L'ingresso alla città avveniva attraverso Porta Pretoria, oggi non più esistente, ma ricalcata dalla medievale Porta Torre. Negli anni Ottanta scavi sistematici hanno interessato l'area della torre, nel cortile della ex scuola media Parini, oggi sede del liceo classico Volta e del magistrale Ciceri.
In interventi precedenti, addirittura del XX secolo, era già emersa in fondazione proprio la porta della città, a due aperture, affiancata da due torri ottagonali. Ma mancavano scavi sistematici, che permettessero di ricostruire la storia delle mura di Como.
È così emersa una prima fase, datata alla metà del I secolo a.C. che coincide con la prima costruzione della cinta difensiva: le mura, in pietra di Moltrasio, si conservavano per una altezza di 3 metri. Al I secolo d.C. invece risalgono alcune strutture murarie, veri e propri ambienti pavimentati, con focolari, la cui funzione è oggi poco chiara. Tuttavia, in base ai materiali rinvenuti, si ipotizza che vi si svolgessero attività artigianali connesse alla metallurgia . Questi edifici sarebbero poi stati distrutti probabilmente nel VI secolo d.C, in occasione della guerra greco-gotica, quando venne invece costruita una torre di rinforzo alle mura stesse.
Di grande interesse i materiali provenienti dagli scavi. Si tratta soprattutto di oggetti in ceramica, come piatti, bicchieri, coperchi, pentole, insomma oggetti di uso quotidiano. Ma anche vetri dai vari colori: coppe, piatti, bicchieri che impreziosivano le tavole, così come lampade e vetri da finestra, vero e proprio arredo della casa.
Fra gli oggetti in metallo si segnala uno splendido spillone in argento, la cui testa rappresenta una colomba, esemplare che trova confronti addirittura a Pompei.
Un pezzo di Como romana, che torna alla luce e che ancora una volta ricorda che il nostro passato è sotto i nostri piedi.