://www.artevarese.com/?p=74323 Casciago – Torna a Varese, dopo anni trascorsi a Palermo, l’artista Daniele Di Luca che dal 19 maggio, inaugurerà nella Chiesa di San Giovanni l’installazione-mostra dal titolo “Nessua Forma, Nessuna Sostanza”. Il pubblico si troverà a vivere un’esperienza immersiva, totalizzante, che va oltre la semplice mostra, perché tutto il lavoro di installazione presentato da Di […]

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Casciago – Torna a Varese, dopo anni trascorsi a Palermo, l’artista Daniele Di Luca che dal
19 maggio, inaugurerà nella Chiesa di San Giovanni l’installazione-mostra dal titolo “Nessua Forma, Nessuna Sostanza”.
Il pubblico si troverà a vivere un’esperienza immersiva, totalizzante, che va oltre la
semplice mostra, perché tutto il lavoro di installazione presentato da Di Luca verte su una riflessione dell’essere, dell’esistere e del prendersi cura dell’altro.

La mostra è curata da Alessandra Poggiali, con suo testo critico nel catalogo in limited edition edito da TraRari TIPI Varese, ha la presentazione di Luca Traini e un’incursione di Debora Ferrari.

“Le fioriture sono accennate, silenziose, si lasciano coinvolgere nella presa di cura di una assenza, del vuoto, perché ‘nella mancanza dell’oggetto -come spiega l’artista- l’azione resta nuda in un perpetuarsi incessante, nulla può interferire col suo essere sé” sottolinea nello scritto. “Le opere che trasformano lo spazio della chiesa, con un lavoro in loco dello scultore durato due settimane, nascono per sottrazione, capaci di far andare oltre l’apparenza per scivolare nella filosofia dell’autore e anche nello spirito del mondo -scrive Debora Ferrari. Sono testimonianza degli accadimenti del mondo, connessi al di là di ogni presupposto di pensiero ma collegati ad esso nel disvelamento dell’essere”.

Il suo percorso artistico-evolutivo ha origine nella forma e nella scultura plastica, si trasforma poi insieme alla pittura e al segno, giunge a un ritmo nuovo, disteso, meditativo e sempre ricco di presupposti esistenziali.

“Il passaggio davanti e dentro le opere di Daniele Di Luca è rito dove parola e materia vengono plasmandosi in una realtà essenziale, “distratta” in apparenza solo per alcuni dettagli, nel senso profondo di “distrarre”: volgere nuovamente occhi, respiro, pensiero e superiore attenzione al contenuto. Tutte queste attenzioni comportano il tempo in cui siamo – per l’artista che costruisce come per chi visita i suoi lavori – complesso di energie che necessita di una fame placata – secondo Luca Traini, nel testo in catalogo. E aggiunge: C’è un nuovo fare gentile – “fare”, “poesia” – nell’arte di Daniele”.

L’evento offre al pubblico anche momenti diversi, con la partecipazione, il 2 giugno alle 18, di: Franca Formenti, con “Cibarmi” Food Artivism performance, il 15 giugno protagonista sarà Fabio R. Lattuca, “La voce muta” live set music (Stochastic Resonance), alle 21 e in occasione del finissage della mostra, il 22 giugno, l’appuntamento sarà con The Black, concerto rock’n’roll, alle 21.

La mostra sarà visitabile sino al 22 giugno, orari d’apertura: 16.30-20, venerdì, sabato e domenica16.30-22 ingresso libero.  Info e visite fuori orario +39 339 6650341

 

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“Geometrie Straordinarie” alla Fondazione Morandini https://www.artevarese.com/geometrie-straordinarie-alla-fondazione-morandini/ https://www.artevarese.com/geometrie-straordinarie-alla-fondazione-morandini/#respond Fri, 10 May 2024 10:00:25 +0000 https://www.artevarese.com/?p=74210 Varese – “Geometrie Straordinarie” alla Fondazione Morandini. La mostra, che si apre al pubblico dal’11 maggio è un omaggio all’arte geometrica contemporanea che esplora le infinite possibilità espressive non figurative, attraverso combinazioni inedite. A interpretarle, dieci artisti di rilievo internazionale che, ciascuno con il proprio linguaggio visivo distintivo, contribuiscono a un dialogo affascinante sulle forme […]

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Varese – “Geometrie Straordinarie” alla Fondazione Morandini. La mostra, che si apre al pubblico dal’11 maggio è un omaggio all’arte geometrica contemporanea che esplora le infinite possibilità espressive non figurative, attraverso combinazioni inedite. A interpretarle, dieci artisti di rilievo internazionale che, ciascuno con il proprio linguaggio visivo distintivo, contribuiscono a un dialogo affascinante sulle forme e sulla loro capacità di trasformare la percezione artistica.

