Busto Arsizio – Finalmente! La lunga e significativa attività professionale dell’architetto Enrico Castiglioni – “il Richino” come a Busto veniva chiamato riprendendo il cognome del suo “collega” Francesco Maria Richini che nel Seicento aveva progettato la chiesa di San Giovanni – si può ora considerare nella sua articolata pienezza grazie ad una monografia dove essa è messa a fuoco con preciso rigore. Ne sono autori, capitanati da Paolo Bossi docente al Politecnico di Milano, qualificati studiosi che hanno ripercorso da diverse angolature l’itinerario progettuale di questo “riservato protagonista dell’architettura del XX secolo” come giustamente lo crede Bossi. Ma non solo lui.

Il poderoso volume – più di 350 pagine! – è intitolato Enrico Castiglioni Richino (1914-2000). Ingegnere architetto “uomo universale” è stato pubblicato dalla casa editrice bustese Nomos e si avvale di fotografie di Marco Introini che con l’obiettivo ha saputo cogliere tratti palesi e segreti dei suoi edifici: già quella in copertina può riassumere nel migliore dei modi le qualità espressive di Castiglioni architetto.

1-Progetto-per-il-palazzo-dello-Sport-300x137Architetto di sicuro, ma anche, addirittura già prima, ingegnere e di questo esercizio egli non si dimenticò servendosene per dare salda attuazione ai suoi lungimiranti progetti che si snodano, numerosi e su svariate tipologie, dal 1938 fino al 1997. Tutti di solida ricchezza inventiva, indipendenti nelle scelte e soprattutto, a confronto di tanto patrimonio edilizio coevo, coraggiosi. (nella foto: Progetto per il Palazzo dello Sport di Busto Arsizio).

3-Sedes-Sapientiae-Busto-arsizio-293x300Lo si può verificare bene negli edifici realizzati per Busto che ai loro dì sollevarono un verdiano “baccano sul caso strano e commenti per la città”. Non mancarono certo di far discutere l’organismo monumentale risolto in forme contemporanee della Sedes Sapientiae (nella foto a destra) voluta da monsignor Galimberti e l’impiego del calcestruzzo e del mattone nella Casa del Clero diventato sapiente relazione tra architettura “nuova” e quella dell’antica tradizione lombarda. Prossimi alla città l’Istituto Tecnico Professionale a Castellanza (che si guadagnò 2-Mostra-Internazionale-del-Tessile-a-Castellanza-e1742480486757-300x223anche una illustrazione sul mitico manuale di storia dell’arte dell’Argan) e il complesso – demolito purtroppo con sciagurata insensibilità – della Mostra del Tessile  con la leggera scura mole del padiglione delle macchine posta a contrasto della luminosa originalità della sede espositiva documentano la loro assoluta contemporaneità e quanto avveniristica sia stata la visione di Castiglioni. (Nella foto a sinistra Mostra Internazionale del Tessile, Castellanza)

4-Parrocchiale-dei-SS.-Nazaro-e-Celso-Prospiano-di-Gorla-Minore-221x300Visione che sapeva diventare anche poetica e mistica nella chiesa di Prospiano  o intima e umana nella “domus” di Mario Apollonio a Galliate Lombardo. L’architetto bustese fu grande amico di questo prestigioso docente di Letteratura alla Cattolica tanto da farsi familiarmente chiamare da lui col diminutivo di Richino, ma vi fu contingenza di idee anche con molti altri intellettuali. soprattutto di area cattolica. Castiglioni intellettuale lo fu di certo come anche fu pittore e scultore, disegnatore e urbanista, teorico, scrittore e polemista: proprio un “uomo universale”. Ed è giusto che già nel titolo del volume questo suo umanesimo sia stato evidenziato. (Nella foto accanto: Chiesa dei SS. Nazaro e Celso, Prospiano di Gorla Minore).

Giuseppe Pacciarotti

 

Rhb_Bernina_Albula