Selvazzano Dentro (PD) – Il titolo della personale fotografica di Antonella Civera “Why Me? Why Now?” a cura di Fabrizio Caron a Palazzo Eugenio Maestri, allestita nella Sala Vittorio De Zanche con inaugurazione sabato 27 maggio alle 11, non lascia spazio a fraintendimenti di alcuna natura.
Quelle due cadenze tendono a definire una percorrenza la cui origine è strettamente personale, addirittura intima, sino a contemplare una modulazione temporale declinata al presente ma il cui sviluppo ha portato Antonella Civera (vive e lavora a Somma Lombardo) a convivere e a combattere una sfida contro un male invasivo quanto lacerante nel corso di un lasso di tempo interiore, differente da quello scandito dalle lancette di un orologio.
Una lotta dalla quale ne è uscita vincente e rafforzata, traendo da tale esperienza nuovo vigore e intenso desiderio esistenziale sino a farsi portavoce nei confronti della comunità di quanto sia fondamentale puntare sulla prevenzione.
L’opportunità di incontrare Antonella Civera, ci ha permesso di rivolgerle alcune domande sulla sua trascorsa esperienza e sulla mostra che andrà ad allestire a Selvazzano Dentro.
Why Me? Why Now? È stato ed è un percorso artistico e umano che ti ha portata ad affrontare una intensa sfida contro un male che lacera mente e corpo, che ricordo ti è rimasto ?
“Ad un cero punto realizzai che il viaggio verso la guarigione era stato un’esperienza meravigliosa e che la sofferenza è la prova del nostro essere. Nel vortice della malattia, ero sicura di avere annusato l’odore della morte, la fine. Un sentore reale. E da lì, piano piano, avevo cominciato a ristabilirmi. Mentre si guarisce si percepisce qualsiasi cosa come una gioia. Forse è il flusso della vita che riprende vigore”.
La tua presenza durante le mostre ha il fine preciso di insistere sull’importanza della prevenzione, donando molto a chi ti incontra, altresì tu cosa ne hai ricevuto ?
“Ho ricevuto tantissimo. In ogni mostra ho incontrato donne che hanno vissuto il mio identico problema. La cosa straordinaria è che quando ognuna di loro mi avvicinava, per intenderci era sufficiente guardarci negli occhi senza parlare, comprendevamo di avere vissuto una identica esperienza. Per me essere presente alle mostre è comunque un momento doloroso, ma lo faccio volentieri perché se anche una sola donna vedendo la mostra riesce a fare suo il messaggio della prevenzione e quindi a salvarsi la vita, è la vittoria di tutte, così come la sconfitta di una è la sconfitta di tutte”
A seguito di Why Me? Why Now? Hai iniziato un’altra ricerca fotografica dove comunque al centro appare il tuo corpo.
“Tutto ha sempre avuto origine dall’autoritratto che ho iniziato a elaborare con l’avvento del lockdown rivolgendo la macchina fotografica verso me stessa. Ho sempre considerato la macchina fotografica il mio psicologo personale. Questo mi ha permesso di scoprire cose di me stessa che sino a quel momento non erano mai affiorate. Ho lavorato sul mio corpo senza veli, a volte anche in maniera cruda mettendo in mostra drenaggi e sangue. La prima ad essere imbarazzata di tale scelta ero io, da qui ho capito che la mia scelta avrebbe funzionato e che non avrebbe lasciato indifferente chiunque si fosse trovato di fronte alle mie immagini. Ora, pur lavorando ancora su me stessa, la mia ricerca va in altre direzioni. Tende a sondare tematiche come la solitudine, la depressione, il timore del confronto con se stessi e con altri”.
Antonella Civera – “Why Me? Why Now? – Selvazzano Dentro (PD) – Sala Vittorio De Zanche, Via Roma 32. Inaugurazione sabato 27 maggio ore 11.Fino al 10 giungo 2023. Orari: Lunedì-giovedì 14,30-19. Martedì-mercoledì 9-13/14,30-19. Venerdì-sabato 9-13.
Mauro Bianchini