Le Gallerie d'Italia di Piazza Scala a Milano aprono i battenti dal primo aprile alla mostra delle opere restaurate nella XVII edizione di "Restituzioni", il programma biennale di restauri di opere pubbliche avviato nel 1989 da Banca Cattollica del Veneto, con l'allora presidente Feliciano Benvenuti, e giunto attraverso successive fusioni bancarie a Intesa Sanpaolo, che lo ha adottato senza riserve conservando il meritorio "spirito di servizio": gli oggetti restaurati sono infatti scelti dalle Soprintendenze in base alla reale necessità di intervento e non in funzione alla loro "visibilità" e del possibile ritorno d'immagine per il mecenate. Una volta recuperate, tutte vengono "restituite" al territorio d'appartenenza.
In questa edizione sono 54 i nuclei (per un totale di 145 opere singole) che, con la curatela di Carlo Bertelli e Giorgio Bonsanti, sono stati riportati alla vita e alla fruizione del loro territorio. Vi figurano dipinti di Caravaggio, Rubens, Perugino, Lorenzo Lotto e manufatti artistici e archeologici distribuiti su un arco temporale di quasi trenta secoli.
Tra i pezzi che saranno in mostra, anche la tela raffigurante "Raffaello e la Fornarina" di Francesco Valaperta custodita al Castello di Masnago. "Questo dipinto era in pessimo stato di conservazione – rivela il conservatore Daniele Cassinelli – c'erano delle scaglie di colore che si stavano staccando, e invece grazie all'intervento di Giovanni Rosso, restauratore di Milano ed esperto di dipinti dell'Ottocento, l'abbiamo riportato in perfetto stato".

La composizione è dominata al centro dalle due figure di Raffaello e della Fornarina: il pittore, seduto su una scaletta di legno, si abbandona ad occhi chiusi tra le braccia dell'amata, in piedi sulla destra. Raffaello indossa un cinquecentesco abito corto di velluto rosso, sopra una camicia bianca e calze rosse; il suo colorito è pallido e malato, il braccio destro viene lasciato ricadere lungo il fianco. La donna invece indossa una lunga gonna nera stretta in vita da un corpetto e una camicia bianca che lascia le spalle scoperte; con le braccia scoperte accarezza il volto e i capelli dell'artista, appoggiati al suo petto; lo sguardo della donna è rivolto verso l'alto con espressione vacua.

La scena è ambientata all'interno dello studio del pittore, di cui si vedono le assi di legno del pavimento e un minimo accenno di mobilio nel tavolinetto posizionato nell'angolo in basso a destra, sopra cui è dipinto un vaso contenente pennelli e a cui è appoggiata una cartelletta per raccogliere i disegni. Alle spalle dei due personaggi si colloca invece la gigantesca tavola della "Trasfigurazione" dipinta dall'artista nel 1518-20, che qui appare appena in penombra.

Il dipinto è innegabilmente debitore dell'influsso di Hayez, con cui la famiglia Valaperta era da tempo in rapporto e sotto la cui guida il giovane Francesco era cresciuto nelle aule di Brera: al tradizionale repertorio romantico infatti, l'artista si dimostrò fedele anche quando il territorio lombardo venne "scosso" dalle rivoluzionarie istanze della Scapigliatura, che ben presto provocarono il declino della pittura di genere.

La Bellezza Ritrovata
Restituzioni 2016 Diciassettesima edizione
Grande mostra conclusiva delle opere restaurate durante il biennio 2014/2015.
1 aprile – 17 luglio 2016
Gallerie d'Italia, Piazza della Scala 6, Milano
dal martedì alla domenica ore 9.30 – 19.30
(ultimo ingresso ore 18.30)
giovedì ore 9.30 – 22.30
(ultimo ingresso ore 21.30)
chiuso lunedì
25 aprile e 1° maggio chiuso, 2 giugno aperto
Biglietto
intero € 5, ridotto € 3