Il percorso dell’esposizione accompagna alle opere dei tedeschi Edgar Diehl e Peter Weber, i cui lavori esplorano il dialogo tra spazio e materia attraverso sculture astratte dinamiche e l’utilizzo del materiale per veicolare la forma, al turco Şakir Gökçebağ che trasforma oggetti di uso quotidiano in opere d’arte che celebrano la semplicità geometrica.

Proveniente invece dal Regno Unito è Patrick Hughes, che rivoluziona la percezione visiva con le sue “pitture in movimento”, opere che giocano abilmente con l’illusione ottica e la prospettiva. Anna Kruhelska dalla Polonia e Bruno Munari dall’Italia, si districano tra vari media per esplorare temi di identità, memoria e percezione visiva, offrendo prospettive uniche attraverso l’uso innovativo della forma e del colore.

Il viaggio espositivo continua con Paolo Scirpa e Martin Willing, il cui lavoro invita alla riflessione sull’universo e sulla struttura – reale in un caso e presunta nell’altro – attraverso la bellezza e la complessità delle forme geometriche. Infine, concludono il percorso, le opere di  Seliger Reiner e Beat Zoderer  che introducono una ricca varietà di approcci alla geometria astratta.

Durante i dieci mesi della mostra saranno organizzate conferenze mensili tematiche tenute dagli artisti stessi, durante le quali approfondiranno i significati delle opere esposte e il tema centrale della propria arte.

La mostra, allestita nella sede della Fondazione Morandini di via Francesco Del Cairo, sarà aperta al pubblico sino al 2 febbraio 2025, il giovedì, dalle 15 alle 18; dal venerdì alla domenica, 10 – 13/14 – 18. Visite guidate due domeniche al mese con inizio alle 15.

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“L’esistere di Renato Bonardi”, un omaggio all’artista https://www.artevarese.com/lesistere-di-renato-bonardi-un-omaggio-allartista/ https://www.artevarese.com/lesistere-di-renato-bonardi-un-omaggio-allartista/#respond Fri, 03 May 2024 10:46:08 +0000 https://www.artevarese.com/?p=74155 Castronno – È un evento unico quello che si apre domani, 4 maggio dalle 16.30,  nella casa studio dello scultore Renato Bonardi, una vera esperienza nell’arte e nella scultura vissuta pienamente dall’artista nel suo percorso di vita al quale si invita il pubblico. Nella casa studio che la figlia Federica e la moglie Carla hanno […]

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Castronno – È un evento unico quello che si apre domani, 4 maggio dalle 16.30,  nella casa studio dello scultore Renato Bonardi, una vera esperienza nell’arte e nella scultura vissuta pienamente dall’artista nel suo percorso di vita al quale si invita il pubblico.

Nella casa studio che la figlia Federica e la moglie Carla hanno sistemato e riorganizzato per permettere la visione delle opere, troviamo tutto il percorso artistico di Renato: il disegno, l’illustrazione, la ceramica, la scultura, l’acquerello, la poesia in 5 stanze su due piani, oltre al
portico e al giardino dove si terranno laboratori e musica dal vivo.

