Cerro Maggiore – L’arte, in questi mesi segnati dalla pandemia, sembra avere avuto un ruolo di sfogo, un rifugio dove trovare momenti di serenità scappando da quella paura, dall’ansia o peggio dalla disperazione, che hanno segnato e segnano ancora la quotidianità sebbene, come dimostrato dagli aggiornamenti, sembra che il peggio sia passato. Almeno per il momento. Gli artisti, in particolare, hanno avuto modo di trasformare questo inquietante “sentire” cristallizzandolo nelle proprie opere, ora rappresentandone l’aspetto più drammatico, ora reagendo al “male” incanalando le emozioni nella speranza con uno sguardo positivo al futuro. Come l’artista Gaetano D’auria che, fin da giovane affrontava situazioni difficili ritagliandosi pause riflessive per concentrarsi nella sua pittura. Così ha fatto anche durante gli infiniti giorni dell’emergenza Covid , immergendosi nel lavoro e producendo nuove opere.
“Una pittura da paura – dice l’artista – contaminata dalle notizie che giugevano attraverso i telegiornali. Ho pensato alle persone che lavoravano negli ospedali, a chi ha incontrato il virus e, a chi non ce l’ha fatta, al valore della libertà, alla quale abbiamo dovuto rinunciare e che si dava per scontata, quella riferita ad esempio alle piccole cose, quelle più scontate e semplici, come l’incontro con gli amici, la pizza del sabato sera,… le risate”.
Quando a febbraio è scoppiata l’emergenza, D’Auria aveva inaugurato da un giorno, allo Spazio Arte Carlo Farioli di Busto, la personale intitolata “Ricordi dal futuro”. Un titolo che oggi suona quasi come una profezia. Ci aspettavano infatti giori che avrebbero lasciato alla memoria ferite profonde da rimarginare solo con idee positive e la voglia di ricominciare. Ma non come prima… meglio di prima, con la consapevolezza dei limiti umani perchè, come diceva qualcuno “Del doman non v’è certezza”.
Cosa farà appena sarà possibile intrevvedere una ripresa?
“Come dicevo in questo periodo ho lavorato molto. Ho realizzato una serie di opere che ho intitolato “Le città felici”. Vorrei invitare tutti a progettatare qualcosa di bello. Quando tutto sarà finito andrò allo spazio Farioli e proporrò una mostra proprio intitolata come il ciclo dei miei nuovi lavori che, oltre a riprendere il discorso interrotto, vorrà essere un auspicio per un futuro più sereno e consapevole”.
Gaetano D’Auria nasce in provincia di Agrigento il 29 dicembre 1948 e n el 1950 con la famiglia si trasferisce nella provincia Milanese. Inizia il suo percorso artistico nei primi anni ’70. In quel periodo si esprime con un linguaggio pittorico figurativo dal forte accento sociale riconducibile nella corrente del “Realismo Esistenziale”. Successivamente la sua ricerca andrà concentrandosi sulle “emozioni” che i colori gli trasmettono e negli anni ’80 nella sua ricerca prenderà il sopravvento un approccio poetico con opere dedicate alle natura, alle sue meraviglie e al “ricordo” come filtro per osservare il mondo. Negli anni ’90 inizia un nuovo processo di sintesi con rinnovate ricerche estetiche. D’Auria approda alla formulazione di una pittura astratto-materica che si muove dentro spazi mentali “multidimensionali” dalla cifra stilistica inconfondibile.
Anita Venegoni