Disegni, alcuni originali del grande genio del Cinquecento, dipinti, incisioni, preziosi oggetti d'arte permetteranno di conoscere un aspetto più intimo di Michelangelo, riguardante la sfera della sua vita privata e delle sue amicizie: un piccolo nucleo compatto, per i quali è stata coniata la definizione di "
fogli d'omaggio".
Tra gli anni Venti e Quaranta del Cinquecento, mentre Michelangelo attende alle committenze medicee (Sagrestia Nuova in San Lorenzo a Firenze) e a quelle pontificie (il Giudizio Universale della Sistina), intreccia importanti relazioni di amicizia con esponenti della nobiltà romana, siglate anche attraverso il dono di elaboratissime composizioni grafiche a matita. Non semplici disegni di studio (o non solo), bensì opere d'arte a tutti gli effetti in sé compiute.
Questa produzione grafica rappresenta un vertice dell'attività michelangiolesca non soltanto per l'elevato grado di finitezza formale, ma anche per la complessità iconografica dei soggetti proposti, di tematica classica e mitologica nei doni per Tommaso Cavalieri, e di argomento sacro e devozionale in quelli per Vittoria Colonna.
L'aspetto che questa mostra intende documentare è l'apparente, affascinante contrasto tra l'originaria destinazione privata di tali disegni, quasi "frammenti" di un intimo dialogo con gli amici, e la straordinaria, immediata fortuna che essi incontrarono presso gli artisti e i collezionisti del tempo.
È interessante riflettere sulla evidente modernità di questo fenomeno, nel quale il disegno originale michelangiolesco, opera d'arte perfettamente autonoma e consapevole, diventa un modello – una sorta di brand contemporaneo, ricercato e "di moda" – largamente copiato, imitato e replicato in una serie di oggetti che, su diversi livelli e con tecniche artistiche differenti, si distinguono per la loro preziosità e il loro valore privato.
L'itinerario della mostra si articola in
tre sezioni, attraverso una sequenza ordinata per cronologia e tematiche.
La prima affronta il nucleo più antico di "fogli d'omaggio": destinatario è il gentiluomo fiorentino Gherardo Perini "che ricevette in dono tre bellissimi disegni raffiguranti "teste divine", tra cui la notissima Furia, una testa classica di vaga eco leonardesca nella deformazione prodotta dal grido e la cosiddetta Zenobia, immagine di seducente bellezza femminile. Appartiene a questo gruppo di "teste divine" anche la Cleopatra, disegno donato dal Buonarroti all'amico romano Tommaso Cavalieri.
La seconda sezione della mostra è infatti dedicata interamente ai soggetti mitologici che Michelangelo ideò negli anni Trenta proprio per il giovane Tommaso, a siglare un rapporto di amicizia e stima esclusive. Se il Supplizio di Tizio simboleggia il tormento di un amore vincolato alla dimensione terrena, il volo di Ganimede verso il cielo, abbandonato fra le ali di Giove, rappresenta invece tutta la bellezza di un'elevazione intima e spirituale. La rassegna tenta di documentare in modo completo la fortuna vastissima che proprio questo soggetto incontrò, ispirando numerose versioni grafiche e svariate derivazioni nelle arti decorative ed incisorie, sino ad arrivare ad autonome rielaborazioni pittoriche, come la splendida Battaglia di Montemurlo dipinta da Battista Franco. Infine la Caduta di Fetonte, composizione ricercatissima nei circoli culturali a lui contemporanei, come attestato dalle fonti rinascimentali e dalle numerose repliche in disegni, stampe, cristalli, placchette e cammei.
Nella terza parte della mostra l'attenzione si focalizza sui disegni per Vittoria Colonna, Marchesa di Pescara, con cui Michelangelo condivise un "comune sentire religioso e spirituale", fino alla morte di lei nel 1547. È emblematica, in questo senso, la cosiddetta Madonna del Silenzio, che deve il nome al gesto compiuto da un San Giovannino che discende dal dio egizio Orus. L'opera, misteriosa in alcuni dettagli iconografici, è ben rivelatrice del clima di parziale clandestinità nel quale avvenivano gli incontri spirituali fra Michelangelo e la Marchesa. Ancor più nota e imitata è la rappresentazione della Crocifissione in cui, recuperando un artificio medievale, Michelangelo vi raffigura Cristo vivo sulla croce, in dialogo con il Padre; infine, riscrive totalmente il significato della Pietà, scardinando l'impianto che lui stesso aveva adottato nella famosa Pietà Vaticana: ora si pone in primo piano il sacrificio di Cristo. La fortuna di quest'immagine va ben oltre i limiti cronologici del Cinquecento e capillare è la sua penetrazione nel territorio nazionale attraverso dipinti, disegni, ma soprattutto oggetti di oreficeria liturgica.
Delle oltre
ottanta opere in mostra una parte proviene dagli istituti che hanno sede all'interno del Castello, soprattutto materiali a stampa e librari dalla Raccolta Bertarelli e dalla Biblioteca Trivulziana.
Numerosi sono i prestiti concessi dalle maggiori raccolte italiane, principalmente i Musei Fiorentini e Casa Buonarroti, le Galleria dell'Accademia di Venezia, i Musei di Bergamo, Bologna, Napoli, Palermo, Roma, oltre a diversi Gabinetti di Stampe, collezioni private e alla Biblioteca Apostolica Vaticana.
Un apporto fondamentale giunge infine dalle maggiori collezioni d'Europa e Stati Uniti, offrendo l'occasione di ammirare opere mai esposte prima in Italia, provenienti da Amsterdam, Budapest, Cracovia, Écouen, Lipsia, Londra, Madrid, Oxford, Parigi, Rotterdam, Vienna, Zagabria, e, per gli Stati Uniti, New York e Washinghton.
D'après Michelangelo. La fortuna dei disegni per gli amici nelle arti del '500.
dal 30 Settembre 2015 al 10 Gennaio 2016
Castello Sforzesco, Piazza Castello, Milano
Orario da martedì a domenica (chiuso il lunedì) 9.00 – 17.30 ultimo ingresso ore 17.00. Ingresso libero: tutti i martedì dalle ore 14,00; da mercoledì a domenica, dalle ore 16.30; ingresso libero anche tutte le prime domeniche del mese fino a dicembre 2015.