“La grande Musica per tutti” è il motto e l’obiettivo del Coro e Orchestra Sinfonica Amadeus, che si è costituito in associazione nel 1997, per far conoscere al grande pubblico il patrimonio musicale italiano e europeo.
L’ensamble propone un repertorio di altissimo livello e si esibisce in luoghi prestigiosi. Ad oggi, tra gli oltre settecento concerti, molti i momenti indimenticabili: dall’interpretazione della IX Sinfonia di Beethoven nel 2010, per l’apertura dell’Anno della Fede della Diocesi di Milano alla Messa da Requiem di Giuseppe Verdi due anni dopo per le vittime del terremoto del Giappone nell’Ambasciata italiana del paese del Sol Levante; dalla Messa Solenne di Rossini in occasione del 90 ° anniversario dal pontificato di PIO XI alla presenza del Segretario di Stato Vaticano, al concerto di apertura dei Campionati Mondiali di Canottaggio a Varese sempre nello stesso anno. Senza dimenticare le grandi manifestazioni di Solidarietà. Nel 2014 l’Orchestra e il Coro Sinfonico Amadeus hanno assunto un ruolo stabile al Teatro Sociale di Busto Arsizio.
E’ stata anche aperta un’Accademia per formare i tanti artisti e appassionati.
Ma come è iniziato tutto? Il Maestro Marco Raimondi, direttore dell’orchestra sinfonica e del coro, racconta che Amadeus «è nata cercando di raccogliere persone che avessero voglia di mettersi in gioco e condividere le proprie passioni, facendolo insieme ad altri».
«La nostra “mission”, il motivo della nostra esistenza, è stato fin dall’inizio quello di proporre una musica di alto livello. L’aspetto qualitativo è sempre stato importante e per questo abbiamo coinvolto in questa straordinaria esperienza non solo docenti, musicisti, professionisti e abili artisti, ma anche appassionati. Quelle “persone della porta accanto” che raccontano di aver amato la musica sin dall’infanzia, senza aver mai avuto l’occasione di imparare a suonare o a cantare. Spesso temono che sia troppo tardi, ma io sottolineo che non è mai troppo tardi! Certo, se si impara da bambini lo si fa velocemente e magari senza sforzo. Ma, come dicono gli studi scientifici più qualificati, con il passare degli anni non si perde capacità di imparare. Si fa in modo diverso».
Un’opportunità che sembra brillare per la sua bellezza. «Crescendo, – spiega Raimondi – viene forse a mancare l’immediatezza dei bambini, ma nell’apprendere utilizziamo un bagaglio di conoscenze ed esperienze acquisite in altri ambiti. Questo significa che si può imparare anche a novant’anni!».
Ripercorrendo la storia dell’ensamble Amadeus Raimondi aggiunge: «L’esperienza è nata così, partendo da un gruppo di persone: musicisti, strumentisti e coristi… Io sono sempre stato molto rigido su una cosa importante: bisogna fare le cose che si è in grado di fare. Quindi è meglio fare una cosa piccola e modesta, ma qualitativamente al massimo delle proprie possibilità».
E’ la linea guida di una bellissima esperienza che si protrae da oltre 20 anni, con una crescita continua del numero dei partecipanti, tutti innamorati della musica.
«Oggi siamo in totale 150 persone impegnate nei concerti, oltre a un centinaio di allievi in preparazione». Perché Amadeus è diventata anche un’Accademia, nata «quando ci siamo resi conto che era necessario strutturare la preparazione. Prima è nata l’attività concertistica e solo in seguito l’Accademia».
L’Accademia Amadeus si trova a Rescaldina ed è diretta da Enrico Raimondi, pianista e fratello di Marco. E’ aperta a tutti coloro che desiderino vivere la Musica, sia a livello amatoriale che professionistico. «In Accademia abbiamo bambini, giovani e anche adulti che affrontano lo studio di strumenti difficili con risultati incredibili, – dice il Maestro con entusiasmo – tanto che nel giro di poco tempo sono in grado di suonare parti in orchestra. Chiaramente parti alla loro portata, ma lo sanno fare. E lo fanno con una passione straordinaria!».
