Lugano – Le balene, nonostante la loro mole percorrono, con sorprendete eleganza, le enormi distanze degli oceani.
Anche l’installazione dell’artista austriaco Mathias Gmachi “Echoes – a voice from uncharted waters” commissionata da LAC Lugano Arte e Cultura in coproduzione con Museumsquatier di Vienna e Quarter des Spectacles di Montréal farà rotta in Austria, Svizzera e Canada sostando sino al 12 ottobre nella quiete del Parco Ciani a Lugano.
L’installazione rispetta in toto le grandi dimensioni del cetaceo marino con un peso di 5 tonnellate e 17 metri di lunghezza.
Nobile l’intento sia dell’artista sia delle istituzioni che ne hanno commissionato la realizzazione in quanto l’opera trae spunto dalla campagna di Greenpeace Save the Whales degli anni settanta.
La comune volontà delle parti tende a sensibilizzare i visitatori sul problema dell’inquinamento ambientale e acustico presente negli oceani.
Il sensore sonoro di cui è dotata la balena ha lo scopo di delimitare lo spazio entro il quale il cetaceo può muoversi indisturbato, interagendo in tale misura con i presenti al fine di sensibilizzarli sulle cadenze sonore insite negli oceani, dopodiché una applicazione luminosa ne attenuerà i suoni sino al silenzio assoluto.
In tale pausa si insinueranno tutti i rumori tipici dei porti industriali in modo da attivare l’attenzione sul grado di alterazione che minaccia le specie marine.
Inoltre durante il periodo espositivo si terranno numerose attività e iniziative dedicate ai bambini e alle loro famiglie.
Mathias Gmachi – Echoes – a voice from uncharted waters – Parco Ciani. Fino al 12 ottobre. Evento gratuito. Foto Studio Pagi.
Mauro Bianchini