Abbiamo intervistato il fotografo Patrizio Gianquintieri per scoprire la nuova pubblicazione che sarà presentata all'interno del Gallarate Festival Jazz. My Jazz immagini e emozioni è un racconto per immagini in cui si scopre la grande passione di questo fotografo per la musica e la sua abilità nel riuscire coi suoi scatti a 'catturare' il suono.
Patrizio com'è nata l'idea di questo libro?
"Questo libro, forse sarà l'unico, non lo so, è nato nella mia mente in un momento molto triste della mia vita : alla morte di mio padre, fotografo in Tunisia tra gli anni '50/'61. Mio primo, ed unico, maestro.
La motivazione che mi ha portato ha realizzarlo potrebbe sembrare banale o prestarsi a mille interpretazioni. In effetti successe che, come succede sempre in queste circostanze, si dovette fare ordine e pulizia nelle migliaia di carte, scatole e cartelle che lasciò dietro di se. A caso, dopo un pò di tempo, io aprii uno scatolone, ben chiuso,ormai destinato alla più vicina discarica. All' interno trovai una infinità di fotografie, scattate e stampate da mio padre nel corso della sua vita. Tanto lavoro tante fotografie a cui dedicò ore, passione, amore, ricerca : in quelle foto c' era una parte della sua vita. Ed ora, quasi senza che nessuno se ne accorgesse tutto stava per finire discarica o chissà dove".
Questo ti ha fatto riflettere…
"Fui preso dall' angoscia, dal dispiacere, dal dolore nel considerare come tanto impegno, dedizione finiva nel nulla. Ecco che, proiettatomi nel mio futuro, mi auguro il più lontano possibile, ho pensato che poi ma molto poi, anche tutto il mio lavoro poteva fare la stessa fine. Non riesco ad accettare questa idea e decido di lasciare una piccolissima traccia, di ciò in cui ho creduto e su cui ho lavorato, come mio padre, con impegno, dedizione, amore e sofferenza. Quello che voglio comunicare oggi con le mie foto vorrei possa accadere anche in quel lontano futuro. Non mi consideri megalomane. Se nell'arco della vita si riesce a 'fare e dare' qualcosa in cui si crede veramente perchè deve andare disperso?"
Da quanto tempo lavori a questa pubblicazione?
"'My Jazz – Immagini ed emozioni' nasce come idea ovviamente alla fine del 2002. Inizio a lavorare al progetto nel libro nel 2004 dopo aver letto, da qualche parte, una frase che pronunciò un grande musicista Jazz e precisamente Eric Dolphy . In un'intervista dichiarò "..è impossibile catturare la musica che si è appena ascoltata" . Assunsi questa frase a sfida ed il libro era già nella mia mente :proverò a catturare la musica , le emozioni che mi da quando l' ascolto ; proverò a catturare gli stati d'animo , le sofferenze, le intuizioni, l' Anima dei musicisti. Ci ho provato e per quanto mi riguarda ci sono riuscito. Io sono soddisfatto ed appagato".
Com'è nata la passione per la musica jazz?
"Se non esistesse la musica e l'Arte in generale, il mondo, la vita, perderebbe una grossa fetta di interesse; quando posso ascolto sempre musica, da sempre. Il Jazz è arrivato in età matura, quando ,grazie anche alla 'guida' di mio fratello Bruno (con cui sto creando una bella raccolta di immagini (www.apj.it)), ho sentito la necessità della ricerca, di scoprire nuovi confini e nuovi modi e mondi dell' espressione umana. E quale miglior campo se non quello del Jazz. Era attorno all'anno 2000. Da quel momento in poi il 99% dei miei ascolti è Jazz".
Com'è strutturato il libro?
"Il libro si svolge su un testo , scritto da me, che racchiude ciò che io vivo e provo quando ascolto un concerto Jazz. A questo testo ho abbinato 90 fotografie, qualche pensiero, qualche citazione inserita su alcune immagini di particolare intensità e i ringraziamenti finali".
Sabato 10 ottobre 2009 alle ore 17:00 – nell'ambito della 7^ edizione del 'Gallarate Jazz Festival' sotto il Patrocinio del Comune di Gallarate e della Fondazione Culturale 1860 Gallarate – presso la Sala incontri del Teatro Condominio 'V.Gassman' a Gallarate – incontro con l'Autore. Presentazione a cura di Alberto Pempinelli che sarà preceduta da una proiezione audiovideo ideata ed elaborata sulle immagini del libro a cura di Francesca Gernetti.