THE DOUBT, 2010
Dal design alla videoarte, passando per la pittura e l'editoria, ma sempre con un occhio di riguardo alla collezione permanente. La programmazione ideata dal nuovo direttore artistico del MAC di Lissone, Alberto Zanchetta, non si fa mancare proprio nulla e invade tutti gli spazi museali con un articolato calendario di eventi e progetti espositivi che aprono territorio e tradizione a nuovi modelli di approfondimento e interazione. Si parte dal secondo piano con la retrospettiva dedicata al designer, pittore e architetto Franco Grignani, grande pioniere dell'Optical art. Incentrata sulle opere degli anni Sessanta e dei primissimi anni Settanta – dalle Tensioni alle Proiezioni, dalle Diacroniche alle Dissociazioni del campo, dalle Periodiche alle Psicoplastiche – uno dei periodi più ricchi e innovativi della sua produzione, la mostra annovera un importante nucleo di lavori, esposti alla Quadriennale di Roma del 1972 e per l'occasione proposti accanto a cataloghi, documenti dell'epoca (come le veline del discorso tenuto allo storico congresso Vision65) e a una serie di famose elaborazioni grafiche, quali le copertine di Linea grafica e Graphis, il marchio della Pura Lana Vergine e il logo dell'Aiap, che evidenziano lo scambio interdisciplinare che ha sempre caratterizzato la sua attualissima ricerca visiva.
Al piano interrato si trova la collezione permanente riorganizzata in modo da "cartografare" l'Europa poststorica attraverso le opere informali degli anni Cinquanta e Sessanta di Appel, Bellegarde, Feito,
WHILE IT LASTS, 2006
Marfaing, Mathieu, Moreni, Romiti, Scanavino, Schneider, Tàpies, Thieler e Vedova. I quadri sembrano scaturire dalla forza centrifuga dell'Uomo atomizzato di Agenore Fabbri, scultura emblematica posizionata al centro della sala e strettamente legata agli eventi bellici "forieri di un nuovo ordine concettuale – o più precisamente: di un inedito disordine visivo – all'interno della pittura e della scultura del secondo Novecento". Accompagnano l'esposizione, intitolata "Cronache del Dopobomba", delle teche con immagini e libri che documentano gli avvenimenti connessi al bombardamento di Hiroshima e Nagasaki, riportando l'attenzione sulle tensioni culturali e sul dissesto psicologico che hanno avvelenato l'arte del secondo dopoguerra.
La saletta del secondo piano è dedicata invece al primo appuntamento mensile di Videography, rassegna di video-produzioni realizzate dalle ultime generazioni. Apre la sessione, il giovane artista altoatesino Michael Fliri, che per l'occasione presenta tredici video che ripercorrono gli ultimi dieci anni della sua attività artistica, dal 2001 al 2011. Fulminei, ironici e pungenti, i suoi lavori sovvertono i luoghi comuni e mettono in crisi i rapporti tra interno-esterno, alto-basso. Situazioni paradossali, curate nei minimi particolari (scenografia, suoni, costumi e inquadrature), in cui attraverso gesti e sforzi fisici al limite del non-senso, "l'artista incarna la figura dell'antieroe intrappolato nel proprio ruolo e spossato da regole che rimangono sconosciute allo spettatore".
Museo d'Arte Contemporanea
Viale Padania 6 (fronte stazione FS), Lissone (MB)
Orari: martedì, mercoledì e venerdì dalle 15.00 alle 19.00
giovedì dalle 15.00 alle 23.00
sabato e domenica dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 19.00
Ingresso libero
Informazioni: museo@comune.lissone.mb.it
tel. 039 7397368 – 039 2145174