Sul podio delle grandi mostre comasche c'è Antonio Sant'Elia. È questa la decisione (inappellabile) della giunta comunale che ha scelto di dedicare la nuova stagione espositiva al grande architetto futurista accantonando il progetto, piuttosto aleatorio dell'ex assessore alla Cultura Sergio Gaddi, di portare nel capoluogo lariano un evento dedicato al genio fiorentino Leonardo da Vinci. Dopo diversi anni di silenzio Como rivolge lo sguardo ai suoi illustri concittadini, a chi come Sant'Elia (Como, 1888 – Monfalcone, 1916), morto tragicamente a soli ventotto anni mentre combatteva in guerra per la sua patria, ha segnato la storia dell'architettura locale e nazionale. In pochi forse sanno che suo è il famoso disegno a colori da cui ha preso forma il Monumento ai caduti che svetta solitario sul lungolago. In questo imponente monolito di granito d'Arzo, rivestito di diorite d'Anzola, si concretizzano le linee guida del Manifesto dell'Architettura futurista, una rielaborazione in chiave architettonica dei proclami marinettiani.
La mostra, a cura di Marco De Michelis, docente di Storia dell'Architettura allo Iuav di Venezia e direttore del comitato scientifico della Fondazione Ratti di Como, prenderà le mosse dai disegni ideati tra il 1913 e il 1914 per la "Città Nuova", una futuristica metropoli investita dallo sviluppo industriale e rigorosamente epurata da "carnevalesche incrostazioni decorative". Un grande macchina, votata alla bellezza del vetro, del cemento e del ferro, che con la sua nuova armonia di profili e di volumi, l'intreccio di ponti, cavi e tralicci, pulsa di vita e velocità. Finalmente i disegni e i progetti santeliani, da anni ben sigillati nei cassetti della Pinacoteca di Como, rivedranno la luce del sole ricostruendo l'opera e l'identikit di un giovane architetto meritevole di essere ricordato. Svelato il protagonista della grande mostra del 2013, non ci rimane che attendere fiduciosi gli imminenti sviluppi e le nuove proposte culturali che potrebbero ravvivare una città alquanto sottotono.