Il conte Giuseppe Panza si è spento questa notte, all'età di 87 anni a Milano, dove era stato ricoverato presso la Casa di Cura la Madonnina. È stato uno dei maggiori collezionisti mondiali. In suo omaggio verrà allestita la camera ardente al primo piano di Villa Panza a Varese lunedì 26 aprile dalle ore 10 alle ore 19. I funerali si svolgeranno martedì 27 aprile nella Chiesa di San Giorgio a Biumo Superiore alle ore 11.00.
Nato nel 1923 a Milano, il conte Panza, all'inizio degli anni Cinquanta, si è recato negli Stati Uniti dove è stato tra i primi sostenitori dell'Espressionismo Astratto. Tornato in Italia, ha iniziato ad acquistare opere di artisti europei ed americani ancora sconosciuti al grande pubblico. È stata una figura fondamentale nella cultura artistica e grazie ad un intuito straordinario ha saputo concentrare la sua attenzione sulle tendenze artistiche contemporanee. Ha cominciato proprio così a prendere forma la sua collezione che ha trovato posto nella splendida Villa sul colle di Biumo, storica dimora che nel 1996 è stata donata al Fai, Fondo per l'Ambiente Italiano. In Italia alcune parti della sua Collezione sono conservate in sedi museali quali il Mart di Trento e Rovereto e il Palazzo Ducale di Sassuolo.
Costante e lungimirante è stato il suo impegno per
al pubblico del suo volume
individuare i valori di artisti delle diverse tendenze, seguendone l'evoluzione e ricevendo riconoscimenti (dalla critica oltre che dal mercato) in tempi successivi. Invitò celebri artisti, suoi contemporanei, a trasformare le stanze della Villa varesina in altrettante opere d'arte ambientale: si possono tuttora ammirare le opere di Flavin, Turrell e Irwin, appositamente pensate e realizzate durante il soggiorno degli artisti in casa Panza. Sono presenti anche opere di Phil Sims, David Simpson, Ruth Ann Fredenthal, Max Cole, Maria Nordman, Martin Puryear, Ford Beckman, Ross Rudell, Alfonso Frateggiani, Ettore Spalletti, Lawrence Carroll, Stuart Arends, Allan Graham, Winston Roeth, oltre ad un'importante raccolta di arte africana e precolombiana.
Lo avevamo incontrato in occasione della presentazione a Varese del suo libro autobiografico: "Ricordi di un collezionista". Un'opera importante non solo da un punto di vista letterario, ma preziosa per il suo contenuto ricco di umanità: il racconto di un uomo che ha investito l'intera sua esistenza nell'amore per la cultura. In quell'occasione ci aveva raccontato: "Posso solo consigliare di seguire sempre la propria passione e quello che si ama. Null'altro, in questo mondo – anche di arte contemporanea – così imprevedibile".
Ciò che già manca di lui è la profonda umanità e la capacità di relazionarsi con le persone e con gli artisti. Oggi e per sempre restano la Villa e la collezione di Biumo, un insieme unitario ed equilibrato, unico e di inestimabile valore che, con il passare del tempo, è divenuto tappa obbligata di studiosi, estimatori d'arte e conoscitori: un luogo straordinario che Varese ha il compito, oltre che l'onore, di custodire, valorizzare ed accrescere.