L’ultima personale era stata allestita all’Atelier Capricorno di Cocquio Trevisago nel 2019 e allora come oggi nella casa di Castronno trovano posto la grafica pura, i quadri con la sua personale ‘encicplopedia’ del mondo e dell’arte, le sculture in ferro, le ceramiche plasmate in grès, in smalto o in refrattario con ossidi, queste ultime il più delle volte realizzate dagli amici Robustelli alle Ceramiche Ibis di Cunardo. Non per ultimi ma per importanza nella mostra sono presenti anche i quadri con le poesie: sono il cuore pulsante della sua ispirazione, il segnale vitale della continua pulsione a creare che lo abitava fortemente perché come diceva l’artista stesso “Lavoro per vivere, faccio arte per esistere”. I taccuini e i libri rilegati da lui sono molto importanti per capire lo scambio osmotico con la cultura storica, con gli
scrittori famosi come Italo Calvino e Cesare Pavese, tra i suoi preferiti (una sua scultura “L’acqua del Po” si trova dal 1994 al Centro Studi Cesare Pavese di S. Stefano Belbo (CN).

Renato Bonardi è un artista di alta levatura, forte e delicato allo stesso tempo perché la sua poesia, alla base della materia, è lieve e tenace, perché doma la materia a parole e numeri come un filosofo matematico, perché tra un acquarello e un grès ci sarà sempre una lingua comune che prosegue un racconto da lui iniziato, coi suoi timbri e le sue sgorbie. Dai burattini alle sculture in ferro la sua è arte coerente, tenuta da fili ora visibili ora impercettibili, capace di ironizzare sul quotidiano e per questo di prendere sul serio aspetti materiali e spirituali, dai Pinocchi agli Angeli, è così che una forza analitica e centrifuga si esprime; dalle grafiche ai quadri ai libri di pietra troviamo l’altro aspetto di sintesi, l’impronta della sua mano, la forza centripeta; in ogni scultura ceramica, dal piatto al monolite di lettere al bassorilievo, ecco la ‘summa’ nella plasmabilità di parola e immagine.

Nella storia dell’arte Bonardi si inserisce con personalità chiara e inconfondibile, figlio anche dell’Arte Concreta dei libri illeggibili di Munari, il tutto filtrato e metabolizzato da una mente laboriosa, quasi astrofisica nelle sue espressioni, incessante nel produrre idee e nel raccogliere ricordi di ogni giorno per trasformarle in leggi universali.

Ci sono artisti che rappresentano il mondo, altri che lo immaginano e ce lo propongono secondo nuove visioni, ardite regole, disegni terreni e celesti. Renato Bonardi, amico di molti colleghi dentro e fuori il territorio di Varese, rientra nella seconda squadra, composta da tanti come lui amanti del sogno, della poesia, della necessità di lasciare opere con corpo e anima vicini all’artefice ma capaci di parlare al di là del tempo, valide sempre. E derivate da faticoso lavoro, interiore e di mani, per ammorbidire le materie e dar loro altra vita.

Le oltre 60 opere esposte sono accompagnate da un libro di poesie edito da TraRari TIPI e riportante fedelmente gli autografi originali dell’artista.

Cenni biografici

Renato Bonardi, nato in provincia di Varese, inizia la carriera artistica come grafico di trademark e grafico umorista, collaborando con diversi quotidiani locali (La Prealpina, Il Giornale) varie riviste (Varese Mese, Charter), associazioni (Artigiani, CONI).
Successivamente amplia le proprie esperienze dedicandosi alla pittura e alla scultura, frequentando i laboratori artistici di Carrara, Alte Ceccato di Vicenza, Albisola (SV), Ceramiche il Tondo di Celle Ligure, le Fornaci Ibis di Cunardo (VA). Collabora come illustratore per le Edizioni Salviati di Milano e Loescher di Torino.
La sua ricerca tematica sviluppatasi inizialmente attorno alla simbologia del tempo, dei numeri e delle lettere, si indirizza successivamente all’approfondimento dell’immagine del libro-testo-
scrittura-lettera, indagando sulla possibilità di una interpretazione figurativo-concettuale,
utilizzando materiali come pietra di Vicenza, terracotta, ceramica, alabastro e ferro.
Di lui hanno scritto numerosi critici, con recensioni in testate di settore. Sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private. Per tutta la sua vita ha scritto poesie e realizzato acquerelli di grande forza e delicatezza. Un suo libro d’artista, Ed. La Diane Française, è presente alla Biblioteque L. Noucera di Nizza e alla Bibliotèque National di Parigi. Ha realizzato opere monumentali e collocate in varie sedi come: S. Stefano Belbo, Varallo Pombia, Albissola Marina, Parco di Taino, Laveno, Mombello e Castronno.
Baroldi è scomparso prematuramente nel 2013.

