Le radici del futuro – Partire dalla documentazione della realtà culturale dei laghi, per progettare consapevolmente il futuro. È pronto a partire il progetto dell'Ecomuseo dei Laghi Varesini che comprenderà ben venticinque Comuni del territorio tra il Medio Verbano, il lago di Varese, di Comabbio e Monate e che negli intenti mette in pole position la salvaguardia e la valorizzazione degli ambienti naturalistici ed etnografici del territorio. "Al centro del progetto – ci spiega Gianfranco Realini – ci sono ben cinque aree di interesse naturalistico e storico: tre zone sono dislocate vicino al Lago Maggiore, due comprendono, invece, i territori di Biandronno e della palude Brabbia. Il primo passo sarà, com'è giusto che sia, il processo conoscitivo per giungere alla piena fruibilità di questo patrimonio da parte della popolazione. Tantissime e ricche di collegamenti sono le tematiche culturali coinvolte: dalla storia degli antichi mulini a quella delle fornaci, dall'avifauna al paesaggio lacustre e umido delle zone paludose. Occorre partire dall'informazione, dal riscontro diretto con queste realtà, occorre, per dirla con un'espressione colorita, "tornare a spolverare le proprie vocazioni".
Non di solo paesaggio vive l'uomo – Alla domanda se
l'Ecomuseo dei Laghi si troverà a fare immediatamente i conti con la tutela dell'ambiente, Realini sottolinea: "Se dobbiamo parlare di priorità, dico che al primo posto compare indubbiamente la salvaguardia delle "fonti a rischio". Sono tutte quelle informazioni che riguardano il nostro passato recente e che vengono regolarmente dimenticate o, ancor più grave, rischiano la scomparsa definitiva. Mi riferisco alle fonti orali che per loro natura non sono conservate in un archivio, ma sono intrinsecamente legate alle persone – per lo più anziane – che le portano con sè come proprio bagaglio culturale e di tradizione. Per questo stiamo organizzando delle campagne di interviste che vadano nella direzione del recupero e della protezione di queste fonti storiche, così interessanti eppure così fragili. È chiaro che si tratta quasi di una corsa contro il tempo, di un grande impegno di ricostruzione etnografica e storica. Paradossalmente la documentazione a noi più vicina è quella che è a rischio maggiore di perdita, mentre altre fasi storiche decisamente più distanti sono meglio difese, custodite e più studiate".
Realini prosegue con quello che ha di più a cuore: lo studio e la conoscenza del patrimonio naturalistico e storico: "Abbiamo preso diversi contatti con esperti e docenti di Atenei; in Italia ancora manca una solida tradizione e una linea di condotta degli Ecomusei che all'estero, invece, sono meglio teorizzati e consolidati nella pratica. L'Ecomuseo ha come obiettivo principale quello di non far disperdere la diversità e la ricchezza naturale e culturale del territorio. Il coinvolgimento e la partecipazione attiva della popolazione locale sono indispensabili per relizzare tale finalità". Va aggiunto che Regione Lombardia si muove già lungo il percorso del recupero e della messa in rete delle cosiddette culture immateriali, un bagaglio di saperi intangibili (storie, canti e musiche, consuetudini sociali, eventi rituali e festivi, saperi e tecniche del mondo dell'artigianato) che si materializza nelle persone che lo conoscono, lo conservano e lo praticano. Tutto questo, in stretto collegamento con la recente apertura della nuova sede della Regione che ospiterà l'Archivio di Etnografia e Storia Sociale, il nuovo museo regionale "vivente" che coinvolgerà istituzioni culturali e comunità locali.
L'unione fa la forza – È lo stesso Realini ad invitare alla collaborazione: "Certamente ora occorre l'impegno e il coinvolgimento di tutti: sia di appassionati o studiosi sia di sostenitori a favore della "Fondazione Gianfranco Realini" che si occuperà della promozione e dell'attuazione del progetto dell'Ecomuseo. A giorni sarà pronto anche il logo della Fondazione e proseguiremo con la campagna informativa". Per questo motivo saranno presto concordate e definite le linee guida in accordo con la Regione. Per chi fosse interessato può rivolgersi a Gianfranco Realini: gianfranco.realini@fastwebnet.it oppure telefonando allo 02.55213564 o 335.5451287.