Venezia – Prima di scrivere del Padiglione Italia presente alla sessantesima Biennale d’arte sono necessarie alcune considerazioni.
La città lagunare è da poco tornata alla normalità dopo essere stata sprofondata nel medio Evo, con tanto di gabella d’ingresso di 5 Euro, più tassa di soggiorno di 3 Euro a persona, per volontà del sindaco Luigi Brugnaro. A questo aggiungiamo il costo di una corsa in vaporetto di 75 minuti pari a 9 euro, (la cosa si commenta da sola).
Il Brugnaro in questione, osannato dalla ridanciana e inutile Mara Venier nella sua patetica trasmissione televisiva, si era fatto notare nel corso dell’inaugurazione del Padiglione Italia dichiarando il suo disappunto per l’intera opera.
Quando l’arroganza si fonde con l’ignoranza o genera mostri, o macchiette da avanspettacolo. Il soggetto in questione si è poi profuso elargendo vaghe considerazioni sull’arte contemporanea. Non contento avvicinandosi ad una installazione che conteneva acqua ne schizzava una certa quantità a piene mani, attorno a sé.
Redarguito da un artista affinché mostrasse rispetto per le opere d’arte, Brugnaro come tutta risposta sfoderava un anonimo sorriso; al suo fianco il direttore della Biennale Adriano Pedrosa. Quella maggioranza di votanti che ha concesso a Brugnaro il secondo mandato evidentemente è fiera di essere rappresentata da un simile soggetto…
Veniamo al Padiglione Italia curato da Luca Cerizza , in corso alle Tese delle Vergini, dove l’artista massimo Bartolini ha dato vita a “Due qui/To Hear”, con l’assistenza di Francesca Verga.
Il progetto che si compone di opere scultoree, installazioni sonore e performative, prospetta un itinerario all’interno del Padiglione e nel giardino di competenza dove si alternano equilibri formali e spaziali tra vuoti e pieni, tra accelerazioni e soste.
Il titolo del progetto induce il visitatore all’osservazione e all’ascolto, al fine di stabilire, oltre a un intimo colloquio, un confronto con il contesto nel quale è calato.
A comporre l’opera hanno contribuito più artisti: accanto alle giovani compositrici Caterina Barbieri e Kall Malone, compare la figura di uno dei più importanti creatori di musica sperimentale quale Gavin Bryars accompagnato dal figlio Yuri.
Di differente registro i lavori dell’illustratrice e scrittrice per l’infanzia Nicoletta Costa e del romanziere e poeta Tiziano Scarpa.
La struttura del percorso si snoda in più ambienti: la Tesa 1 è contraddistinta da una struttura labirintica, mentre la Tesa 2 presenta una statua in bronzo di un Pensive Bodhisatta, figura simbolo dell’arte buddhista.
Ad accogliere il visitatore nel Giardino delle Vergini è un coro per tre voci, campane e vibrafono, diretto rimando a un testo del poeta argentino Roberto Juarroz.
“Due qui/To Hear” – Venezia – Arsenale, Fondamenta di Fronte-Castello. Fino al 24 novembre. Orario: 11-19. Chiuso lunedì. Biglietti: Euro 30. Ridotto Euro 20.