Milano – Un’inaugurazione sotto il diluvio quella di “Q.B. Quanto basta. Il lato oscuro del cibo” avvenuta lo scorso giovedì (16 settembre), allo Spazio Lambrate: Il cielo urlava così come urlavano e ancora urlano le immagini esposte. Sedici fotografie di grande formato, still life, a colori, due autrici e una mostra coraggiosa. “Q.B. Quanto basta. Il lato oscuro del cibo” recita il titolo dell’esposizione e suggerisce che esiste una storia nascosta in tutto quello che mangiamo.
Il progetto autoriale delle due fotografe, Maria Cristina Anelli e Marzia Rizzo, è frutto di oltre un anno di preparazione, di documentazione sul cibo in tutte le sue sfaccettature e ha alle spalle un lavoro meticoloso nella realizzazione dei set fotografici.
“L’estetica del cibo è una nuova religione che confonde attraverso il piacere del gusto e della bellezza, e nasconde una realtà cruenta ai danni di tutto l’ecosistema” , sottolinea la presentazione della mostra.
Le due autrici svelano questo inganno e mostrano gli aspetti nascosti della filiera alimentare, cibi contaminati e dannosi per l’uomo, inquinamento ambientale generato dall’impiego di prodotti fitosanitari, monoculture che riducono la biodiversità, pesca e allevamenti pesantemente intensivi, violazione dei diritti umani con sfruttamento inaccettabile della manodopera, crimini orrendi e traffici illeciti.
Si tratta di fotografie profondamente etiche che denunciano e non lasciano indifferenti. I cibi ritratti guardano lo spettatore negli occhi, lo sfidano e lo inducono a prendere una posizione.
Il progetto fotografico vuole stimolare tutti noi ad una riflessione e allo sviluppo di un crescente senso critico sulle scelte di un consumo alternativo e consapevole.
L’utilizzo del cibo come natura morta, i colori saturi e lo schiacciamento della prospettiva danno anche un senso di straniamento e conferiscono alle immagini una statura metaforica.
Le fotografie in mostra possiedono anche una dolente bellezza estetica come nel caso dell’opera “Galline in formato A4” dove le tre galline morte hanno una profonda dignità e ricordano alcune importanti crocifissioni della storia dell’arte
Wurstel al sangue
Questa è una fotografia molto rappresentativa.
Bellezza formale e potente metafora. Va ben oltre il suo contenuto. Rappresenta ognuno di noi, rappresenta la mancanza di equilibrio. Parla della paura che avvolge il nostro tempo. Parla del dolore che contagia chiunque. Parla del cibo che avvelena il mondo.
E su tutto incombe la morte. Operazioni chirurgiche a cuore aperto. La morte sembra pulita ma non lo è mai.
Uno schizzo di sangue a passo di danza è sempre uno schizzo di sangue. E una trasfusione di wurstel non salverà il mondo.
“Q.B. Il lato Oscuro del cibo“, di Maria Cristina Anelli e Marzia Rizzo, nella sede di Spazio Lambrate di Viale Rimembranze 16, proseguirà sino al 9 ottobre. Orari: lunedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica 10-13 e 15-20.
Andrea Corbella