Arles – Sono in sette e rappresentano il meglio dell’Associazione Click Art’s ; vale a dire il gruppo che da alcuni anni rappresenta l’avanguardia organizzata che più di tutte lavora, tutela e custodisce il patrimonio visivo e storico del territorio varesino attraverso un coscienzioso lavoro di documentazione e di esposizione delle immagini.
Per il secondo anno consecutivo Click Art’s è presente ad Arles, una dei centri nevralgici della fotografia europea, sede annuale dei Les Rencontres . Il tramite, come accadde lo scorso anno, è il comune di Vercelli, spiega Claudio Argentiero, anima e presidente del gruppo. Vercelli è la cultura del riso.
Vercelli, gemellata con Arles. Vercelli è una delle amministrazioni che delegano a questa come ad altre associazioni il compito di far rifiatare la storia, le tradizioni e di farle rivivere attraverso la contingente palpabilità dell’immagine e del documento.
E’ attraverso questo circolo virtuoso che i sette fotografi del Varesotto, Argentiero, Beppe Bolchi, Umberto Ammiraglio, Cristiano Fabris, Laura Rodolfi, Erminio Annunzi, Silvia Colicelli, tutti professionisti scelti, tra quindici portofogli presentati, da una specifica commissione interna alla stessa Click Art’s, hanno deciso quest’anno di alzare il tiro e scegliere il tema Paesaggi italiani da presentare presso la sala Mostre Club des Jumelages in place de la Mairie di Arles, centralissima, in pieno passaggio, nei giorni in cui la piccola gemma romana diventa il centro degli appassionati della fotografia.
Argentiero ha lavorato su Milano; Bolchi presenta Vercelli attraverso la specialità del foro stenopèico, altri racconteranno di paesaggi montani, altri ancora di Toscana. Il paesaggio appunto, italiano, nel suo termine, più esteso, nelle sue accezioni più evidente.
Les Rencontres sono una vera e propria città nella città. E’ quasi da illuso pensare che la fotografia italiana possa svolgere un ruolo da protagonista in quel contesto. E infatti, scorrendo il fittissimo programma, salta evidente all’occhio che i protagonisti sono altri, e altre sono le tematiche e le direttrici.
L’importante ribadisce comunque Claudio Argentiero, abituato alle trincee e alle lotte di casa nostra per affermare l’importanza e la cultura del fotografico è esserci, anche su un binario secondario, anche non nel salone d’onore, ma essere lì, stringere amicizie e rapporti, fare conoscenze, vedere opere nuove, scambiarsi esperienze culturali, o vendere, come è successo a lui, o ad altri dell’associazione.
Se poi, in questa vigilia da finale di coppa del mondo, la grandeur dovesse accorgersi anche di un tenace gruppo di lavoro che ha sede a Castellanza, periferia nord di Milano, o se vogliamo, a sud di Varese, tutto di guadagnato.