Milano – Come può muoversi nel mercato dell’arte contemporanea un artista esordiente? Per rispondere a questa domanda e dare indicazioni utili ai giovani che si affacciano a questa professione, Rosy Menta e Alice Rabbi, volti dell’associazione milanese Exfabbricadellebambole, hanno organizzato una giornata di formazione.

La prima parte del workshop è stato caratterizzato da una conversazione con Luca Rendina, direttore artistico di Exfabbricadellebambole ed esperto di comunicazione. Secondo il curatore i giovani artisti devono tornare ad adottare il catalogo stampato, che rimane più impresso rispetto all’immagine online. La fruizione su internet del portfolio è molto breve e spesso i siti personali sono confusionari e non aggiornati. Devono essere quanto meno chiari e alleggeriti.

Fondamentale è poi lo storytelling: uno strumento di marketing che ha il suo punto di forza nella narrazione romanzata di ciò che si vuole promuovere, anziché utilizzare le classiche presentazioni formali. Nell’ambito artistico è in grado di generare un forte engagement nei collezionisti, perché é in grado di coinvolgere e stimolare molti nostri stati emozionali. Quali sono gli aspetti da descrivere? Un giovane artista dovrebbe raccontare da dove viene, dove si trovi ora e dove sta andando come protagonista. Potrebbe narrare di quella situazione in cui ha avuto la sensazione di aver fatto qualcosa di importante, di quel particolare lavoro che ti ha appassionato più rispetto ad altri e di quello che ritiene di fare veramente bene. Il racconto personale per flash – ad esempio per rubriche – aiuta gli emergenti a farsi conoscere. Rendina suggerisce un esercizio: per sei mesi gli artisti dovrebbero mostrare il proprio lavoro usando l’aspetto umano, scegliendo un social specifico.

Come può un artista comunicare efficacemente con un gallerista? Per presentarsi

attraverso un’ e-mail dovrebbe fare una ricerca dettagliata sull’attività di ricerca della galleria. Infatti il gallerista vuole avere davanti un interlocutore, controlla attentamente il curriculum. Tra gli errori da evitare vi è l’invio di troppe fotografie dell’ultima produzione e di link ai siti che, puntualmente, non vengono aperti.

Ulteriori dettagli sono offerti ai partecipanti del workshop da Giorgio Koan, affermato broker d’arte ed esperto del mercato anglossassone. Spiega, infatti, che un artista ha a disposizione diversi strumenti di presentazione: il curriculum, il portfolio e la dichiarazione d’artista. Ma cos’è quest’ultima? Quello che in inglese è noto come artist statement è  un documento che descrive l’essenza dell’ essere artista ed evidenzia le linee guida del progetto artistico. Oggettività e chiarezza sono modalità fondamentali. Da evitare, invece, le dissertazioni retoriche, leziose o addirittura filosofiche, tipiche di tanti critici e curatori. Per essere apprezzati dai collezionisti, che sono spesso dei professionisti, dei dirigenti o degli imprenditori, bisogna fornire loro delle spiegazioni concrete circa il proprio lavoro. Ma come procedere? La prima cosa da fare é un’analisi personale: chiedersi quali sono i propri valori esistenziali, cioè i principi cardini della nostra vita, quelli che condizionano ogni giorno il nostro modo di agire. Domandarsi poi come le proprie opere possano impattare sulla vita di chi le acquisterà, cioè il segno che si propongono di lasciare. Interrogarsi se nella produzione artistica si sia davvero sinceri con sé stessi, oppure se si voglia perseguire degli obiettivi di mercato. Enunciare quale stato d’animo o caratteriale trasmettano le propri opere. Spiegare la vera motivazione che spinge a fare arte. Accennare a quali siano le origini dell’ispirazione artistica. Fondamentale anche descrivere le tecniche e le tematiche preferite, che sono alla base della propria produzione. Un Artist Statement deve fornire solo uno schema e lasciare al potenziale collezionista il desiderio di conoscere personalmente l’artista, visitando ad esempio l’ atelier.

Come spiega Koan essere artisti oggi non è certamente semplice, ma è possibile farne una professione, comprendendo l’importanza di una comunicazione efficace, evitando la trappola delle vanity gallery e cercando di limitare l’iperproduzione (soltanto un quarto dei collezionisti sono realmente disposti ad acquistare).

https://www.exfabbricadellebambole.com/workshop/

Eleonora Manzo