Un libro imperdibile – non solo per chi ha nel cuore la metropoli lombarda ma per tutti coloro che amano la cultura, l’arte e la storia – è Il giro di Milano in 80 misteri di Giuseppe Tesorio, pubblicato da Meravigli edizioni (Via Verona, 1/A 20063 Cernusco sul Naviglio – Milano tel. 02 92 10 18 49).
Ve ne proponiamo un breve assaggio, offrendovi la storia del tredesin de Marz
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«E quî giornad del tredesin de Marz?» chiede Emilio De Marchi, il milanesissimo autore di “Demetrio Pianelli”.
Sì, è un ricordo letterario di fine Ottocento:
«Gh’era la fera, longa longhera, giò fina al dazi, coi banchitt de vioeur, de girani, coi primm roeus».
Il mercato dei fiori, con le viole, i gerani, le prime rose.
La festa, forse, più antica della città, forse la più amata, di certo la più attesa.
Dai bambini di ieri, soprattutto, sicuri – al tredesin de Marz – che la primavera era ormai alle porte.
La stagione della primavera si affacciava tutt’intorno alla Crocetta, spandeva profumi e sapori tra i rioni abbracciati al corso di Porta Vigentina, giù fino a piazza Medaglie d’Oro, e poi in via Piacenza, via Crema, sul sagrato di Sant’Andrea.
Sono passate moltissime primavere e la tradizione continua. La festa del tredesin de Marz mescola sacro e profano, si perde nella storia o nella leggenda: sapore celtico e devozione cristiana a San Barnaba.
Nel pavimento della chiesa di Santa Maria al Paradiso, in corso di Porta Vigentina, a metà navata, è collocata una pietra rotonda forata, portata lì dai Padri Serviti e proveniente da San Dionigi.
Il 13 marzo dell’anno 51, così si tramanda, Barnaba incominciò a predicare il Vangelo in una radura poco fuori Milano, un borgo dove era ancora viva la tradizione celtica. E per essere più convincente, innalzò una croce, infilandola in una pietra rotonda. Ancora venerata in Santa Maria al Paradiso. In ricordo di questo fatto, la Chiesa festeggia il santo e il mercato dei fiori anticipa la primavera…
«Gh’era la fera, longa longhera – scriveva Emilio De Marchi – giò fina al dazi,
[…] e tra el guardà, l’usmà, el toccà, se vegneva via col coeur come on giardin, pensand al bell faccin de Carolina che sòtt al cappellin a la Pamela e col rosin sul sen la pareva anca lee la primavera».