Negli scritti di Socrate è la tecnica per cui, attraverso il dialogo, le verità sedimentate nella coscienza vengono portate alla luce e palesate dagli interlocutori in ragione dei passaggi logici del discorso.
È la maieutica.
L’arte dialettica viene paragonata dal filosofo Ateniese a quella della levatrice: come quest’ultima, il maestro intende "tirar fuori" all’allievo pensieri e giudizi personali, al contrario di quanti volevano imporre le proprie vedute agli altri. E nel racconto dello stesso Socrate, l’ispirazione per questo tipo di dialettica deriva proprio dall’esempio che il filosofo aveva tratto da sua madre, la levatrice Fenarete.
Il rapporto tra adulto e ragazzo (Socrate-discepolo) in Grecia, era il punto di partenza dell’educazione (quello che si ammirava in una persona erano l’intelligenza, la raffinatezza spirituale e non l’aspetto fisico). E come la levatrice porta alla luce il bambino, Socrate portava alla luce le piccole verità dal discepolo. La maieutica quindi non è l’arte di insegnare ma di aiutare "a venir fuori", a "partorire la propria verità".
In Grecia sono nati i generi teatrali per antonomasia e la stessa funzione e ragione dello spettacolo sul palco, composto da purificazione (κἁθαρσις), cultura ed educazione (παιδεία) e, appunto, il "dialogo della levatrice" (μαιευτική τέχνη).
Ma la funzione tipica del "tirar fuori", dell’educare per via di illuminazione, per via di crescita ed emancipazione personali potrebbe anche ricordare l’unicità della visione di Michelangelo e della sua pratica di scolpire "per forza di levare". Egli affrontava il blocco di pietra da una delle facce, oppure da due quando era prevista una veduta "di spigolo", facendo gradualmente emergere le forme come dall’acqua di una "conca" che lentamente si svuoti (secondo l’incisiva descrizione del Vasari a proposito dei Prigioni). Alcuni aspetti dell’arte del Buonarroti, utili al nostro discorso, hanno dato un’interpretazione di straordinaria acutezza anche in Delacroix: nel suo stesso processo creativo, l’artista coglie in atto il drammatico contrasto tra la materia che lo rinserra e la parte spirituale dell’uomo, che anela alla liberazione. Allo stesso modo, l’educazione teatrale punta ad individuare la fibra dell’umano, i suoi contrasti, le sue insanabili contraddizioni, le sue ineguagliabili grandezze ed intuizioni. Tutto viene salvato.
Clara Castaldo
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Alla ricerca delle origini del Teatro: Artevarese intervista Gaetano Oliva, Docente di Teatro d’animazione e Drammaturgia alla Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università Cattolica di Milano, Brescia e Piacenza e Direttore Artistico del CRT "Teatro-Educazione". VIDEO