Il percorso poetico di Libero de Libero è cadenzato da un titolo che ha come unità di misura un unico elemento e perfetta cadenza circolare.
“Di brace in brace” (Lo Specchio Arnoldo Mondadori Editore) procede per distinti temi: Madrigali, Elegie, Quaderno di scuola, Taccuino inglese, Nodi di carta giapponese, Requiem e Versi ritrovati in scatola.
E’ poesia che sale dal profondo quella di Libero de Libero (Fondi, Latina 1906 – Roma 1981) da segrete intimità, da respiri affannati, da cadenzati silenzi, da rapaci attese risolutive o declinate al nulla.
Ma v’è anche ironia, a volte lieve a volte acre.
Quel titolo così autorevole risulta passionale unità di misura dell’intera raccolta con inizio che porta a “Una ragazza virtuosa di giorno” dove “amore fuggitivo non ti smaglia” e oltre a una “Signora culturale” scaltramente “chiuse al tuo sguardo culturale le strade vanno con chi porta se stesso per contrade sfuggite all’ira delle tigri”.
Ma quando i sentimenti si fanno laceranti “non basta un addio a rinnegarci”.
La cadenza muta di forma nel momento in cui si affronta la fatica dello scrivere “Il primo verso frena nell’inchiostro, tenebra liquida delle parole, e la pesca ricomincia”.
L’infrangersi delle certezze porta a “quante promesse e nessuna grazia, tante speranze e pietà nessuna”.
Infine nei “Versi ritrovati in una scatola”, raccolta poetica del 1950, prevale la lievità dei ricordi “Nella mia mano una lagrima crolla e un’altra lascia cadere, amore: con me restano i tuoi occhi caldi, mi guardano se apro la mano”.
Libero de Libero – “Di brace in brace” – Lo Specchio Arnoldo Mondadori Editore, pp. 108, Euro 20.
Mauro Bianchini