Figlio di un droghiere benestante, Pellegrino Artusi nacque in una famiglia numerosa: 12 fratelli; fu chiamato Pellegrino in onore del santo forlivese Pellegrino Laziosi. Come molti ragazzi di buona famiglia, compì gli studi nel seminario della vicina Bertinoro, nel forlivese. Negli anni tra il 1835 e il 1850, Artusi frequentò ambienti studenteschi bolognesi.
Tornato nel suo paese natale, intraprese la professione del padre, ricavandone un certo profitto, ma la vita della famiglia Artusi venne sconvolta per sempre dall'incursione del 25 gennaio 1851 a Forlimpopoli del brigante Stefano Pelloni, detto il Passatore. Costui prese in ostaggio, nel teatro della città, tutte le famiglie più in vista, rapinandole una per una. Fra le famiglie rapinate vi fu anche quella di Pellegrino Artusi.
L'anno dopo, tutta la famiglia si trasferì a Firenze. Qui Pellegrino si dedicò all'intermediazione finanziaria; contemporaneamente sviluppò le sue grandi passioni: la letteratura e l'arte della cucina. Sposate le sorelle e morti i genitori, poté vivere di rendita grazie alle tenute che la famiglia possedeva in Romagna. Acquistò una casa in piazza D'Azeglio a Firenze, dove tranquillamente condusse la sua esistenza fino al 1911, quando morì, a 90 anni. Celibe, visse con un domestico del suo paese natale e una cuoca toscana. La sua opera più famosa è La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene. Il suo può essere considerato un manuale "scientificamente testato": ogni ricetta fu il frutto di prove e sperimentazioni.
Pranzo "di gala" e pranzo "alla buona"
Mostra per il centenario di Pellegrino Artusi
Cibo, cucina, buone maniere ed eleganza a tavola al tempo di Artusi
Dal 18 dicembre all'8 gennaio 2012
Taino, Centro Bielli, via Europa 11, Sala Lago
Orari: dal lunedì alla domenica, dalle 15.00 alle 18.00
Chiuso 24, 25, 26 dicembre
Ingresso libero