Un'azione collettiva – Una performance che coinvolge più di sessanta artisti. Milano si schiera in prima linea a favore della battaglia contro la fame nel mondo, aderendo all'appello lanciato dalla FAO: "L'Italia con l'ONU contro la fame nel mondo – La sicurezza mondiale e sfide del cambiamento climatico e della bioenergia"; l'associazione Arte da mangiare, insieme all'Assessorato all'Arredo, Decoro urbano e Verde, ha coinvolto i nostri creativi in un'azione collettiva: "Orto d'artista: dalla semina al raccolto". Un evento articolato in più fasi che si protrarrà fino al 2015, anno dell'EXPO.
Arte e magia – La prima tappa si è svolta nel chiostro dei Glicini della Società Umanitaria a Milano, dove è avvenuta la semina: un gesto simbolico col quale tutti gli artisti coinvolti hanno espresso la loro poetica. Tra i partecipanti anche Giugi Bassani che ha risposto i suoi semi in vasetti di vetro, collocandoli in un contenitore pieno di terra. Tutti i contenitori sono stati poi disposti all'interno del chiostro formando un punto interrogativo. "Ho scelto dei semi che hanno la forma come di piccole ali di angeli" ci dice l'artista "l'idea è che questi semi potrebbero espandersi tantissimo essendo molto leggeri, potrebbero arrivare nei posti più strani". L'arte come mezzo per esprimere il proprio pensiero e comunicarlo agli altri, Giugi Bassani ha sempre cercato di arricchire le sue creazioni di un valore che andasse oltre l'aspetto
puramente materiale. L'ottimismo coinvolgente di quest'artista rende 'magiche' le sue opere. Così anche quest'azione è pervasa di magia, i semi curati da ogni artista nel proprio orto diverranno poi piante e verranno raccolte. "Ci sarà alla fine un raccolto magico" ci dice Giugi.
Valore sociale – "Nel mondo dell'arte e dunque nell'orto dell'artista ogni gesto e dunque ogni presenza deve necessariamente implicare un'istanza estetica e le forme che ne caratterizzeranno in divenire l'iconografia sono comunque e sempre forme simboliche" scrive Rolando Bellini "gli AOrtisti, allora, saranno i portatori di un nuovo messaggio in cui arte e natura, arte e scienza, arte e società, arte e filosofia, insomma arte e vita convergono prospettando una feconda semina di altri sapori e dunque di altri saperi" conclude il critico. Una riflessione sull'evoluzione dei mezzi di produzione, sulla globalizzazione e sulle sue conseguenze. Non ha caso è stato scelto l'orto, un piccolo spazio in cui racchiudere il proprio pensiero e raccoglierne i frutti.