Appuntamenti, sempre a ingresso libero, che accompagnano la mostra:

4 maggio, 16.30 inaugurazione, momento musicale con Filippo Silvestri, reading poetico con
Eugenia Marcolli
5 maggio, 16.30 laboratorio di argilla per tutte le età insieme ad Anna Genzi e Anny Ferrario di Atelier Capricorno
11 maggio, alle 16,  ambientazioni sonore nelle stanze dell’arte, visite accompagnate alla casa atelier e letture poetiche con Eugenia Marcolli
12 maggio, alle 16 visite accompagnate alla casa atelier e letture con Debora Ferrari e Luca Traini, editori e curatori d’arte.

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La pittura potente ed evocativa di Luca Gastaldo https://www.artevarese.com/la-pittura-potente-ed-evocativa-di-luca-gastaldo/ https://www.artevarese.com/la-pittura-potente-ed-evocativa-di-luca-gastaldo/#respond Thu, 02 May 2024 06:00:50 +0000 https://www.artevarese.com/?p=74129 Varese – Nella nuova personale di Luca Gastaldo, intitolata Semi di Spirito, in apertura dal 4 maggio alla Galleria Punto sull’Arte(inaugurazione dalle 11 alle 13), l’artista accompagna nell’universo complesso e fatato del nostro immaginario. I “Semi di spirito” ai quali si riferisce il titolo nascono dalle storie che l’artista raccoglie da letture dell’infanzia. Sono semi […]

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Varese – Nella nuova personale di Luca Gastaldo, intitolata Semi di Spirito, in apertura dal 4 maggio alla Galleria Punto sull’Arte(inaugurazione dalle 11 alle 13), l’artista accompagna nell’universo complesso e fatato del nostro immaginario. I Semi di spirito” ai quali si riferisce il titolo nascono dalle storie che l’artista raccoglie da letture dell’infanzia.

Sono semi di immaginario, la parte non materiale del nostro essere, cui l’artista milanese attinge da sempre per le sue tele, improntate a un acceso romanticismo, alla ricerca del vissuto che si fa materia. Nei suoi quadri appare sempre una fonte luminosa, sia essa quella di una finestra illuminata o di un raggio lunare, il chiarore di un’alba o il baluginare di lontani lampioni. Una luce pilota, sorta di anima inquieta che in fondo è quella dell’artista, la fiammella della creazione, la scintilla del ricordo. È la stessa fiducia che l’uomo ha sempre avuto nel cambiamento, nell’evoluzione spontanea di un’idea, della materializzazione di un sogno, di un desiderio in grado di regalare emozioni colorate.

«Gastaldo dipinge cieli blu, il colore dell’introspezione e dei sentimenti profondi, ma anche della spiritualità, –  scrive nel testo critico Mario Chiodetti. – Paesaggi in cui la terra a volte è soltanto una striscia, un basamento su cui poggiare la materia dell’incanto, la memoria di suoni, parole, gesti, racconti che di colpo si svelano. Così incomincia la storia, la narrazione inconscia di qualcosa a lungo rimasta nascosta nel profondo, sedimentata in strati di ricordi, a volte lontani altre frutto di immediate sensazioni evocate dalla musica o da un verso poetico»

«Da bambino Luca assieme ai fratelli ascoltava musicassette con le favole recitate da attori famosi, un modo straordinario per “fare scorta” di un immaginario che oggi gli serve da tavolozza e da difesa contro un mondo troppo veloce, e quella casetta che così spesso appare nei quadri è quella della sua mente, illuminata da fantastici personaggi e da storie inverosimili ma appassionanti.

I suoi quadri partono da un’idea, ma spesso strada facendo la direzione cambia, la fantasia prende il sopravvento e sulla pianta della storia iniziale si innesta un germoglio rigoglioso.

