Dove andare – E' alla ricerca della propria strada, di quella giusta, Giorgio Piccaia. E lo fa dipingendo, attraverso le più recenti opere come "Vespri Siciliani", esposta fino l'11 ottobre alla Cascina dell'Arte (di Busto), nell'ambito della collettiva "Gioco di squadra". La sua attenzione, infatti, si è concentrata su planimetrie e cartine che diventano labirinti nei quali lascia segni d'impronta primitiva. Forse il desiderio è di porre l'accento su un'urbanistica sognata, legata alla sua città, Busto, forse è lo studio più profondo del proprio territorio, quello interiore. "Quando si imbocca una strada – spiega Piccaia – si possono trovare diverse soluzioni. Intanto non è mai unica, né diritta. Ci sono situazioni che ci portano a cambiare direzione, tornare indietro, girare a destra o a sinistra. Deviare, guardare avanti o alle spalle. Cerco nelle planimetrie la mia origine". In effetti, il creativo Piccaia, è conosciuto soprattutto come giornalista, editore, (Varese Mese è una sua creatura) ed ancora imprenditore e golfista. L'approdo sul pianeta arte è recente anche se in realtà è cresciuto tra cavalletti, tavolozze e colori. Il padre infatti, Matteo Piccaia, è un noto artista dal quale ha ereditato questa passione: "Evidentemente è nel DNA. – precisa con orgoglio – Diciamo che, questa vena creativa non si è rivelata in tenera età ma, l' importante (e di questo sono contento) è che comunque si sia fatta sentire, che sia esplosa.
Il richiamo all'arte scorre nelle vene – E' stato un richiamo, oserei dire, "dolcemente violento" al quale ho obbedito rispondendo a mio modo, mettendo insieme tutto ciò che ho vissuto in questi anni: il bello e il brutto, il buono e il cattivo". E sono proprio le esperienze accanto al padre e quelle acquisite sul lavoro che lo hanno avvicinato ad un linguaggio pittorico di sintesi, singolare e immediato. Linee verticali, orizzontali e diagonali, lavorate con nervature che ricalcano e tracciano ombre e luci. Una semplicità che risulta quasi disarmante che rivela in questo presente, fatto di finzioni e abusi. Le opere di Piccaia presentano il frutto di una ricerca che si snoda tra le "vie" di un mondo dove tutti possono entrare: ognuno pensando alla propria meta, agli obiettivi. "Fare arte – conclude Piccaia – mi permette di estraniarmi dal mondo banale, da questa realtà fittizia che porta a vedere l'esistenza umana in maniera diversa. E' una sensazione bellissima, un piacere che mi permette di riscoprirmi nuovo, giorno dopo giorno"
L'invito che l'artista rivolge a chi osserva le sue opere è dunque quello di entrare nelle planimetrie, tra i percorsi labirintici e iniziare il proprio cammino senza tempo, abbandonandosi all'esplorazione di luoghi di mediazione e di riflessione dove cercar rifugio fuggendo dal deserto di una realtà corrosa dai sentimenti puri.