La mostra – I due ambienti di Villa Truffini che ospitano le opere di Dora Aliverti acquistano nuova vita con la presenza delle sue sculture e dei suoi quadri – graffito, in equilibrio tra un colore giallo e rosa delicato, che traspare sotto uno strato sottile di sabbie che diventano per consonanza grigio – azzurre e disegnano sulla superficie liscia, geometrie lineari oppure forme ondulate e morbide. La penisola al centro accoglie un insieme armonioso di sculture dalle forme ordinate del cilindro, della sfera, della circonferenza perfetta, dalla quale si elevano apparenti vele, o spirali tridimensionali. Un senso di ordine e, anche, di movimento le caratterizzano, perché la superficie materica di ciascuna creazione è mossa da graffiti, oppure aperture che possono essere fessure nelle quali la luce penetra oppure ne fuoriesce costretta a seguire il disegno della materia ceramica, che la contiene. Nella stanza più piccola si trovano dei veri e propri gioielli nel senso che, la terracotta si è trasformata in motivi astratti opachi oppure lucidi a seconda del numero delle cotture alle quali la scultrice ha sottoposto le sue creazioni, che racchiudono in sé l'identità doppia di micro – sculture e di pendenti luminescenti, che emanano effetti imprevedibili sotto i riflessi della luce. Una immaginaria "piattaia", infine, completa l'ambiente dove appare del rosso brillante al centro dei "piatti" appesi, che armonicamente accompagnano le sculture sottostanti composte da anelli leggeri che poggiano su se stessi in apparente precario equilibrio e che dialogano con la luce, che da sotto, quelle lampade poggiate a terra emanano, quasi a richiamare l'effetto aereo delle città viste di notte e fatte di grattacieli.
Sono evidenti due tensioni che si mescolano a vicenda nelle tue opere: la ricerca della linearità geometrica nello spazio equilibrato dei quadri – graffito di forma perfettamente quadrata e invece il richiamo alle forme della natura, che imprimono un senso dinamico alle superfici dei "piatti" e dei cilindri.
"Credo, che ciò derivi dalla mia recente esperienza presso uno studio di design, che mi ha entusiasmato, perché ho visto unire la ricerca della forma esteticamente bella alla funzionalità e alcuni motivi come questo – e mi mostra un ricciolo stilizzato inciso nel materiale refrattario di un piatto opaco – ri rifà ad una seggiola a dondolo di Gae Aulenti caratterizzata da queste linee ondulate e dinamiche. Poi, il mio sogno sarebbe riuscire a coniugare la forma limpida e pulita, che può suggerire la geometria, con le forme naturali, che per me sono, comunque, sempre fonte di ispirazione. E mi mostra l'immagine di una oliera di Branzi, a forma di cono in acciaio sostenuta da un piedistallo di vetro e da un ramo in argento che l'avvolge".
Tutto ciò è il risultato della ricerca che stai facendo in questi anni e che ti ha distaccato totalmente o quasi dalle tue prime esperienze, che ricordo figurative e a carattere più decorativo.
"Sì, infatti, dopo il Liceo artistico e l'Accademia in scenografia ho avuto modo di conoscere e frequentare lo studio dello scultore Oreste Quattrini, per circa cinque anni, dove ho appreso le basi della lavorazione della terracotta, del materiale refrattario, della ceramica e soprattutto del riuscire a realizzare la forma voluta partendo soprattutto dalla natura e da ciò che ci circonda.
Poi ho avuto modo di conoscere altre tecniche, come le ceramiche Ibis e la lavorazione degli smalti, che hanno delle esigenze particolari nella fase di cottura per ottenere, ad esempio, l'effetto lucido oppure opaco, e da lì sono sorti anche i pendenti – gioiello. L'incontro con lo studio Valneri Design, invece, mi ha portato a concentrarmi più sulla forma funzionale, però senza distaccarmi totalmente dal richiamo alla natura con le sue forme a volte irregolari ed imprevedibili. Gli ultimissimi lavori, i quadri sono la ricerca della pura linea disegnata nello spazio e la voglia di vedere subito un risultato senza procedere secondo i tempi che la terracotta, invece, richiede".
Si può dire che questa mostra sia il risultato di dieci anni di lavoro e di ricerca, che non è mai stata uguale a se stessa ed ora trova un momento di equilibrio in questa personale, che sembra un punto di partenza più che di arrivo, con due strade che probabilmente riuscirai a far convivere insieme con armonia: ma, hai qualche sogno nel cassetto?
"Un'esperienza di lavoro breve, ma intensa, che ho avuto realizzando delle piccole sculture in bronzo, quando frequentavo lo studio di Oreste Quattrini mi ha permesso di conoscere ciò che significa realizzare un oggetto artistico in fonderia con la complessità del procedimento e il fascino del risultato. Chissà, se avrò modo di ripeterla".
Ricerca, sperimentazione, curiosità e voglia di mettersi alla prova e confrontarsi con la materia, che a volte resiste alle mani che la vogliono plasmare, sono presenti in Dora Aliverti. Infatti, molte delle opere esposte sono di materiale refrattario, che si rivela a volte tagliente e faticoso da costringere nella forma che l'idea vuol far emergere, eppure l'entusiasmo, le capacità tecniche e la volontà di creare forme con la materia e con i giochi di smalti e delicati colori pastello, e con le superfici a volte, lisce e a volte porose, prevale sulla difficoltà dell'esecuzione dell'oggetto artistico, in questa artista sensibile e originale.
"Graffi dell'anima"
Mostra personale di ceramica e scultura di Dora Aliverti
Dal 3 al 18 febbraio 2008
Villa Truffini, C.So Bernacchi, ang.Via Cavour
Tradate (VA)
Orari: dom. 10.30 -19.00 ; Sab. 10.30 -12.30 16.00-19.00
Feriali: 16.00 – 19.00
Giovedì: 10.30 – 16.00