«Non dobbiamo dimenticare – aggiunge – tutti coloro che, per qualsiasi motivo, finiscono prima del tempo la vita lavorativa. Può anche accadere che si trovino in una situazione particolare … oggi la vita non è più schematica come una volta … Così ci sono persone con grandi energie che hanno tempo e risorse da dedicare alla loro passione».
«Amadeus ha anche fatto una scelta importante – continua Raimondi – a livello internazionale ci siamo affiliati all’ABRSM, l’Associated Board of the Royal Schools of Music o Consorzio dei Conservatori Inglesi, che dà una sorta di qualifica musicale riconosciuta in tutto il mondo e che fa parte del programma dei nostri studi. Noi vogliamo imparare a suonare per suonare».
Il Coro e Orchestra sinfonica Amadeus è costituita da musicisti italiani ma anche stranieri. «Ho sempre creduto nel progetto dell’Europa – afferma Raimondi – e, con Amadeus, lo abbiamo portato avanti con il cuore partecipando a molti eventi europei. Questo ci ha fatto vedere la musica in un contesto internazionale. Così ci siamo aperti a tanti stranieri secondo modalità non usuali a metà anni ‘90. Allora la società era diversa, ma iniziavano ad arrivare in Italia i primi stranieri. Mi piace sempre fare un parallelo con la LIUC, l’Università di Castellanza dove sono docente, che è cresciuta nello stesso periodo dell’Orchestra, aprendo i suoi campus agli studenti stranieri. Questa multiculturalità ha portato risultati eccezionali, consentendo di sviluppare un nuovo concetto di cultura e una diversa visione del mondo».
L’aspetto internazionale ha arricchito il repertorio operistico-sinfonico di Amadeus, che spazia dal Barocco all’Età Contemporanea. «Abbiamo unito le esperienze di tutti, tenendo conto della specializzazione dei singoli artisti che sono entrati nell’orchestra. – spiega ancora il Maestro – Sono infatti arrivati musicisti specializzati nel repertorio Barocco, che va dal 1650 al 1750 e ha molte peculiarità e determinati modi di suonare. Grazie a loro abbiamo approfondito il Barocco Italiano e Tedesco con Corelli, Vivaldi, Bach e Händel. Ci siamo anche dedicati alla Musica Sacra del tempo, dando grande spazio al coro. Poi ci si è offerta l’occasione di guardare al Periodo Classico, grazie alla presenza di musicisti di origine tedesca. Il nostro repertorio si è così impreziosito delle melodie di Mozart e Haydn».
«E poi c’è grande Tradizione Italiana, che è soprattutto quella dell’Ottocento e dei primi del Novecento: la tradizione lirica. Ha preso così il via una collaborazione con molti artisti del teatro La Scala di Milano, che ci ha portato ad allestire delle opere intere. Perché oltre alla musica sinfonica, alla musica da camera e alla musica sacra abbiamo dato grande spazio alla musica lirica operistica e quindi a Verdi e Rossini».
Come si lavora con tante persone, guardando a un obiettivo musicale comune?
«Lavoriamo in modi diversi: a volte le singole sezioni imparano la musica e provano guidate dai loro maestri, così c’è un apprendimento preliminare delle tracce, delle note. Poi c’è la parte di concertazione in cui si cura molto l’aspetto del suonare insieme, facendo attenzione a quello che succede nelle altre sezioni».
«L’anno scorso abbiamo lanciato un’orchestra per ragazzi, a partire dagli 8/10 anni, quando si è in grado di suonare a un certo livello, fino ai 20 anni. Questa è l’Orchestra dell’Accademia Amadeus. Due anni fa è nato un Coro di Voci Bianche, formato da bambini dai 6 ai 13 anni circa. Scegliamo sempre insieme i brani da interpretare».
Il vostro impegno arriva anche alle scuole. «Si, – afferma Raimondi – sono anni che facciamo laboratori musicali un po’ particolari nelle aule. Vogliamo insegnare che non si può far tutto subito, come invece sembra richiedere la nostra società. Allora sono importanti i pomeriggi trascorsi alla Scala o le opere realizzate a scuola dai ragazzi stessi, tenendo conto delle loro capacità».
