IMG_6822-300x225Varese –  Ancora qualche giorno (fino al 1 febbraio) per una visita alla mostra di Marco Circhirillo, a cura di Franco Crugnola, allestita allo spazio Showcases Gallery.

Si tratta di arte pubblica, una pregevole istallazione fotografica visibile 24 ore al giorno nelle vetrine di via Cavallotti 4, in pieno centro cittadino.

Arte pubblica che dialoga con la città, un virtuoso atto democratico di condivisione in un momento storico poco propenso alla vita sociale, un piccolo regalo a tutti i cittadini, una scheggia di altrove che irrompe nella vita di tutti i giorni, che offre la possibilità di fermarsi, capace di suscitare domane senza l’arroganza di fornire risposte preconfezionate.

E’ un’istallazione composta da centinaia di autoritratti fotografici formato tessera, tutti rigorosamente differenti, dove l’autore ha meticolosamente disposto le fotografie una ad una, accostandole senza lasciare spazi bianchi, in un atto performativo che richiama la sacralità di un’arte primigenia.

IMG_6832-300x225Una collezione di scatti ognuno dei quali fissato alla parete con uno spillo, come nelle raccolte entomologiche dei grandi musei naturalistici, figli dell’idea di voler rappresentare enciclopedicamente ogni multiforme aspetto della realtà.

L’autore si concentra sul tema dell’identità: identità desiderata, inseguita, sempre sfuggente, identità che perennemente si frantuma in molteplici forme, identità che scopre in sé l’altro da sé, identità spesso incontrollabile che arriva nelle pieghe più profonde dell’inconscio; una ricerca artistica potente e raffinata nei suoi esiti formali e che ha tra i suoi riferimenti culturali i saggi di Sigmund Freud e le opere letterarie di Luigi Pirandello.

L’istallazione di Circhirillo è un oracolo del XXI secolo, al contempo, seducente e pericoloso.

E’ lo specchio della società contemporanea dove l’ego ha assunto caratteristiche ipertrofiche apparentemente senza limiti.

Ma nessuna identità è mai monolitica, neppure chiusa in sé stessa come un riccio. Al contrario, ogni istante la modifica anche se in maniera impercettibile.

senza-titolo-36-240x300Tutti noi siamo sempre gli stessi anche se siamo sempre diversi?

Come aveva intuito il filosofo Eraclito, un fiume appare sempre lo stesso ma è differente ad ogni istante che passa: permanenza nell’impermanenza.

Così sono le opere di Circhirillo, una perenne danza tra essere e divenire, una partitura aperta di molteplici variazioni di toni sul tema dell’identità.

Circhirillo è il demiurgo del suo universo di segni, colleziona i suoi ritratti come fossero attimi infinitesimali, colleziona il tempo che passa inesorabile, cercando imperterrito l’ordine nel caos dell’universo, una successione potenzialmente infinita di autoritratti, un sistema ordinatore del mondo.

L’artista Circhirillo è un eroe che si spinge sul ciglio di un abisso meraviglioso e terribile e, in bilico sull’abisso, continua a raccogliere attimi di identità, atto supremo di effimera, ma proprio per questo, di sublime bellezza.

“Fermati attimo perché sei bello”.

Questa frase di Goethe ben si adatta all’istallazione in mostra, polimorfo ritratto fotografico che vorrebbe essere eternamente ubiquo, appena prima che il vento disperda tutte le fotografie, disperda tutti gli istanti del mondo in una grande purificazione cosmica.

 

Andrea Corbella

 

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