Qualche nota biografica – Alfonso Fusco è nato a Napoli nel 1925, vive e lavora a Rozzano in provincia di Milano ed ha frequentato lo studio del maestro Giovanni Maria Mossa, che lo ha indirizzato verso la carriera artistica.
Fusco per quanti anni ha frequentato lo studio del maestro Mossa e perché la scelta della natura morta come tema predominante della sua pittura?
"Iniziai appena arrivai a Milano e seppi che il maestro Mossa impartiva delle lezioni a chi voleva imparare a dipingere e frequentai lo studio per dieci anni. La farò sorridere se le dico del perché ho scelto la natura morta…capitò durante le prime lezioni che frequentai, che alcune di queste consistessero nel ritrarre la modella: erano lezioni di nudo, io ero sposato da poco tempo e volevo molto bene a mia moglie, la modella la ritraevo solo dal collo in su…"
Allora, per amore di sua moglie si è dedicato con altrettanto amore allo studio della natura?
"Ebbene sì, mi appassionai a questo tema: il maestro Mossa m'incoraggiò, io ci misi la volontà d'imparare e, già allora, comprese che avevo una buona mano e mi aiutò a non desistere. Un giorno mi disse: «Fusco vuole vedere come rendere tonda quella mela là?» – … e con quattro pennellate e dei tocchi veloci di colore, la superficie piatta assunse la forma sferica di una mela tonda e appetitosa. Mossa era molto bravo a dipingere subito sulla tela senza fare alcun disegno preparatorio ed era molto meticoloso nel pretendere dai suoi allievi il massimo.
Più di una volta mi riprese, affinchè ottenessi sulla tela la verità di ciò che vedevo, se avevo davanti a me un cestello di rame, dovevo riuscire ad ottenere l'effetto del rame con il colore, con il pennello, con l'attento studio delle luci, dei riflessi"
Si comprende la veridicità delle sue opere. Ha mai ai provato altre tecniche, oltre alla pittura ad olio?
"Ogni tanto, ancora oggi, faccio degli acquarelli che a me piacciono, ma li tengo per me, mia figlia ne ha appesi una decina".
Non le pesa questo insegnamento così minuzioso?
"Ancora oggi a volte vorrei essere più libero, dipingere con poche pennellate e rendere ciò che vedo; ricordo che conobbi a Milano un pittore, Edoardo Krun, italiano nonostante il nome; la famiglia commerciava in stoffe di pregio, lui invece scelse di fare il pittore quasi bohèmien, ma aveva una mano straordinaria nel creare qualsiasi soggetto con poche pennellate. C'è una sua Via Crucis, nella chiesetta di Via Mille Lire a Milano… ".
Però altre strade non ne hai mai tentate?
"Ormai mi conoscono per le mie nature morte, alle quali sono affezionato, dedico loro il mio tempo e la mia giornata di lavoro. Però, mi diceva Edoardo, «ormai l'uomo è arrivato sulla luna, non si può più dipingere come i classici, i maestri del passato» – forse, aveva ragione, già allora, ma penso che ognuno deve fare ciò che sente e la mia pittura è questa, figurativa e vicina alla natura che è fonte di ispirazione e di bellezza eterna".Come darle torto: i suoi quadri sono la testimonianza di questa sue dedizione.
Si è fatto tardi. Un amico nel frattempo aveva raggiunto il Maestro in Galleria, anche lui aveva condiviso una parte dell'esperienza pittorica nello studio del maestro Mossa, per poi intraprendere una strada diversa da quella artistica. L'album dei ricordi si era aperto di nuovo su pagine scritte insieme, salutati i galleristi, lasciati i quadri ancora appesi alle pareti, la conversazione continuava anche per la strada fino alla macchina dell'amico, che si era prestato ad accampagnarlo a casa.
Lo scambio affettuoso degli auguri di Buon Natale e un arrivederci a presto al prossimo amichevole incontro.