«E’ una forma di educazione: è essenziale abituare chi ascolta a distinguere tra quella che è buona musica e quella che è musica eseguita male.
Altrimenti non si potrà capire la differenza tra il “Va’ pensiero” eseguito dal Coro della Scala e quello rifatto per una pubblicità. Non si deve creare un solco tra la musica fatta a livello professionale e il mondo della musica amatoriale. Quello che Amadeus si prefigge è proprio tenere insieme questi due mondi, perché la musica professionale fatta ad altissimo livello da interpreti che non si sentono compresi rischia di finire sotto una campana di vetro, isolandosi dal mondo».
Il pubblico partecipa sempre con grande entusiasmo ai concerti eseguiti da Amadeus, nello spirito della condivisione e con il desiderio di scoprire e apprezzare qualcosa che, magari, prima non si conosceva.
Significativa la cifra della Solidarietà, un impegno che il Coro e l’Orchestra diretti da Raimondi porta avanti sin dagli esordi. «E’ nata subito un’affinità con il mondo del volontariato e della solidarietà sociale, – afferma Raimondi – proponendo la nostra musica in contesti molto seri. Abbiamo fatto concerti con delle associazioni impegnate nella ricerca contro la Leucemia e la SLA o per la Donazione Organi e per le persone nelle carceri. Si tratta di situazioni tragiche e difficili, nelle quali la Musica è proprio l’ultima delle preoccupazioni. Invece è stato bello vedere come quello vissuto insieme può essere un momento che consente non solo di uscire, anche solo per un attimo, da una situazione di chiusura, ma anche di vedere la luce in fondo al tunnel. Allora, forse, c’è qualcosa d’altro e di più alto. Ed è proprio questo che molte persone mi hanno detto alla fine dei nostri concerti».
Ma chi è Marco Raimondi, forza trainante di Amadeus, direttore d’orchestra e anche docente universitario?
«Sono una persona abbastanza poliedrica: – spiega – mentre studiavo Ingegneria al Politecnico di Milano mi sono dedicato anche alla musica, diplomandomi al Pontificio Istituto di Musica Sacra. La mia è stata un’esperienza un po’ a tutto tondo: credo alla concezione dell’uomo cinquecentesco, capace di spaziare nella conoscenza, trovando così una dimensione umana completa. Mi sono sempre cimentato sia da un punto di vista tecnologico e scientifico che artistico-musicale e la Musica mi ha affascinato fin da bambino, infatti ho iniziato a suonare giovanissimo!».
Il Maestro Raimondi Arricchisce la sua poliedricità anche l’impegno come docente di Gestione e Controllo dei Processi Aziendali alla LIUC, l’Università Cattaneo di Castellanza. C’è un sorriso nelle parole di Raimondi. «Qualcuno mi chiede: come fai? E io rispondo che nella musica ci sono tantissima matematica e tantissima logica. Sono aspetti diversi dell’uomo, che in realtà convivono. Così è nata l’idea del Coro e Orchestra Sinfonica Amadeus, con il motto “La grande musica per tutti”. Anche chi nella vita fa altre cose può dedicarsi alla propria passione per la Musica!».
Raimondi sottolinea che la Musica è un linguaggio universale, che parla a tutti e con una lingua comune. La sua valenza diventa ancora più significativa guardando alla nostra attualità: «Oggi si fa fatica a capirsi pur parlando la stessa lingua e pur avendo gli stessi interessi. Lo vediamo tutti i giorni. Viviamo in una società multitasking in cui si chatta, poi si fa qualcos’altro, si scrive, si guarda. Apparentemente lo facciamo insieme a tutti gli altri, in realtà si è drammaticamente soli. Con la musica, invece, si è trascinati da questa passione e si riesce a comunicare insieme. E poi – aggiunge il maestro – c’è una componente che ha solo la musica rispetto alle altre Arti: svanisce in un attimo. Bisogna condividerla esattamente in quell’istante. ».
Associazione Ensemble “Amadeus” – Via Duca d’Aosta, 16 – Rescaldina (MI)
T. +39 0331804734 -39 0331451416
Riferimenti: accademia@ensembleamadeus.org.
http://ensembleamadeus.dyndns.org/amadeus/welcome.html
Chiara Ambrosioni