Lunedì 8 luglio è stata presentata la tredicesima stagione del teatro UCC di Varese. Il proprietario del teatro, architetto Federico Guglielmi, il consulente artistico Gianmario Longoni, il direttore organizzativo, Filippo De Sanctis, e l'Assessore alla Cultura del Comune di Varese, dottor Simone Longhini, hanno presentato "La bella stagione", un titolo propizio per un programma ricco di proposte.
La stagione verrà inaugurata il primo novembre dal Rocky horror live show, una versione italiana e più interattiva del musical inglese, e si concluderà sabato 21 marzo 2015, per un totale di 50 performance: concerti – il cantante Davide Van De Sfroos, con il suo Tuùr Teatràal, i Legnanesi, una, ormai, certezza nel programma teatrale varesino, i Marlene Kuntz e la loro musica rock unita ad una coreografia; balletti – un tradizionale Lago dei cigni accanto ad esperimenti contemporanei, tra cui Mnai's Coreographie Hip Hop; cabaret – Enrico Brignano, Platinette e, per salutare il 2014, la notte di Capodanno, un Derby Cabaret, ovvero una gara tra cabarettisti; commedia – titoli curiosi, Misery non deve morire, Forbici & follia, il giallo Trappola mortale; prosa classica – tre rappresentazioni di Shakespeare interpretati da grandi nomi, Massimo Ranieri (Riccardo III), Michele Placido (Re Lear) e Luigi Lo Cascio (in una rivisitazione in siciliano di Otello), Gli atti unici di Cechov; spettacoli dedicati ai più piccoli – Peppa Pig, un musical con Violetta … e molto altro!
Gli spettacoli, tuttavia, sono solo un esempio del carattere innovativo di questa stagione: quello che si vuole proporre è un teatro non più elitario, non più per un pubblico "di nicchia", ma aperto ad una domanda sempre più eterogenea, un teatro per tutte le età e per tutti gli interessi, attento anche alla formazione dei giovani, futuri spettatori – per incoraggiare la presenza degli studenti, si offrono biglietti a prezzo ridotto, così come per gli "Over 65", altra fascia solitamente svantaggiata e poco propensa ad usufruire del prodotto teatrale -, ovviamente senza rinunciare alla qualità.
Curiosità, sperimentazione, contemporaneità, sono alcuni tra gli ingredienti che rendono questo programma potenzialmente vincente: si vuole dare spazio tanto alla tradizione quanto alle performance più recenti, si accetta il rischio di proporre uno spettacolo meno "classico" per fare, invece, un esperimento ed accogliere novità contemporanee.
Passato e presente, classicità e commedia, si alterna la prosa classica, da sempre seguita da un pubblico limitato, a performance destinate ad un gusto più ampio e variegato. Ci sono certezze, ad esempio lo spettacolo dei Legnanesi, accanto a scommesse; è il caso di Oblivion, Othello la H muta, già proposto ma poco apprezzato, vivamente consigliato, come lo spettacolo di Rocco Papaleo.
In una società come quella odierna, frammentaria, eterogenea e pigra, il teatro deve accettare di scendere a patti con se stesso, andare incontro al suo pubblico, accoglierlo con tutte le sue esigenze e non più proporre a priori un'offerta, ma prestare attenzione alla domanda che ogni spettatore gli pone e cercare una risposta adeguata. E' trascorso, ormai, il tempo in cui il pubblico era un'entità omogenea, con gli stessi valori e le stesse aspettative; adesso, invece, lo spettatore deve essere considerato nella sua individualità, con i suoi gusti, la sua personalità ed il teatro deve essere in grado di cogliere tutte le diverse sfumature; perché lo spettacolo è Violetta, Re Lear, Otello, Cechov, Ornella Vanoni, è cabaret, Shakespeare, balletti classici e coreografie contemporanee; è ricordo del passato, finestra sul presente e proposta del futuro; è un luogo in cui, in mezzo agli altri, poter ritrovare se stessi.