Milano – In un periodo in cui dare del benvenuto rischia di provocare esiti penali (Riace docet) il “Trasporto eccezionale” di Eva Marisaldi, in corso al PAC a cura di Diego Sileo, non poteva che accogliere i visitatori con una nuova versione di “Welcome”, opera composta da tre nastri da ginnastica ritmica azionati da braccia meccaniche a definire un moto di festante accoglienza nei confronti di chi varca la soglia degli spazi espositivi, in quanto l’intento fondamentale dell’artista è definire una profonda relazione con gli spettatori poiché tali sono nel momento in cui salgono a brodo della “Nastronave”, piccola e variopinta stanza di proiezione dove scorrono una serie di video tesi a definire i suoi ultimi anni di lavoro, il tutto costantemente accompagnato dal continuo sottofondo di locuste collocate in gruppo sul tetto della struttura.
L’attenzione nei confronti dei suoni messa in atto da Eva Marisaldi (Bologna 1966) prosegue in un altro video “Musica per camaleonti”, girato in Madagascar dove è presente la più alta concentrazione di camaleonti di tutto il pianeta, il cui impianto sonoro è frutto della collaborazione con il musicista e compositore Enrico Serotti.
L’immaginario creativo dell’artista bolognese origina da elementi reali la cui elaborazione conduce a uno straniamento ideale entro il quale si animano contrasti e correlazioni che tendono a estremizzare aspetti surreali riconducendoli, con attento processo rigenerativo, al punto esatto da dove tutto aveva avuto inizio.
Tale rimando conduce alle grandi dimensioni di “Post-it” composto da una serie di foglietti di differenti carature cromatiche che, nel momento in cui negano ogni forma di scrittura, si rendono disponibili a ricevere qualsivoglia profilo di messaggio.
Nel “Trasporto eccezionale” il movimento è dato anche dall’azione della memoria nel momento in cui idealmente l’artista reinterpreta, in una serie di disegni, alcuni tratti del film di John Huston “La regina d’Africa”, ripercorrendo il tragitto dei due protagonisti in viaggio lungo il fiume Ulanga che sfocia nel lago Vittoria dove il fluire dell’acqua, al pari di un moto del destino, muove la vita degli umani.
Nel corso dell’esposizione abbiamo incontrato Eva Marisaldi.
Accogliere i visitatori con un opera intitolata “Welcome” in un periodo in cui dare il benvenuto può costare esiti penali, può suonare provocatorio nei confronti dell’autorità costituita.
“Alla base del mio lavoro – sottolinea l’artista c’è un benvenuto generico, ma c’è anche molta Africa in quanto seguo attraverso i mezzi di comunicazione quanto accade in quel continente, a fronte di questo mi sono molto entusiasmata nel leggere autori nigeriani, nei loro scritti ho trovato un profondo senso di speranza che in autori occidentali non riesco a trovare”
L’opera Post-it può esprimere, allo stesso tempo negazione e proposizione ?
“I Post-it sono tutti alterati nel colore in quanto, in certi racconti si tende a omettere dei dettagli, però se il messaggio viene costantemente ribadito questo finisce per diventare versione ufficiale”.
Accanto a Post-it compaiono fiori di metallo bagnati nell’argento, una istallazione simile si trova più avanti ed è composta da stoffa rossa e sassi, tali interventi si possono interpretare come delle seminagioni ?
“Si, in particolare le stoffe e i sassi, sono un tributo alle narrazioni di Asja Lacis, la regista lettone di Riga, compagna del drammaturgo Bernhard Reich, assistente di Brecht, e fondatrice dopo la Rivoluzione d’ottobre del teatro per ragazzi emarginati e a Leni Riefensthal”.
Eva Marisaldi – “Trasporto eccezionale” – Milano PAC Via Palestro 14. Fino al 3 febbraio 2019. Orari: mercoledì, venerdì, sabato e domenica 9,30-19,30; martedì e giovedì 9,30-22,30. Biglietti: intero 8,00- ridotto 6,50
Mauro Bianchini