Allargando gli orizzonti – Annunciato da qualche mese, atteso da molti, finalmente è alle porte il primo Festival Fotografico Europeo. L'Afi, Archivio Fotografico Italiano, ce l'ha fatta a superare se stessa, trasformando la tradizionale rassegna di fotografia, già di notevole richiamo per appassionati dello scatto, in un evento di ancor più grande risonanza, ampliandone notevolmente i confini culturali. In collaborazione con Epson e con il patrocinio del Comune di Castellanza e dell'Amministrazione Provinciale di Varese – Settore Marketing Territoriale e Identità Culturale, il Festival proporrà mostre, seminari, conferenze, proiezioni, lettura portfolio, premiazione dei concorsi fotografici, atelier con modelle e tanto altro ancora, per un'immersione totale nel mondo della fotografia. Quattro le grandi mostre che saranno ospitate a Villa Pomini, dal 9 al 23 maggio, che puntano ad offrire una panoramica decisamente allargata sulla fotografia contemporanea, frutto delle collaborazioni attivate da tempo dall'Afi con altri Paesi europei. Scopriamole insieme.
Spiritualità bielorussa – Il Mondo Sospeso è il titolo della mostra di Vladimir Sutiaghin. Autore bielorusso, cresciuto con la passione per la fotografia fin dagli anni della gioventù, compie in seguito studi superiori di specializzazione e lavora a lungo come reporter per testate quotidiane. Sentendo l'esigenza di portare avanti anche una propria ricerca personale, realizza questo lavoro dedicato ai monasteri e alle rovine di chiese e templi antichi incontrati nei suoi lunghi viaggi, compiuti quasi sempre in bicicletta. "Affascinato da rapporto che si stabilisce fra le rovine e il paesaggio, incuriosito dalla spiritualità dei monaci, Vladimir Sutiaghin si crea un metodo di lavoro volutamente opposto a quello frenetico del reportage giornalistico. Cerca i luoghi, intuisce la bellezza delle situazioni che fotograferà, stabilisce contatti con i monaci e le suore ("l'assenso delle persone ritratte in questi casi è indispensabile", commenta) e poi, prima di scattare, torna più volte sui luoghi fino a cogliere le atmosfere che vuole evocare" spiega il critico Roberto Mutti. Nascono così splendide stampe leggermente virate che, grazie ai toni caldi e alle tonalità brune, inseriscono architetture e paesaggi in una dimensione sospesa, raggiungendo "una luminosità che ricorda quelle delle icone", dice il fotografo.
Alla ricerca delle proprie origini – All'incrocio di diverse culture si trova l'opera dell'autore Oliver Fermariello, artista nato a Roma, cresciuto tra Italia e Francia, che attualmente vive a Berlino. Da sempre diviso tra due mondi, due particolari milieux familiari, Fermariello, con il progetto "Air de Famille" tenta di rispondere all'esigenza personale di situare le proprie origini. Così spiega il fotografo: "Cresciuto a contatto ma soprattutto diviso tra varie culture, non sono, oggi, in grado di individuare un luogo fisico nel quale affondare le mie radici: mi sono allora dedicato alla rappresentazione di un luogo psicologico, emotivo, tracciando un ritratto della mia famiglia, precisamente dei miei nonni. (…) In queste immagini ho richiesto ai miei nonni di re-interpretare se stessi in scene di cui erano gli eredi. Sotto questo aspetto é stata fondamentale la scelta della location, degli accessori e dei costumi, tali da rievocare un'epoca perduta, viva solamente nei loro ricordi. Paradossalmente, spingendo al limite l'aspetto della decadenza fisica (tutto nell'immagine è decrepito quanto lo sono i personaggi), tanto più chiaramente si é evidenziata la loro «freschezza» spirituale, tratto che -appunto- non viene necessariamente smussato dal tempo".
rapporto con la fotografia, secondo cui l'immagine fotografata non coincide con la realtà, ma produce una visione ambigua "che si presta ad interpretazioni molteplici che inevitabilmente intercettano il nostro vissuto". Così, un particolare, magari fuori fuoco, diventa elemento rivelatore del nostro inconscio e costituisce "il riaffiorare inatteso di un altrove dell'anima".