L'odore della strada – Ciclista lo è sempre stato. A maggior ragione di questi tempi, l'arte di Luca Scarabelli ha preso un'improvvisa accelerazione verso l'immaginario delle due ruote. Scalpita sui sandali, sente l'odore della strada e del mondiale incombente e lo riversa a modo suo nella sua ultima produzione. Si chiama Bicycle race on the moon, la sua ultima mostra prevista presso la galleria Maria Cilena a Milano, fino al 14 marzo. Sfruttando il tema privilegiato per continuare il suo filo di Arianna nello scardinamento della linearità dell'opera, per aprire le porte della percezione ad un immaginario poetico che non conosce una direttrici regolari se non nella libera associazione di idee dell'artista.
Mi metto in gioco – "E' una mostra che nasce da alcune idee che coltivo da tempo" spiega Luca "in uno spazio che credo sia ideale, un ambiente intimo, quello di cui necessitano le mie opere di piccolo formato". Intimo e personale. "E' la prima volta che decido di mettere in gioco me stesso. L'autoritratto che apre l'esposizione è un'immagine utopica. La luna di per sè è sempre stata un'utopia almeno per chi, come me, ha vissuto la generazione di fine anni 60', quando sui libri è comparsa la foto della conquista, ma in qualche modo nell'immaginario comune rimaneva un satellite immateriale, intoccabile"
Pino in sospeso – Opere inedite, dove il rimando alla bicicletta e a se stesso ciclista, stranito a volte, è ricorrente. Come nell'opera principale "Autoritratto come ciclista cosmonauta" una fotografia in cui è nelle vesti di un corridore calato in un ambiente urbano respingente e desolato, una sorta di luna sulla terra. La rappresentazione di sé prosegue all'interno del percorso. Un collage lo raffigura in bilico, in precario equilibrio su un trepiede, in un esercizio di gravitazione
nei panni di Pino Pascali; un artista al cui modo di servirsi del quotidiano con uno spirito ludico e non irregimentato, Scarabelli ha guardato.
L'instabilità – La linea è quella tipica di Scarabelli: fare di ogni apparizione un corto circuito di affermazioni, di media diversi, aprendosi contemporaneamente a diverse modalità di linguaggio. Appare così il disegno ad inchiostro, nella cui matassa segnica affiora la sagoma di un altro ciclista nel pieno dello sforzo. Altrove, invece, abbandonando l'idea della corsa, ecco, in un sintomatico passaggio alla plastica, due sculture, Interstellar overdrive e Ilinx (la vertigine di Juri), che alludono invece all'altro polo indicato dal titolo, la luna. Luna bloccata nel suo ruotare mentre il grande cerchio colorato e nastri di raso aggettanti da un treppiede, suggeriscono, come già nel collage, una sorta di dimensione precisa di disequilibrio e instabilità.
Un gioco assolutamente serio – "Queste creazioni sono però come una sorta di unicum, legate da un filo rosso. Il percorso espositivo è una sorta di viaggio che parte da me stesso; è una gara pensata come la metafora dell'apprendistato dell'artista che deve raggiungere la meta finale: l'arte. Quindi una prima introspezione che dovrebbe in ultimo condurre all'universalità". A conclusione del lavoro, Scarabelli si accorge che ne è emerso un lato ludico, non previsto, in realtà, non voluto. "L'equilibrio delle figure, l'introduzione di oggetti come l'hula-op, la rielaborazione del titolo con font differenti, rimandano ad un'idea di gioco, ma in realtà se si trattasse di questo sarebbe assolutamente serio".
Luca Scarabelli. Bicycle race on the moon
Mariacilena – Studio per l'arte contemporanea
via Farini 6 Milano
dal 14 febbraio al 14 marzo
a cura di Davide Ferri
inaugurazione: 14 febbraio dalle 18 alle 21
Orario galleria: martedì/venerdì 15,30 /19 e/o su appuntamento
info: 02 29013026 FAX 02 62027292
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