L'essenza – Un artista controcorrente. Domenico D'Oora, continua la sua ricerca verso una pittura minimale, astratta dove il colore è protagonista assoluto. In disaccordo con la società contemporanea, che vive di immagini, di spettacolarizzazione, di apparenze, "D'Oora ha il coraggio di affermare che la pittura non è spettacolo, intrattenimento. Essa opera per spostamenti, per confronti, costituita da un linguaggio strutturato, così da essere foriera di verità e di conoscenza, per mezzo di associazioni e distanza" scrive Angela Madesani. Una scelta non facile quella dell'artista di Castelvaccana che prosegue imperterrito il suo cammino. Dopo la mostra del 2003 ritorna alla Galleria Cavenaghi di Milano con i suoi 'Monochrome'. Le grandi tele di D'Oora invitano alla contemplazione, al silenzio. Lo spettatore viene travolto e si lascia travolgere dall'impeto del colore. La figurazione è un inutile accessorio, l'artista riesce a raccontare senza l'ausilio dell'immagine.
L'importanza del fare – Prima di lui, i grandi maestri dell'arte contemporanea si erano misurati con questo tipo di astrazione, cercando una nuova via per l'arte che, con la sua lunga storia aveva forse già proposto tutto, e per rinnovarsi doveva trovare nuove direzioni. Dal Costruttivismo russo di Malevic alle tele di Rothko, proprio loro sono gli artisti a cui guarda D'Oora nel secondo dopoguerra. Riduzione ed emozione. Tra i grandi sceglie Mondrian, il suo rigore, la sua forza.
L'artista crea con pazienza le sue opere che nascono dalle ripetute stesure di colore sulla tela, una quindicina di passate, fino a raggiungere la densità giusta. "Ogni passaggio è leggermente dissonante, così da creare una relazione dialettica fra loro, che da vita al risultato ultimo. In cui la pittura è purezza" sottolinea la Madesani. Le sue opere non si ripetono, seppur simili sono sempre uniche.
Novità – L'artista privilegia dei toni rispetto ad altri, i colori primari vengono riproposti in diversi formati: i rossi, i blu, il bianco e il nero. A volte accostate tra loro le tele formano dittici, una struttura antica che conferisce una sorta di 'sacralità'. "Le ultime opere sono più grandi, ma i colori sono gli stessi, i miei, quelli che ho preso da Mondrian, da Malevic" ci dice l'artista "continuo a lavorare anche sulla realizzazione, concentrandomi sulla consistenza fisica del colore". Dall'attività pratica a quella teorica, D'Oora è stato invitato a partecipare alla presentazione del volume 'La Pittura Analitica' di Marco Meneguzzo, che si terrà il 7 novembre alle 21 alla Galleria Peccolo di Livorno. Interverranno l'autore del libro, il critico Angela Madesani e la pittrice Carmengloria Morales.
Domenico D'Oora – Monochrome
dal 5 al 26 novembre, 2008
Cavenaghi Arte
Via S. Gregorio 25, Milano
Presentazione di Angela Madesani
Inaugurazione: mercoledì 5 novembre, h 18.30
Orari di apertura: da martedì a venerdì dalle 15.30 alle 19.15, Sabato dalle 10.30 alle 12.45,
Sabato pomeriggio, domenica e lunedì su appuntamento.