Ecco allora risuonare nei suoi lavori echi della pittura gestuale americana, voci più antiche ancora che riportano ai meccanismi surrealisti, ma anche bisogni e ansie squisitamente contemporanei. Indagare, come spiega lui, "la tensione tra il subconscio che ci guida e la logica con cui cerchiamo di dare un senso alla nostra esistenza", è la chiave che gli permette di entrare a stretto contatto con la parte più vera di se stesso. Ed è anche il motivo per cui, davanti ai suoi lavori, restiamo per un istante interdetti, come se qualcuno avesse aperto la porta del nostro cuore per frugarvi dentro.
Come nasce la sua ricerca artistica? "Beh, ho iniziato da bambino: disegnavo ed era una delle cose che amavo fare da piccolo, è una passione che è cresciuta mentre crescevo anch'io. Arriva il tempo, come per ogni bambino, in cui è necessario decidere per la propria carriera… sono stato fortunato abbastanza ad avere il sostegno di mia madre in quel momento per poter diventare un artista. Ho frequentato una scuola d'arte ed è stato lì che mi sono reso conto che c'era un percorso perseguibile in termini di creatività, non è che non si ottenga un lavoro, ma si può comunque costruire qualcosa.
Questo è successo quando avevo 18 anni e mi ci sono voluti 4 anni per laurearmi. Ho imparato molto, ho lavorato per molti anni a Santiago in Chile, ho realizzato numerose mostre… Ad un certo punto ho sentito che era arrivato il momento di lasciare il mio paese: sono andato a New York ed è stato lì che ho capito che l'importanza di un artista e la rilevanza che egli ha per la società gira intorno a chi si è ed al messaggio che si dà".
Cosa vuole esprimere attraverso le sue opere? "È stato a New York almeno 5 anni fa, quando ho avuto la rivelazione che quello che volevo fare non era solo dipingere. Il processo di pittura è un'espressione di chi sei come artista. Diciamo che quando dipingo cerco di essere il più onesto possibile con chi sono veramente, quindi cerco di evitare gli stimoli che vengono dall'esterno perché non voglio raffigurarli sulla tela, dipingo quello che è sincero e autentico per me stesso. Il mio obiettivo, quello che vorrei fare, è rivelare chi sono io come persona nei miei dipinti. Voglio farlo nel modo più puro e onesto possibile… il che richiede un lungo processo. Non è facile perché il mondo è pieno di elementi che provano a sedurti a fare qualcos'altro: provare nuove tecniche, provare nuove immagini… La gente vorrebbe che tu faccia questo o quello…, quindi ci vuole coraggio ed un processo di esame di coscienza.
È necessario esaminare chi si è per poterlo mettere sulla tela, questo sarebbe il mio obiettivo: esprimere me stesso come dipinto ed attraverso il dipinto.
La cosa affascinante è che per questo le persone reagiscono ad esso: non reagiscono all'immagine raffigurata ma, fondamentalmente, a quello che ci sto mettendo dentro, all'atmosfera, al corpo ed all'energia che sono lì".
Il suo lavoro fa parte di collezioni private negli Stati Uniti, in Europa (Francia, Belgio, Germania e Italia), in Arabia Saudita e a Singapore. Nel 2015 ha illustrato l'Edizione di "Lolita" di Vladimir Nabokov pubblicata da The Folio Society.
Vive e lavora a New York.
Galleria PUNTO SULL'ARTE, Viale Sant'Antonio 59/61, Varese
0332 320990 info@puntosullarte.it www.puntosullarte.it
Orari: Martedì – Sabato: h 10-13 e 15-19
Apertura Domenica 13 e 20 marzo: h 15-19
A cura di Alessandra Redaelli
Inaugurazione: Sabato 12 marzo 2016, dalle ore 18 alle 21 Durante la serata di inaugurazione sarà presente l'Artista.