Nuove sensazioni e ricordi si affacciano all’orizzonte, forse evocati da un ascolto musicale o da un verso poetico. Gastaldo cerca dentro sé stesso il fanciullo che rimaneva affascinato dalle fiabe e oggi indaga i sentimenti di scrittori e poeti, da Pascoli a Pavese, ma anche quelli dei musicisti amati, Louis Prima, Fats Domino o Tracy Chapman, fonte continua di ispirazione assieme alla sperimentazione cromatica. Nei paesaggi di Luca, raramente appare la figura umana, ma l’uomo, pur assente, è il protagonista delle emozioni trasmesse dalla Natura, in una sorta di comunione ideale tra spirito e materia. «I miei quadri escono da soli, magari l’idea all’inizio è diversa, poi evolve in qualcos’altro, ma non cerco a forza la novità. Vorrei che chi guarda le mie opere esprima le proprie emozioni così come le ho espresse io. Per questo mi piacerebbe mettere una poltrona davanti a ogni tela, per permettere al visitatore della mostra di sedersi come in salotto ed “entrare”, attraverso l’ascolto, nella storia che ho visualizzato. In passato, infatti, ho dipinto anche quadri legati a canzoni, e ho realizzato installazioni ponendo delle balle di fieno per terra davanti alle opere e diffondendo nell’aria il profumo dell’erba appena tagliata», dice Gastaldo. Anche i titoli dati alle tele sono fantasiosi: «A quadro finito metto la musica perché mi ispiri per il titolo, e a volte ci sistemo il verso di una poesia o la strofa di una canzone, è un suggerimento per leggere l’opera».

Al Vernissage della mostra, allestita nella sede principale della Galleria, in Viale Sant’Antonio 59/61 a Varese (Casbeno) sarà presente l’artista. La mostra potrà poi essere visitata, nello stesso giorno, dalle 14 alle 17. L’esposizione proseguirà sino al 1 giugno nei seguenti orari: da martedì a sabato 9.30 – 17.

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Torna a Varese “Ground Zero” di Wim Wenders https://www.artevarese.com/torna-a-varese-ground-zero-di-wim-wenders/ https://www.artevarese.com/torna-a-varese-ground-zero-di-wim-wenders/#respond Sun, 28 Apr 2024 08:00:44 +0000 https://www.artevarese.com/?p=74115 Varese – Cinque gigantesche immagini del regista e fotografo tedesco Wim Wenders tornano in esposizione a Villa Panza. Fino al 12 maggio, negli spazi della Scuderia piccola dell’edificio, sarà possibile ammirare il ciclo di scatti realizzati dall’artista all’indomani dell’11 settembre del 2001, che ritraggono Ground Zero con le macerie ancora fumanti. Una preghiera per immagini, […]

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Varese – Cinque gigantesche immagini del regista e fotografo tedesco Wim Wenders tornano in esposizione a Villa Panza. Fino al 12 maggio, negli spazi della Scuderia piccola dell’edificio, sarà possibile ammirare il ciclo di scatti realizzati dall’artista all’indomani dell’11 settembre del 2001, che ritraggono Ground Zero con le macerie ancora fumanti.

Una preghiera per immagini, un monito contro la violenza del terrorismo e la suggestiva, potente visione di un dramma collettivo, che oggi come allora, purtroppo, interessa e coinvolge tutti.

L’opera è stata donata dal regista e da sua moglie Donata Wenders al FAI nel 2015, a seguito della sua esposizione a Villa Panza, intitolata “Wim Wenders. AMERICA” dedicata a rappresentare la sua visione, di artista europeo affascinato dall’America. Così come Giuseppe Panza di Biumo, che dalla fine degli anni Cinquanta, visitando l’America, rimase affascinato da quella terra di spazi immensi, di natura e di luce, di colori e di contrasti, che giovani artisti allora sconosciuti, oggi maestri, stavano esprimendo nelle nuove forme dell’arte: con lungimirante intuito e profonda sensibilità ne comprò le opere, dando inizio alla sua eccezionale collezione, nota in tutto il mondo, diffusa nei più grandi musei internazionali, ma pienamente rappresentata nella sua casa, sul Colle di Biumo, a Varese.

Le immagini di Wenders sono una testimonianza storica eccezionale, perché l’artista, fingendosi assistente dell’unico fotografo incaricato dal Comune di New York, fu il solo a poter scattare altre immagini dell’area altrimenti off-limits a così pochi giorni dalla tragedia.

