"Quando morirà Matisse, Chagall sarà l'unico pittore rimasto a capire cos'è il colore." Ecco cosa pensava uno dei maestri della pittura del XX secolo Pablo Picasso sull'artista russo. Ed è proprio il colore che lascia stupito il visitatore, rapito dal pennello di questo artista che ha saputo trasporre su tela la gioia di vivere.

All'interno di un rigoroso e completo percorso cronologico, la mostra si dispiega in sezioni, racchiudendo ben 220 opere provenienti da tutto il mondo.

Questa retrospettiva va oltre la comune visione sulla pittura di Chagall, vista troppo spesso attraverso una lente romantica stereotipata. Il fine è proprio dare una nuova interpretazione del linguaggio dell'autore, la cui vena poetica si è costruita nel corso del Novecento unendo le maggiori tradizioni occidentali: dall'originaria cultura ebraica (degli aspetti mistici), a quella russa (delle immagini religiose), all'incontro, nel 1910, con la pittura francese delle avanguardie.

Forte di questi elementi, Chagall comincia la sua pittura fatta di ricordi, di immagini, di simboli che si sovrappongono. Soggetto dell'arte è il mondo interiore, che per Chagall è realtà più concreta del reale.

"E' un artista più complesso e problematico di quanto si creda", ha detto il direttore di Palazzo Reale, ricordando come Chagall abbia vissuto due guerre mondiali, esilio e nazismo pur mantenendo una visione mistica e infantile della realtà.

La sua arte viene a costituire una sorta di metissage fra le culture e le tradizioni, nella volontà di fare della contaminazione un valore, dell'opera d'arte un linguaggio in grado di esprimere alcuni interrogativi a tutt'oggi irrisolti dall'umanità. In questo troviamo la radice fondamentale della sua modernità.

Info.
March Chagall. Una retrospettiva 1908-1985
fino al 1 febbraio 2015
Palazzo Reale, Milano
lunedì 14.30 – 19.30 martedì, mercoledì, venerdì e domenica 9.30 – 19.30 giovedì e sabato 9.30 – 22.30.
www.mostrachagall.it/