È raro che una Mostra nasca da un libro e non viceversa. Ma è quello che è successo con la Mostra "Quarant'anni d'arte contemporanea", inaugurata il 19 novembre alla Triennale di Milano e che resterà aperta fino al 2 febbraio 2014, per festeggiare Massimo Minini, storico fondatore della galleria che porta il suo nome e ha sede a Brescia, e considerato tra i più dinamici protagonisti della storia artistica italiana.

Lo conferma lui stesso: "Con l'editore a+mbookstore di Milano, per festeggiare l'anniversario della mia attività, avevo raccolto un centinaio di fogli provenienti dal mio archivio personale: disegni, lettere, cartoline, telegrammi, fotografie, "pizzini", cioè note, appunti che hanno caratterizzato il mio rapporto con i più importanti artisti, nazionali e internazionali, che hanno collaborato ed esposto per me in questo lungo periodo".

"Ne è scaturito un libro piuttosto corposo, quasi 500 pagine, che ho inviato ai Responsabili della Triennale più che altro per cortesia. Da loro, invece, mi è arrivata, a sorpresa, la proposta di realizzare una Mostra che partendo dai numerosi spunti del libro, consentisse di illustrare i quarant'anni di attività della mia Galleria, fornendo anche, indirettamente, uno spaccato della storia dell'arte contemporanea. Naturalmente, ho accettato di buon grado".

La Mostra è davvero molto affascinante e val la pena di visitarla. Non esiste un criterio espositivo preciso, accanto a opere storiche vi sono installazioni site specific, con uno stimolante confronto dei movimenti più interessanti nati dalla fine degli anni Settanta a oggi. L'Arte Concettuale, l'Arte Povera e Minimal e artisti di prim'ordine quali Ettore Spalletti, Jan Fabre, Didier Vermeiren, Anish Kapoor, Alberto Garutti, Icaro, e anche esponenti della ricerca figurativa come Salvo, Luigi Ontani, Ryan Mendoza.

In seguito, dalla metà degli anni Novanta si affacciano sulla scena artistica giovani come Eva Marisaldi, Stefano Arienti, Maurizio Cattelan, Paolo Chiasera, insieme a nomi storici come Boetti, Accardi, Fabro, Buren, ecc. Fino alle mostre dedicate ad artisti affermati come Luigi Ghirri, Yona Friedman, Roger Ballen, e giovani come Manfred Pernice, Sean Snyder, Tino Sehgal, David Maljkovic, Haris Epaminonda e altri.

Una sezione è dedicata alla fotografia italiana, e anche qui non mancano le sorprese: ci sono opere di Mulas, Giacomelli, Catalano, Gorgoni, Cresci, e Gabriele Basilico, scomparso a febbraio, al quale Minini ha voluto dedicare l'intera Mostra. Merita anche un approfondimento il materiale recuperato dal ricchissimo archivio della galleria, dal quale emergono i lati meno conosciuti e più intimi delle personalità degli artisti che si sono confrontati con Minini.