E’ una visione artistica di grande suggestione, che allarga lo sguardo senza perdere il crudo dettaglio e scardina la percezione di quelle rovine immortalandone perfino il fascino: la potenza della luce che penetra tra le macerie e induce alla speranza per il futuro, per l’umanità.

 

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Andrea Ravo Mattoni inaugura al Castello di Masnago https://www.artevarese.com/andrea-ravo-mattoni-inaugura-al-castello-di-masnago/ https://www.artevarese.com/andrea-ravo-mattoni-inaugura-al-castello-di-masnago/#respond Thu, 04 Apr 2024 18:00:50 +0000 https://www.artevarese.com/?p=73866 Varese – Andrea Ravo Mattoni inaugura al Castello di Masnago “img2img – Pittura, Copia e Intelligenza artificiale”. La mostra, a cura di Monica Guadalupi Morotti e Andrea Ceresa è la prima esposizione museale di dell’artista varesino (classe 1981), conosciuto in tutto il mondo dal 2016 per il suo progetto Recupero del classicismo nel contemporaneo con il […]

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Varese – Andrea Ravo Mattoni inaugura al Castello di Masnago “img2img – Pittura, Copia e Intelligenza artificiale”. La mostra, a cura di Monica Guadalupi Morotti e Andrea Ceresa è la prima esposizione museale di dell’artista varesino (classe 1981), conosciuto in tutto il mondo dal 2016 per il suo progetto Recupero del classicismo nel contemporaneo con il quale ha ripreso dipinti classici, risalenti al periodo tra il ‘400 e l’800, riproponendoli su grandi pareti  e muri con la tecnica dello spray.
Nel 2021  Ravo scopre l’Intelligenza Artificiale (AI) generativa e si apre una nuova via nel suo percorso. Il risultato  è stato esposto nelle mostre War of Images alla Colab Gallery di Weil Am Rhein, in Germania, RenA.I.ssance alla galleria Artrust a Melano, in Ticino (CH), e MétAImorphose alla galleria Ange Basso di Parigi, recentemente conclusa.

Parallelo al percorso murale per cui è più noto, il progetto con la AI procede principalmente in studio dove Ravo utilizza principalmente la stessa tecnica dello spray, ma su tela, supporto della pittura per eccellenza.

Il titolo di questa mostra, img2img, è la contrazione della formula image-to-image che indica una determinata tecnologia di Intelligenza Artificiale. Questa permette di trasformare un’immagine esistente semplicemente descrivendo ciò che si vorrebbe modificare (un prompt). Il titolo però non si limita ad indicare una delle modalità del processo creativo di Ravo, ma serve ad evocare, in senso più ampio, tutte le trasformazioni che occorrono alle immagini nella nostra società completamente satura (così come sono le memorie dei nostri cellulari):  distorte, compresse, postate, inviate, trasmesse, dipinte, prese in fotografia, falsate, modificate, photoshoppate, stampate, rubate, scaricate e forse non è ancora tutto. E le immagini sono il materiale dei pittori, pertanto è naturale che questo mutare non passi loro inosservato.

Per molti anni l’artista ha ridipinto immagini classiche, iconiche, reinterpretandole con la sua tecnica unica, ingigantendole e ponendole in mezzo alla strada era già un processo img2img. E non lo sanno in molti, ma ridipingere è una cosa che ha sempre fatto, come si vede nell’ultima sala della mostra, dove l’autoritratto è una sovrapposizione di fermimmagine di un video girato da Ravo stesso con una delle prime videocamera portatile dell’epoca. Oggi, questa mostra è la dichiarazione che continuerà a farlo. Sono cambiate le matrici da reinterpretare e la tecnica: non sono più solo i dipinti dell’arte classica, ma disegni e opere del ‘900 importanti per la sua formazione, sono le immagini generate dall’AI, in ogni stile, e sono anche le sue stesse fotografie, scattate in studio di posa.

