Somma Lombardo – “Gate of Heaven” è il nuovo progetto espositivo di Chiara Dynys, in programma da domani (19 ottobre) al Terminal 1 dell’aeroporto di Malpensa.
La Porta di Milano di Chiara Dynys rimanda in modo esplicito al tema e al significato di un luogo come l’aeroporto, che rappresenta e incarna il senso del viaggio, della partenza e del ritorno. Quello che l’esposizione, a cura di Giorgio Verzotti suggerisce, è il momento del transito e quindi quella sensazione che ogni volta proviamo quando attraversiamo una soglia per raggiungere un orizzonte inedito.
Daniele Del Giudice nel suo libro “Staccando l’ombra da terra” parla della gioia che si prova a staccare l’ombra da terra ma anche del panico che ci invade. Attraversare la nostra soglia – superare i nostri limiti – ogni giorno è un rischio, una sfida verso noi stessi; ed ecco che Chiara Dynys ripropone la metafora del senso del passaggio attraverso Gate of Heaven, l’immagine di un grande portale, simbolicamente costituito dalle luci delle piste di atterraggio gialle e rosse degli aeroporti.
L’esposizione inoltre, in primo piano, presenta sette porte di vetro di Murano fuso, dal titolo Giuseppe’s Door, che simboleggiano, con colori diversi e attraverso la magica opalescenza del vetro illuminato, le sette porte di Milano che sono il vero accesso alla città.
Le sette sculture, realizzate da Berengo Studio, Murano e messe a disposizione per il progetto da BUILDING, Milano accompagneranno il passeggero/visitatore verso la porta di entrata e/o di uscita del più grande aeroporto di Milano, in base alla personale destinazione di ognuno.
Afferma Giorgio Verzotti, curatore della mostra: “È dunque un’affinità fra la lucidità analitica non ottimista del sociologo francese Marc Augè e l’atteggiamento dell’artista italiana, salvo che per un particolare. L’arte non è consolatoria, ma può essere salvifica per quella promesse de bonheur che sempre mantiene. La promessa di Chiara Dynys nega l’omologazione, le sue sculture si distinguono l’una dall’altra per i colori, tutti diversi, enfatizzati dai fasci di luce che li colpiscono direttamente nello spazio buio, sottolineando anche la trasparenza del vetro e la reazione diversa di ciascun colore alla luce. Il sociologo analizza impietosamente l’alienazione che governa le nostre relazioni interpersonali, l’artista, praticando quello che potremmo senza tema definire l’ottimismo della volontà, immagina un’alternativa disalienante”.
Il progetto sarà, infatti, accompagnato da un catalogo che vedrà diversi interventi, fra cui testi di Luciano Bolzoni, responsabile Art and Cultural Project SEA e Angelo Crespi, storico dell’arte. Un ulteriore prezioso contributo è quello dell’assessore alla Cultura del Comune di Milano Tommaso Sacchi, che parla di come la figura di Chiara Dynys abbia “arricchito la scena artistica sin dagli anni ‘90 con una produzione che indaga l’atteggiamento dell’uomo nei confronti del reale, attraverso l’utilizzo di materiali che spaziano dalla luce al vetro, agli specchi, ai tessuti, ai video e alla fotografia. Un tema che rivive costantemente nelle sue opere è la porta, una metafora della soglia da attraversare per svelare ciò che giace “al di là”, simboleggiando il coraggio di superare i limiti. La porta diviene quindi un simbolo di sfida e di nuovo inizio, rappresentando il percorso ininterrotto della vita verso la scoperta della sua vera essenza”.
L’esposizione rimarrà in calendario sino l’8 gennaio. ( ph Roberto Macagnino)
Cenni biografici
Chiara Dynys è una delle più rilevanti artiste italiane contemporanee. Ha partecipato a numerosi progetti espositivi in Italia e all’estero. Tra le più importanti istituzioni che hanno ospitato il suo lavoro si ricordano il Musée d’Art Moderne di Saint-Étienne (1992), il Centre d’Art Contemporain di Ginevra (1996), il CIAC – Centre International d’Art Contemporain di Montréal (1997), la Städtische Galerie di Stoccarda (1999), il Museo Cantonale di Lugano (2001 – 2015), la Quadriennale di Roma (1986 – 2005), il Bochum Museum, Bochum (2003), il Kunstmuseum di Bonn (2004), il Wolfsberg Executive Development Center, Wolfsberg (2005), lo ZKM- Zentrum für Kunst und Medientechnologie di Karlsruhe (2005 – 2012), il Franz Gertsch Museum, Burgdorf (2007), lo Spazio -1, Collezione Giancarlo e Danna Olgiati, LAC, Lugano (2012), Arkhangelskoye – VII Moscow Biennale, Mosca (2017); ICAE Armenia, Yerevan (2018), il MASI di Lugano (2018) e musei italiani come il Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto (2005 -2023), il Museo del Novecento di Milano (2012), la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma (2013), il Museo Correr di Venezia (2019), Villa e Collezione Panza di Varese (2009 – 2021), Palazzo Maffei Casa Museo di Verona (2021) e MA*GA – Museo Arte Gallarate l’ultima personale dell’artista “Chiara Dynys. Melancholia” (2022). Sempre nel 2022 Chiara Dynys è stata protagonista di importanti esposizioni ed eventi, fra cui “Quirinale Contemporaneo” presso MIMS – Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, “Glasstress 2022 – State of Mind” presso la Fondazione Berengo Art Space di Murano (Venezia) e “Il Numinoso” a cura di Giorgio Verzotti presso BUILDING, Milano. Appena conclusa la personale “Chiara Dynys. L’ombra della luce” al Mart. A tutt’oggi è visitabile “Enlightening Grimoires” installazione site specific e donazione permanente al MUVE al Museo Fortuny, Venezia e “SANTE SUBITO E FIORI” presso Archivio Vincenzo Agnetti, Milano. Chiara Dynys partecipa, inoltre, alla prima edizione di “Reggia Contemporanea”, curata da Cristina Renata Mazzantini e da Angelo Crespi, a Villa Reale di Monza. (ph.Vincenzo Lucente)