La passione per la grafica Egidio Fiorin, l'ha sempre avuta. Cominciando a regalare alla moglie qualche incisione. Da lì, a fare il mercante, il passo è stato breve. Per diventare un maestro del libro d'artista, pratica che richiede conoscenza della letteratura, dell'arte, pazienze, disponibilità, quasi amore, c'è voluta una sorta di investitura.
Fiorin come è nata la sua professione?
"MIo padre era marinaio. Nessun gene in famiglia. Ho sempre avuto però un forte interesse per l'arte grafica. La prima che ho comprato è stata una incisione di Treccani, un regalo per mia moglie. Poi un'altra di Bonalumi. Mi piaceva l'idea di comprarle, per un certo periodo di tempo ho fatto anche il mercante".
Poi?
"In realtà era un qualcosa che non mi soddisfaceva del tutto. Si esauriva lì. Avevo in mente piuttosto, era un mio sogno, poter realizzare un libro d'artista, che mettesse insieme poesia e opere d'arte. Avevo già in mente un connubio che mi stava particolarmente a cuore: Mario Luzi e Walter Valentini. Ma non ero nessuno ancora, non potevo presentarmi al più importante poeta vivente e proporre un libro. Mi avrebbe giustamente sbattuto la porta in faccia".
Si doveva preparare il terreno.
"Mi sono dovuto creare un retroterra che giustificasse le mie ambizioni, lavorando con poeti del passato e con artisti di oggi. Sono nati così i miei primi libri d'artista. Nel 1988 escono Quattro canti, quattro incisioni di Giacomo Leopardi e Walter Valentini. L'anno successivo Quattro canti, quattro incisioni, di Guillaume Apollinaire e di Riccardo Licata nel 1989. Successivamente Quattro canzoni di Francesco Petrarca accompagnate da sei incisioni numerate e siglate di Agostino Bonalumi".
Ed erano già piccoli capolavori. Quelli che hanno portato alla svolta.
"Si. Poco tempo dopo mi chiama il grande Roberto Sanesi, scrittore, traduttore, poeta. Mi chiese chi avesse realizzato i tre libri. Quando gli dissi che erano tutti opera mia, mi disse di andare a trovarlo appena fossi passato da Milano. Andai. Naturalmente l'indomani. E fu una sorta di vocazione. Mi disse che per fare l'editore di libri d'artista occorrono determinate caratteristiche di cui secondo lui ero in possesso. In qualche modo ha scelto il mio futuro. Io, galvanizzato, gli ho prestato fiducia. Ed eccomi qui".
Cosa contraddistingue dal punto di tecnico questi volumi?
"L'utilizzo di caratteri stampati a piombo e la carta, di varie grammature, ma solo di cotone per garantire la qualità e la durata anche nel tempo".
E la condivisione con i nomi più importanti della letteratura scritta e visiva della contemporaneità. C'è qualche artista con cui ha avuto problemi nella collaborazione?
"Nessuno. Intanto lavoro solo con artisti con cui devo emozionarmi. Poi non ci devono essere in alcuno modo problemi. Sopratutto economici. Gli artisti devono essere liberi di fare quello che si sentono".
Ha in casa volumi invenduti?
"Nessuno. Tutti quelli che ho fatto si sono ripagati. Sono io che, arrivato ad aver coperto le spese, comincio a pensare di lasciarne qualcuno ai miei nipotini. Per quando il nonno non ci sarà più".