Il percorso espositivo

Nelle stanze del Castello sono esposte circa 25 opere inedite realizzate per l’esposizione, principalmente dipinte a spray su tela, ma anche due interventi ad acrilico su pietra. Nelle prime tre sale si pone il vocabolario del pittore, cioè le immagini di cui Ravo può disporre per dipingere: sono le infinite possibili immagini generate dall’Intelligenza Artificiale,  temi classici della pittura interpretate da grandi maestri come Pellizza da Volpedo, di cui è stato preso in prestito il quadro Sera d’autunno o Valpozzo (1903) dalla collezione del Castello di Masnago. Sono anche le fotografie che Ravo scatta in studio di posa proiettando su delle modelle, sono anche la videoarte del ‘900, oltre che Caravaggio, suo autore classico prediletto sin dalla celeberrima Cattura di Caravaggio realizzato nel 2016 sotto il ponte di fronte al Centro Commerciale Belforte di Varese.

Nelle altre sale sfilano le differenti tipologie di immagini, nuovi mondi. L’illustrazione giapponese interagisce allora con la pittura classica e con gli affreschi del castello, quella che sembra fotografia invece è opera dell’intelligenza artificiale che si tradisce nell’imperfezione dell’immagine. Un nuovo universo creato dal pittore in cui fotografia, arte, intelligenza artificiale, video pittura e tutto ciò che è immagine collassa a creare un nuovo fragile mondo.

Nell’esposizione sono presenti delle strutture cromate e specchianti progettate da Studio Def e una composizione sonora di Andrea La Pietra.

Il percorso si conclude nella sala dedicata agli autoritratti. Partendo dal primo del 2004, realizzato ad olio su un lenzuolo della famiglia mentre frequentava l’Accademia di Brera, si passa a quello del 2013 e del 2024. L’esposizione che proseguirà fino al 28 luglio sarà affiancata da numerosi eventi. Orari al pubblico: da martedì a domenica dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 14 alle 18.n Visite guidate per scuole e gruppi su prenotazione con Cooperativa “Sull’Arte”, da contattare ai seguenti recapiti: telefono + 39 333 6810487, e-mail: info@cooperativasullarte.it

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Un-Reality, Mauro Reggio a Varese https://www.artevarese.com/un-reality-mauro-reggio-a-varese/ https://www.artevarese.com/un-reality-mauro-reggio-a-varese/#respond Wed, 07 Feb 2024 09:05:20 +0000 https://www.artevarese.com/?p=73292 Varese – La galleria Punto sull’Arte si prepara ad accogliere dal  17 febbraio (con inaugurazione alle 11) la prima personale di Mauro Reggio dal titolo “Un-Reality”. L’esposizione, allestita nelle sale di Viale Sant’Antonio presenta opere dalle forti suggestioni metafisiche e da inquiete atmosfere hopperiane che caratterizzano i lavori di Reggio. Pennellate limpide, pulite, senza sbavature […]

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Varese – La galleria Punto sull’Arte si prepara ad accogliere dal  17 febbraio (con inaugurazione alle 11) la prima personale di Mauro Reggio dal titolo “Un-Reality”.

L’esposizione, allestita nelle sale di Viale Sant’Antonio presenta opere dalle forti suggestioni metafisiche e da inquiete atmosfere hopperiane che caratterizzano i lavori di Reggio.

Pennellate limpide, pulite, senza sbavature e una sensibilità particolare al potere della luce e del colore hanno fatto di questo artista, negli anni, una delle figure più interessanti del paesaggio contemporaneo. Paesaggio urbano, però, sempre; nutrito dalle architetture che fanno di ogni città uno spazio unico e riconoscibile, pensato come una lunga narrazione, una favola affascinante nella quale i luoghi che crediamo di conoscere assumono un volto speciale: diventano icona.

La Galleria lo presenta in una personale intensa, suggestiva, dove proprio la città Varese emerge in due lavori dalle luminosità avvolgenti, opere in cui l’architettura razionalista si staglia nel suo impeccabile splendore oppure gioca di sponda con i capricci del Barocco. E poi, tra i soggetti, il Duomo di Parma e il suo Battistero, in uno skyline declinato su luci rosate; e ancora piazza Santo Stefano, a Bologna, raccontata come un enigma di De Chirico. E naturalmente Roma, la città dell’artista, calda di luci ocra care alla Scuola Romana, imponente nell’Anfiteatro Flavio e opulenta nello scorcio di via del Corso, costruttivista nelle volute delle tangenziali e romantica nei ponti sul Tevere.

