Il 2007 è stato l'anno di Hugo Pratt. Il 2009 la volta di Sergio Toppi. Il 2013 si aprirà al Chiostro di Voltorre con una grande mostra dedicata al terzo, indiscusso protagonista del fumetto italiano: Dino Battaglia. Tutti e tre gli artisti hanno collaborato con la storica rivista "Asso di Picche" e tutti e tre hanno contribuito a conferire ad un genere considerato "popolare" la dignità di "letteratura disegnata".
Dino Battaglia è stato un artista innamorato del proprio lavoro: colto, profondo, attento alla qualità più che ai gusti del pubblico. "Tutto quello che avevo da dire l'ho detto nei miei disegni": con queste poche parole Battaglia parlava di sé.
"Parlare di Battaglia?… Ci sono i suoi disegni. E' tutto lì": e così Hugo Pratt ne riassumeva l'essenza.
Da qui il titolo della mostra "Dino Battaglia. Le immagini parlanti", a cura di Marco Prandi, Paolo Ferrari e Cristina Taverna, che verrà ospitata presso il Chiostro di Voltorre dal 16 marzo al 2 giugno 2013.
Veneziano d'origine, Battaglia si trasferì ben presto a Milano con l'amata moglie e collaboratrice, Laura De Vescovi. Qui visse fino al 1983, anno della sua morte. Nella sua quarantennale carriera collaborò con le principali testate italiane di fumetto.
Il suo segno, raffinato ed originale, traboccante di suggestioni e riferimenti artistici, nasce dall'incontro di diverse influenze: in primis la sua Venezia, così ricca d'arte, e poi la letteratura con la L maiuscola, la pittura e l'illustrazione, il cinema e la fotografia, le uniformi e la guerra… tutti questi elementi, uniti al suo straordinario talento figurativo ed ad una sottile ironia che fa da fil rouge a tutta la sua opera, fanno di lui, come lo definisce Vincenzo Mollica "uno dei più grandi artisti del novecento".
Dai pittori veneti del Quattrocento alla grafica anglosassone, dall'Art Nouveau all'arte giapponese: la sua vasta cultura gli fornì un ampio "background" iconografico che gli permise di operare scelte stilistiche di volta in volta adeguate al genere letterario da rappresentare ed alle atmosfere che intendeva evocare. La sua poliedrica cultura gli permise infatti di spaziare affrontando tutti i generi letterari: dalle favole al western, dalla fantascienza ai romanzi cavallereschi fino ai
racconti gotici e fantastici.
L'esposizione voltorrese si compone di circa centosettanta opere originali riassuntive del percorso artistico di Battaglia, in particolar modo risalenti al periodo in cui collaborò con la celebre rivista Linus, nata alla fine degli anni '60 con l'intento di coniugare cultura ed impegno politico con fumetti d'autore. Su questa testata infatti Battaglia sperimentò nell'arco di una decina d'anni nuove soluzioni grafiche e narrative grazie alle quali presero vita trasposizioni in immagine di grandi opere letterarie che ancora oggi conservano tutta la loro incisività ed il loro fascino.
Dal "Cantico di Natale" di Charles Dickens allo "Strano caso del Dottor Jekill e del Signor Hyde" di Stevenson, in cui il forte contrasto tra chiari e scuri riproduce graficamente la lotta tra Jekill e Hyde e rivela una concezione quasi fotografica della tavola da parte di Battaglia che spesso utilizza immagini "in negativo".
Dalle tavole de "Il Golem", omaggio alla sua passione per il cinema muto, alle opere di Edgar Allan Poe caratterizzate da un forte simbolismo e da chiare citazioni artistiche, per giungere infine ai racconti di Guy de Maupassant ambientati durante la guerra franco prussiana da cui si evince l'amore dell'autore per le uniformi ed in cui i forti contrasti delle tavole precedenti lasciano il posto al grigio in tutte le sue sfumature mentre il disegno richiama l'opera di Giovanni Fattori e l'Impressionismo.
Le sale del Chiostro di Voltorre proporranno al visitatore queste preziose opere in cui Battaglia, definito un "pittore prestato al fumetto" con molta eleganza, traduce i grandi classici della letteratura in un percorso che saprà certamente affascinare e coinvolgere il visitatore.