Grazie a un muro bagnato – E' sempre stato lì, peccato che un muro e i detriti l'hanno occultato alla vista per anni. Stiamo parlando dello spazio che si apre sotto la seconda corte del castello visconteo di Fagnano Olona, sede del Municipio. La passata Amministrazione Comunale ne aveva fatto scoperta durante il secondo lotto di restauro conservativo, che aveva interessato appunto il secondo cortile, allo scopo di sistemare i lucernari presenti, impermealizzando il cortile laterale alla Sala del Consiglio Comunale, all'epoca però non si era stati in grado di localizzare l'ingresso. La forte umidità concentratasi negli ultimi anni su una parete dei sotterranei, larga più di un metro, ne ha permesso dunque la scoperta. Bussando sul muro, in prossimità della macchia di umidità, ci si è resi conto di come il tocco suonasse diversamente. Da qui l'inizio dei lavori che hanno riportato alla luce una situazione poco confortante.
la soglia della scala
Un cumulo di terra e detriti – Abbattuta la tamponatura che nascondeva le sale alla vista dell'uomo, la ditta "Engeco" di Erba (CO), chiamata per eseguire i lavori, si è trovata di fronte ad un muro di terra e detriti. Il motivo? Il pozzetto di scolo inserito nella pavimentazione del cortile circa una ventina di anni fa, ha provocato un enorme accumulo di materiale di deposito e di acqua, nello spazio aperto al di sotto della corte, e il generarsi ovviamente di tanta umidità nel corso del tempo.
Conti alla mano – Il progetto preliminare steso nel dicembre del 2008 e ultimato l'anno successivo è divenuto attuativo solo il 12 aprile scorso, quando i lavori hanno preso il via dietro autorizzazione della Soprintendenza ai Beni Architettonici della Lombardia con sede a Milano. Il ripristino della funzionalità dei locali è previsto per il 3 settembre, mentre il costo complessivo dell'intervento è di 200.000 Euro, dei quali 125.000 elargiti dalla Fondazione Cariplo e 75.000 dall'attuale
Amministrazione Comunale. E' ancora presto però per parlare di destinazione futura: per ora si è in fase perlustrativa.
Intanto si scava – Neanche l'uso di telecamere attaccate a sonde ha permesso di individuare con precisione la natura dei materiali accumulati nei sotterranei. Non si è capito cioè se al materiale di riporto sia mescolato quello edilizio, necessario a sostenere il soffitto della sala. Ugualmente non si conosce l'uso che se ne fece nel lontano passato, e alcun dato o studio storico viene incontro a tal proposito. I colpi di piccone e badile al momento hanno solo permesso di intravedere la presenza di un pavimento battuto misto a qualche ciottolo. Tuttavia, l'utilizzo di un piccolo escavatore, che agirà dall'alto della sala, darò modo nei prossimi giorni di accelerare l'opera di sbancamento. Solo a svuotamento completo, fanno sapere dall'ufficio tecnico del Comune, si potrà ragionare su datazione, vicende e uso futuro dei locali. Intanto aspettiamo con curiosità le evoluzioni