Reale ma mai del tutto, in bilico tra l’autenticità del vero e l’artificio della perfezione, il lavoro di Reggio ci interroga sulla nostra percezione, sia quando sfiora l’astratto, lasciandoci nel dubbio su quello che stiamo vedendo, sia quando evoca, nella solennità dei suoi silenzi, musiche arcane che possiamo ascoltare solo con gli occhi e con il cuore.

La mostra che presenta opere inedite rimarrà in calendario sino al 16 marzo e sarà aperta al pubblico nei consueti orari: da martedì –a sabato dalle 9.30 alle17. All’inaugurazione sarà presente l’artista.

Cenni biografici

MAURO REGGIO si dedica unicamente alla raffigurazione del paesaggio urbano, di cui ne esalta prospettive e architetture spogliandole dei segni e della presenza dell’uomo per metterne in evidenza le geometrie e i colori e trasformandole nel vero e unico soggetto del quadro. I suoi soggetti sono tangenziali, gasometri, palazzi barocchi e archeologie industriali ritratti in un presente senza tempo. L’artista dipinge monumenti provenienti da epoche diverse a partire dai colori tipici della grande tradizione italiana del XX secolo, poi trasformati e rinnovati sulla base delle più recenti riflessioni contemporanee su fotografia, pittura e nuove tecnologie. Nasce a Roma nel 1971 e nel 1993 si diploma con lode all’Accademia di Belle Arti della sua città. Ha realizzato mostre personali e collettive in gallerie di prestigio, musei e spazi pubblici in Italia e all’Estero. Nel 2011 e 2015 è stato invitato a partecipare alla Biennale di Venezia. I suoi dipinti fanno parte di numerose collezioni pubbliche e private, tra le quali si segnalano quella della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma (Macro), la Collezione Farnesina Experimenta presso il Ministero degli Affari Esteri e quella del Senato sella Repubblica Italiana con tre dipinti di grandi dimensioni di cui uno commissionato appositamente per la parete centrale della Sala Nassirya in Palazzo Madama adibita alle conferenze stampa. La Bulgari s.p.a. ha acquistato e collocato sue opere nei negozi di New York, Los Angeles, Chicago, Londra, Hong Kong, Taipei (Taiwan), Kuala Lumpur (Malesia) e nella sede centrale di Roma. Nel 2021 vince il Premio Eccellenti Pittori con un quadro che rappresenta il Colosseo. Vive e lavora a Rocca di Papa (Roma).

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“Nella scia dei segni interiori” https://www.artevarese.com/nella-scia-dei-segni-interiori/ https://www.artevarese.com/nella-scia-dei-segni-interiori/#respond Wed, 31 Jan 2024 07:00:52 +0000 https://www.artevarese.com/?p=73260 Varese – Prosegue, negli spazi espositivi del Santuario di Santa Maria della Gioia, “Nella scia dei segni interiori” la personale del pittore svizzero Hans Kammermann. Quella dell’artista è una pittura “messaggera di attimi, di ricordi e di relazioni uniti nella ricerca dell’energia cosmica che pervade ogni essere, ma che sfugge e si cela nell’illusione della […]

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Varese – Prosegue, negli spazi espositivi del Santuario di Santa Maria della Gioia, “Nella scia dei segni interiori” la personale del pittore svizzero Hans Kammermann.

Quella dell’artista è una pittura “messaggera di attimi, di ricordi e di relazioni uniti nella ricerca dell’energia cosmica che pervade ogni essere, ma che sfugge e si cela nell’illusione della vita quotidiana.

I lavori esposti sono il simbolo della meditazione di Hans negli ultimi anni, del suo universo di sogni e di sentimenti, racchiuso in pochi momenti distillati per questa mostra. Opere che possono essere descritte come un sussurro: “Non uscire fuori di te, rientra in te stesso, la verità abita nel profondo dell’uomo” (St. Agostino)”

Durante la mostra, in calendario sino al 9 febbraio, sarà possibile dialogare con l’artista e visitare la Chiesa di via Montello, opera di Frate C. Ruggeri e L. Leoni. Orari di apertura al pubblico: 2 febbraio, dalle 15 alle 19; 3 febbraio, 10-12 e 15-19; 4 e 9 febbraio, 15-19. Per visite in altri orari contattare 335 7173454.

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