In ordine cronologico – A Lugano il doppio omaggio al centenario futurista grazie alla collaborazione di diverse realtà culturali, collezioni pubbliche e private, italiane e svizzere. Quattro curatori per due esposizioni, aspetti meno noti e ricerche d'archivio che hanno permesso di approfondire le figure dei due artisti Umberto Boccioni e Primo Conti. Le mostre nelle parole della conservatrice del Museo d'Arte di Lugano, Cristina Sonderegger.
Due sono le realtà importanti per quanto riguarda la provenienza delle opere per la mostra 'La dinamo futurista'.
"Si, è da sottolineare innanzitutto che le opere in mostra permettono per la prima volta il dialogo tra due nuclei fondamentali dell'artista, provenendo per la gran parte dalla Galleria Nazionale di Cosenza, in Calabria e dalla Collezione della Città di Lugano. Accanto a queste anche opere di collezioni private italiane e svizzere. La mostra, vede anche la curatela di Tonino Sicoli, Direttore del Museo d'Arte dell'Otto e Novecento di Rende; dopo Lugano la mostra verrà presentata a Rende, in provincia di Cosenza, così da proporre al pubblico il cospicuo nucleo di disegni, presentato in passato nella mostra 'Boccioni prefuturista', tenutasi al Museo Nazionale di Reggio Calabria nel 1983".
Di Boccioni, quale aspetto specifico vuole indagare la mostra?
"Le opere esposte permettono di ripercorrere i primi anni dell'attività artistica di Umberto Boccioni; in particolare quelle di proprietà della Città di Lugano, i disegni, coprono un periodo di tempo che va dal 1903 al 1915, con le ultime opere in cui si intravede già l'impronta neo-cezanniana, molto evidente nell'anno successivo".
'Uomo seduto che fuma la pipa'
1919
Come si relaziona questo omaggio ad uno dei fondatori del movimento futurista, con le altre grandi mostre di Milano, di Roma?
"Abbiamo voluto presentare l'artista nel periodo pre-futurista, indagando le esperienze formative precedenti, dal divisionismo di impronta naturalistica, al simbolismo e al futurismo poi. Per la mostra a Palazzo Reale di Milano abbiamo prestato l'opera, della Donazione Gabriele Chiattone, 'Treno che passa' del 1908; un'opera anticipatrice, che annuncia le espressioni che esploderanno poco dopo negli ideali futuristi. L'artista studia in quest'opera l'effetto del passaggio di un oggetto nell'ambiente, ricerche che sfoceranno per esempio in Elasticità del 1912".
Accanto alle opere pittoriche in mostra anche una serie di documenti storici.
"Nell'esposizione sono stati voluti, accanto alla produzione di Boccioni alcuni documenti del periodo futurista, tra cui i cataloghi delle esposizioni maggiori, come quella alla Galerie Bernheim-Jeune di Parigi nel 1912. In mostra viene anche documentato lo scambio di carteggi tra Giuseppe Prezzolini e Boccioni, e Prezzolini e Roberto Longhi. Le carte esposte provengono dall'Archivio Prezzolini conservato presso la Biblioteca Cantonale di Lugano. Sono gli anni in cui Longhi si sta dedicando alla stesura del testo sulla scultura di Boccioni, pubblicato nel 1914".
Due mostre che mettono a confronto due generazioni futuriste: Boccioni e Conti.
"Il terzo piano del Museo è dedicato ad un altro artista che ha passato una fase futurista, Primo Conti. Un giovane che ha avuto occasione di conoscere e confrontarsi direttamente con Boccioni. Un'esposizione che ripercorre gli anni dal 1910 al 1925 circa, della produzione del pittore toscano. Una mostra curata da Daniela Palazzoli, focalizzata sulla figura amata dall'artista Harriet Quien, dalla cui collezione provengono i sessanta disegni esposti".