Passione e ostinazione – Come un romanzo in cui si raccontano la nascita, l'evoluzione e i progetti sviluppati intorno alla vicenda ferroviaria in Valmorea. Questo è il libro "La ferrovia della Valmorea", scritto da Giorgio Cazzola, in concorso con l'Associazione "Amici della ferrovia Valmorea" e la promozione di Regione Lombardia. Una monografia che racchiude in due sezioni la storia del tratto ferroviario che collegava Castellanza a Mendrisio ed il suo progetto di recupero. Una fatica durata anni, dal 2005 al 2009, e divenuta realtà grazie alla passione e all'ostinazione di molti. Una fatica che prosegue ancor oggi nei lavori di recupero di alcuni tratti di binari.
Da fine Ottocento – "Di una ferrovia nella Valle Olona se ne parlava già a fine Ottocento, quando i primi stabilimenti di carta e gli opifici avevano bisogno di un mezzo di trasporto veloce per le loro merci", dichiara Marco Baroni, presidente dell'associazione "Amici della
ferrovia Valmorea". Da lì a poco, grazie al regio decreto del 16 gennaio 1902, sarebbe iniziata la costruzione della linea ferroviaria a semplice binario inizialmente solo tra Castellanza a Cairate-Lonate Ceppino. Sarebbero serviti oltre dieci anni per il prolungamento della tratta di altri 20 km sino al confine italo-svizzero. Ma il transito internazionale di merci, bagagli e viaggiatori tra Mendrisio e Val Morea avrebbe avuto vita breve: iniziato il 28 giugno del 1926, sarebbe già nel 1928 per precise scelte del governo di allora.
Treno senza frontiera – Perso il carattere di collegamento transfrontaliero, dato l'inutilizzo della tratta da parte dei viaggiatori e la crisi del settore cartario di Cairate e Lonate Ceppino, nel 1977 i binari furono abbandonati ad un infelice e progressivo degrado. La svolta nel 1993, quando il vecchio cancello doganale posto tra Italia e Svizzera venne riaperto dal club del San Gottardo di Mendrisio e dalle Ferrovie Nord di Milano, per permettere l'ingresso in territorio italiano del "Treno senza
frontiera". Da qui l'inizio di un processo di recupero che ha messo in moto una serie di manifestazioni e di treni turistici da e per l'Italia, tali da ripristinare l'antica stazione di Valmorea nel 1995, quella di Cantello nel 2003 e quella di Malnate-Olona nel 2007.
Un'associazione trainante – La costituzione, poi, dell'associazione Amici della Valmorea nel 2004, ha innescato un movimento d'interesse e di sensibilizzazione nella popolazione locale, e non solo, finalizzata al recupero della rimanente tratta verso Castellanza. Il libro, che verrà presentato sabato nel Comune di Fagnano Olona, alla presenza delle autorità cittadine e dell'assessore alle Infrastrutture e Mobilità di Regione Lombardia, Raffaele Cattaneo, è frutto dell'amore di questo gruppo di volontari per la Valmorea e la sua archeologia ferroviaria. Con questa monografia, secondo volume di una collana sui trasporti promossa dalla stessa regione, l'associazione vuole avvicinare quante più persone possibile all'affascinate mondo della linea ferroviaria che solca la valle Olona, alla sua storia, alla sua vocazione turistica e perché no… all'uso del treno come mezzo metropolitano. Chissà se questo avverrà… "I sogni non muoiono mai", lo fa scrivere lo stesso Baroni alla fine del libro.
Per maggiori informazioni sulla Valmorea e sui pacchetti turistici proposti dall'associazione è possibile visitare il sito: http://www.amicidellaferroviavalmorea.it/